Alaaa ha 30 anni, una
bellissima moglie, due figli piccoli. Vive e lavora in un negozio di
telefonia ad Howara.
Sono le 12,20 del 2
giugno quando passo con un taxi dal checkpoint di Zaatara, Nablus. I
soldati israeliani stanno fermando le auto che vanno verso Nablus e
quando fanno così succede sempre qualcosa.
Non si mai quale violenza
faranno, arresto, pestaggio, omicidio.
E' l'una di notte quando
arriva la notizia: hanno ucciso un Palestinese al checkpoint di
Zatara. In pochi minuti le notizie iniziano a girare via internet, le
prime foto da lontano perchè israele non lascia avvicinare la
stampa. Ore dopo il cadavere è ancora a terra in strada, ma sembra
dalle foto più tardi che il corpo venga spostato dalla posizione
originale.
Ed ecco i primi
comunicati ufficiali israeliani: “abbiamo sparato perchè il
palestinese ha sparato ad un soldato, due colpi ad un piede”; poi,
viene da loro diffusa una foto di una pistola a terra con caricatore
e documento d'identità del palestinese.
Più tardi si scoprirà
che la pistola è una 9 millimetri, il caricatore di una 14
millimetri. Arrivano le congratulazioni del capo dell'esercito
israeliano al soldato che ha sparato. E' lo stesso che ha ucciso un
dottore a Jenin qualche mese fa. L'hanno mandato qui apposta perchè
odia gli arabi.
Esce un video e
testimonianze su testimonianze proprio perchè avevano fermato le
auto e c'erano moltissime persone ferme.
La versione è sempre la
stessa: l'uomo è in piedi vicino alla sua auto e sta aspettando, non
gli chiedono il documento d'identità, ma di colpo iniziano a
sparare, tantissimi colpi. L'uomo è a terra.
E' Alaa Mohammed Odeh,
trivellato dai colpi.
Arrivano le ambulanze, ma
gli israeliani non le lasciano passare e caricano il corpo su una
jeep militare.
Poi, diverse jeeps vanno
nel centro di Howara, dentro al negozio del martire, nella sua casa,
prendono il fratello e lo portano via per rilasciarlo ore dopo. Gli
shebab iniziano a protestare sulla strada principale, iniziano gli
scontri.
Il giorno dopo, a sera
tardi, tutti attendono il corpo del martire ad Howara. Ci sono
nuovamente scontri. Vengono arrestati 6 shebab, poi rilasciati.
Oggi si è svolto il
funerale e prima di esso una seconda autopsia. Rivela che c'erano più
di 14 proiettili nel suo corpo e che non ha sparato.
Attendiamo sulla strada
il corteo, ma mentre siamo lì, fra le tante auto che passano..passa
un van bianco e si ferma sul ciglio della strada. Qualche shebab
inizia a guardare quell'auto..Cazzo! Sono i soldati israeliani!
Iniziano le urla di segnalazione. I soldati attaccano una sirena che
avevano nascosto e fanno inversione a U, parte la sassaiola che rompe
i loro vetri mentre scappano.
Arriva il martire avvolto
nella bandiera palestinese e accompagnato da una folla immensa.
Assente l'ANP perchè israele non gli da il permesso (in teoria si
può anche partecipare in forma non ufficiale, cambiandosi il
vestito, ma forse non cogliono avere problemi con israele.....)
Seguiamo il corteo, ma
poi o lasciamo per andare dalla famiglia a portare un abbraccio.
E' uno stazio immenso.
Tutte le donne di Howara sono qui in questa casa, tutte piangono con
la Mamma e la Sorella. Poi, ci portano nell'altra stanza, c'è la
moglie. Distrutta. Mi dice “mi hanno bruciato il cuore”.
Mi fermo qui, non credo
sia intelligente scrivere altro.
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