mercoledì 4 giugno 2014

REPORT DELL'OMICIDIO DI HOWARA





Alaaa ha 30 anni, una bellissima moglie, due figli piccoli. Vive e lavora in un negozio di telefonia ad Howara.
Sono le 12,20 del 2 giugno quando passo con un taxi dal checkpoint di Zaatara, Nablus. I soldati israeliani stanno fermando le auto che vanno verso Nablus e quando fanno così succede sempre qualcosa.
Non si mai quale violenza faranno, arresto, pestaggio, omicidio.
E' l'una di notte quando arriva la notizia: hanno ucciso un Palestinese al checkpoint di Zatara. In pochi minuti le notizie iniziano a girare via internet, le prime foto da lontano perchè israele non lascia avvicinare la stampa. Ore dopo il cadavere è ancora a terra in strada, ma sembra dalle foto più tardi che il corpo venga spostato dalla posizione originale.
Ed ecco i primi comunicati ufficiali israeliani: “abbiamo sparato perchè il palestinese ha sparato ad un soldato, due colpi ad un piede”; poi, viene da loro diffusa una foto di una pistola a terra con caricatore e documento d'identità del palestinese.
Più tardi si scoprirà che la pistola è una 9 millimetri, il caricatore di una 14 millimetri. Arrivano le congratulazioni del capo dell'esercito israeliano al soldato che ha sparato. E' lo stesso che ha ucciso un dottore a Jenin qualche mese fa. L'hanno mandato qui apposta perchè odia gli arabi.
Esce un video e testimonianze su testimonianze proprio perchè avevano fermato le auto e c'erano moltissime persone ferme.
La versione è sempre la stessa: l'uomo è in piedi vicino alla sua auto e sta aspettando, non gli chiedono il documento d'identità, ma di colpo iniziano a sparare, tantissimi colpi. L'uomo è a terra.
E' Alaa Mohammed Odeh, trivellato dai colpi.
Arrivano le ambulanze, ma gli israeliani non le lasciano passare e caricano il corpo su una jeep militare.
Poi, diverse jeeps vanno nel centro di Howara, dentro al negozio del martire, nella sua casa, prendono il fratello e lo portano via per rilasciarlo ore dopo. Gli shebab iniziano a protestare sulla strada principale, iniziano gli scontri.
Il giorno dopo, a sera tardi, tutti attendono il corpo del martire ad Howara. Ci sono nuovamente scontri. Vengono arrestati 6 shebab, poi rilasciati.
Oggi si è svolto il funerale e prima di esso una seconda autopsia. Rivela che c'erano più di 14 proiettili nel suo corpo e che non ha sparato.
Attendiamo sulla strada il corteo, ma mentre siamo lì, fra le tante auto che passano..passa un van bianco e si ferma sul ciglio della strada. Qualche shebab inizia a guardare quell'auto..Cazzo! Sono i soldati israeliani! Iniziano le urla di segnalazione. I soldati attaccano una sirena che avevano nascosto e fanno inversione a U, parte la sassaiola che rompe i loro vetri mentre scappano.
Arriva il martire avvolto nella bandiera palestinese e accompagnato da una folla immensa. Assente l'ANP perchè israele non gli da il permesso (in teoria si può anche partecipare in forma non ufficiale, cambiandosi il vestito, ma forse non cogliono avere problemi con israele.....)
Seguiamo il corteo, ma poi o lasciamo per andare dalla famiglia a portare un abbraccio.
E' uno stazio immenso. Tutte le donne di Howara sono qui in questa casa, tutte piangono con la Mamma e la Sorella. Poi, ci portano nell'altra stanza, c'è la moglie. Distrutta. Mi dice “mi hanno bruciato il cuore”.

Mi fermo qui, non credo sia intelligente scrivere altro.



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