Buongiorno dalla
Palestina occupata dal mostro nazista. Sono qui per la seconda volta,
ad un anno di distanza. Tutto è peggiorato, ovviamente, soprattutto
dal punto di vista politico.
Dopo mesi sono convinta
che la sola divulgazione della verità tramite report e
documentazione non basti più, inoltre ora si deve fare i conti con
una realtà di pericoli interni spietata che prima era limitata.
Pensavo che l'intenzione
di israele fosse avanzare con il muro della vergogna e gli
insediamenti per tagliare in tre parti la Cisgiordania, forse mi
sbagliavo.
Dagli ultimi avvenimenti
e con mappe non pubbliche in mano, credo voglia creare dei “ghetti
palestinesi” e prendersi tutta la Cisgiordania, anzi farla sparire
e lasciare i ghetti riconosciuti, con la creazione del nuovo governo
palestinese, come “Stato Palestinese”.
Quello che non avevo
messo in conto, però, era la possibilità che a chiudere i cerchi
dei ghetti potesse essere l'Autorità Nazionale Palestinese.
Il primo e più grosso
campanellino d'allarme è ad Asira Alquibilja – Urif.
Asira ha come confini
l'insediamento di Yitzar (il più pericoloso della Cisgiordania), la
base militare e poi i villaggi di Urif e Madma. Non c'è più spazio
per coltivare la terra o per costruire case, solo un'area (con i suoi
proprietari) che va da Asira ad Urif.
Ebbene, poco tempo fa,
l'amministrazione comunale di Asira ha comunicato che quell'area è
stata venduta da loro ad israele per farne “area verde”,altresì
hanno ridisegnato i confini del villaggio tagliando fuori abitazioni
dal villaggio che dovranno così fare i conti con la “nuova
amministrazione”, israele.
Se Asira ed Urif
perderanno questa terra, perderanno tutto ciò che gli è rimasto e
il cerchio sarà chiuso. Negli ultimi mesi Asira, Madma e Burin hanno
subito attacchi pesantissimi dell'esercito; notturni, con raid, spari
e rapimenti di shebab. Ci sono stati, inoltre, semi-attacchi interni
verso gli abitanti del villaggio del PFLP dove è intervenuta la
polizia palestinese.
La stessa “trombata”
di area verde si sta verificando in altri villaggi, laddove devono,
appunto, chiudere il cerchio; ma anche negli altri villaggi dove
erano partite manifestazioni a rendere tutto più difficile è
trovarsi i soldati israeliani davanti e la polizia palestinese senza
uniforme dietro che cerca di fermare gli shebab e gli attivisti.
Manifestazioni cancellate per liti fra sostenitori del nuovo governo
e non, oppure per pressioni dell'ANP.
All'interno di tutto
questo contenitore dove si nuota nella distruzione dei diritti umani,
ho pensato a come supportare in modo efficace la Resistenza; e quando
dico “Resistenza” intendo tutta la Resistenza.
Partirà presto una
campagna alla quale parteciperò attivamente dal villaggio di Asira
per fermare la volontà dell'ANP di dare la terra ad israele come
“area verde”.
In parte le azioni sono
già iniziate, Hakima (presidente del Retaj Women centre) si è
presentata all'ufficio governativo (su appuntamento) con tutte le
Donne e gli shebab e ha picchiato le mani sulla loro scrivania
chiedendo “come caspita si erano presi il diritto di vendergli la
loro terra”, shebab e Donne urlavano. E' intervenuta la polizia
palestinese.
Questo villaggio dovrebbe
avere un lavoro capillare da parte degli attivisti internazionali ed
una presenza costante sul posto, cosìcchè quando i soldati arrivano
di notte come ladri facciano i conti anche con l'attenzione
internazionale. Il lavoro capillare sta invece nel lavoro con la
gente sul posto e con ogni tipo di supporto ci venga chiesto e che
sia nelle nostre possibilità.
Per questo motivo ho
deciso, con loro accordo, di creare un gruppo di presenza costante ad
Asira.
Inizio con la presenza
sul posto settimana prossima,siamo in due. Faccio, quindi, APPELLO
per avere attivisti che sostengano la Resistenza, supporto
dall'Italia come “ponte” ed altresì fondi per sostenere le spese
dell'alloggio, trasporti, telefono, internet e danni vari (ieri l'ANP
ha portato via dal Retaj Women Centre le sedie, il tavolo, i tavolini
e la tanica dell'acqua, ora sono da comprare perchè non possiamo
usare quelle a disposizione del villaggio).
Per chi vuole venire ad
Asira:
- si alloggia in appartamento per il costo di 50 shekel al giorno compreso il cibo (circa 12 euro al giorno)
- l'appartamento non è un holiday inn, quindi si dorme per terra sul materasso (portatevi le lenzuola se le volete), si partecipa alle pulizie e ci si adatta anche se donne e uomini dormiranno in stanze separate.
- Per venire contattatemi e avremo una chiaccherata informativa via skype, quando arriverete ci sarà un training di preparazione di un giorno al costo di 50 shekel a persona.
- Si supporta TUTTA la Resistenza quindi le attività sono molte, dal fare interposizione ai soldati israeliani/coloni/polizia palestinese, scrivere, documentare, lavorare con gli agricoltori, workshop con i bambini e con le Donne, corso di arabo. Il lavoro principale sarà comunque la campagna per fermare la svendita della terra, almeno per i prossimi mesi.
- Nessun limite di tempo, ci si può fermare giorni o mesi.
- Si lavora tramite metodo del consenso, ma con la guida dei Palestinesi.
- Poiché al momento nessun altro movimento ha preso posizione contro l'ANP e la sua politica non è possibile confermare collaborazioni per la campagna. Questo gruppo è contro a tutte le occupazioni.
Per il momento queste
sono le info che posso dare, per chiarimenti o maggiori info
contattatemi via mail e ne parleremo via skype.
skype: samantha.comizzoli
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