martedì 21 novembre 2017

PROCESSO DA IMPUTATA: I GIORNALI OGGI...



Mi hanno mandato la foto di due articoli usciti oggi su “il retto del carlino” e “il corriere” di Ravenna. Sono anonimi :)
Eh...non c'è il nome di chi li ha scritti, nonostante ieri i due giornalisti fossero lì in aula a prendere appunti (non do permesso per le registrazioni), con le loro facce... Vabbè...
I due articoli fanno pena. Non perchè dicano il falso, ma come articoli fanno pena.

Da lettrice malcapitata, dò i voti a come a scuola:
  • padronanza della lingua, capacità espressive, logico linguistiche: 0,5 ( Si esprime in modo scorretto pur se comprensibile; usa un lessico improprio)
  • Conoscenza specifica degli argomenti richiesti, aderenza alla traccia: 1 (Non ha capito la consegna e mostra una limitata conoscenza dell’argomento)
  • Capacità di organizzare un testo: 1 (Svolge il discorso in modo frammentario o incompleto)
  • Capacità di elaborazione critica, originalità e/o creatività: 0 (Manca di originalità, creatività e capacità di rielaborazione)

Voto complessivo attribuito alla prova: 2,5

Non hanno colto la lezione di giornalismo, ma non avevo dubbi. C'è una frase però che mi ha colpito: “da qui si vede la differenza fra essere un giornalista ed un blogger”. Non ho capito in che senso intendessero loro, ma il senso che posso dargli io è uno solo: voi siete piegati a 90° e dovete scrivere ciò che dicono i vostri padroni; io non ho padroni.

Coraggio....

lunedì 20 novembre 2017

MAURI

Sabato 18 novembre abbiamo salutato il compagno Mauri. E' stata vergognosa la presenza della digos al funerale, schierati per vedere chi c'era al cimitero della Certosa di Bologna. Ancor più vergognoso l'articolo uscito sul "il retto del carlino" il giorno dopo, dove come "vecchie checche da avanspettacolo", la digos parla di cori e petardi contro di loro.
E' falso. L'auto è stata presa a "vaffanculo, merde, andate via". Giustamente. Ma, i cori, i botti, i fuochi d'artificio erano tutti per Mauri. Eravamo lì per lui.
Sulla morte, non trovo mai le parole giuste....solo il silenzio e il coro per Mauri:
"Mauri è vivo e lotta assieme a noi, le nostre idee non moriranno mai".

PROCESSO DA IMPUTATA (CMC)



Questa mattina vi è stata l'ennesima udienza a Ravenna per la denuncia di diffamazione aggravata a mezzo stampa della CMC (cooperativa muratori cementisti italiani) ove sono imputata. In aula, difesa dall'Avv. Ettore Grenci e, fuori dall'aula..digos, carabinieri e “giornalisti”. Spero che quest'ultimi abbiano avuto una lezione di giornalismo ascoltando il mio esame.
Come saprete, il 15 agosto, il presidente della CMC, Matteucci, è morto per infarto. Rimane in piedi la costituzione civile, rifiutata dal giudice, invece, “l'improvvisata” di un sostituto testimone senza essere stato messo agli atti. (Giustamente).
Non essendoci l'esame del testimone dell'accusa, si è passati al mio esame e contro-esame. Lo pubblico affichè possa servire ai prossimi.
Forse, la frase con la quale chiudo il mio esame, mi procurerà un'altra denuncia, da parte della comunità ebraica. Ma, lotto per il diritto di ognuno di avere la libertà di definire israele per ciò che è.





MIO ESAME

Sign Giudice rettifico su quanto scritto “muro che separa israele dalla Palestina” con “muro israeliano in Palestina”.
Una breve, ma indispensabile, premessa per contestualizzare ciò che è oggetto di denuncia:
  • cos'è il muro?
    E' lungo 752 km, alto 10 mt. Il 70% è in cemento, il restante in barriera o barriera elettrificata o in costruzione. Non segue la green line riconosciuta nel 1949 anche da israele, ma segue piuttosto la costruzione degli insediamenti camminando di pari passo. Talvolta la sua costruzione dell'insediamento è in simultanea con la costruzione dell'insediamento. Fanno parte del muro i checkpoint, i gate, le torrette armate. La costruzione del muro è iniziata nel 2002 e l'intera opera venne presentata come “muro di difesa”, ma questo solo nella versione internazionale (website difesa israeliana in inglese); nello stesso website in versione ebraica era presentato come “muro di separazione”. Di questo si accorse una giornalista che contestò l'utilità del muro per fermare gli attacchi palestinesi, visto che oarte dei palestinesi erano nei territori del '48 per “annessione”.
  • Cosa sono gli insediamenti?
    Gli insediamenti illegali israeliani sono colonie dette “illegali” perchè violano la green line e gli accordi di Oslo. Il procedimento per la costruzione è questo: in primis arrivano i soldati israeliani che consegnano l'avviso cartaceo ai contadini palestinesi che quel pezzo di terra è diventato “zona c” ovvero sotto il controllo israeliano e che la zona adiacente è diventata “zona b”. Il tutto per motivi di sicurezza. Il contadino ha poche ore/giorni per lasciare la casa e la terra. I soldati israeliani piantano le tende e stazionano sul posto, nel frattempo la terra viene recintata. Le tende militari diventano container ed iniziano i lavori di costruzione delle case a pari passo con la costruzione del muro in cemento, nella maggior parte dei casi.
  • Come vengono costruite le case?
    In blocchi di pietra tagliati dalle colline della Palestina. La Palestina è piena di cave che dono diventate anche una devastazione ambientale. Le case sia che sono israeliane o palestinesi, pertanto, sono costruite da questi blocchi di pietra dove fra l'una e l'altra pietra, sì, ci sono quei cm di cemento... E' questo un punto fondamentale ed è bene ricordare che i palestinesi non possono costruire case (pochissime).
Ora... un'azienda o una cooperativa che costruisce grandi opere (Dal Molin, Sigonella, TAV, dighe..) è credibile che vada fin là per mettere due cm di cemento fra una pietra e l'altra e non partecipi alla costruzione del muro davanti a quella casa?
Tutta la documentazione della costruzione del muro è segregata al ministero della difesa israeliano Tel Aviv.
Io ho appreso di questo coinvolgimento da una conferenza pubblica nel Comune di Ravenna dove i relatori erano Moni Ovadia e l'allora assessora Elettra Stamboulis. Poco dopo uscì la vignetta di Gianluca Costantini; ma soprattutto le loro dichiarazioni in quella conferenza furono confermate dal web giornale sionista “informazione corretta”.
Erano fonti autorevoli ed io, da cittadina, non ho fatto altro che ripetere la loro notizia. Attribuìì con un “forse” il 20% alla Pizzarotti di Parma perchè in quel momento vi era in ballo la costruzione della ferrovia Gerusalemme-Tel Aviv, ma con un “forse”(...mia deduzione).

Andiamo ora sul termine “nazista”....
Citazioni di fonti più autorevoli di me ed oltretutto, tutti ebrei.
“Se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti” di Norman Filkenstein.
“Ciò a cui stiamo assistendo è uno spettacolo triste: i discendenti delle vittime dei nazisti stanno trasformando Gaza in un campo di concentramento” di Zygmunt Bauman
“israele, un partito fascista per il quale terrorismo e menzogna sono gli strumenti” di Albert Enstein
“il tribunale di Norimberga era falso, ce ne vorrebbe uno vero per israele” di Gilad Atzmon.

I miei stessi film sono prove della fondatezza di queste affermazioni.

Ma soprattutto:
  • A quell'epoca dell'accaduto uscivo da una campagna elettorale e comunque ero un personaggio pubblico politico. In quanto tale avevo il diritto di una critica politica.
  • Oggi.... ho vissuto in Palestina per due anni, in quella prigione a cielo aperto. Teatro di ogni tipo di orrore e violenza alla quale ho assistito ed ho vissuto. Ho documentato tutto limitandomi ad accendere la telecamera e ho cercato di fare da scudo umano con il mio corpo quando i soldati israeliani sparavano ai bambini. Per questo motivo mi hanno sparato, rapita, imprigionata, torturata e deportata.

Io, oggi, il diritto di chiamarli nazisti, lo pretendo!

mercoledì 15 novembre 2017

DELLA VIOLENZA, DEGLI STUPRI, DELLA MERDA, DELLA DIGNITA'




Ci sono avvenimenti della vita che non te li togli nemmeno se ti freghi la pelle con la paglietta di ferro facendo la doccia. Sono questi avvenimenti che creano la persona. Si esprime ciò che si aveva dentro con violenza. Alcuni diventano “luce” perchè avevano dentro di sé un lumino, altri diventano merda perchè dentro di sé avevano solo lo stronzo di ciò che avevano mangiato. In entrambi i casi, ripeto, si rivelano con violenza; perchè è violenta la luce che illumina la merda ed è violenta la merda che cresce e si muove.
Non è che aver subito stupro e molestie, mi dia adito a parlare, ma fa parte di me, di ciò che sono; della mia violenza.
Uno stupro è quando la parte più intima di te viene presa senza il tuo consenso, contro la tua volontà.
Una molestia sessuale è quando una tua intimità viene toccata e un tuo muro difensivo viene passato senza il tuo consenso. E per “intimità” non intendo solo zone fisiche del corpo, ma anche zone mentali.
Stupro e molestia hanno due muri che vengono infranti: il corpo e la mente. Se alla molestia e/o allo stupro cerchi di difenderti con il muro della forza fisica o con il muro della mente, si innesca un'altra violenza che è quella dell'inferiorità al mostro che ti sta prendendo.
E' banale ciò che ho scritto fino a qui? Beh, forse è meglio ribadirlo e mi va di ribadirlo in questo modo: senza aver mai usato “donna” o “uomo”.
Parto infatti da ciò che dovrebbe essere ovvio per scrivere il seguito.
(Da “educazione siberiana”): “ …..... un branco di lupi che erano messi un po’ male perché non mangiavano da parecchio tempo, insomma attraversavano un brutto periodo. Il vecchio lupo capo branco tranquillizzava tutti, chiedeva ai suoi compagni di avere pazienza e aspettare, tanto prima o poi sarebbero passati branchi di cinghiali o di cervi, e loro avrebbero fatto una caccia ricca e si sarebbero finalmente riempiti la pancia. Un lupo giovane, però, che non aveva nessuna voglia di aspettare, si mise a cercare una soluzione rapida al problema. Decise di uscire dal bosco e di andare a chiedere il cibo agli uomini. Il vecchio lupo provò a fermarlo, disse che se lui fosse andato a prendere il cibo dagli uomini sarebbe cambiato e non sarebbe più stato un lupo. Il giovane lupo non lo prese sul serio, rispose con cattiveria che per riempire lo stomaco non serviva a niente seguire regole precise, l’importante era riempirlo. Detto questo, se ne andò verso il villaggio. Gli uomini lo nutrirono coi loro avanzi, e ogni volta che il giovane lupo si riempiva lo stomaco pensava di tornare nel bosco per unirsi agli altri, però poi lo prendeva il sonno e lui rimandava ogni volta il ritorno, finché non dimenticò completamente la vita di branco, il piacere della caccia, l’emozione di dividere la preda con i compagni.
Cominciò ad andare a caccia con gli uomini, ad aiutare loro anziché i lupi con cui era nato e cresciuto. Un giorno, durante la caccia, un uomo sparò a un vecchio lupo che cadde a terra ferito. Il giovane lupo corse verso di lui per portarlo al suo padrone, e mentre cercava di prenderlo con i denti si accorse che era il vecchio capo branco. Si vergognò, non sapeva cosa dirgli. Fu il vecchio lupo a riempire quel silenzio con le sue ultime parole:
“Ho vissuto la mia vita da lupo degno, ho cacciato molto e ho diviso con i miei fratelli tante prede, così adesso sto morendo felice. Invece tu vivrai la tua vita nella vergogna, da solo, in un mondo a cui non appartieni, perché hai rifiutato la dignità di lupo libero per avere la pancia piena. Sei diventato indegno. Ovunque andrai, tutti ti tratteranno con disprezzo, non appartieni né al mondo dei lupi né a quello degli uomini … Così capirai che la fame viene e passa, ma la dignità una volta persa non torna più”

Una persona che accetta che il proprio muro venga infranto in cambio di lavoro, successo, soldi è una persona che sceglie di vendere la propria dignità. E' una merda. Non è una vittima di stupro e/o molestia. Ha scelto. Si può pulire i cessi e non fare film, ma si vive con la dignità.
Una persona che compra il passaggio del muro di quella persona per dargli lavoro, successo, soldi è una persona che compra la dignità altrui. E' una merda. Puoi masturbarti, e con gusto, fra le mura di casa tua. Non hai bisogno di comprare la dignità altrui; questo è un altro tipo di gusto.
E' inaccettabile che una merda venga, oggi, venduta come “luce”. Ovviamente anche chi fa quest'azione di “vendere merda come luce”, è una merda.
Se lasciamo che la merda si espanda, sarà sempre più difficile vedere la luce.
E' inaccettabile, pertanto, che venga anche solo presa in considerazione o in discussione chi ha scelto di farsi toccare, usare, scopare, in cambio di carriera o altro; ancor di più che venga riconosciuta come “vittima”.
E' inaccettabile che ci si indigni e si scenda in piazza per le “donne vittime di aver scelto” che, in realtà, si stuprano da sole facendosi usare da bandiere spettacolarizzanti la loro scelta.
“me la son dovuta far leccare per far carriera”. Questa sarebbe la dignità da portar come bandiera?
La dignità sta in tutti quegli uomini e donne (lupi) che hanno scelto di non vendersi, hanno scelto di vivere alla fame. Tutti quegli uomini e quelle donne che dicono “no”, tutti i giorni....stringendo i denti, per la fame.
E' dura, sapete?
Ma è senz'altro più dura per chi, invece, è veramente vittima di stupro/molestia.
Penso a tutti quegli uomini e donne, che vengono stuprati/e e/o molestati ogni minuto nella mente e nel corpo; nelle prigioni.
Penso a tutti quegli uomini e donne, che vengono molestati/e dalle merde che hanno preso potere.
Penso a tutti quegli uomini e donne, che hanno urlato “no”, che si sono difesi, che lottano e picchiano con voce e pugni per continuare a difendersi.
E' dura, sapete?
Oggi, viene smerdato un uomo che ha allungato le mani su aspiranti attrici che volevano far carriera (e hanno scelto), per illuminare una donna che fa l'attrice e che però ha ammazzato i bambini palestinesi (vedi Wonder Woman). (solo per fare un esempio).
Insomma, oggi, l'importante è che abbiate la figa e vi propagandiate come vittime. Uomini e donne vi faranno icona.
Da donna, stuprata, sparata, rapita, imprigionata, torturata e deportata..il mio messaggio a chi si è venduto la dignità, a chi ha comprato la dignità, a chi vende la storia di chi ha venduto e comprato, a chi scende in piazza per la storia di chi ha venduto e comprato:
“merde, io vi sputo, con violenza”.

E questo, mi sentivo di scriverlo, per le vere vittime e per gli eroi che dicono “no” e che tirano pugni...con violenza.





ISOLATA...

Avviso chi mi legge solo su questo blog, che da lunedì sono praticamente isolata. La nevicata di un mt ha provocato diversi danni, fra i quali la mancanza di energia elettrica (oltre ad internet che già funziona come il culo quassù in montagna). Sono giorni un pò così, di difficoltà...perchè ovviamente manca anche il riscaldamento.
Quindi, riesco a connettermi davvero pochissimo e la funzionalità del cellulare è relativa a quanta corrente elettrica ci stanno dando e quando.







sabato 11 novembre 2017

Crimine di tortura nelle prigioni e nei centri di detenzione dell'Autorità palestinese

Buongiorno Palestina e resto del mondo occupato dal mostro sionista israeliano.
A Londra è stato presentato il rapporto del PCHR dal titolo "Crimine di tortura nelle prigioni e nei centri di detenzione dell'Autorità palestinese".
Il rapporto denuncia la tortura applicata in sede di interrogatorio da parte dell'Autorità palestinese sui palestinesi. E faccio notare che sono quasi tutti palestinesi presi perchè contro l'occupazione israeliana. Ad essere chiamati in causa sono: la polizia, la sicurezza interna, l'intelligence, la sicurezza preventiva (sia di Gaza che della Cisgiordania). 7 casi di decesso durante l'interrogatorio (3 in Cisgiordania e 4 a Gaza).
Mi auguro che il PCHR faccia un rapporto anche sui "metodi di insegnamento nelle scuole della Cisgiordania (non posso essere testimone per Gaza). Sui "maestri del bastone e delle botte" dei quali ho preso conoscenza attraverso le voci dei bambini palestinesi. Qui vi allego l'ultima denuncia di qualche giorno fa, a Nablus. Il bambino si chiama Ahmed. Coraggio da leoni ad aver denunciato pubblicamente.
Ulteriori prove (se ancora ce ne fosse bisogno) che l'Autorità nazionale palestinese sta facendo lo stesso lavoro di israele. Chi si siede a tavolino con loro e collabora (anche solo per entrare in Palestina) dovrebbe sprofondare in un pozzo di vergogna (o di merda).





giovedì 9 novembre 2017

ATTENZIONE: PER CHI CERCA LAVORO ALL'ESTERO...




Scrivo questa piccola tragedia personale (una delle tante nella mia vita), non per sputtanare l'agenzia per la quale ho lavorato, ma affinchè sia d'informazione per chi cerca lavoro all'estero.

In quest'Europa di sta ceppa siamo in tanti a buttarci nel lavoro stagionale all'estero. La scorsa estate anch'io ho lasciato i miei piccoli lavoretti bolognesi per fare la stagione in Spagna (buon stipendio, vitto e alloggio compreso) in più a lavorare sulla Costa Brava non è male. Forte anche di un sapere... con una legge del 1975, per i lavoratori che rimpatriano anche solo dopo pochi giorni (quindi non dipende da quanto tempo si lavora all'estero), l'I.N.P.S. Paga l'indennità per rimpatriati che è pari alla disoccupazione, per 6 mesi. La si può richiedere solo una volta senza essere legati alla durata del lavoro, dalle volte successive si parte da un minimo di 12 mesi.
Così, sentite altre esperienze che pur avendo lavorato solo pochi giorni, godono dell'indennità di disoccupazione, sono intenzionata a fare lo stesso. Ne ho diritto....
Però mi faccio tutta la stagione (luglio ed agosto). Nel mentre, mi reco all'ufficio per l'impiego spagnolo per richiedere il modello U1, che è quello che richiede l'Inps per liquidare il lavoratore dell'indennità (oltre a busta paga e contratto).
Lì in Spagna scopro che l'agenzia interinale che mi ha fatto il contratto ha sede legale in Lettonia, a Riga e che quindi l'U1 deve essere emesso da là. Allarmata chiamo l'agenzia e vengo subito tranquillizzata che ci penseranno loro a richiederlo e farmelo avere.
Finisco la stagione, sono pronta a rientrare in Italia, ma ancora l'U1 non me lo danno...
Rientro in Italia e il giorno dopo vado subito all'ufficio di collocamento a Bologna per fare la D.I.D. (dichiarazione d'immediata disponibilità al lavoro). Anche questo è un passaggio fondamentale per ricevere l'indennità, che ho fatto.
Nel frattempo, dopo ripetute mail e messaggi whatsapp alla mia agenzia, mi mandano un documento che si chiama A1 (quindi non quello che avevo richiesto). Li ricontatto chiedendo che cazzo era sta roba che non avevo mai chiesto.... e mi dicono che mi faranno avere l'U1 entro 30 giorni. Siamo al 5 settembre. Ok?
Poi, cerco un patronato che mi presenti la domanda. Porto tutta la documentazione che ho e anche loro mi dicono che non appena avrò l'U1 di protocollarlo direttamente all'Inps.
Inizio a massacrare di mail la mia agenzia senza avere risposta.....
Ad ottobre iniziano a tornarmi indietro le mail perchè pare non funzioni più l'indirizzo mail dell'agenzia....
Il 13 ottobre mi chiama il patronato dicendomi che l'Inps chiedeva l'U1...gli faccio presente che secondo la legge è l'Inps che deve richiederlo all'ente estero qualora il lavoratore ne sia sprovvisto, ma mi consigliano di insistere a chiederlo io all'agenzia che mi ha assunta...
Ri-scrivo alla mia agenzia, usando altri indirizzi mail, e il “solito” con il quale ho parlato (sempre per scritto) mi dice che mi ha cercato telefonicamente proprio il giorno precedente per chiedermi l'indirizzo per inviarmi via posta l'U1...!???!!
“L'indirizzo”...mi hanno fatto il contratto di lavoro...ce l'hanno l'indirizzo, vabbè...gli rispondo e lui mi risponde che è stato inviato per posta.
Ne sollecito l'invio via mail per urgenza perchè l'Inps ne ha bisogno subito. E lì parte di nuovo il silenzio.... Fino a quando mi risponde dandomi un indirizzo mail della sede dell'agenzia in Lettonia che si sta occupando della mia richiesta.
Siamo a due settimane fa.
Le scrivo e mi dice che si interesserà appena avrà tempo...
Passano i giorni, son passati mesi e io, nel frattempo, sto terminando i soldini.... ok?????
Arriviamo a lunedì scorso:
vado all'Inps a protocollare un ricordo “che come è scritto nel loro sito nella pagina di questa legge, è l'Inps che chiede l'U1 al paese estero qualora il lavoratore ne sia sprovvisto”. Protocollo all'ufficio Inps di Bologna e la tipa che se ne occupa si incazza perchè dice che non è vero, oltretutto per la Lettonia che non è convenzionata con l'Italia.
Esco e controllo le mail sul cellulare (visto che ero lì, magari mi arrivava l'U1 e lo consegnavo subito...).
E, trovo l'ennesima doccia fredda di sti stronzi: mail della sede in Lettonia della mia agenzia che mi riferisce che hanno tentato di avere l'U1, ma che la prassi è che vada il diretto interessato nell'ufficio dell'Autorità lettone a chiederlo e pertanto che DOVEVO ANDARE IO IN LETTONIA ALLO SPORTELLO A RICHIEDERE L'U1.
In tasca ho le sole 5 euro per tornare con il bus a casa.
Quando sono sull'autobus e mi viene da piangere, decido di chiamare la mia ex collega, per aggiornarla...le avevo detto io di come fare a prendere sti indennità, sicuramente sarà messa come me; ma almeno ci sfogheremo in due...
La chiamo, lei è nel Lazio; mi lascia raccontare tutta la storia e alla fine mi dice “Samà, mi spiace che ti sia andata così...me l'hai detto tu dell'indennità....ma io l'ho presa, già dal mese scorso, con i tuoi stessi documenti”.
Sbang!!
Mi suicido?
Chiamo il patronato (per capire se sono loro che hanno scazzato). Chiamo un amico di un altro sindacato (per avere un altro parere). Ed entrambi mi danno la stessa risposta: “sì, in altre regioni liquidano senza impuntarsi su questo documento, anche perchè la prova del lavoro gli sarebbe già stata data con contratto, buste paga e A1), ma qui in Emilia – Romagna fanno così. Non si può fare nulla.
Torno a casa....e fortuna che non abito al quinto piano....

Faccio un passo indietro: nel mentre che si aspetta l'indennità, se inizi a lavorare, la perdi. O meglio, ti verrà data quando rismetterai di nuovo di lavorare. Quindi, io, da settembre ad oggi...ho rifiutato dei lavori perchè ero convinta che mi stesse arrivando l'indennità....
Arriviamo a martedì: quando scrivo direttamente all'ufficio per l'impiego in Lettonia, spiegandogli tutta la storia. Questi mi rispondono inviandomi un modulo di richiesta per l'U1 (in lettone), da rimandare in Lettonia compilato e firmato e per posta, non via mail.
Lo stampo, lo compilo (usando google traslate) e lo firmo e glielo mando via mail per accelleare i tempi e chiedendo gentilmente di anticiparmelo via mail e i tempi...
Arriviamo a questa sera: dalla Lettonia mi rispondono che la mia firma su quel modulo di richiesta potrebbe essere non autentica e pertanto che aspetteranno il modulo via posta e che da suo ricevimento passeranno altri 15 giorni più la spedizione.

Ora:
  1. l'agenzia per la quale ho lavorato in Spagna ha ovviamente una sede fittizia in Lettonia per non pagare le tasse.
  2. Mi hanno scritto una marea di balle e non si sono minimamente preoccupati di mettermi in contatto prima con quest'ufficio in Lettonia al quale dovevo richiedere il modulo.
  3. L'Inps in Emilia Romagna se ne fotte.
  4. La mia collega... (sono felice per lei che ha preso l'indennità), lei, al quale gliel'avevo detto io e io ….no.

L'agenzia per la quale ho lavorato si chiama workeurope.eu , mi ha mandato una mail questa sera dove mi propongono un lavoro in Finlandia......non so ancora cosa farò, sto messa di piangere.

Che questa storia insegni una cosa: il primo che sostiene che le persone non hanno potere, si legga questa storia. Guardate quanto potere hanno di rovinare la vita ad una persona.


Arriviamo ad ora: temo ad aprire le mail...tanto sono sicura che non ci sarà nulla di buono, ma decido di pubblicare l'articolo. Non si sa mai, magari a qualcuno può servire, o magari a qualcuno viene un'idea di come fargliela pagare (almeno quello, cazzo).

domenica 5 novembre 2017

MI BUTTO....




Dicono che i miei film siano “troppo reali”, che “è come vivere la scena se ci fossi dentro”. Ho avuto la possibilità di riprendere momenti, non mettendomi a lato (con il cavalletto) e semplicemente... “filmare”, ma di stare in mezzo e filmare. In mezzo alla bellezza, agli scontri, alle lacrime, alle bombe.
Ora mi butto in rete, posso buttarmi in mezzo ai vostri matrimoni, alle vostre feste di compleanno, ai vostri momenti di laurea, e così via.....
Lavoro da autonoma con ritenuta d'acconto sia per le video riprese, sia per il montaggio video che posso realizzare anche con i filmati dei vostri telefonini.
Per realizzare 3 film ho fatto di tutto (pulizie, cameriera) a testa alta.... ma non vedo perchè non debba provare a fare il mio lavoro.


Samantha Comizzoli