martedì 31 marzo 2015

VISTI PER L'ITALIA NEGATI

PIETRA N. 2)



Ieri il Consolato italiano in Gerusalemme ha cacato fuori dal vaso. E l'ha fatta pure bella grossa..
Ha negato i visti per il nostro Paese ai due relatori, per il ciclo di conferenze di “israele, IL CANCRO”, Ahmad Nasser e Sari Qadri. Le associazioni e i volontari avevano pagato tutto e si erano fatti garanti di ogni responsabilità. Ahmad e Sari non hanno mai avuto problemi in precedenza.
Insomma..il nostro Consolato viola alla grande i diritti umani e segue la linea razzista di apartheid israeliana. Non è certo una novità, che le “istituzioni” stiano con israele.....

Il tour di presentazione di “israele, IL CANCRO” va avanti. Io, Ahmad e Sari saremo in collegamento via skype dalla Palestina, anzi, dalla prigione che è questo Paese.
Ieri i due ragazzi si sono trovati ancora una volta a fare i conti con chi uccide tutte le loro speranze, i sogni, le aspettative. Certo, nulla di nuovo, e sentirete le dichiarazioni che mi avevano fatto nel film... Ma, avevano una speranza, piccola, di vedere cosa c'è là fuori. Ieri, il Consolato Italiano ha bruciato in puro stile sionista questa speranza.
Ora, per voi che leggete quest'ennesima storia vergogna e che mi chiedete “cosa posso fare per difendere i diritti umani e per aiutare la Palestina?”...: scrivete questa storia, mandatela alla stampa, alle pagine dei giornali dove i lettori scrivono le lettere, scrivetela sui volantini, scrivetela sui muri. Massacrate chi vuol far tacere, massacrate chi uccide i diritti umani.

Di seguito gli indirizzi mail del Consolato Italiano, dell'ufficio visti a Gerusalemme e del Ministero degli esteri (qualora voi vogliate esprimere il vostro pensiero, visto che quando siete nati avete acquisito questa libertà), ed altresì l'esposto che ho inviato:
ministero.affariesteri@cert.esteri.it
visti.gerusalemme@esteri.it

Ravenna, 31 marzo 2015


  • Al Ministero degli affari esteri e cooperazione internazionale
  • p.c. Al Consolato italiano in Gerusalemme
  • alle fonti di stampa italiane ed estere


OGGETTO: esposto

Egregio Ministero degli affari esteri,

premesso che:
  • la nostra associazione ha organizzato in precedenza conferenze per i diritti umani invitando ospiti dalla Palestina e facendosi garante di ogni costo e responsabilità.
  • In data 5 marzo 2015 la nostra associazione ha presentato regolare domanda di visti per l'Italia per i signori Ahmad Nasser e Sari Qadri quali invitati per il ciclo di conferenze nel nostro Paese dall' 8 aprile al 27 aprile (nelle città di: Torino, Firenze, Roma, Napoli, Lecce, Cesena, Bologna, Padova, Udine, Milano). Conferenze per le quali vi è la partecipazione di molti gruppi/associazioni. Tutte le persone coinvolte hanno partecipato al pagamento dei biglietti aerei, dei visti, delle assicurazioni, del contante per i due invitati, dei costi per gli spostamenti interni, dei costi per l'ospitalità. La nostra associazione si è fatta, altresì, garante di ogni responsabilità.
  • In data 26 marzo scadeva, di fatto, la tempistica delle 3 settimane per la consegna dei visti. Avendo avuto solo il silenzio da parte del Consolato in Gerusalemme, la nostra associazione inviava mail di sollecito e richiesta, alla quale non è seguita nessuna risposta da parte del Consolato Italiano.
  • In data 30 marzo il Consolato Italiano rispondendo alla telefonata di uno dei due invitati, Ahmad Nasser, comunicava il diniego dei visti per l'Italia.

Facendo, altresì, presente che i due invitati non hanno mai avuto problemi legali in precedenza e premesso tutto quanto sopra esposto,

CHIEDIAMO

che si apra un'indagine nei confronti del Console Italiano in Gerusalemme e di tutti gli eventuali responsabili del procedimento sopra descritto e conseguente rimozione dal loro incarico qualora fossero riconosciuti colpevoli per :

  • discriminazione razziale
  • abuso d'atti d'ufficio
  • favoreggiamento
  • violazione dei diritti umani


Rimaniamo in attesa di Vs. risposta e/o esito della segnalazione presentata con codesto esposto.


La Presidente di Ravenna Punto a Capo
Samantha Comizzoli


NEGATI I VISTI PER L'ITALIA AD AHMAD E SARI

PIETRA N.1)


  • Al Consolato italiano in Gerusalemme
  • All'ufficio visti del Consolato italiano in Gerusalemme

OGGETTO: DIFFIDA


Egregio Consolato Italiano in Gerusalemme,
premesso che:

  • in data 6 marzo 2015 l'associazione Ravenna Punto a Capo di Ravenna ha presentato regolare domanda di visti per il nostro Paese per Ahmad Nasser e Sari Qadri, quali invitati e relatori per un ciclo di conferenze sui diritti umani
  • che per tale invito la nostra associazione, unitamente ad altri gruppi e associazioni, ha investito denaro per l'acquisto dei biglietti aerei, visti, assicurazioni, denaro in contante; e si è fatta, altresì, garante di ogni responsabilità
  • in data 30 marzo viene comunicato ad Ahmad Nasser che i due visti per il nostro Paese sono negati dal Consolato Italiano.
  • I due invitati non hanno problemi precedenti.
  • Ogni essere vivente nasce libero di movimento, di pensiero e di espressione. E qualora qualcuno ne limiti le libertà commette una violazione dei diritti umani e forse altre violazioni del codice penale e civile Italiano.
  • Si ritiene la medesima atto dovuto in previsione di una denuncia legale.

Premesso tutto quanto sopra citato,

VI DIFFIDIAMO

dal limitare la libertà di movimento di Ahmad Nasser e Sari Qadri, negando loro i visti per l'Italia per i quali NOI abbiamo presentato domanda ed altresì dal boicottare un'attività in difesa dei diritti umani.


La Presidente di Ravenna Punto a Capo

Samantha Comizzoli

domenica 29 marzo 2015

AGGIORNAMENTO SAMEER E MOHAMMED



Oggi presso il tribunale illegale israeliano di Ofer, nonché prigione, si è tenuta un'altra udienza per Sameer e Mohammed (rapiti a Qaryout, Nablus, come da video....  https://www.youtube.com/watch?v=OsuYcaLCxe0        ) dagli israeliani.
L'udienza si è così conclusa: Mohammed libero con il pagamento della cauzione (riscatto) di 4000 shekel, Sameer si continua il processo e al momento non si sa più nulla della possibilità di libertà con cauzione di 4000 shekel.
Non sappiamo perchè stia accadendo questo, non sappiamo perchè ci sia stato questo rapimento; se non dandogli una sola motivazione...che israele fa il cazzo che vuole.
Ieri sono andata dal padre di Sameer e fargli visita e a portargli i soldi che mi avete mandato. Mi ha detto "ala razi", che è un modo di dire arabo e significa "godi di così tanto rispetto che sei sopra la mia testa". Ha ringraziato diverse volte tutti voi, ma gli ho detto che (e ne sono certa) non vi servono i ringraziamenti, ma che volete solo vedere suo figlio, Sameer libero. Siamo rimasti d'accordo che nel caso le donazioni non servissero più per Sameer, il padre mi ridarrà indietro i soldi e li terremo per (ahimè) il prossimo shebab rapito da israele. Avevo insistito col padre affinchè l'avvocato facesse richiesta del report dell'ospedale dove gli israeliani dicono di averlo portato...
Ieri mi ha detto che gli hanno fatto avere il report con foto dall'ospedale. Sameer ha riportato ferite alla testa, alla schiena e alle braccia per essere caduto dalla barella due volte ed essere stato trascinato sulle pietre.
Sameer era venuto con noi a Qaryout quel giorno di commemorazione per Rache Corrie, perchè è un cantante ed un musicista. Doveva cantare e suonare mentre mangiavamo.
Questa è un'altra storia terribile in Palestina.

Aggiornerò, spero presto, su Sameer.

mercoledì 25 marzo 2015

CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO...



Con tutto l'amore che posso, oggi ho guardato queste foto, fatte con amore da giovani fotografi palestinesi.
Con tutto l'amore che posso, oggi ho fatto questo video per voi in Italia, che non potete camminare davanti a queste foto, per questi vicoli, su queste colline.
Con tutto l'amore che posso, guardo negli occhi gli esseri umani, rimasti umani.
Non è facie avere ancora amore nel cuore, ma quel che posso, lo do.

domenica 22 marzo 2015

“MI HANNO BRUCIATO IL CUORE”



Era il 2 giugno 2014 quando al checkpoint di Zataara, Nablus, i soldati israeliani uccisero Alaa. Stava rientrando da Ramallah con prodotti per il suo negozio di telefonia ad Howwara. Io passai dal checkpoint nel tardo pomeriggio e stavano già fermando le auto, ho pensato che sarebbe successo qualcosa perchè fanno così quando vogliono rapire o uccidere i palestinesi. Alaa aveva 31 anni, due figli piccoli ed una giovane e bellissima moglie. Lo trivellarono con 24 proiettili. Diversi testimoni (proprio perchè c'erano molte auto che avevano fermato) dissero che lo avevano fatto scendere dall'auto e lui sostava vicino alla portiera quando, semplicemente, hanno sparato. Dopo i media israeliani divulgarono una foto con il suo documento d'identità per terra e a fianco una pistola. Certo....
Andai al funerale ad Howwara e a portare le condoglianze alla famiglia, alle donne che attendevano il corpo in casa. La moglie mi disse “mi hanno bruciato il cuore”.
A distanza di tutto questo tempo il negozio di telefonia sulla strada principale di Howwara è ancora chiuso. Ogni volta che passo di lì mi ricordo di quel giorno, del martire e della giovane moglie alla quale hanno bruciato il cuore. Ieri in Palestina era la festa della mamma, così ho pensato a questa giovane madre e sono andata, oggi, a fargli visita.
Ci ha accompagnato il fratello del martire.
Lei sta meglio, è sempre bellissima. I bambini sono cresciuti, ora hanno 2 e 4 anni. Per un attimo abbiamo ricordato quel giorno del funerale e ovviamente sono scese le lacrime.
Il ricordo di questa tragedia è così grande che quando ho chiesto al fratello il perchè non avesse riaperto il negozio del padre la risposta mi ha stupita: “Per ora no, abbiamo deciso di non riaprire. Vogliamo che tutti ricordino, che nessuno dimentichi cos'è successo”.
Immaginate... una famiglia da mantenere, ma hanno deciso di perdere i soldi, piuttosto di far tornare tutto alla normalità, di dimenticare Alaan. Ed in effetti, per me è stato così, ho continuato a ricordare Alaan perchè vedevo il negozio chiuso.

Questo non è un report, né un articolo. E' solo per non dimenticare un omicidio degli israeliani.

martedì 17 marzo 2015

AGLI EBREI, PRIME VITTIME DI ISRAELE


Prima di addentrarmi nell'oggetto di quest'articolo (una lista), voglio subito esprimere la mia piena solidarietà agli ebrei del mondo che hanno rifiutato israele e che vengono, ancora, usati per costruire uno “Stato” e perpetrare la pulizia etnica della Palestina. Ho scritto più volte che israele è la vergogna dell'umanità, l'offesa più grande alle vittime dell'olocausto. Ed altresì che la pietà non è selettiva. Ed ancora: “che io non sono pro-Palestina, ma sono pro-diritti umani”. Queste frasi sono ripetute più volte nel mio blog e su facebook, nel tempo.
Da circa due mesi è iniziata la promozione e l'organizzazione di “israele, IL CANCRO”. Da circa due mesi è iniziata via facebook (per l'ennesima volta) un attacco nei miei confronti.
Questa volta però non si sono fermati alle solite minacce di morte o post idioti dove mi danno della sionista. Hanno aperto pagine facebook con il mio nome e con la mia faccia, o poco modificate.
Bene, facebook è uno strumento sionista, creato per osservarci ed usarci e non si sogna certo di chiudere quelle pagine in barba alle basilari norme di legge.
Quindi, ho pensato...cosa fare...
Beh, sinceramente credo che la cosa migliore da fare a delle persone che usano la faccia e il nome di altri per insultare e buttare merda sui diritti umani, ma soprattutto deridere le vittime di un genocidio; ecco, credo che la cosa migliore sia dargli il volto e il nome.
Ho curato i commenti e i “like” su queste pagine. Ho guardato i loro profili, uno ad uno in questi mesi. Ho visto le loro belle foto, sorridenti, dei parenti soldati israeliani …. qui. Quei soldati che uccidono a sangue freddo, che rapiscono i bambini, vengono dall'Italia e sono diventati israeliani. I loro parenti che vivono in Italia ed in israele sono quelli che troviamo su facebook. Vi allego un paio di foto dalle loro pagine e i link delle loro pagine. Fra di loro dovrebbe esserci l'autore delle pagine false aperte in mio nome e se non c'è..beh che quelli che sono nella lista e hanno partecipato se la prendano con lui/lei.
Voi con questa lista, che chiudo qui perchè non ho tempo di aggiornarla, fate ciò che volete, potete bannarli, ma soprattutto sapere che in Italia ci sono molti sionisti, a volte li conoscete e non lo sapete nemmeno e quando gli parlate di Palestina vi stupite della loro reazione.

Io ho una speranza, grossa, che gli ebrei smettano di essere vittime di israele e che fermino questo progetto folle, il più folle della storia, che è israele, perchè (proprio nella storia) ha fatto e sta facendo troppe vittime.
Buona visione.


Sionisti che hanno attaccato la mia pagina o commenti di approvazione ad insulti verso di me nelle pagine fake a me indirizzate:

pagine fake:

domenica 15 marzo 2015

IN MEMORIA DI RACHEL CORRIE I SOLDATI CI SPARANO MENTRE MANGIAMO



Oggi mi sono unita all'SFP per piantare ulivi in memoria di Rachel Corrie. Siamo andati a Qaryout, Nablus, vicino alla strada in cima alla collina. Questo è quello che è accaduto, è stato di una violenza estrema, così come sono estremamente non umani gli israeliani. Due palestinesi rapiti, dei quali uno in gravi condizioni come vedrete dal video e un altro con un attacco d'asma per la violenza che hanno avuto. Hanno tentato di non farmi filmare, anche quando hanno perso il ragazzo dalla barella facendogli picchiare la testa e senza aver chiamato l'ambulanza.

giovedì 12 marzo 2015

GIOCO DI POTERE: NABLUS (ma forse anche per altri luoghi..)




Qualche giorno fa G. mi guarda e mi dice:
“shebab hai guardato le foto di quando siamo arrivate qui?”
“sì G.”
“ti sei guardata allo specchio? Hai visto cosa ci è successo? Hai visto cos'è successo ai nostri visi?”
“sì G., ho visto”.

Voi pensate, dalla vostro schermo e dalla vostra tastiera, che ciò che distrugge la vita qui siano i checkpoint, il muro, i soldati che sparano. A distruggerti la vita qui è, sì israele, ma è tutto quello che ne consegue e con il quale devi per forza raffrontarti ogni giorno. E' la vita che c'è qui.
Voglio raccontarvi due storie per essere più chiara, ma anche perchè oggi è nata su facebook l'ennesima discussione sulla Siria. E per “capire” ciò che accade in Siria..che si fa? Beh..da buoni attivisti da tastiera si sparano link a raffica. Non ne ho cagato nemmeno uno, ve lo dico.
Prima storia: arrivo al centro Tanweer e c'è una ragazza che avrà 22 anni. L'ho già vista altre volte. Quando arriva al centro ha il velo, e quando è dentro al centro toglie il velo. Mi ha criticato SHOOT dicendo che è stanca di vedere immagini di violenza per parlare di Palestina, che ci sono anche delle cose belle qui. Le avevo risposto che io avevo fatto un film per spiegare l'occupazione israeliana a chi non la conosce. Ma, questo suo desiderio di vedere la bellezza mi aveva incuriosita. Così ci siamo messe a parlare, ma solo quando lei ha smesso di cantare. Sì, perchè lei ha una voce a livello della Mina italiana. Una voce che spacca davvero. Mi parla e mi racconta che non può cantare, che le avevano offerto di cantare in un gruppo famoso, ma dopo grandissimi litigi con la sua famiglia ha dovuto rinunciare. Non capisco...(più o meno). “sì, la mia famiglia è religiosa”. No, scusa, ferma un attimo, questo non ha nulla a che vedere con l'Islam. Allora piano piano me dice ciò che già vedo da tempo: “è mio padre che è religioso, l'ha imposto a mia madre e noi tutti dobbiamo sottostare. E' la cultura palestinese che si è formata dopo l'occupazione israeliana”.
Conclusione della ragazza, che oltretutto era una grande attivista e ora ha smesso : “io voglio andarmene dalla Palestina perchè non voglio che i miei figli muoiano per qualcosa che non mi piace più e che siano solo degli altri morti”.
Qui le donne fanno vite diverse: a Ramallah sembra di essere a Milano, a Nablus le uniche senza velo sono straniere, nei villaggi non le vedi proprio per le strade. Ed arrivo al discorso Siria/donne. Mi avete scritto che in Siria le donne hanno pari diritti degli uomini, ma davvero? Ma pensa un po' anche qui, sulla carta. Nella realtà le donne palestinesi, a seconda del luogo dove vivono, non possono in pubblico girare senza il velo, fumare, ballare, cantare, andare in bicicletta, ridere a voce alta, attraversare la strada da sole. Non è vietato, ma la famiglia non glielo permette. Quindi, quando mi scrivete che in Siria hanno pari diritti, beh anche qui, ma non nella realtà, su internet certo, nei vostri link, ma quella non è la realtà.
Seconda storia che amplia la prima: scontri al campo profughi di Balata fra shebab e polizia palestinese. Ora vi spiego che cazzo sta succedendo.....
Un mese fa il corpo speciale 101della polizia palestinese, venuto dalla Giordania, ha fatto irruzione nel campo profughi di Balata a Nablus. Questo è il campo profughi più grande della West Bank ed anche quello con la più forte tradizione dell'Intifada.
Volevo andare a documentare sul posto gli scontri (che non erano pietre contro gas, ma proiettili da entrambe le parti), ma nessun palestinese ha appoggiato il mio desiderio. Anzi, mi hanno detto “d'ora in avanti dopo le 17,00 chiuditi in casa e non uscire per nessun motivo, come facciamo noi”.
Gli scontri a Balata sono andati avanti per una settimana, con le strade principali di Nablus chiuse e agli shebab del campo si aggiunsero anche quelli del centro città vecchia di Nablus. Ufficialmente era una missione della polizia per ripulire il campo da traffici di droga e armi, ufficiosamente era un'altra cosa. Ho raccolto, come ho potuto, varie testimonianze per arrivare a quello che vi scriverò qui ora.
Chi comanda a Nablus? Chi ha in mano il potere?
Basterebbe guardare i link e scrivere che c'è un Governatore ed un Sindaco, molto semplice quindi.... No, non è così.
L'attuale Governatore di Nablus “era” il capo dell'Wucoi, il corpo di polizia palestinese che sta rapendo gli shebab. Ho messo fra le virgolette “era” perchè è come se lo fosse ancora. Se qui un palestinese viene rapito dalla polizia palestinese tramite l'Wucoi si va dal Governatore a chiederne la scarcerazione..immaginate...
Ecco..il Governatore vuole il potere a Nablus e quindi attacca il Sindaco di Nablus. Infatti quando sono iniziati gli attacchi al campo, mi è parso strano che per sedare un traffico di droga il corpo 101 attaccasse il centro di Al Fatah. 41 soldati del corpo 101 si rifiutarono di attaccare Balata e furono “trattenuti” nella prigione di Jneid a Nablus. Tutto si fermò quando sembrava essere vicini ad una guerra civile in Nablus.
Due giorni fa il Wucoi fa irruzione in un ristorante di Balata (avevo pubblicato il video della telecamera di sorveglianza sul mio profilo facebook) e rapisce un numero imprecisato di persone, ma cosa moooolto più grave..: fa irruzione nella sede comunale di Nablus e rapisce un funzionario. Questo si chiama “messaggio di sfida”.
Il Comune di Nablus chiuse per protesta per un giorno.
Ora, raccontata così sembrerebbe una semplice lotta di potere interno, ma c'è un “ma”. Balata è un campo che è pronto per fare la terza Intifada. Tutte le Intifade precedenti sono partire da Gaza, poi Nablus, perchè è Nablus che controlla le azioni della West Bank. Anzi...c'è già stata una terza Intifada, fatta solo da Nablus, nel '78. Non a caso qui se si chiama la prossima Intifada, si chiama la quarta.
Gli scontri a Balata, sono in pratica, fra polizia palestinese che è comandata dal Sindaco e Wucoi che è comandato dal Governatore. Il Governatore non è di Nablus.
Oggi parlavo con un amico che è di Nablus e mi diceva che se non sei nato a Nablus non puoi capirla. Quando Arafat fece il giro delle città in West Bank disse in tutte le città “vengo con la speranza per liberare la Palestina” solo a Nablus disse “vengo con il fuoco e la lotta”. Nablus è un nodo cruciale. Quindi quello che sta accadendo a Balata è molto importante e può avere due evoluzioni: la prima è che la polizia palestinese si spacca e rivoluziona l'ANP (andando contro i capi) e poi uniti con gli shebab tutti contro israele, la seconda è che si ammazzano fra di loro soldati perchè non si spaccano ed è una guerra civile. In ogni caso gli shebab son pronti. Ho chiesto al mio amico “scusa, ma se sono pronti per l'Intifada, cosa aspettano? Perchè non inizia?” mi ha semplicemente risposto “perchè nessuno gli ancora dato l'ordine di farla”.
Allora, questa storia che vi potrà sembrare piccola ed insignificante pensando alla Siria, così come la prima storia tenta di spiegarvi una cosa: in Palestina il popolo è diviso da città a villaggi a campi profughi, poi è diviso dai partiti, poi dalla religione e per ultimo (quello che ha il potere sulle singole vite) è diviso per famiglie di potere. La lotta fra Shakka (Sindaco di Nablus) e Al Joub (Governatore di Nablus) dovrebbe essere emblematica per capire che quando leggete nei vostri link, articoli o manifestini è una SUPERFICE senza fatti né conoscenza della realtà e che quello che vi viene trasmesso e quello che questo mondo vuole che voi sappiate. Per tutto il resto vi sentirete dire in faccia “tu non sei di qui e non sai come funzionano le cose”.
Chiudendo con la Siria, mi stupisce da un pezzo la posizione dei compagni che quando si sono schierati per i palestinesi non hanno detto “contro israele, siamo con Abbas”, perchè, quindi per la Siria si dice “contro israele e sosteniamo Assad”?. E' un po' in contraddizione.... E mi scrivete “perchè è il male minore”?? Ma che cazzo dite? Abbiate il coraggio che avete avuto per la Palestina di dire che Abbas è un pezzo di merda, abbiatelo anche per la Siria. Io sto con il Popolo, con i Palestinesi e con i Siriani. Io sto con gli oppressi. Io sto con i diritti umani. Chi non rispetta le vite è mio nemico. Questo non è difficile da dire o da pensare con le poche notizie certe che abbiamo.

Tutto quello che vi ho scritto in quest'articolo non è scritto, non è legge, non è nei link o sulle pietre. E' nella vita dei palestinesi, nella testa dei palestinesi e si capisce solo vivendo qui. Immaginate, ora , per la Siria, dove nemmeno i palestinesi di qui capiscono cosa stia succedendo e ogni tanto mi trovo davanti qualcuno che dice “mio cugino o mio fratello è morto a Yarmouk di fame o nelle prigioni siriane per torture”. E voi..convinti che in Siria da profughi ci sono andati perchè l'hanno scelto e stavano bene. Porcaputtana.

Un'ultima cosa a riguardo su quello che scrivete su facebook: “chi muore nelle prigioni siriane sono palestinesi collaborazionisti di israele o robe simili”...
Siete bravissimi, davvero. Noi, qui, non sappiamo chi sono le spie. Non lo sappiamo mai e lo sappiamo sempre. Nel senso che con una media di 2 spie su 3 persone, tutti possono essere spie e con questi ci devi convivere, a volte sono tuoi fratelli o figli.
Ma voi, da facebook, grazie alla tastiera e ai link, sapete. Vorrei avere la vostra chiaroveggenza per evitare di supportare prigionieri palestinesi che poi vieni a sapere che in israele erano nella “gabbia degli uccelli” ed escono dalla prigione sbarbati ed in forma smagliante.


Queste sono alcune delle cose che rendono la vita qui invivibile e che hanno cambiato due bei visi in due mostri. Quella ragazza palestinese che vuole lasciare la Palestina non vuole diventare un mostro.

domenica 1 marzo 2015

TRISTEZZA



Oggi qui in West Bank è stata la solita giornata sotto occupazione nazista israeliana, con raid nei villaggi, strade chiuse nell'ora di punta, checkpoint volanti e checkpoint fissi dove rapiscono i palestinesi.
Ma oggi mi è accaduta una cosa che mi ha fatto riflettere ancora sull'”umanità”.
All'imbrunire ero in centro a Nablus per acquistare un paio di cose da mangiare. C'è il richiamo alla preghiera quindi le strade un po' si svuotano. Faccio comunque i miei acquisti e poi mi dirigo a piedi verso casa. Arrivo ad un punto del mio cammino dove si fa buio perchè non c'è luce, ma subito dopo ci sono i lampioni. E' stato in quel momento che ho visto un'altra ombra vicino alla mia, appiccicata.
Mi sono girata, era una ragazzino di circa 15 anni che teneva qualcosa in mano verso di me. Gli ho detto “che cazzo vuoi” e lui mi ha risposto “bella”. Gli ho tirato la borsa con dentro il cavolfiore in faccia e lui è scappato. Era ben vestito, con un giubbotto che io non mi posso permettere di comperare e quello che aveva in mano era il suo uccello.
Non è successo niente e non mi sento “aggredita”, ma......
  1. che sia un ragazzino di 15 anni, ben vestito, con il gel nei capelli, a fare una cosa così mi mette una gran tristezza. Io con questi bambini ci lavoro e so il danno che hanno in testa. Vivono su facebook, la maggior parte di loro non viene considerata dai famigliari, a scuola li picchiano, devono fare i conti con i soldati israeliani e con i coloni israeliani. Si è però arrivati ad un totale svuotamento dell'identità palestinese, della Resistenza e vivono nell'ignoranza. Fino a 15 anni fa non era così qui. Vivono, altresì, con la voglia di andar via da qui e soffrendo la repressione, soprattutto sessuale. Questo non è israele, o almeno non direttamente, questa è stata l'autorità palestinese che non ha costruito nulla e ha distrutto quello che c'era. Costruiscono centri commerciali in cemento e lasciano sbranare da israele le rovine storiche o le lasciano all'incuria.
  2. Pensate che mi senta bene per aver reagito con un ragazzino di 15 anni? No.
  3. Questa è del tutto personale, ma in quel momento (quando c'era solo l'ombra con qualcosa in mano) ho pensato “è arrivato il momento, è andata”. Quindi, anch'io sono repressa, altro tipo di repressione, certo, ma l'infezione è arrivata anche nel mio cervello.
  4. Ho aspettato un'ora buona per dire ad un mio amico cos'era successo perchè sapevo che la reazione sarebbe stata uscire e dargli una lezione. Infatti quando gliel'ho detto, mi ha detto “perchè non me l'hai detto subito? Dov'è successo esattamente”. Ecco, un'altra infezione.


Tristezza per quest'umanità, tutta.