martedì 27 novembre 2018

IL POTERE IN PALESTINA




Questo è l'ennesimo articolo che non mi farà più entrare in Palestina e forse il primo per il quale qui devo guardarmi alle spalle e nel buio con 4 occhi anziché solo due.
Da circa un mese in Palestina vi sono manifestazioni del popolo palestinese con partecipazione mai viste prima contro l'Autorità Palestinese. Cosa sta accadendo?...
L'A.P. Ha varato una legge per la creazione di un fondo governativo prendendo i soldi ai palestinesi che lavorano per creare le “pensioni”. Una sorta di nostra INPS. Eh....però perchè, allora, i palestinesi tutti protestano?
Protestano perchè i soldi (che vengono presi direttamente dai conti correnti e/o dalle buste paga dei lavoratori) non sono per le pensioni. Ammesso che si possa parlare di pensioni in Palestina..dove la stragrande maggioranza degli uomini muore giovane per mano dei soldati o per le conseguenze dell'occupazione.
Protestano perchè VISTO CHE NON ESISTE UNO STATO PALESTINESE a chi cazzo vanno i soldini dei lavoratori palestinesi?
Ad israele.
Il mostro israele a sua volta li userà come meglio crede, ed ovviamente sappiamo già come. Ma non è sull'uso che israele ne farà, l'oggetto di questo articolo, né l'urlo che c'è nelle piazze palestinesi.
Cerco di spiegarlo:
la Palestina non è uno Stato, il suo Governo non è riconosciuto, non ha un Tribunale, non può legiferare né rendere esecutive leggi. Ok? Quindi....come fa a creare un' INPS? Infatti non ha creato nulla, né deciso nulla, né varato una legge.
Il fatto di prendere il 16% delle buste paga dei lavoratori è stato scritto negli accordi di Oslo e, infatti, quello che sta accadendo riguarda tutti i lavoratori palestinesi nei territori occupati dal 1967.
Per quanto riguarda i lavoratori palestinesi che lavorano nei territori del '48, israele già trattiene già la percentuale dalle loro buste paga.
La trattenuta però, riguarda solo i lavoratori del settore privato, non gli “statali”. Quindi chi lavora nell'Autorità palestinese non darà il suo 16%.
Da ieri 26/11/2018 i lavoratori si sono trovati con un 16% in meno nei conti correnti bancari; per questo motivo nelle ore mattutine di oggi, tanti palestinesi si sono precipitati in banca per chiudere i conti correnti.
16% è una bella cifretta che va all'autorità palestinese/israele....eh sì, perchè non esistendo lo Stato di Palestina, vanno allo Stato che la occupa... israele. Tanto, chi controllerà il movimento di denaro? Nessuno, non esiste autorità palestinese che possa farlo.
Questa è una cosa che mette in ginocchio il Popolo palestinese.
Tenete conto, inoltre, che molti non possono chiudere il conto corrente bancario perchè hanno fatto dei mutui negli anni. Mutui che già faticavano a pagare (infatti erano nati istituti di credito privati per aiutare a pagare i mutui bancari). E cosa accade quando non riesci a pagare il mutuo di una casa? Che se la prendono. In questo caso, la casa la prende l'autorità palestinese che la da ad israele. Idem per i terreni.
Ma udite udite...ecco lo schifo: mi dicono che nonostante tutto il Popolo palestinese sia nelle piazze a protestare... tutti i partiti politici appoggiano la “nuova legge”. PFLP compreso. Tranne Hamas, ovviamente, che nella Palestina occupata non ha voce in capitolo istituzionale.
Sorpresi? Io no. A proposito di non portare nessuna bandiera...eh.
Nel contempo a Rawabi (ne avevo parlato in articoli dei tempi sul mio sito) si celebrano feste, party, concerti e chi più ne ha più ne metta. Sì, perchè Rawabi ora è vissuta dai “palestinesi”. Ma quali palestinesi si possono permettere una casa a Rawabi? Beh, quei palestinesi che sono nell'autorità palestinese e quei palestinesi che hanno il POTERE in Palestina. Sono le famiglie dei Masri, dei Rajiub, che hanno le compagnie telefoniche (date da israele) che stanno ai tavoli con israele a Tel Aviv nonostante siano di Nablus.
Sono quelli che mi hanno invitato nel loro castello a Nablus prima che mi rapissero... E nel quale non sono andata.
16% è quanto vale per loro, il sangue dei palestinesi; anche di un bambino.
Ma, soprattutto, la questione non è solo economica è sull'occupazione della Palestina: dare ad israele il 16% del proprio denaro tramite decisione dell'Autorità palestinese significa riconoscere israele come Stato. Significa NORMALIZZAZIONE dell'occupazione. Ecco a cosa sta dicendo “NO” il Popolo palestinese e a cosa hanno detto “SI” tutti i partiti palestinesi.
Naturalmente nelle case delle famiglie palestinesi che ho citato sopra, si beve whisky e si fuma ciò che si desidera; e i palestinesi là sotto nella città... crepano.
16% .

Articolo dovuto, sorelle/fratelli palestinesi.

martedì 13 novembre 2018

PERDONO



Per motivi personali mi ero allontanata dall'Appennino Bolognese ed emigrare in Toscana. Da circa un mese, con enormi difficoltà, sono tornata sull'appennino. Ringrazio tutti i compagni che mi sono stati vicino. La maggior parte di loro non sono su facebook , ma almeno due che ci sono li voglio ringraziare qui ( Francesca Yassassin Ballerini e Simone Fierucci ).
Ora, però, due parole su questo ritorno che per analogia mi fa riflettere sull'essere palestinese.
Già vivevo in montagna perchè oramai sono fobica a questa società.... ritorno...e... Sono le 7 del mattino, è ancora semibuio e mi trovo da sola alla fermata del bus che aspetto. Arriva un furgoncino con a bordo due uomini e dei cani, sono dei cacciatori. Uno scende davanti alla fermata e piscia lì davanti; anche se ci sono io. Il gesto: vengo e piscio su ciò che ami oltre a sparargli. Si vestono con i mimetici, si preparano e se ne vanno. Nell'aria seguono gli spari che tutti i weekend ci svegliano. Gli stessi spari che ci impediscono una normale passeggiata, anche sulla strada. Sono tornata da un mesetto e non ho più visto le famiglie di caprioli e di cervi. Non c'è più neanche uno.
Due giorni fa... sono le 15,30 e scendo dal bus che torna da Bologna. Oltre a me, ci sono due ragazzini.
Alla fermata del bus c'è fermo un furgoncino bianco e un cacciatore sta facendo scendere i cani; ha il fucile in mano. La fermata del bus è nel centro del paese...
Quando i cani sono stati liberi di correre, il cacciatore ha iniziato a sparare, lì, in mezzo alle case. Al secondo colpo mi sono fermata e l'ho filmato. Credo mi abbia visto, così ha richiamato i cani ed è andato via.
Molti di voi non capiranno cosa vuol dire scegliere di vivere in un luogo che si ama, dove si è in completa armonia con gli alberi, con gli animali, con l'aria, con le acque del fiume e della sorgente; e vedere questi mostri che seccano i fiumi per drenare il tunnel della TAV, che sparano ai cervi e postano le foto su facebook per sborrarsi nelle mutande mimetiche, che pisciano su ciò che ami. Chi capisce, invece, avrebbe una gran voglia di sparargli. Sì, far fuori i mostri; anche solo questi qui, che devono uccidere un uccellino con il fucile in mano (anziché prendersi in mano il loro uccello e forse far del bene, ma non son capaci).
Ok, sapete che non sono religiosa, ma VI INVITO AL PERDONO. Perdonare serve in primis a noi stessi affichè sia una rabbia utile e non accecante. Perdonare ci serve per non avere tabù. Perdonando gli altri, riusciremo a perdonare anche noi stessi.
Il perdono l'ho vissuto in Palestina per la prima volta. Non capivo perchè venivano perdonati quei palestinesi che avevano messo nella merda altri palestinesi; o perchè, semplicemente, non si rispondesse ad israele con metodi più violenti.
Perdonare non significa non chiedere, agire e avere giustizia. Sparare ad un mostro è giustizia; ma averlo perdonato prima non ci renderà mostri come lui, perchè non avremo ciò che l'ha mosso .... la crudeltà. Questo è un passaggio che anche alcuni partigiani hanno saltato e si sono macchiati di crudeltà; la stessa dei mostri che stavano ammazzando.
E' un viaggio difficile dentro a noi stessi per perdonare gli uomini che ci hanno picchiate, stuprate nel corpo e nella mente; i cacciatori che ci hanno ferite/i ogni volta che uccidono; gli israeliani che compiono continue mostruosità; i razzisti che fanno cascar le palle e il cervello sul pavimento per la loro ignoranza; i ricchi...che riescono a rubare anche dal piatto di minestra dei poveri; e tutti e tutte che sono mostri/e.