Villaggio di Azzoun,
distretto di Qalquilja, West Bank, Palestina. Sono 500 i bambini
rapiti da israele in questo momento e detenuti nelle prigioni
israeliane.
Il villaggio di Azzoun ha
un triste primato: ha il più alto numero di bambini rapiti da
israele. 70 bambini.
Hassan, un funzionario
del Municipio ci aggiorna sul fatto che alcuni sono stati rilasciati,
ma altri sono stati rapiti. Pertanto il numero dei bambini al di
sotto dei 14 anni in mano ad israele è ancora quello. 70 bambini.
Chiediamo di poter
intervistare uno dei bambini rilasciato da israele. Al Municipio di
Azzoun, arriva Waleed, 14 anni.
Il bambino è stato
detenuto alla prigione di Megiddo per 3 mesi. Aveva 13 quando l'hanno
preso. Ma, è importante fare un passo indietro, ad un mese prima
dell'arresto. Quando i soldati perpetrano su Waleed una violenza....
Waleed è con alcuni suoi
amici sulla collina, stanno raccogliendo delle foglie d'uva , che qui
si usano per cucinare. Arrivano i soldati israeliani, prendono Waleed
per il bavero della maglietta per spingerlo dentro alla jeep
militare; ma devono aspettare che arrivi un'altra jeep. Gli fanno un
paio di foto con le mani legate e poi...si mettono a fare questo
“gioco” con Waleed.
GLI METTONO UNA SOUND
BOMB DIETRO ALLA SCHIENA E LO FANNO CORRERE AVANTI ED INDIETRO DAL
CANCELLO DELL'INSEDIAMENTO ILLEGALE DI MA'ALE SHOMRON. I soldati
israeliani lo guardano e ridono aspettando che la sound bomb esploda.
Non esplose la bomba, ma
Waleed ne torna a casa violentato psicologicamente. Dice ai suoi
genitori che ha incontrato i soldati, ma non dice cos'è successo.
I genitori però si
accorgono che il bambino continua ad avere movimenti nervosi con il
corpo e che ha un sorriso “nervoso”.
Un mese dopo, marzo,
Waleed viene arrestato dai soldati israeliani. Viene picchiato da
loro, gli legano mani e piedi con manette di ferro, e viene portato
per una notte ad Howarra. Lì viene denudato e lasciato nudo per ore,
facendolo abbassare in ginocchio in continuazione.
Passerà la notte da
solo; la mattina successiva gli faranno firmare un foglio scritto in
ebraico. Waleed, ha 13 anni, è ovviamente sotto shock, e firma. Su
quel foglio c'era la dichiarazione che lui tira pietre ai soldati ed
ai coloni. Il giorno successivo viene trasferito a Megiddo, senza
indumenti, con i soli pantaloni calati sulle caviglie. I vestiti gli
verranno dati dagli altri prigionieri.
Lo processano e lo
condannano a 3 mesi nella prigione di Megiddo, che Waleed sconta in
una cella assieme ad altri 10 bambini.
Chiediamo a Waleed che
cosa vuol fare da grande, perchè sarebbe bello scrivere un lieto
fine (almeno di speranza) in questa storia. Ma Waleed risponde “non
ci penso...”.
Ho davanti un martire, di
14 anni. Una vita distrutta, una famiglia distrutta.
Il sorriso, l'espressione
più esplicativa della felicità, sul volto di Waleed è invece una
conseguenza di una tortura violenta di israele.
Quel sorriso, non lo
dimenticherò mai, è stato come ricevere una pugnalata ogni volta
che lo faceva, ed in 25 minuti d'intervista lo avrà fatto 200 volte.
Allego solo un breve video dell'intervista a Waleed.
La versione integrale
sarà visibile in un secondo tempo.
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