LA PALESTINA SOTTO
OCCUPAZIONE (ECONOMICA)
“we know how he feels”
Quest'articolo non verrà
né letto né divulgato da molti, come invece altri articoli che ho
scritto. Perchè non parlo di spari, soldati, scontri in strada, muro
dell'apartheid, etc. etc. verso i quali tutti (anche la sionistra)
possono schierarsi ed esprimere due parole messe in croce.
Ieri ho scritto su
facebook una verità, che tutti sanno qui, ma nessuno scrive:
“la Palestina è sotto
3 occupazioni:
- l'occupazione militare israeliana
- l'occupazione dell'Autorità Nazionale Palestinese
- l'occupazione economica creata dai mostri al punto 1 e 2
Non so quale delle tre
sia la peggiore”
Volevo, quasi quasi,
fermarmi lì per un motivo ben preciso: in questo momento non posso
correre, quindi non posso scappare. E se temo di non poter scappare
di notte nel caso arrivassero i soldati nazisti israeliani,
figuriamoci di giorno...dalla polizia palestinese che piazza amici e
vicini di casa a scrivere report e a curarti su facebook.
Questa mattina però, ho
letto questo di Paolo Barnard
http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=948
e mi sono girate parecchio le palle. Io e G. abbiamo commentato “We
know how he feels”. Sì ok, però visto che chi legge continua a
fare martiri, beh allora martire per martire almeno che la verità
rimanga scritta. Forse, un giorno nella storia futura ci sarà della
“gente” che dirà “coglioni, falsi ed ipocriti chi viveva in
quel periodo storico, qualcuno li aveva informati e loro hanno
continuato ad andare in piazza contro dei burattini e a dire che
avevano la speranza in tasca”.
Allora inizio con questo
mio a scrivervi perchè io e G. stiamo andando verso
l'autodistruzione. Ed inizio con una storia di questi giorni.
Villaggio di Asira,
Nablus. Era un villaggio ridente sulla cima di una collina, ma un
giorno arrivò israele e si prese la cima della collina, lasciando
agli abitanti solo una fetta e dicendogli che dovevano andarsene
anche da quella fetta perchè era diventata “area C”, cioè sotto
il controllo israeliano. Sulla cima ci costruirono un insediamento
israeliano illegale, Ithzar, dove misero, oltretutto, gli avanzi di
galere israeliane. Ma su quella cima, c'era anche il pozzo dell'acqua
del villaggio, che si presero. Da 10 anni i Palestinesi di Asira sono
senz'acqua, ma ecco la svolta: arriva USAID assieme all'ANP e fanno
partire un progetto per PORTARE l'acqua da quel pozzo rubato alla
fetta di villaggio dove ci sono i Palestinesi. E' USAID, quindi sono
gli “amici” americani che pagano come donazione. Questo accade
nel 2012. Dopo due anni di lavori interminabili con tutte le
conseguenze di disturbo in un villaggio che ha strade larghe quanto
il corridoio di casa mia, un mese fa circa....viene annunciata in
pompa magna l'inaugurazione per la metà del mese. Ovviamente le
famiglie palestinesi che stanno per finire, ho hanno finito, la
tanica dell'acqua; non la comprano e preferiscono aspettare che
arrivi finalmente l'acqua dai tubi. Attenzione però, c'è un
piccolissimo dettaglio: se vogliono l'allacciamento con la tubatura
principale devono pagare. La cifra da pagare è a seconda della
locazione della casa, quelli più lontani pagano di più, ma la media
è di 2000 shekel per famiglia. Ahia...... dove li trova una famiglia
di un villaggio palestinese 2000 shekel? Alcuni, pertanto, non si
allacciano perchè non possono pagare.
Arriva il giorno
dell'inaugurazione, arrivano 26 macchine blindo fra USA e ANP, poi
tanto per gradire al taglio del nastro si aggiungono anche i soldati
israeliani. I palestinesi del villaggio tutti chiusi in casa, perchè
sanno chi c'è lì fuori.... Aprono l'acqua e dicono di non usare la
prima che arriva perchè non è buona. Nel frattempo la cerimonia
finisce e vanno tutti via. E' passata un'ora e …...dai tubi non
esce più una goccia d'acqua. Gli abitanti vanno presso la sede del
Comune (ANP) a protestare. Dopo varie verifiche si accorgono che le
pendenze sono sbagliate e devono rifare dei lavori. I Palestinesi
ricomperano le taniche d'acqua e sperano inizi a piovere presto.
Ma aldilà delle
“pendenze”..prima osservazione: è USAID, una donazione, quindi
perchè devono pagare per allacciare i tubi? Ma soprattutto..seconda
osservazione: quell'acqua lì è dei palestinesi, che gli è stata
rubata, poi è arrivato un terzo per “donargliela” assieme a chi
gestirà il tutto e assieme a chi gliel'ha rubata?
Durante i 52 giorni dei
bombardamenti su Gaza, è uscita una notizia: israele ha trovato un
giacimento di gas, in Palestina, sapete chi è (in questo momento)
sulla lista, il primo acquirente? L'ANP, che lo rivenderà ai
Palestinesi. Cioè lo rivende a chi l'ha rubato.
Queste però sono ancora
noccioline a confronto di altri fatti......
Io e G, un giorno,
abbiamo scoperto che un terreno edificabile a Ramallah (città per
eccellenza dell'ANP) costa la metà di un terreno a New York o
Parigi, ed un terzo rispetto a
Berlino.http://www.middleeasteye.net/in-depth/features/palestine-s-other-land-war-1213915354
Stiamo parlando di
Ramallah, dove non c'è un cazzo, ma soprattutto sei un ghetto sotto
occupazione militare nazista israeliana e dove, per raggiungerla, ci
metti ore perchè devi passare i checkpoint. Chi li ha fatti questi
prezzi?
Beh, ma i vari
“Ministeri”, ministeri di uno Stato che non esiste; così come
fanno i prezzi del pollame o dell'olio. Quel pollo e quell'olio che o
sei un contadino e te li fai, o se non lo sei non te li puoi più
permettere. Questo perchè anni fa ti hanno tolto la terra, il lavoro
e il futuro non implementando con altro tipo di lavoro.
Ma torniamo alla terra e
alle case..... Torno su Rawabi, un mostro Palestinese, o forse non
proprio autoctono....
Rawabi, sulla strada fra
Nablus e Ramallah, è il primo “insediamento palestinese”, ne
avevo già parlato; ma quest'articolo mi da non poche notizie della
sua mostruosità:
http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2014/09/rawabi-city-west-bank-accusation-partnership-israel.html#
Lo stesso architetto che
ha disegnato l'insediamento illegale vicino a Bil'in ha disegnato
Rawabi. Lo spot televisivo per vendere appartamenti a Rawabi è
tristemente falso: mostra una famiglia di carnagione chiara (senza
velo la donna), con figli stile “mulino Bianco” che vivono in uno
di questo appartamenti stile europeo. Io vedo, quelle donne di Asira,
che vivono con i loro 25 famigliari in due stanze senz'acqua. Dov'è
la gente che si vede nello spot di Rawabi? Chi sono? A chi è
indirizzato questo mostro?
E' indirizzato a chi vive
e lavora a Ramallah, a chi può permettersi di comperare un
appartamento con quel costo e fa una “happy life” perchè è per
la normalizzazione dell'occupazione. Rawabi è per l'ANP, infatti non
svilupperà l'economia della Palestina perchè non c'è un negozio al
suo interno, non c'è una fabbrica e chi ha investito per costruirla
non è Palestinese (nell'articolo che ho linkato trovate i dettagli
agghiacciati). Chiaramente a Rawabi c'è acqua, gas e luce...niente
taniche.
“Nessun sviluppo
economico e controllo di ogni tipo di aiuto esterno per il suo
sviluppo”....questo è l'aspetto che continuo a trovarmi davanti al
naso. Beh, ma allora i “prodotti palestinesi” che si cerca di
incentivare tramite il boicottaggio di quelli israeliani?
Ecco..arriviamo alla nota dolente per molti che credono in questo
modo di “fregare” israele.... Un anno fa ho scattato una foto
in un cortile di una casa di Nablu. Contenitori di
plastica di prodotto per le pulizie di casa, sopra c'è
l'etichettatura che sono palestinesi. Sono vuote e vengono riempite
in Giordania, con il liquido per lavare i pavimenti o il cesso,
israeliano. Ma davanti ad una famiglia, povera, del centro di Nablus
uno può anche capire....ma davanti alle industrie israeliane che
hanno aperto negli insediamenti illegali (quindi su terreno rubato
alla Palestina) uno fa entrare in gioco il BOICOTTAGGIO. Però,
guarda caso, anche loro stanno facendo la stessa cosa “made in
Palestine”. Ci aggiungiamo poi, il “corridoio economico” che
Abu Mazen sta costruendo in questi giorni per far passare i prodotti
da israele alla Giordania e per poi rivenderli in Palestina o
esportarli.
Anche gli aiuti economici
hanno un corridoio dell'ANP, tutto deve passare sotto il loro
controllo. E arriviamo alla ri-costruzione di Gaza...
Al primo giorno di tregua
lessi la notizia che a camminare fra le macerie e a trattare per la
sua ricostruzione era già arrivato il Qatar (gli stessi di Rawabi),
ma è al tavolo dei negoziati che la manovra non è stata nemmeno
nascosta un po' vergogna: Abu Mazen chiede alla comunità
internazionale di ricostruire Gaza. No, scusa.....israele distrugge
Gaza e tu, Abu Mazen che dovresti essere in piena opposizione, non
gli dici “mò la ricostruisci”, ma chiedi a terzi di costruirla?
Perchè? Troppo avventato vero? Porterebbe a rompere i rapporti che
ci sono e che non sono, evidentemente, di opposizione. In più... se
arriveranno aiuti economici internazionali l'ANP ne avrà pieno
controllo e potrà disporne come ha sempre fatto. Ecco allora che i
palazzi residenziali per pochi, continueranno a crescere e di
ospedali non se ne vedrà mai l'ombra.
Ah, gli ospedali in
Palestina..... Questo l'ho scoperto anche sulla mia pelle....
Vengo ferita ad Ofer
(Ramallah) quindi vengo portata all'ospedale di Ramallah con codice
“HBS” (heat by soldiers) questo prevede che io non debba pagare
nulla, bene. Però... all'ospedale di Ramallah mi fanno solo una
lastra alle ossa e poi mi dicono “non hai nulla di rotto, è una
distorsione e puoi camminare”. Non mi fanno la risonanza perchè
sarebbe a carico dell'ANP.... Arrivo a Nablus e gli amici Palestinesi
mi dicono di andare al più presto in un altro ospedale a fare una
risonanza magnetica, ma al Rafhidia Hospital di Nablus non c'è la
risonanza magnetica così mi tocca andare in una clinica privata.
Nella clinica privata mi dicono che in quanto “privata” devo
pagare tutto. Così pago 25 shekel per la visita e poi mi chiedono
1200 shekel per la risonanza magnetica. Non ce li ho così mi metto
quasi a piangere e mi fanno uno sconto. La pago 800 shekel. Darà
risultato di emorragia interna, femore danneggiato e legamento
crociato danneggiato, così mi dicono che devo mettere un tutore in
ferro, costo 175 shekel. Io, questi soldi li avevo perchè me li
avete mandati voi che mi leggete, ma i Palestinesi? No, e allora ti
trovi persone non curate, shebab che non camminano più, bambini che
muoiono perchè non hanno cure. Nessuna vergogna per chi sta
scegliendo le piastrelle per Rawabi? Sono vostri fratelli
cazzo....sono Palestinesi.
Ma, i Palestinesi che
vivono in una stanza senz'acqua non possono scriverlo quest'articolo,
questa realtà. Sapete perchè? Perchè dopo un giorno arriva
l'intelligence dell'ANP, che si chiama UCOI, e li rapisce. Li porta
in una prigione orrenda che c'è qui a Nablus e, anche solo per solo
per aver pubblicato una foto di Abu Mazen con critica su facebook,
vengono torturati per giorni. Oppure vengono rapiti dalla polizia
palestinese, rilasciati e segnalati ad israele che se li viene a
prendere senza accusa di reato e li trattiene per anni in prigione in
detenzione amministrativa.
Quindi, a tutti quelli
che mi dicono “non scriverle tu queste cose, sono cose fra
palestinesi, lascia che siano loro a scriverle...” bel giochino che
fate, vorrei scrivere chi paga il vostro stipendio di “volontariato
per i diritti umani” ( e lo farò). Lo sapete, vero, che davanti a
tutto questo, se faccio da scudo umano non servirà ad una cippa?
Badate bene, non sto
parlando di un Governo corrotto così come in tutti gli altri Stati
su questo pianeta, sto parlando di collaborazione con i nazisti
nell'unico Paese sotto occupazione che non è uno Stato dove lasciano
passare 4 notizie in croce sulla violenza militare per nascondere la
violenza economica che hanno creato e chi ne giova. E' una situazione
unica al mondo.
Io e G. abbiamo due facce
come pietre, il fiato lungo, ma il terreno corto perchè oramai ce ne
hanno lasciato poco. Le nostre facce sono come pietre e non ci
ricordiamo più il numero dei martiri che abbiamo visto. E' grave.
Viviamo in Palestina, senza soldi, dormiamo per terra e mangiamo del
riso. Intorno a noi un popolo di “attivisti” che fa selfie con i
gas lacrimogeni.
Paolo, ho visto il video
de “la gabbia” di due giorni fa, ho visto i tuoi occhi e la tua
faccia. Io e G. ti abbracciamo, da qui, con gli occhi lucidi, anche
se non cambia nulla.