Il mostro ha tanti modi
di mostrarsi, oggi ne ho conosciuto un altro. Sono stata nella Jordan
Vally, precisamente nella valle di Maleh. Per arrivare qui ho passato
un checkpoint particolare perchè è la vera e propria “porta
d'ingresso” all'intera zona. Israle con gli accordi di Oslo ha
chiuso tutta la valle denominandola “firing zone”, zona militare.
Qui ci vivono più di 400
famiglie da trecento anni. Attualmente ci sono 400 bambini.
Queste famiglie,
trentacinque anni fa, si sono viste sorgere sui propri campi
coltivati 7 basi militari e 6 insediamenti illegali. Uno di questi
insediamenti è un contenitore di criminali israeliani pericolosi
(non oso nemmeno immaginare).
Nel contempo, sempre 35
anni fa, israele gli ha tolto il loro corso naturale d'acqua. Loro
avevano costruito un sistema per portare l'acqua nelle varie zone
della valle, con le pietre, antico. Ora non c'è più un goccio
d'acqua. Vivono senza corrente elettrica. Non hanno più nulla.
Ma ecco il peggio.....
Essendo una firing zone tutte le settimane a queste famiglie viene
notificato l'ordine di sgombero perchè ci saranno esercitazioni
militari, ma loro rimangono. Tutte le settimane arrivano i bulldozer
e gli distruggono tutto, ma loro ricostruiscono tutto. Tutte le
settimane l'esercito esegue esercitazioni militari, ma loro
resistono. Due bambini sono esplosi perchè mentre camminavano hanno
calpestato una bomba.
Le persone che vivono qui
sono in completa armonia con la terra e con gli animali che vivono
liberi. Sembra il paradiso, ma in realtà è un inferno.
Israele qui ha confiscato
tutto: acqua, case, tende, auto, trattori e animali. Due cammelli,
pecore, capre, cani, mucche. All'uomo con il quale sto parlando hanno
confiscato le mucche, lui si è rivolto al tribunale, ma il tribunale
è israeliano..... La sentenza è stata che se rivuole le sue mucche
deve pagare (400 shekel per mucca che è pari al prezzo di vendita).
Le sue mucche ora sono assieme ai cammelli e agli altri animali
confiscati (rubati) in una specie di prigione per animali vicino a
Gerico.
Sopra alle loro teste
passano i fili della corrente elettrica per le basi militari e gli
insediamenti, per chi vive qui da 300 anni non c'è nemmeno una
candela. Il letto del fiume è solo un ammasso di sassi e qualche
pozza d'acqua piovana. Mi imbatto in uno scheletro d'animale, è per
me la miglior rappresentazione di ciò che crea israele.
Lungo la strada ci sono
dei blocchi di cemento con scritto “firing zone” e “forbidden”.
Sui sassi più grandi lungo la strada principale hanno dipinto la
bandiera israeliana. Chiedo all'uomo: “cosa succede se ci mettiamo
a dipingergli sopra la bandiera palestinese?”. Mi risponde che in 5
minuti dalle torrette ci sparerebbero.
Arriva il service per
tornare a Tubas, ho lo stomaco in una morsa. Vorrei tornare lì con
qualcosa per quei 400 bambini perchè non hanno nulla, nessun gioco,
nulla.
L'uomo mi dice che siamo
sempre i benvenuti (io spero di tornarci con qualche gioco per i
bimbi) e poi mi dice: “noi non chiediamo soldi, non chiediamo
strutture, non chiediamo strade o ponti, vogliamo solo la nostra
libertà, vogliamo solo quello che già avevamo, vogliamo vivere a
casa nostra, con i nostri orti e con i nostri animali”.
A questo articolo allego
le foto degli animali di una famiglia che ora è metà nelle tende e
metà in un antico albergo di origine turca e le contrappongo alle
foto di ciò che crea il mostro.
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