Mesi fa ho invitato in
Italia alcuni Palestinesi che hanno partecipato al mio film. Ho
scoperto allora che nel novembre 2013 la legge sulla procedura di
visti per l'Italia è cambiata. I palestinesi che hanno ricevuto
l'invito per l'Italia devono recarsi presso il nostro Consolato e
rilasciare le impronte digitali.
Per quanto riguarda la
Cisgiordania ecco l'ostacolo: il Consolato Italiano si trovava a
Gerusalemme e la maggior parte dei palestinesi non vi ha accesso
perchè gli viene impedito da israele. . In quel momento si scatenò
una vera e propria mail-bombing e i nostri invitati arrivarono in
Italia. Ora apprendo con felicità che il nostro Consolato ha
provveduto ad aprire un ufficio a Ramallah per le procedure di visto
per tutti i palestinesi. Bene!
Però mi giunge questa
notizia su Gaza: il Consolato Italiano non ha fornito la macchina per
il rilievo delle impronte digitali a Gaza, pertanto i palestinesi che
ricevono invito per l'Italia non hanno modo di lasciare Gaza.
Domanda diretta al
Consolato/Governo Italiano: è questo un modo “democratico” per
imprigionare oltremodo i Palestinesi a Gaza?
Sicuramente ne limita la
mobilità e nel momento in cui si limita la libertà di una persona
si commette un atto di violenza.
Mi auguro che il
Consolato Italiano profumatamente pagato dai cittadini provveda al
più presto a fornire della macchina necessaria Gaza, ma nel caso non
riuscisse, può sempre tentare di abbattere quella struttura in
cemento alta 8 metri e lunga 700 km che si chiama “muro
dell'apartheid” e che crea queste problematiche.
Un particolare, i
palestinesi per avere il visto parrebbe stiano pagando 60 + 90
dollari; se il visto gli viene rifiutato i soldi non vengono
resi..... E' corretta questa procedura?
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