E' l'una di notte, i
media palestinesi stanno passando le notizie su Shuf'at, Gerusalemme
che vede gli scontri da più di 12 ore dopo che i coloni israeliani
hanno rapito, picchiato, torturato e bruciato vivo il piccolo
Mohammed.
E' una notte del periodo
di Ramadan, quindi tutte le persone sono per strada, ma quasi nessuno
si accorge che alcuni soldati israeliani si stanno avvicinando in
silenzio, al buio, fra gli alberi, al villaggio di Madma, Nablus.
Quando qualcuno se ne
accorge è troppo tardi, hanno già sfondato la porta di una casa e 6
jeeps più una carro-jeep stanno entrando nel villaggio.
Circondano la casa di
Bashir Ahmad Salim Siada, dentro ci sono la mamma, la sorella, la
moglie con i due figli piccoli. Chiedono di Bashar, ma lui non c'è
perchè è andato alla moschea per pregare. La madre lo chiama al
telefono e gli dice che ci sono i soldati che lo stanno cercando.
Bashir gli risponde che arriverà. I soldati, una cinquantina,
attendono dentro alla casa, con le donne e i bambini. Bashir arriva,
dopo aver finito di pregare. I soldati nazisti senza dargli alcuna
motivazione lo arrestano (rapiscono). Bashir ha 30 anni, lavora in
una fabbrica di giocattoli e ha due figli; uno di un anno e uno di
tre anni. Quest'ultimo, ai soldati nazisti israeliani ha detto
“ridatemi il mio papà”. Rimangono ad attenderlo le donne e i
bambini, quell'unico uomo in famiglia che manteneva economicamente
tutti quanti. Rimane ad attenderlo suo figlio, sulla porta di casa,
dopo aver assistito al suo rapimento.
Al villaggio mi dicono
che oggi ci sono delle novità per l'altro rapito di 3 giorni fa a
Madma, Mohammed Nahim. Gli hanno dato 4 mesi, in detenzione
amministrativa, senza accusa e senza processo.
Ma i soldati nazisti
israeliani non si fermano qui. Sono le 2,30 quando vanno via da
Madma, ma anziché tornare alla base vanno in un altro villaggio:
Tell.
Anche qui arrivano prima
a piedi, in silenzio e poi con le stesse autovetture. Il gruppo a
piedi arriva fra gli alberi e circonda la casa di Imahd Rihan. Qui,
però. Gli shebab si accorgono della loro presenza e quando le jeeps
fanno ingresso nel villaggio inizia la sassaiola. I soldati
israeliani rispondono con gas lacrimogeni in gran quantità, granata
gas e sound bombs. Uno sparo di gas colpisce un traliccio della
corrente elettrica e le strade del villaggio rimangono al buio. Il
villaggio è pieno di gas, ma gli shebab continuano la difesa a suon
di pietre.
Intanto nella jeep grande
hanno già caricato Imahd, accusa: nessuna, forse è del movimento di
Hamas, o forse no. Sarà un altro della lunga lista degli arrestati
da israele accusati di nulla e trattenuti in detenzione
amministrativa. Cioè, rapiti.
I soldati nazisti
israeliani lasciano il villaggio di Tell alle 3,30.
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