E' il secondo Ramadan che
vivo in Palestina. Questo momento è atteso da tutti i fedeli come un
periodo bellissimo. Lo sarebbe, lo è stato anche l'anno scorso
quando ero qui. Quando cala il sole e c'è il richiamo alla preghiera
delle 20,00, nell'aria non vola una mosca. Il silenzio, quello che
non siamo abituati più a sentire. Tutti con le loro famiglie sono
riuniti per mangiare. Poi, c'è la notte... La notte di ramadan era
fatta di viaggi da amici o parenti, di gite nelle città per chi
abita nei villaggi. Di vita.
Quest'anno, invece, le
notti del Ramadan sono diventate lo specchio del giorno. Dopo aver
mangiato iniziano le danze fra spari e violenze varie. Impossibile
muoversi per raggiungere una città, i taxi e i service non vanno
sulle strade principali perchè ci sono i coloni che sparano.
Checkpoint volanti dei soldati israeliani che si installano in ogni
luogo. Soldati che attaccano i campi profughi, città, villaggi.
La notte qui, in questo
momento, si passa così...camminando sui tetti a fare le vedette,
camminando per le strade per controllare se ci sono degli intrusi,
affrontando gli attacchi sparando fuochi d'artificio o tirando
pietre.
C'è il terrore per ogni
rumore o per ogni auto che non si conosce. Nessuno dorme, ma non
perchè si festeggia il Ramadan, ma perchè bisogna stare svegli.
Continuano i tentativi di
rapimento dei bambini da parte dei coloni quando ancora abbiamo negli
occhi l'orrore accaduto a Mohammed, a Shuf'at. Rapito, picchiato, torturato facendogli bere benzina e bruciato vivo dall'interno; dai coloni israeliani.
Nei villaggi e nelle
Moschee ci sono riunioni per allertare genitori e bambini sulla
notte. Tutto questo non ha nulla di umano, è l'orrore. Sta
continuando, ogni giorno.... Se l'Italia fosse contraria a tal mostro
sarebbe almeno intervenuta a livello politico, se non militare. Ma,
non lo è, ne fa parte, è colpevole.
Lo so che molti di voi,
questa sera, prima di addormentarsi faranno un pensiero a tutto
questo, qualcuno anche sentendosi in colpa. Ma in Palestina ci sarà
un'altra notte di orrore, di terrore, di bambini che piangono e si
pisciano addosso.
Allora, mi chiedo e vi
chiedo, se almeno non sia il caso di raccontare la verità ai vostri
figli. Raccontategli di Mohammed e di tutti i bambini Palestinesi.
Scrivete la storia attraverso i vostri figli affinchè un giorno i
colpevoli debbano, almeno, pagare alla storia.
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