Ieri, io e la mia collega
delle IWPS siamo state buttate fuori dall'appartamento dell'ISM, in
Palestina. I continui attacchi alla mia persona dall'ala sionista e
da finti attivisti dei diritti umani fanno sembrare che io abbia
sempre dei problemi, tanto da condurre chi non è presente, ad un
pensiero: forse il problema sei tu. Scrivo pertanto con questa mia, i
fatti, senza tirare le somme e lascerò a chi legge, fare delle
ipotesi così come le ho fatte io pur non avendo certezze.
In questi anni di
genocidio di israele sul Popolo Palestinese, la Resistenza ha auto
molte vie, tutte disgregate. Si sono sviluppati movimenti non
violenti costituiti da internazionali e palestinesi a supporto della
Resistenza non violenta Palestinese. Uno di questi è l'ISM,
International Solidarity Movement.
Circa un anno fa sono
arrivata per la prima volta in Palestina, con l'ISM, International
Solidarity Movement.
Ho frequentato prima un
training in Italia con la Rete che lo supporta; training fatto molto
bene senza il quale non avrei avuto la preparazione necessaria per
arrivare qui. Quando sono arrivata qui, ho trovato gli attivisti
dell'ISM (che mi hanno fatto un secondo training) e le IWPS, che
fanno parte dell'ISM.
Dal punto di vista umano,
organizzativo e d'attivismo sono stati 3 mesi quasi perfetti.
Purtroppo la prima settimana che arrivai qui, scoppiò un caso di
accuse per molestie sessuali all'interno dell'ISM. Un incidente che
portò ad un processo interno che durò tutto il periodo della mia
permanenza, ma soprattutto portò ad un divisione interna e a tante
piccole (o grandi) conseguenze. Su quella vicenda l'unica cosa della
quale sono sicura ora è che il tutto fu condotto molto male con
errori enormi da entrambe le parti.
Si lavorava stilando
report dei fatti e partecipando alle manifestazioni non violente del
venerdì
Avevo comunque trovato
per la prima volta un “team” che lavorava come tale, ognuno si
faceva cura dell'altro, umanamente. E si lavorava, sempre, per la
Palestina e per i diritti umani. Tanto che, nonostante “i vecchi”
dell'ISM mi dicessero di quei mesi pieni di problemi...., io ero
felice di quei tre mesi e decisi di ritornare prima o poi sempre
nell'ISM.
Tornata in Italia inizia
a lavorare sul film, SHOOT, e decisi che all'inizio del film avrei
messo nell'invito alle persone di venire in Palestina di contattare
l'ISM. Mesi di lavoro sul film, invito i Palestinesi in Italia e
annuncio via mail all'ISM del film. Nessuna risposta. Nessun link per
il trailer. Nessun menzione per le conferenze con i Palestinesi.
Nulla, sollo il silenzio. Non mi sono chiesta molto il perchè in
quel momento, però avevo notato il fatto.
Quando è stato il
momento di tornare in Palestina ero un po' più dentro ai fatti
rispetto all'anno precedente e ho iniziato a sentire “puzza di
commedia” in diverse occasioni. Non, ovviamente, nelle notizie che
rispecchiavano ciò che accade qui; ma nella loro gestione e nelle
forme di lotta. C'era, inoltre, la netta volontà di non parlare mai
dell'ANP, nonostante i Palestinesi la vivono come una seconda
occupazione. Quest'ultimo aspetto mi pare molto incoerente perchè se
uno difende i diritti umani non fa differenze per chi li sta
uccidendo, può essere israeliano, turco, italiano o palestinese. Va
denunciato.
Torno in Palestina, con
l'ISM, ovviamente. E appena arrivata iniziano i problemi.
Il team di un anno prima
non c'è più, ma questo è ovvio. Trovo, però, un team di ragazzi
molto giovani che qui hanno altri interessi. Di giorno non ci sono
appuntamenti, né chiamate; di sera si esce sempre a far festa. Quasi
tutti i contatti nei villaggi erano abbandonati da tempo. Alcuni
lavori iniziati l'anno prima erano andati persi. Vado a far visita
all'altro gruppo che è nato dalla scissone, perchè in quel momento
sono confusa e inoltre non voglio muri personali.
Passo i primi due mesi a
non fare quasi nulla. In piedi ci sono sempre e solo le
manifestazioni non violente del venerdì ove ci trovi 10 palestinesi
e circa 40 internazionali. Nel parteciparvi inizio a chiedermi chi
sto supportando..
Siamo lontani dal centro
e quando i soldati attaccano la città non ce ne accorgiamo nemmeno.
Fisso alcuni appuntamenti con dei contatti Palestinesi, ma al primo
appuntamento vengo lasciata da sola e ci vado (all'appuntamento) da
sola, nella Jordan Valley (da soli qui non ci si muove mai). Nasce la
prima discussione interna, nessuno capisce l'errore e tutto va avanti
come prima. Succede un'altra volta che vengo lasciata da sola, di
notte.
Mi propongo come
coordinatore e inizio a lavorare per riempire quei vuoti che si erano
creati. Non perchè fossi il coordinatore, ma perchè mi ero stufata
di aspettare che gli altri lo facessero. Trovo un altro appartamento,
più vicino al centro, il team era già d'accordo a spostarsi e così
ci trasferiamo. Finalmente si inizia a lavorare sul serio, come
l'anno prima.
Si avvicina la data della
commemorazione di Vittorio Arrigoni e chiedo via mail se possiamo
fare qualcosa per quella data. Nessuna risposta.
Mando una seconda mail
dove spiego l'intenzione di fare qualcosa per Vik ad Asira assieme ad
Hakima, perchè anche lei voleva organizzare qualcosa per la
commemorazione. Vogliamo mostrare il video che ho realizzato per la
commemorazione di Vik con i bambini di Asira e piantare un ulivo. Via
mail, l'ISM mi risponde che sono tutti occupati. Quel giorno ad Asira
siamo tre attivisti dell'ISM, le IWPS e tutti i bambini di Asira.
Sul sito dell'ISM
compaiono alcune frasi dedicate a Vik, non la mia perchè viene
tradotta cambiando il significato ( non do il mio assenso alla
pubblicazione), non un articolo di Vik che avevamo tradotto perchè
troppo lungo e non il video di Vik perchè troppo lungo.
Questo era il secondo
incidente.
Faccio i video per l'ISM,
essendo video per un pubblico internazionale, chiedo sempre di
controllare cosa scrivo in inglese, per la correzione. Arriva una
nuova coordinatrice media, e non pubblica il primo video che faccio
quando c'è qui lei. Perchè? Perchè è il video di un funerale di
un martire. Boh! Non pubblica nemmeno il secondo video, perchè si
dimentica. Il terzo video è nella Jordan Valley, dove israele ha
confiscato l'acqua a tutta la valle, 400 bambini più famiglie e
animali senz'acqua. Alla fine del video scrivo “israele, ladro,
ridai l'acqua ai Palestinesi”. Mi viene censurato perchè la
scritta pare antisemita e perchè uso sempre il termine “israele”
e non “soldati”.
Visto che comunque per
fare un video ci impiego ore di lavoro, decido quindi di caricare
sempre i video sul mio canale e qualora fossero in linea con il
pensiero della nuova coordinatrice di prenderli pure per l'ISM. Ma è
comunque il terzo incidente.
E' la settimana contro
l'apartheid israeliana e chiedo a Paolo Barnard di accettare un
invito per Ravenna, per fare la conferenza.
Paolo, che è
grandissimo, mi risponde che preferirebbe venire in Palestina e fare
la conferenza agli attivisti dell'ISM sulla storia del sionismo e
sull'importanza di un economia autonoma della Palestina. Non chiede
mai soldi, solo si offre per gli attivisti dell'ISM. Io sono
strafelice che non mi sembra vero.
Porto l'idea in riunione
e tutti sono felici e si crea un team per organizzare la conferenza e
magari estendere l'invito a studenti Palestinesi e altri attivisti.
Ma, ecco il quarto
incidente.
Una settimana dopo,
quando l'ISM doveva iniziare a prendere i contatti senza di me come
interlocutrice, ma scrivendo dalla mail ufficiale; si blocca tutto.
Arriva una mail di un membro che si dice non convinto della
conferenza perchè non interessato e propone di ridiscuterne in un
meeting.
Quando ne ri parliamo al
meeting, buona parte ha cambiato idea e si dice non interessato.
Questa cosa mi ha lasciato perplessa. Come poteva non essere
interessato un movimento ad ascoltare una persona? Ad ascoltare Paolo
Barnard...? Tutto finisce lì e si va avanti come prima. O forse
no... Perchè qui arriva il grosso incidente..
La settimana successiva,
nel successivo meeting, viene messo nei punti da discutere le
valutazioni dei coordinatori.. mai successo prima. E io, sono la
coordinatrice che viene contestata.
Non mi vengono date
motivazioni, se non vaghe. Dapprima mi dicono che non parlo bene
l'inglese, poi che ci sono state critiche non del team con cui
lavoro, ma esterne, poi che il problema è il mio carattere. Roba
senza senso perchè se ci sono dei problemi per il mio carattere,
questo non cambia se sono coordinatrice o no; se il problema è
l'inglese, avrebbero dovuto escludere molti coordinatori o un gruppo
solidale avrebbe aiutato nella difficoltà; se le critiche sono
esterne, beh..se siamo un team o un movimento si fa guscio e si
supporta la persona attaccata. Ed è proprio questo che chiedo, per
potermi trovare a proprio agio, per aver fiducia nelle persone che ho
a fianco, per solidarietà e spirito di gruppo. Non avrei continuato
a fare il coordinatore, un mese era sufficiente, ma pretendevo che il
gruppo mi riconfermasse o che mi difendesse per avere un segnale di
supporto. Invece no. Questo non accade e per non fiducia nelle
persone che formano l'ISM in quel momento, per non fiducia nelle
modalità della lotta e per enorme stanchezza per tutto questo tempo
quasi buttato via; decido di lasciare l'ISM.
Entro nelle IWPS e da
subito ritrovo lo stesso clima di un anno fa con l'ISM. Si lavora,
c'è spirito di gruppo, c'è unione.
Fra IWPS e ISM c'è un
accordo: i membri delle IWPS possono dormire negli appartamenti
dell'ISM e viceversa, perchè, appunto, si lavora assieme. Ma, alla
prima occasione mi dicono che io devo pagare. Ne nasce un incidente
che viene risolto come “non comprensione” e con il fatto che io
non mi presento mai per dormire lì, ma preferisco trovare un altra
soluzione.
Poco dopo, le IWPS, per
mancanza di attivisti (siamo rimaste in due) e per la poca sicurezza
davanti a ciò che è esploso in Palestina, di lasciare due donne in
una casa; decidono di chiudere temporaneamente la casa.
Troviamo la casa ad Asira
e pensiamo di creare lì un gruppo permanente, in fondo è il
villaggio dove abbiamo sempre lavorato; con i bambini, le donne e
quando veniva attaccato. Ci conoscono da tempo. Ma, accade, quello
che ho scritto in un altro articolo e cioè che pochissimi del
villaggio iniziano a spargere la voce che noi siamo lì per rapire i
bambini e bruciarli.... Ci dicono che sono spie che lavorano per
israele.
Non siamo lì per portare
altri problemi ai Palestinesi che già ne hanno, quindi, decidiamo di
andarcene, pur continuando a voler supportare ogni richiesta del
villaggio.
Torniamo,
temporaneamente, nell'appartamento dell'ISM, questo fino a quando non
troveremo un altro appartamento.
Troviamo in quel momento
persone inesperte, senza coordinatore e con la disponibilità a
rimanere solo per due o tre settimane. Difficile lavorare in questo
modo, soprattutto con quello che sta accadendo in Palestina.
Ed inizia questa
settimana...... Dove arrivano improvvisamente circa 9 persone solo
per due settimane.
Non sono interessati a
fare azioni di difesa contro gli attacchi dei soldati o dei coloni,
ma sono appena arrivati e ci può stare. La settimana trascorre con
me, la mia collega e un mio amico che è entrato nell'ISM che
scorrazziamo per le diverse azioni della Resistenza e loro a fare
qualche report.
Ecco, arriviamo ad oggi.
Sono le 19,00 quando ricevo una telefonata che mi dice “sono
dell'ISM, mi hanno dato l'incarico di dirvi che non siete gradite
come ospiti e dovete lasciare subito l'appartamento”. La stessa
telefonata arriva alla mia collega. Fine. Ovviamente comunicarcelo a
quell'ora ha portato alle peggiori conseguenze: siamo in Ramadan e
tutti si apprestano a chiudere tutto (anche i telefoni) per andare a
mangiare con la propria famiglia.
Il mio amico decide di
lasciare l'ISM e venire con noi. Siamo in tre, sono le 19,30 e siamo
in strada. In Palestina. Con tutti i bagagli. Ci dicono che se
vogliamo possiamo rimanere fino a domani. Andate a fare in culo.
Ora, qui la divisione non
è fra chi crede nella lotta non-violenta e chi crede nelle armi. E'
piuttosto fra: chi arriva qui per qualche settimana e poi se ne va e
abbraccia ciò che gli viene offerto (come un turista), chi usa
queste persone per vari motivi (soldi, potere, immagine, linea
politica da seguire), e chi, invece, non sta fra le righe, decide di
raccontare tutta la realtà che vede, di vedere la lotta non violenta
sotto un altra ottica e di puntare il dito verso i colpevoli senza
possibilità di negoziato sui termini e sulle identità. Perchè
quest'ultimo aspetto? Perchè inizi a ragionare e vivere come i
Palestinesi: “non abbiamo più nulla da perdere”.
Nel mentre di tutto
questo che ho scritto ho ricevuto la campagna mediatica contro di me
ad opera dei sionisti ed è esploso tutto in Palestina.
Grande delusione, umana
prima di tutto, ma anche professionale. Ho creduto tanto, molto, in
questo movimento che in questo momento di reale nel nome ha solo
l'”international”. Non si chiude la porta a nessun attivista per
i diritti umani, tanto meno lo si sbatte per strada. Non c'è nulla
di umano in questo. Ieri sera abbiamo provato che cosa vuol dire
essere “mandati via” cancellando ogni diritto di esistere. Questa
mattina quando ci siamo svegliati avevamo la sensazione che non fosse
reale, che avevamo 15 anni, non eravamo in Palestina, ma in un tour
in Europa e la sera prima siccome avevamo bevuto forse avevamo
combinato qualche cazzata a e ci avevano messo fuori di casa.
Siamo dei sognatori, e
vorremmo vivere l'illusione che la macchina non-violenta funzioni,
che non sia stata creata per convogliare energie davanti ai media e
per reprimere la Resistenza, ed altresì per appoggiare chi ferma la
Terza Intifada. Qualcuno che mi segue ha temuto più volte che ci
togliessero internet.... Certo che può succedere, israele lo
controlla e lo può fare in 5 minuti. Perchè non accade? Credo, che
lotte vadano intraprese consapevoli che tutto quello che riusciamo a
fare, è una concessione del potere, di chi manovra i fili. Fino a
quando gli sta bene te lo lascia fare, quando inizi a spostare le
virgole allora vieni fermato o tagliato come un ramo.
Tutti questi fatti, tutti
assieme, e stiamo qui a farci delle domande..Ma è un caso? E perchè?
Che scopo aveva l'uno o l'altro? Forse avevano scopi diversi, ma non
pensiamo che tutto ciò sia scollegato, forse non sanno nemmeno di
essere collegati fra loro.
Quello che sta succedendo
a noi tre è lo specchio di ciò che sta accadendo in Palestina. C'è
una regia che lavora per dividere, per reprimere e isolare. E' come
un grande albero che deve crescere, se i rami non vanno nella
direzione desiderata vengono tagliati.
Noi tre siamo dei rami
tagliati, però su quei rami c'erano dei frutti, che sono caduti a
terra e hanno depositato dei semi. Un seme, no se ne va. Un seme
rimane lì, Resiste e cresce. Tanto, non ha nulla da perdere.
Come ho scritto più
volte, non mi interessa che mi crediate o che io abbia i seguaci. Mi
interessa solo scrivere la verità. Quindi, se dopo questo,
resteranno 5 persone a leggermi, non si farà un danno a me, ma alla
Palestina. E cioè ciò che esattamente vuole chi ha il potere.
Allego a questo articolo
le foto dell'ultima strage a Gaza, di questa mattina. Voi, capite,
che davanti a questo, la mia vita non vale nulla e che deve essere
totalmente al servizio per fermare una macchina, così, Vero?
p.s.: c'è un altro
aspetto che per ora non tocco per non trasmettere troppo merda in una
volta sola. Onore all'attivista dell'ism che ieri sera non ha
lasciato me e la mia collega da sole e ha, invece, lasciato l'ism.
Cara Samantha,
RispondiEliminamolto probabilmente questo mio testo è sorvegliato dal Mossad o da sionisti.
Quindi cerca di intendermi. Dico cose che formalmente possono dirsi perché già di dominio pubblico.
Conoscevo Arrigoni, non molto, e come tanti altri. Ti dirò poi a voce, se capita...
Io non ho mai avuto interesse a venire in Palestina, per motivi che mi riservo di spiegarti. E mai ho messo piede in Palestina né intendo mettercelo...
Mi informo però come so e posso.
Nella città dove vivo partecipo a tutte le conferenze organizzate dall’I.S.M. e lo faccio per istruirmi, acquisire conoscenza dei problemi e delle situazioni, ed immaginare anche il modo migliore con il quale possiano essere di "aiuto” (solidarietà) ai palestinesi.
Senza per nulla voler svalutare o diminuire, l’impegno di quanti vengono in Palestina, io mi sono fatto l’idea che il maggiore aiuto che si possa dare ai palestinesi e soprattutto a noi stessi è nei nostri stessi paesi contrastando la complicità dei nostri governi, della Lobby, con la “pulizia etnica della Palestina”.
Vengo al punto e al compito che vorrei affidarti finché resti in Palestina.
Nelle riunioni organizzate dall’I.S.M. in Italia io mi sono trovato in divergenza con l’I.S.M. circa la natura del sionismo:
- i dirigenti dell’ISM sostengono che si tratta di "colonialismo”;
- io invece cerco di far conoscere e sostenere la tesi di Gilad Atzmon, per il quale il sionismo è un "primatismo razziale a carattere globale”, cioè non si limita al solo territorio di Israele, ma esplica i suoi effetti in ogni paese, dove esiste una “Israel lobby”. Se già non ti è noto il libro di Atzmon, ti consiglio vivamente di leggerlo e studiarlo.
Si tratta di una distinzione fondamentale che poi porta anche a una differenziazione strategica.
Si può non essere d’accordo con Gilad Atzmon, ma a tacciarlo di "antisemitismo” ce ne passa e la cosa mi sembra davvero enorme. Ancora più enorme è il fatto che questa accusa di "antisemitismo” gli sia venuta proprio dall’I.S.M. con Abunim e Omar Barghout in cima a un documento di accusa a Gilad Atzmon che circola in rete....
Salto cose che non si possono scrivere e ti pongo semplicemente una domanda alla quale tu stessa dovrai cercare la risposta:
- chi è che finanzia l’I.S.M.?
Al tempo stesso, se vuoi far tesoro della tua permanenza sul posto, io ti affiderei una ricerca, che è la seguente:
- cerca di verificare sul campo se il sionismo è "razzismo” (Atzmon) o “colonialismo” (Abunim). Se non ti è chiara la distinzione e le implicazioni del diverso approccio interpretativo, ti rinvio ad approfondire i testi di Gilad Atzmon.
Valuta tu se pubblicare questo mio testo o non pubblicarlo. Puoi scrivermi in privato (ma con il Mossad vi è mai privato, se intendono interessarsi di noi?), al seguente indirizzo email: eqv196570@gmail.com
Grande coraggio e coerenza! Non mollare!
RispondiEliminaSei una persona straordinaria.
RispondiEliminatrovati un lavoro e smetti di scrivere, che fai pietà
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