sabato 19 luglio 2014

L'ILLUSIONE

Ieri,  io e la mia collega delle IWPS siamo state buttate fuori dall'appartamento dell'ISM, in Palestina. I continui attacchi alla mia persona dall'ala sionista e da finti attivisti dei diritti umani fanno sembrare che io abbia sempre dei problemi, tanto da condurre chi non è presente, ad un pensiero: forse il problema sei tu. Scrivo pertanto con questa mia, i fatti, senza tirare le somme e lascerò a chi legge, fare delle ipotesi così come le ho fatte io pur non avendo certezze.

In questi anni di genocidio di israele sul Popolo Palestinese, la Resistenza ha auto molte vie, tutte disgregate. Si sono sviluppati movimenti non violenti costituiti da internazionali e palestinesi a supporto della Resistenza non violenta Palestinese. Uno di questi è l'ISM, International Solidarity Movement.

Circa un anno fa sono arrivata per la prima volta in Palestina, con l'ISM, International Solidarity Movement.
Ho frequentato prima un training in Italia con la Rete che lo supporta; training fatto molto bene senza il quale non avrei avuto la preparazione necessaria per arrivare qui. Quando sono arrivata qui, ho trovato gli attivisti dell'ISM (che mi hanno fatto un secondo training) e le IWPS, che fanno parte dell'ISM.
Dal punto di vista umano, organizzativo e d'attivismo sono stati 3 mesi quasi perfetti. Purtroppo la prima settimana che arrivai qui, scoppiò un caso di accuse per molestie sessuali all'interno dell'ISM. Un incidente che portò ad un processo interno che durò tutto il periodo della mia permanenza, ma soprattutto portò ad un divisione interna e a tante piccole (o grandi) conseguenze. Su quella vicenda l'unica cosa della quale sono sicura ora è che il tutto fu condotto molto male con errori enormi da entrambe le parti.
Si lavorava stilando report dei fatti e partecipando alle manifestazioni non violente del venerdì
Avevo comunque trovato per la prima volta un “team” che lavorava come tale, ognuno si faceva cura dell'altro, umanamente. E si lavorava, sempre, per la Palestina e per i diritti umani. Tanto che, nonostante “i vecchi” dell'ISM mi dicessero di quei mesi pieni di problemi...., io ero felice di quei tre mesi e decisi di ritornare prima o poi sempre nell'ISM.

Tornata in Italia inizia a lavorare sul film, SHOOT, e decisi che all'inizio del film avrei messo nell'invito alle persone di venire in Palestina di contattare l'ISM. Mesi di lavoro sul film, invito i Palestinesi in Italia e annuncio via mail all'ISM del film. Nessuna risposta. Nessun link per il trailer. Nessun menzione per le conferenze con i Palestinesi. Nulla, sollo il silenzio. Non mi sono chiesta molto il perchè in quel momento, però avevo notato il fatto.
Quando è stato il momento di tornare in Palestina ero un po' più dentro ai fatti rispetto all'anno precedente e ho iniziato a sentire “puzza di commedia” in diverse occasioni. Non, ovviamente, nelle notizie che rispecchiavano ciò che accade qui; ma nella loro gestione e nelle forme di lotta. C'era, inoltre, la netta volontà di non parlare mai dell'ANP, nonostante i Palestinesi la vivono come una seconda occupazione. Quest'ultimo aspetto mi pare molto incoerente perchè se uno difende i diritti umani non fa differenze per chi li sta uccidendo, può essere israeliano, turco, italiano o palestinese. Va denunciato.

Torno in Palestina, con l'ISM, ovviamente. E appena arrivata iniziano i problemi.
Il team di un anno prima non c'è più, ma questo è ovvio. Trovo, però, un team di ragazzi molto giovani che qui hanno altri interessi. Di giorno non ci sono appuntamenti, né chiamate; di sera si esce sempre a far festa. Quasi tutti i contatti nei villaggi erano abbandonati da tempo. Alcuni lavori iniziati l'anno prima erano andati persi. Vado a far visita all'altro gruppo che è nato dalla scissone, perchè in quel momento sono confusa e inoltre non voglio muri personali.
Passo i primi due mesi a non fare quasi nulla. In piedi ci sono sempre e solo le manifestazioni non violente del venerdì ove ci trovi 10 palestinesi e circa 40 internazionali. Nel parteciparvi inizio a chiedermi chi sto supportando..
Siamo lontani dal centro e quando i soldati attaccano la città non ce ne accorgiamo nemmeno. Fisso alcuni appuntamenti con dei contatti Palestinesi, ma al primo appuntamento vengo lasciata da sola e ci vado (all'appuntamento) da sola, nella Jordan Valley (da soli qui non ci si muove mai). Nasce la prima discussione interna, nessuno capisce l'errore e tutto va avanti come prima. Succede un'altra volta che vengo lasciata da sola, di notte.
Mi propongo come coordinatore e inizio a lavorare per riempire quei vuoti che si erano creati. Non perchè fossi il coordinatore, ma perchè mi ero stufata di aspettare che gli altri lo facessero. Trovo un altro appartamento, più vicino al centro, il team era già d'accordo a spostarsi e così ci trasferiamo. Finalmente si inizia a lavorare sul serio, come l'anno prima.
Si avvicina la data della commemorazione di Vittorio Arrigoni e chiedo via mail se possiamo fare qualcosa per quella data. Nessuna risposta.
Mando una seconda mail dove spiego l'intenzione di fare qualcosa per Vik ad Asira assieme ad Hakima, perchè anche lei voleva organizzare qualcosa per la commemorazione. Vogliamo mostrare il video che ho realizzato per la commemorazione di Vik con i bambini di Asira e piantare un ulivo. Via mail, l'ISM mi risponde che sono tutti occupati. Quel giorno ad Asira siamo tre attivisti dell'ISM, le IWPS e tutti i bambini di Asira.
Sul sito dell'ISM compaiono alcune frasi dedicate a Vik, non la mia perchè viene tradotta cambiando il significato ( non do il mio assenso alla pubblicazione), non un articolo di Vik che avevamo tradotto perchè troppo lungo e non il video di Vik perchè troppo lungo.
Questo era il secondo incidente.
Faccio i video per l'ISM, essendo video per un pubblico internazionale, chiedo sempre di controllare cosa scrivo in inglese, per la correzione. Arriva una nuova coordinatrice media, e non pubblica il primo video che faccio quando c'è qui lei. Perchè? Perchè è il video di un funerale di un martire. Boh! Non pubblica nemmeno il secondo video, perchè si dimentica. Il terzo video è nella Jordan Valley, dove israele ha confiscato l'acqua a tutta la valle, 400 bambini più famiglie e animali senz'acqua. Alla fine del video scrivo “israele, ladro, ridai l'acqua ai Palestinesi”. Mi viene censurato perchè la scritta pare antisemita e perchè uso sempre il termine “israele” e non “soldati”.
Visto che comunque per fare un video ci impiego ore di lavoro, decido quindi di caricare sempre i video sul mio canale e qualora fossero in linea con il pensiero della nuova coordinatrice di prenderli pure per l'ISM. Ma è comunque il terzo incidente.
E' la settimana contro l'apartheid israeliana e chiedo a Paolo Barnard di accettare un invito per Ravenna, per fare la conferenza.
Paolo, che è grandissimo, mi risponde che preferirebbe venire in Palestina e fare la conferenza agli attivisti dell'ISM sulla storia del sionismo e sull'importanza di un economia autonoma della Palestina. Non chiede mai soldi, solo si offre per gli attivisti dell'ISM. Io sono strafelice che non mi sembra vero.
Porto l'idea in riunione e tutti sono felici e si crea un team per organizzare la conferenza e magari estendere l'invito a studenti Palestinesi e altri attivisti.
Ma, ecco il quarto incidente.
Una settimana dopo, quando l'ISM doveva iniziare a prendere i contatti senza di me come interlocutrice, ma scrivendo dalla mail ufficiale; si blocca tutto. Arriva una mail di un membro che si dice non convinto della conferenza perchè non interessato e propone di ridiscuterne in un meeting.
Quando ne ri parliamo al meeting, buona parte ha cambiato idea e si dice non interessato. Questa cosa mi ha lasciato perplessa. Come poteva non essere interessato un movimento ad ascoltare una persona? Ad ascoltare Paolo Barnard...? Tutto finisce lì e si va avanti come prima. O forse no... Perchè qui arriva il grosso incidente..
La settimana successiva, nel successivo meeting, viene messo nei punti da discutere le valutazioni dei coordinatori.. mai successo prima. E io, sono la coordinatrice che viene contestata.
Non mi vengono date motivazioni, se non vaghe. Dapprima mi dicono che non parlo bene l'inglese, poi che ci sono state critiche non del team con cui lavoro, ma esterne, poi che il problema è il mio carattere. Roba senza senso perchè se ci sono dei problemi per il mio carattere, questo non cambia se sono coordinatrice o no; se il problema è l'inglese, avrebbero dovuto escludere molti coordinatori o un gruppo solidale avrebbe aiutato nella difficoltà; se le critiche sono esterne, beh..se siamo un team o un movimento si fa guscio e si supporta la persona attaccata. Ed è proprio questo che chiedo, per potermi trovare a proprio agio, per aver fiducia nelle persone che ho a fianco, per solidarietà e spirito di gruppo. Non avrei continuato a fare il coordinatore, un mese era sufficiente, ma pretendevo che il gruppo mi riconfermasse o che mi difendesse per avere un segnale di supporto. Invece no. Questo non accade e per non fiducia nelle persone che formano l'ISM in quel momento, per non fiducia nelle modalità della lotta e per enorme stanchezza per tutto questo tempo quasi buttato via; decido di lasciare l'ISM.
Entro nelle IWPS e da subito ritrovo lo stesso clima di un anno fa con l'ISM. Si lavora, c'è spirito di gruppo, c'è unione.

Fra IWPS e ISM c'è un accordo: i membri delle IWPS possono dormire negli appartamenti dell'ISM e viceversa, perchè, appunto, si lavora assieme. Ma, alla prima occasione mi dicono che io devo pagare. Ne nasce un incidente che viene risolto come “non comprensione” e con il fatto che io non mi presento mai per dormire lì, ma preferisco trovare un altra soluzione.

Poco dopo, le IWPS, per mancanza di attivisti (siamo rimaste in due) e per la poca sicurezza davanti a ciò che è esploso in Palestina, di lasciare due donne in una casa; decidono di chiudere temporaneamente la casa.
Troviamo la casa ad Asira e pensiamo di creare lì un gruppo permanente, in fondo è il villaggio dove abbiamo sempre lavorato; con i bambini, le donne e quando veniva attaccato. Ci conoscono da tempo. Ma, accade, quello che ho scritto in un altro articolo e cioè che pochissimi del villaggio iniziano a spargere la voce che noi siamo lì per rapire i bambini e bruciarli.... Ci dicono che sono spie che lavorano per israele.
Non siamo lì per portare altri problemi ai Palestinesi che già ne hanno, quindi, decidiamo di andarcene, pur continuando a voler supportare ogni richiesta del villaggio.
Torniamo, temporaneamente, nell'appartamento dell'ISM, questo fino a quando non troveremo un altro appartamento.
Troviamo in quel momento persone inesperte, senza coordinatore e con la disponibilità a rimanere solo per due o tre settimane. Difficile lavorare in questo modo, soprattutto con quello che sta accadendo in Palestina.
Ed inizia questa settimana...... Dove arrivano improvvisamente circa 9 persone solo per due settimane.
Non sono interessati a fare azioni di difesa contro gli attacchi dei soldati o dei coloni, ma sono appena arrivati e ci può stare. La settimana trascorre con me, la mia collega e un mio amico che è entrato nell'ISM che scorrazziamo per le diverse azioni della Resistenza e loro a fare qualche report.

Ecco, arriviamo ad oggi. Sono le 19,00 quando ricevo una telefonata che mi dice “sono dell'ISM, mi hanno dato l'incarico di dirvi che non siete gradite come ospiti e dovete lasciare subito l'appartamento”. La stessa telefonata arriva alla mia collega. Fine. Ovviamente comunicarcelo a quell'ora ha portato alle peggiori conseguenze: siamo in Ramadan e tutti si apprestano a chiudere tutto (anche i telefoni) per andare a mangiare con la propria famiglia.

Il mio amico decide di lasciare l'ISM e venire con noi. Siamo in tre, sono le 19,30 e siamo in strada. In Palestina. Con tutti i bagagli. Ci dicono che se vogliamo possiamo rimanere fino a domani. Andate a fare in culo.

Ora, qui la divisione non è fra chi crede nella lotta non-violenta e chi crede nelle armi. E' piuttosto fra: chi arriva qui per qualche settimana e poi se ne va e abbraccia ciò che gli viene offerto (come un turista), chi usa queste persone per vari motivi (soldi, potere, immagine, linea politica da seguire), e chi, invece, non sta fra le righe, decide di raccontare tutta la realtà che vede, di vedere la lotta non violenta sotto un altra ottica e di puntare il dito verso i colpevoli senza possibilità di negoziato sui termini e sulle identità. Perchè quest'ultimo aspetto? Perchè inizi a ragionare e vivere come i Palestinesi: “non abbiamo più nulla da perdere”.

Nel mentre di tutto questo che ho scritto ho ricevuto la campagna mediatica contro di me ad opera dei sionisti ed è esploso tutto in Palestina.

Grande delusione, umana prima di tutto, ma anche professionale. Ho creduto tanto, molto, in questo movimento che in questo momento di reale nel nome ha solo l'”international”. Non si chiude la porta a nessun attivista per i diritti umani, tanto meno lo si sbatte per strada. Non c'è nulla di umano in questo. Ieri sera abbiamo provato che cosa vuol dire essere “mandati via” cancellando ogni diritto di esistere. Questa mattina quando ci siamo svegliati avevamo la sensazione che non fosse reale, che avevamo 15 anni, non eravamo in Palestina, ma in un tour in Europa e la sera prima siccome avevamo bevuto forse avevamo combinato qualche cazzata a e ci avevano messo fuori di casa.

Siamo dei sognatori, e vorremmo vivere l'illusione che la macchina non-violenta funzioni, che non sia stata creata per convogliare energie davanti ai media e per reprimere la Resistenza, ed altresì per appoggiare chi ferma la Terza Intifada. Qualcuno che mi segue ha temuto più volte che ci togliessero internet.... Certo che può succedere, israele lo controlla e lo può fare in 5 minuti. Perchè non accade? Credo, che lotte vadano intraprese consapevoli che tutto quello che riusciamo a fare, è una concessione del potere, di chi manovra i fili. Fino a quando gli sta bene te lo lascia fare, quando inizi a spostare le virgole allora vieni fermato o tagliato come un ramo.

Tutti questi fatti, tutti assieme, e stiamo qui a farci delle domande..Ma è un caso? E perchè? Che scopo aveva l'uno o l'altro? Forse avevano scopi diversi, ma non pensiamo che tutto ciò sia scollegato, forse non sanno nemmeno di essere collegati fra loro.
Quello che sta succedendo a noi tre è lo specchio di ciò che sta accadendo in Palestina. C'è una regia che lavora per dividere, per reprimere e isolare. E' come un grande albero che deve crescere, se i rami non vanno nella direzione desiderata vengono tagliati.
Noi tre siamo dei rami tagliati, però su quei rami c'erano dei frutti, che sono caduti a terra e hanno depositato dei semi. Un seme, no se ne va. Un seme rimane lì, Resiste e cresce. Tanto, non ha nulla da perdere.
Come ho scritto più volte, non mi interessa che mi crediate o che io abbia i seguaci. Mi interessa solo scrivere la verità. Quindi, se dopo questo, resteranno 5 persone a leggermi, non si farà un danno a me, ma alla Palestina. E cioè ciò che esattamente vuole chi ha il potere.

Allego a questo articolo le foto dell'ultima strage a Gaza, di questa mattina. Voi, capite, che davanti a questo, la mia vita non vale nulla e che deve essere totalmente al servizio per fermare una macchina, così, Vero?


p.s.: c'è un altro aspetto che per ora non tocco per non trasmettere troppo merda in una volta sola. Onore all'attivista dell'ism che ieri sera non ha lasciato me e la mia collega da sole e ha, invece, lasciato l'ism.

4 commenti:

  1. Cara Samantha,

    molto probabilmente questo mio testo è sorvegliato dal Mossad o da sionisti.
    Quindi cerca di intendermi. Dico cose che formalmente possono dirsi perché già di dominio pubblico.
    Conoscevo Arrigoni, non molto, e come tanti altri. Ti dirò poi a voce, se capita...

    Io non ho mai avuto interesse a venire in Palestina, per motivi che mi riservo di spiegarti. E mai ho messo piede in Palestina né intendo mettercelo...

    Mi informo però come so e posso.

    Nella città dove vivo partecipo a tutte le conferenze organizzate dall’I.S.M. e lo faccio per istruirmi, acquisire conoscenza dei problemi e delle situazioni, ed immaginare anche il modo migliore con il quale possiano essere di "aiuto” (solidarietà) ai palestinesi.

    Senza per nulla voler svalutare o diminuire, l’impegno di quanti vengono in Palestina, io mi sono fatto l’idea che il maggiore aiuto che si possa dare ai palestinesi e soprattutto a noi stessi è nei nostri stessi paesi contrastando la complicità dei nostri governi, della Lobby, con la “pulizia etnica della Palestina”.

    Vengo al punto e al compito che vorrei affidarti finché resti in Palestina.

    Nelle riunioni organizzate dall’I.S.M. in Italia io mi sono trovato in divergenza con l’I.S.M. circa la natura del sionismo:
    - i dirigenti dell’ISM sostengono che si tratta di "colonialismo”;
    - io invece cerco di far conoscere e sostenere la tesi di Gilad Atzmon, per il quale il sionismo è un "primatismo razziale a carattere globale”, cioè non si limita al solo territorio di Israele, ma esplica i suoi effetti in ogni paese, dove esiste una “Israel lobby”. Se già non ti è noto il libro di Atzmon, ti consiglio vivamente di leggerlo e studiarlo.

    Si tratta di una distinzione fondamentale che poi porta anche a una differenziazione strategica.

    Si può non essere d’accordo con Gilad Atzmon, ma a tacciarlo di "antisemitismo” ce ne passa e la cosa mi sembra davvero enorme. Ancora più enorme è il fatto che questa accusa di "antisemitismo” gli sia venuta proprio dall’I.S.M. con Abunim e Omar Barghout in cima a un documento di accusa a Gilad Atzmon che circola in rete....

    Salto cose che non si possono scrivere e ti pongo semplicemente una domanda alla quale tu stessa dovrai cercare la risposta:

    - chi è che finanzia l’I.S.M.?

    Al tempo stesso, se vuoi far tesoro della tua permanenza sul posto, io ti affiderei una ricerca, che è la seguente:
    - cerca di verificare sul campo se il sionismo è "razzismo” (Atzmon) o “colonialismo” (Abunim). Se non ti è chiara la distinzione e le implicazioni del diverso approccio interpretativo, ti rinvio ad approfondire i testi di Gilad Atzmon.

    Valuta tu se pubblicare questo mio testo o non pubblicarlo. Puoi scrivermi in privato (ma con il Mossad vi è mai privato, se intendono interessarsi di noi?), al seguente indirizzo email: eqv196570@gmail.com

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  2. Grande coraggio e coerenza! Non mollare!

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  3. trovati un lavoro e smetti di scrivere, che fai pietà

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