domenica 31 dicembre 2017
martedì 26 dicembre 2017
LE ARMI
Soltanto 20 anni fa
vivevamo tutti senza cellulari, senza telecamere di sorveglianza ad
ogni angolo, senza obiettivi che ti arrivavano addosso anche mentre
caghi.
Oggi.... tutto questo è
diventato un metodo di ferimento, tortura, danno.
Vivo il “portare la
telecamera” come il “portare un'arma”. Si può entrare
nell'intimità di una persona, la si può far arrestare, la si può
violentare. Come tutte le armi, dipende da chi l'impugna, l'uso che
se ne fa; e vivendo in un mondo popolato da merda, viene prodotta,
appunto, merda.
Ieri, 25 dicembre,
natale.... In Palestina un bus carico di mamme e papà si
dirigeva verso una prigione israeliana per la “visita” ai
prigionieri politici palestinesi. Un membro del “parlamento
israeliano Knesset” è salito su uno di questi autobus con una
telecamera e ha insultato una mamma: “tuo figlio è un cane, un
insetto”.... (VIDEO:
https://www.facebook.com/QudsN/videos/1862752900468269/
)
Bologna....qualche
settimana fa....: un membro di mediaset si reca alla montagnola,
con la telecamera, da migranti che stazionano lì e li incalza di
domande e di insulti sul fatto che siano lì per vendere droga. La
loro risposta è stata rubargli la telecamera e prenderlo a
schiaffoni. Successivamente sono stati arrestati.
Se il soggetto viene a
casa mia a farmi una violenza così, state pur sicuri che mi difendo
anch'io dando al soggetto degli schiaffoni.
Ma come cazzo ti permetti
di entrare nella mia vita, senza il mio permesso ed insultandomi? E
pretendi anche che io non mi difenda dagli insulti?
Ogni giorno, in Palestina, in
Italia: facebook ed internet
in generale vengono usati da sbirri, servizi segreti, dipendenti di
sbirri e servizi segreti, sionisti, fascisti, dipendenti di sionisti
e fascisti, per INFAMARE, DIFFAMARE, VIOLENTARE, FAR ARRESTARE,
DISTRUGGERE, UCCIDERE le persone.
Voi
che siete fra i miei contatti facebook e non: ho visto una marea di
volte che avete divulgato merda che fa danno. Inconsapevolmente o
consapevolmente siete diventati complici. Ora qualcuno mi scriverà
“dimmi quando e chi e smetterò di divulgare..”. Facendo così
entrerei anch'io nel ruolo dell'infame. Con chi so cos'è e che ruolo
ha, mi metto a posto direttamente faccia a faccia, quando ne ho la
possibilità.
Vi
invito solo a fare una cosa...prima di divulgare e/o pubblicare,
chiedete al diretto interessato se potete; se non ne avete la
possibilità, fate verifiche per i cazzi vostri documentandovi, e
soprattutto....ragionate.
lunedì 11 dicembre 2017
3 GIORNI DI RABBIA....?
Gerusalemme 10/12/2017 soldati israeliani prendono un bambino palestinese di 14 anni |
Indire 3 giorni di rabbia
in Palestina è come indire 4 ore di sciopero della cgil qui in
Italia. Ho aspettato senza scrivere nulla, perchè ho immaginato che
finisse come sempre...
Quando ho visto i vecchi
tromboni di partito lanciare i 3 giorni di rabbia, mi sono detta
“davvero? E perchè 3 e non 4?”. No, ma scusate eh... ma di che
cazzo si sta parlando? Della Palestina, no?
100 anni di oppressione,
di rapimenti, di torture, di uccisioni, di furti da parte di
israele.... E arrivano sti vecchi tromboni di partiti palestinesi
(tutti) ad indire 3 giorni di rabbia....
E invece, anche questa
volta, gli shebab che si mettono subito in moto pronti a morire, ve
l'hanno messo nel culo.
Perchè? Perchè oggi
erano 5 giorni ed erano ancora lì a farsi sparare, arrestare ed
uccidere senza il comando dei partiti. E non per Gerusalemme, ma per
la Palestina (io le pagine facebook degli shebab le leggo....).
Certo, ci sarà un calo
delle manifestazioni fra un po', anche a Beit Ill, o a Gaza; perchè
arriva la stanchezza fisica, gli impegni di studio e/o lavoro (per
chi ce l'ha). Ma, i palestinesi non si fermeranno mai e per il solito
semplice motivo: non hanno nulla da perdere perchè gli è già stato
tolto tutto.
Sabato a Bologna non si
camminava dalla tante gente che c'era, nella città addobbata con le
stelle israeliane... E su facebook leggo “intifada” e ci sono i
leader dei partiti palestinesi che annunciano la “lotta” con
tweet e post.... Dai porca troia, andate in Palestina e cercate di
capire che cazzo sta succedendo sennò unitevi a quelli di sabato per
lo shopping in centro, è meglio.
Alcuni dati di questi giorni che i media si dimenticano di dire:
- sono stati feriti 17 soldati israeliani da lancio di pietre e molotov sulle auto.
- sono stati feriti 1302 palestinesi da proiettili veri, rubber bullet, gas e bombardamenti.
- 5 palestinesi uccisi a Gaza.
In questo momento, israele, sta tenendo ancora in arresto i corpi di 15 palestinesi uccisi, martiri. Vi pubblico i loro nomi e dati affichè si sappia:
- sono stati feriti 1302 palestinesi da proiettili veri, rubber bullet, gas e bombardamenti.
- 5 palestinesi uccisi a Gaza.
In questo momento, israele, sta tenendo ancora in arresto i corpi di 15 palestinesi uccisi, martiri. Vi pubblico i loro nomi e dati affichè si sappia:
1) Abdel-Hamid Abu Sorour, 19 anni, proveniente dal campo profughi di Aida, Betlemme, ucciso il 20/4/2016.
2) Mohammed Nasser Mahmoud al-Taraira (16 anni), di Hebron, è stato martirizzato il 30/6/2016.
3_ Mohammed Jabara Ahmed al-Faqih (29 anni), da Surif, Hebron, e fu martirizzato il 27/7/2016.
4_ Rami Muhammad Za'im Ali al-Urtani (31 anni), da Nablus, è stato martirizzato il 31/7/2016.
5_ Musbah Abu Sbeih (39 anni), da Silwan nella Gerusalemme occupata, è stato martirizzato il 9/10/2016.
6_ Fadi Ahmed al-Qanbar (28 anni), proveniente da Gerusalemme occupata, e martirizzato l'8/1/2017.
7_ Adel Hassan Ankoush (18 anni), del villaggio di Deir Abu Meshaal, è stato martirizzato il 16/6/2017.
8_ Baraa Ibrahim Atta (18 anni), del villaggio di Deir Abu Meshaal, è stato martirizzato il 16/6/2017.
9_ Osama Ahmed Atta (19 anni), del villaggio di Deir Abu Meshaal, è stato martirizzato il 16/6/2017.
10 - Nimer Mahmoud al-Jamal (36 anni) dal villaggio di Beit Surik, martirizzato il 26.9.2017.
11_ Bader Kamal Musabih, della città di Deir al-Balah, fu martirizzato l'11/2017.
12_ Shadi Sami Al-Hamri, della città di Deir Al-Balah, è stato martirizzato il 3/11/2017.
13_ Muhammad Khair al-Din al-Buhaisi, della città di Deir al-Balah, è stato martirizzato il 3/11/2017.
14_ Alaa Sami Abu Ghorab, della città di Deir Al-Balah, è stato martirizzato il 3/11/2017.
15_ Ahmed Hassan al-Sabakhi, del campo profughi di Nusseirat, è stato martirizzato il 3/11/2017.
2) Mohammed Nasser Mahmoud al-Taraira (16 anni), di Hebron, è stato martirizzato il 30/6/2016.
3_ Mohammed Jabara Ahmed al-Faqih (29 anni), da Surif, Hebron, e fu martirizzato il 27/7/2016.
4_ Rami Muhammad Za'im Ali al-Urtani (31 anni), da Nablus, è stato martirizzato il 31/7/2016.
5_ Musbah Abu Sbeih (39 anni), da Silwan nella Gerusalemme occupata, è stato martirizzato il 9/10/2016.
6_ Fadi Ahmed al-Qanbar (28 anni), proveniente da Gerusalemme occupata, e martirizzato l'8/1/2017.
7_ Adel Hassan Ankoush (18 anni), del villaggio di Deir Abu Meshaal, è stato martirizzato il 16/6/2017.
8_ Baraa Ibrahim Atta (18 anni), del villaggio di Deir Abu Meshaal, è stato martirizzato il 16/6/2017.
9_ Osama Ahmed Atta (19 anni), del villaggio di Deir Abu Meshaal, è stato martirizzato il 16/6/2017.
10 - Nimer Mahmoud al-Jamal (36 anni) dal villaggio di Beit Surik, martirizzato il 26.9.2017.
11_ Bader Kamal Musabih, della città di Deir al-Balah, fu martirizzato l'11/2017.
12_ Shadi Sami Al-Hamri, della città di Deir Al-Balah, è stato martirizzato il 3/11/2017.
13_ Muhammad Khair al-Din al-Buhaisi, della città di Deir al-Balah, è stato martirizzato il 3/11/2017.
14_ Alaa Sami Abu Ghorab, della città di Deir Al-Balah, è stato martirizzato il 3/11/2017.
15_ Ahmed Hassan al-Sabakhi, del campo profughi di Nusseirat, è stato martirizzato il 3/11/2017.
Le forze di occupazione israeliane hanno anche arrestato 134 giovani palestinesi, tra cui 54 bambini.
Buon natale Palestina?
p.s.: sta battuta non
posso evitarmela.. “ma progetto dreyfuss, non la divulga sta
notizia?...http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2017/12/07/avvelenamento-da-tallio-arrestato-nipote-delle-vittime-_bc78ecc7-e495-4a03-9576-c6dd99951943.html “
mercoledì 6 dicembre 2017
domenica 3 dicembre 2017
martedì 21 novembre 2017
PROCESSO DA IMPUTATA: I GIORNALI OGGI...
Mi hanno mandato la foto
di due articoli usciti oggi su “il retto del carlino” e “il
corriere” di Ravenna. Sono anonimi :)
Eh...non c'è il nome di
chi li ha scritti, nonostante ieri i due giornalisti fossero lì in
aula a prendere appunti (non do permesso per le registrazioni), con
le loro facce... Vabbè...
I due articoli fanno
pena. Non perchè dicano il falso, ma come articoli fanno pena.
Da lettrice malcapitata,
dò i voti a come a scuola:
- padronanza della lingua, capacità espressive, logico linguistiche: 0,5 ( Si esprime in modo scorretto pur se comprensibile; usa un lessico improprio)
- Conoscenza specifica degli argomenti richiesti, aderenza alla traccia: 1 (Non ha capito la consegna e mostra una limitata conoscenza dell’argomento)
- Capacità di organizzare un testo: 1 (Svolge il discorso in modo frammentario o incompleto)
- Capacità di elaborazione critica, originalità e/o creatività: 0 (Manca di originalità, creatività e capacità di rielaborazione)
Voto
complessivo attribuito alla prova: 2,5
Non hanno colto la
lezione di giornalismo, ma non avevo dubbi. C'è una frase però che
mi ha colpito: “da qui si vede la differenza fra essere un
giornalista ed un blogger”. Non ho capito in che senso intendessero
loro, ma il senso che posso dargli io è uno solo: voi siete piegati
a 90° e dovete scrivere ciò che dicono i vostri padroni; io non ho
padroni.
Coraggio....
lunedì 20 novembre 2017
MAURI
Sabato 18 novembre abbiamo salutato il compagno Mauri. E' stata vergognosa la presenza della digos al funerale, schierati per vedere chi c'era al cimitero della Certosa di Bologna. Ancor più vergognoso l'articolo uscito sul "il retto del carlino" il giorno dopo, dove come "vecchie checche da avanspettacolo", la digos parla di cori e petardi contro di loro.
E' falso. L'auto è stata presa a "vaffanculo, merde, andate via". Giustamente. Ma, i cori, i botti, i fuochi d'artificio erano tutti per Mauri. Eravamo lì per lui.
Sulla morte, non trovo mai le parole giuste....solo il silenzio e il coro per Mauri:
"Mauri è vivo e lotta assieme a noi, le nostre idee non moriranno mai".
E' falso. L'auto è stata presa a "vaffanculo, merde, andate via". Giustamente. Ma, i cori, i botti, i fuochi d'artificio erano tutti per Mauri. Eravamo lì per lui.
Sulla morte, non trovo mai le parole giuste....solo il silenzio e il coro per Mauri:
"Mauri è vivo e lotta assieme a noi, le nostre idee non moriranno mai".
PROCESSO DA IMPUTATA (CMC)
Questa mattina vi è
stata l'ennesima udienza a Ravenna per la denuncia di diffamazione
aggravata a mezzo stampa della CMC (cooperativa muratori cementisti
italiani) ove sono imputata. In aula, difesa dall'Avv. Ettore Grenci
e, fuori dall'aula..digos, carabinieri e “giornalisti”. Spero che
quest'ultimi abbiano avuto una lezione di giornalismo ascoltando il
mio esame.
Come saprete, il 15
agosto, il presidente della CMC, Matteucci, è morto per infarto.
Rimane in piedi la costituzione civile, rifiutata dal giudice,
invece, “l'improvvisata” di un sostituto testimone senza essere
stato messo agli atti. (Giustamente).
Non essendoci l'esame del
testimone dell'accusa, si è passati al mio esame e contro-esame. Lo
pubblico affichè possa servire ai prossimi.
Forse, la frase con la
quale chiudo il mio esame, mi procurerà un'altra denuncia, da parte
della comunità ebraica. Ma, lotto per il diritto di ognuno di avere
la libertà di definire israele per ciò che è.
MIO ESAME
Sign Giudice rettifico su
quanto scritto “muro che separa israele dalla Palestina” con
“muro israeliano in Palestina”.
Una breve, ma
indispensabile, premessa per contestualizzare ciò che è oggetto di
denuncia:
- cos'è il muro?E' lungo 752 km, alto 10 mt. Il 70% è in cemento, il restante in barriera o barriera elettrificata o in costruzione. Non segue la green line riconosciuta nel 1949 anche da israele, ma segue piuttosto la costruzione degli insediamenti camminando di pari passo. Talvolta la sua costruzione dell'insediamento è in simultanea con la costruzione dell'insediamento. Fanno parte del muro i checkpoint, i gate, le torrette armate. La costruzione del muro è iniziata nel 2002 e l'intera opera venne presentata come “muro di difesa”, ma questo solo nella versione internazionale (website difesa israeliana in inglese); nello stesso website in versione ebraica era presentato come “muro di separazione”. Di questo si accorse una giornalista che contestò l'utilità del muro per fermare gli attacchi palestinesi, visto che oarte dei palestinesi erano nei territori del '48 per “annessione”.
- Cosa sono gli insediamenti?Gli insediamenti illegali israeliani sono colonie dette “illegali” perchè violano la green line e gli accordi di Oslo. Il procedimento per la costruzione è questo: in primis arrivano i soldati israeliani che consegnano l'avviso cartaceo ai contadini palestinesi che quel pezzo di terra è diventato “zona c” ovvero sotto il controllo israeliano e che la zona adiacente è diventata “zona b”. Il tutto per motivi di sicurezza. Il contadino ha poche ore/giorni per lasciare la casa e la terra. I soldati israeliani piantano le tende e stazionano sul posto, nel frattempo la terra viene recintata. Le tende militari diventano container ed iniziano i lavori di costruzione delle case a pari passo con la costruzione del muro in cemento, nella maggior parte dei casi.
- Come vengono costruite le case?In blocchi di pietra tagliati dalle colline della Palestina. La Palestina è piena di cave che dono diventate anche una devastazione ambientale. Le case sia che sono israeliane o palestinesi, pertanto, sono costruite da questi blocchi di pietra dove fra l'una e l'altra pietra, sì, ci sono quei cm di cemento... E' questo un punto fondamentale ed è bene ricordare che i palestinesi non possono costruire case (pochissime).
Ora... un'azienda o una
cooperativa che costruisce grandi opere (Dal Molin, Sigonella, TAV,
dighe..) è credibile che vada fin là per mettere due cm di cemento
fra una pietra e l'altra e non partecipi alla costruzione del muro
davanti a quella casa?
Tutta la documentazione
della costruzione del muro è segregata al ministero della difesa
israeliano Tel Aviv.
Io ho appreso di questo
coinvolgimento da una conferenza pubblica nel Comune di Ravenna dove
i relatori erano Moni Ovadia e l'allora assessora Elettra Stamboulis.
Poco dopo uscì la vignetta di Gianluca Costantini; ma soprattutto le
loro dichiarazioni in quella conferenza furono confermate dal web
giornale sionista “informazione corretta”.
Erano fonti autorevoli ed
io, da cittadina, non ho fatto altro che ripetere la loro notizia.
Attribuìì con un “forse” il 20% alla Pizzarotti di Parma perchè
in quel momento vi era in ballo la costruzione della ferrovia
Gerusalemme-Tel Aviv, ma con un “forse”(...mia deduzione).
Andiamo ora sul termine
“nazista”....
Citazioni di fonti più
autorevoli di me ed oltretutto, tutti ebrei.
“Se gli israeliani non
vogliono essere accusati di essere come i nazisti devono
semplicemente smettere di comportarsi da nazisti” di Norman
Filkenstein.
“Ciò a cui stiamo
assistendo è uno spettacolo triste: i discendenti delle vittime dei
nazisti stanno trasformando Gaza in un campo di concentramento” di
Zygmunt Bauman
“israele, un partito
fascista per il quale terrorismo e menzogna sono gli strumenti” di
Albert Enstein
“il tribunale di
Norimberga era falso, ce ne vorrebbe uno vero per israele” di Gilad
Atzmon.
I miei stessi film sono
prove della fondatezza di queste affermazioni.
Ma soprattutto:
- A quell'epoca dell'accaduto uscivo da una campagna elettorale e comunque ero un personaggio pubblico politico. In quanto tale avevo il diritto di una critica politica.
- Oggi.... ho vissuto in Palestina per due anni, in quella prigione a cielo aperto. Teatro di ogni tipo di orrore e violenza alla quale ho assistito ed ho vissuto. Ho documentato tutto limitandomi ad accendere la telecamera e ho cercato di fare da scudo umano con il mio corpo quando i soldati israeliani sparavano ai bambini. Per questo motivo mi hanno sparato, rapita, imprigionata, torturata e deportata.
Io,
oggi, il diritto di chiamarli nazisti, lo pretendo!
mercoledì 15 novembre 2017
DELLA VIOLENZA, DEGLI STUPRI, DELLA MERDA, DELLA DIGNITA'
Ci sono avvenimenti della
vita che non te li togli nemmeno se ti freghi la pelle con la
paglietta di ferro facendo la doccia. Sono questi avvenimenti che
creano la persona. Si esprime ciò che si aveva dentro con violenza.
Alcuni diventano “luce” perchè avevano dentro di sé un lumino,
altri diventano merda perchè dentro di sé avevano solo lo stronzo
di ciò che avevano mangiato. In entrambi i casi, ripeto, si rivelano
con violenza; perchè è violenta la luce che illumina la merda ed è
violenta la merda che cresce e si muove.
Non è che aver subito
stupro e molestie, mi dia adito a parlare, ma fa parte di me, di ciò
che sono; della mia violenza.
Uno stupro è quando la
parte più intima di te viene presa senza il tuo consenso, contro la
tua volontà.
Una molestia sessuale è
quando una tua intimità viene toccata e un tuo muro difensivo viene
passato senza il tuo consenso. E per “intimità” non intendo solo
zone fisiche del corpo, ma anche zone mentali.
Stupro e molestia hanno
due muri che vengono infranti: il corpo e la mente. Se alla molestia
e/o allo stupro cerchi di difenderti con il muro della forza fisica o
con il muro della mente, si innesca un'altra violenza che è quella
dell'inferiorità al mostro che ti sta prendendo.
E' banale ciò che ho
scritto fino a qui? Beh, forse è meglio ribadirlo e mi va di
ribadirlo in questo modo: senza aver mai usato “donna” o “uomo”.
Parto infatti da ciò che
dovrebbe essere ovvio per scrivere il seguito.
(Da “educazione
siberiana”): “ …..... un branco di lupi che erano messi un po’
male perché non mangiavano da parecchio tempo, insomma
attraversavano un brutto periodo. Il vecchio lupo capo branco
tranquillizzava tutti, chiedeva ai suoi compagni di avere pazienza e
aspettare, tanto prima o poi sarebbero passati branchi di cinghiali o
di cervi, e loro avrebbero fatto una caccia ricca e si sarebbero
finalmente riempiti la pancia. Un lupo giovane, però, che non aveva
nessuna voglia di aspettare, si mise a cercare una soluzione rapida
al problema. Decise di uscire dal bosco e di andare a chiedere il
cibo agli uomini. Il vecchio lupo provò a fermarlo, disse che se lui
fosse andato a prendere il cibo dagli uomini sarebbe cambiato e non
sarebbe più stato un lupo. Il giovane lupo non lo prese sul serio,
rispose con cattiveria che per riempire lo stomaco non serviva a
niente seguire regole precise, l’importante era riempirlo. Detto
questo, se ne andò verso il villaggio. Gli uomini lo nutrirono coi
loro avanzi, e ogni volta che il giovane lupo si riempiva lo stomaco
pensava di tornare nel bosco per unirsi agli altri, però poi lo
prendeva il sonno e lui rimandava ogni volta il ritorno, finché non
dimenticò completamente la vita di branco, il piacere della caccia,
l’emozione di dividere la preda con i compagni.
Cominciò ad andare a
caccia con gli uomini, ad aiutare loro anziché i lupi con cui era
nato e cresciuto. Un giorno, durante la caccia, un uomo sparò a un
vecchio lupo che cadde a terra ferito. Il giovane lupo corse verso di
lui per portarlo al suo padrone, e mentre cercava di prenderlo con i
denti si accorse che era il vecchio capo branco. Si vergognò, non
sapeva cosa dirgli. Fu il vecchio lupo a riempire quel silenzio con
le sue ultime parole:
“Ho vissuto la mia vita
da lupo degno, ho cacciato molto e ho diviso con i miei fratelli
tante prede, così adesso sto morendo felice. Invece tu vivrai la tua
vita nella vergogna, da solo, in un mondo a cui non appartieni,
perché hai rifiutato la dignità di lupo libero per avere la pancia
piena. Sei diventato indegno. Ovunque andrai, tutti ti tratteranno
con disprezzo, non appartieni né al mondo dei lupi né a quello
degli uomini … Così capirai che la fame viene e passa, ma la
dignità una volta persa non torna più”
Una persona che accetta
che il proprio muro venga infranto in cambio di lavoro, successo,
soldi è una persona che sceglie di vendere la propria dignità. E'
una merda. Non è una vittima di stupro e/o molestia. Ha scelto. Si
può pulire i cessi e non fare film, ma si vive con la dignità.
Una persona che compra il
passaggio del muro di quella persona per dargli lavoro, successo,
soldi è una persona che compra la dignità altrui. E' una merda.
Puoi masturbarti, e con gusto, fra le mura di casa tua. Non hai
bisogno di comprare la dignità altrui; questo è un altro tipo di
gusto.
E' inaccettabile che una
merda venga, oggi, venduta come “luce”. Ovviamente anche chi fa
quest'azione di “vendere merda come luce”, è una merda.
Se lasciamo che la merda
si espanda, sarà sempre più difficile vedere la luce.
E' inaccettabile,
pertanto, che venga anche solo presa in considerazione o in
discussione chi ha scelto di farsi toccare, usare, scopare, in cambio
di carriera o altro; ancor di più che venga riconosciuta come
“vittima”.
E' inaccettabile che ci
si indigni e si scenda in piazza per le “donne vittime di aver
scelto” che, in realtà, si stuprano da sole facendosi usare da
bandiere spettacolarizzanti la loro scelta.
“me la son dovuta far
leccare per far carriera”. Questa sarebbe la dignità da portar
come bandiera?
La dignità sta in tutti
quegli uomini e donne (lupi) che hanno scelto di non vendersi, hanno
scelto di vivere alla fame. Tutti quegli uomini e quelle donne che
dicono “no”, tutti i giorni....stringendo i denti, per la fame.
E' dura, sapete?
Ma è senz'altro più
dura per chi, invece, è veramente vittima di stupro/molestia.
Penso a tutti quegli
uomini e donne, che vengono stuprati/e e/o molestati ogni minuto
nella mente e nel corpo; nelle prigioni.
Penso a tutti quegli
uomini e donne, che vengono molestati/e dalle merde che hanno preso
potere.
Penso a tutti quegli
uomini e donne, che hanno urlato “no”, che si sono difesi, che
lottano e picchiano con voce e pugni per continuare a difendersi.
E' dura, sapete?
Oggi, viene smerdato un
uomo che ha allungato le mani su aspiranti attrici che volevano far
carriera (e hanno scelto), per illuminare una donna che fa l'attrice
e che però ha ammazzato i bambini palestinesi (vedi Wonder Woman).
(solo per fare un esempio).
Insomma, oggi,
l'importante è che abbiate la figa e vi propagandiate come vittime.
Uomini e donne vi faranno icona.
Da donna, stuprata,
sparata, rapita, imprigionata, torturata e deportata..il mio
messaggio a chi si è venduto la dignità, a chi ha comprato la
dignità, a chi vende la storia di chi ha venduto e comprato, a chi
scende in piazza per la storia di chi ha venduto e comprato:
“merde, io vi sputo,
con violenza”.
E questo, mi sentivo di
scriverlo, per le vere vittime e per gli eroi che dicono “no” e
che tirano pugni...con violenza.
ISOLATA...
Avviso chi mi legge solo su questo blog, che da lunedì sono praticamente isolata. La nevicata di un mt ha provocato diversi danni, fra i quali la mancanza di energia elettrica (oltre ad internet che già funziona come il culo quassù in montagna). Sono giorni un pò così, di difficoltà...perchè ovviamente manca anche il riscaldamento.
Quindi, riesco a connettermi davvero pochissimo e la funzionalità del cellulare è relativa a quanta corrente elettrica ci stanno dando e quando.
Quindi, riesco a connettermi davvero pochissimo e la funzionalità del cellulare è relativa a quanta corrente elettrica ci stanno dando e quando.
sabato 11 novembre 2017
Crimine di tortura nelle prigioni e nei centri di detenzione dell'Autorità palestinese
Buongiorno Palestina e resto del mondo occupato dal mostro sionista israeliano.
A Londra è stato presentato il rapporto del PCHR dal titolo "Crimine di tortura nelle prigioni e nei centri di detenzione dell'Autorità palestinese".
Il rapporto denuncia la tortura applicata in sede di interrogatorio da parte dell'Autorità palestinese sui palestinesi. E faccio notare che sono quasi tutti palestinesi presi perchè contro l'occupazione israeliana. Ad essere chiamati in causa sono: la polizia, la sicurezza interna, l'intelligence, la sicurezza preventiva (sia di Gaza che della Cisgiordania). 7 casi di decesso durante l'interrogatorio (3 in Cisgiordania e 4 a Gaza).
Mi auguro che il PCHR faccia un rapporto anche sui "metodi di insegnamento nelle scuole della Cisgiordania (non posso essere testimone per Gaza). Sui "maestri del bastone e delle botte" dei quali ho preso conoscenza attraverso le voci dei bambini palestinesi. Qui vi allego l'ultima denuncia di qualche giorno fa, a Nablus. Il bambino si chiama Ahmed. Coraggio da leoni ad aver denunciato pubblicamente.
giovedì 9 novembre 2017
ATTENZIONE: PER CHI CERCA LAVORO ALL'ESTERO...
Scrivo questa piccola
tragedia personale (una delle tante nella mia vita), non per
sputtanare l'agenzia per la quale ho lavorato, ma affinchè sia
d'informazione per chi cerca lavoro all'estero.
In quest'Europa di sta
ceppa siamo in tanti a buttarci nel lavoro stagionale all'estero. La
scorsa estate anch'io ho lasciato i miei piccoli lavoretti bolognesi
per fare la stagione in Spagna (buon stipendio, vitto e alloggio
compreso) in più a lavorare sulla Costa Brava non è male. Forte
anche di un sapere... con una legge del 1975, per i lavoratori che
rimpatriano anche solo dopo pochi giorni (quindi non dipende da
quanto tempo si lavora all'estero), l'I.N.P.S. Paga l'indennità per
rimpatriati che è pari alla disoccupazione, per 6 mesi. La si può
richiedere solo una volta senza essere legati alla durata del lavoro,
dalle volte successive si parte da un minimo di 12 mesi.
Così, sentite altre
esperienze che pur avendo lavorato solo pochi giorni, godono
dell'indennità di disoccupazione, sono intenzionata a fare lo
stesso. Ne ho diritto....
Però mi faccio tutta la
stagione (luglio ed agosto). Nel mentre, mi reco all'ufficio per
l'impiego spagnolo per richiedere il modello U1, che è quello che
richiede l'Inps per liquidare il lavoratore dell'indennità (oltre a
busta paga e contratto).
Lì in Spagna scopro che
l'agenzia interinale che mi ha fatto il contratto ha sede legale in
Lettonia, a Riga e che quindi l'U1 deve essere emesso da là.
Allarmata chiamo l'agenzia e vengo subito tranquillizzata che ci
penseranno loro a richiederlo e farmelo avere.
Finisco la stagione, sono
pronta a rientrare in Italia, ma ancora l'U1 non me lo danno...
Rientro in Italia e il
giorno dopo vado subito all'ufficio di collocamento a Bologna per
fare la D.I.D. (dichiarazione d'immediata disponibilità al lavoro).
Anche questo è un passaggio fondamentale per ricevere l'indennità,
che ho fatto.
Nel frattempo, dopo
ripetute mail e messaggi whatsapp alla mia agenzia, mi mandano un
documento che si chiama A1 (quindi non quello che avevo richiesto).
Li ricontatto chiedendo che cazzo era sta roba che non avevo mai
chiesto.... e mi dicono che mi faranno avere l'U1 entro 30 giorni.
Siamo al 5 settembre. Ok?
Poi, cerco un patronato
che mi presenti la domanda. Porto tutta la documentazione che ho e
anche loro mi dicono che non appena avrò l'U1 di protocollarlo
direttamente all'Inps.
Inizio a massacrare di
mail la mia agenzia senza avere risposta.....
Ad ottobre iniziano a
tornarmi indietro le mail perchè pare non funzioni più l'indirizzo
mail dell'agenzia....
Il 13 ottobre mi
chiama il patronato dicendomi che l'Inps chiedeva l'U1...gli faccio
presente che secondo la legge è l'Inps che deve richiederlo all'ente
estero qualora il lavoratore ne sia sprovvisto, ma mi consigliano di
insistere a chiederlo io all'agenzia che mi ha assunta...
Ri-scrivo alla mia
agenzia, usando altri indirizzi mail, e il “solito” con il quale
ho parlato (sempre per scritto) mi dice che mi ha cercato
telefonicamente proprio il giorno precedente per chiedermi
l'indirizzo per inviarmi via posta l'U1...!???!!
“L'indirizzo”...mi
hanno fatto il contratto di lavoro...ce l'hanno l'indirizzo,
vabbè...gli rispondo e lui mi risponde che è stato inviato per
posta.
Ne sollecito l'invio via
mail per urgenza perchè l'Inps ne ha bisogno subito. E lì parte di
nuovo il silenzio.... Fino a quando mi risponde dandomi un indirizzo
mail della sede dell'agenzia in Lettonia che si sta occupando della
mia richiesta.
Siamo a due settimane
fa.
Le scrivo e mi dice che
si interesserà appena avrà tempo...
Passano i giorni, son
passati mesi e io, nel frattempo, sto terminando i soldini....
ok?????
Arriviamo a lunedì
scorso:
vado
all'Inps a protocollare un ricordo “che come è scritto nel loro
sito nella pagina di questa legge, è l'Inps che chiede l'U1 al paese
estero qualora il lavoratore ne sia sprovvisto”. Protocollo
all'ufficio Inps di Bologna e la tipa che se ne occupa si incazza
perchè dice che non è vero, oltretutto per la Lettonia che non è
convenzionata con l'Italia.
Esco
e controllo le mail sul cellulare (visto che ero lì, magari mi
arrivava l'U1 e lo consegnavo subito...).
E,
trovo l'ennesima doccia fredda di sti stronzi: mail della sede in
Lettonia della mia agenzia che mi riferisce che hanno tentato di
avere l'U1, ma che la prassi è che vada il diretto interessato
nell'ufficio dell'Autorità lettone a chiederlo e pertanto che DOVEVO
ANDARE IO IN LETTONIA ALLO SPORTELLO A RICHIEDERE L'U1.
In
tasca ho le sole 5 euro per tornare con il bus a casa.
Quando
sono sull'autobus e mi viene da piangere, decido di chiamare la mia
ex collega, per aggiornarla...le avevo detto io di come fare a
prendere sti indennità, sicuramente sarà messa come me; ma almeno
ci sfogheremo in due...
La
chiamo, lei è nel Lazio; mi lascia raccontare tutta la storia e alla
fine mi dice “Samà, mi spiace che ti sia andata così...me l'hai
detto tu dell'indennità....ma io l'ho presa, già dal mese scorso,
con i tuoi stessi documenti”.
Sbang!!
Mi suicido?
Chiamo
il patronato (per capire se sono loro che hanno scazzato). Chiamo un
amico di un altro sindacato (per avere un altro parere). Ed entrambi
mi danno la stessa risposta: “sì, in altre regioni liquidano senza
impuntarsi su questo documento, anche perchè la prova del lavoro gli
sarebbe già stata data con contratto, buste paga e A1), ma qui in
Emilia – Romagna fanno così. Non si può fare nulla.
Torno
a casa....e fortuna che non abito al quinto piano....
Faccio
un passo indietro: nel mentre che si aspetta l'indennità, se inizi a
lavorare, la perdi. O meglio, ti verrà data quando rismetterai di
nuovo di lavorare. Quindi, io, da settembre ad oggi...ho rifiutato
dei lavori perchè ero convinta che mi stesse arrivando
l'indennità....
Arriviamo a martedì:
quando scrivo direttamente all'ufficio per l'impiego in Lettonia,
spiegandogli tutta la storia. Questi mi rispondono inviandomi un
modulo di richiesta per l'U1 (in lettone), da rimandare in Lettonia
compilato e firmato e per posta, non via mail.
Lo
stampo, lo compilo (usando google traslate) e lo firmo e glielo mando
via mail per accelleare i tempi e chiedendo gentilmente di
anticiparmelo via mail e i tempi...
Arriviamo a questa
sera: dalla Lettonia mi
rispondono che la mia firma su quel modulo di richiesta potrebbe
essere non autentica e pertanto che aspetteranno il modulo via posta
e che da suo ricevimento passeranno altri 15 giorni più la
spedizione.
Ora:
- l'agenzia per la quale ho lavorato in Spagna ha ovviamente una sede fittizia in Lettonia per non pagare le tasse.
- Mi hanno scritto una marea di balle e non si sono minimamente preoccupati di mettermi in contatto prima con quest'ufficio in Lettonia al quale dovevo richiedere il modulo.
- L'Inps in Emilia Romagna se ne fotte.
- La mia collega... (sono felice per lei che ha preso l'indennità), lei, al quale gliel'avevo detto io e io ….no.
L'agenzia
per la quale ho lavorato si chiama workeurope.eu , mi ha mandato una
mail questa sera dove mi propongono un lavoro in Finlandia......non
so ancora cosa farò, sto messa di piangere.
Che
questa storia insegni una cosa: il primo che sostiene che le persone
non hanno potere, si legga questa storia. Guardate quanto potere
hanno di rovinare la vita ad una persona.
Arriviamo ad ora:
temo ad aprire le mail...tanto sono sicura che non ci sarà nulla di
buono, ma decido di pubblicare l'articolo. Non si sa mai, magari a
qualcuno può servire, o magari a qualcuno viene un'idea di come
fargliela pagare (almeno quello, cazzo).
domenica 5 novembre 2017
MI BUTTO....
Dicono che i miei film siano “troppo
reali”, che “è come vivere la scena se ci fossi dentro”. Ho
avuto la possibilità di riprendere momenti, non mettendomi a lato
(con il cavalletto) e semplicemente... “filmare”, ma di stare in
mezzo e filmare. In mezzo alla bellezza, agli scontri, alle lacrime,
alle bombe.
Ora mi butto in rete, posso buttarmi in
mezzo ai vostri matrimoni, alle vostre feste di compleanno, ai vostri
momenti di laurea, e così via.....
Lavoro da autonoma con ritenuta
d'acconto sia per le video riprese, sia per il montaggio video che
posso realizzare anche con i filmati dei vostri telefonini.
Per realizzare 3 film ho fatto di tutto
(pulizie, cameriera) a testa alta.... ma non vedo perchè non debba
provare a fare il mio lavoro.
Samantha Comizzoli
giovedì 19 ottobre 2017
ANDARE E STARE IN LIBANO
Prima di partire per il
Libano avevo cercato online qualche consiglio su “cose da sapere e
da vedere”. Non c'è quasi un cazzo rispetto alla realtà del
Libano. Addirittura il solito articolo pubblicato con copia/incolla
su più siti. Mi ero riproposta di scrivere, quindi, quello che
consiglierei o sconsiglierei.
Prima di iniziare, non
dimenticate mai che il Libano, grande poco più dell'Abruzzo, ha 18
religioni diverse; una guerra civile di 30 anni fa circa, e la guerra
con israele nel 2007.
Il mio primo consiglio
riguarda la prenotazione del volo (non c'è volo diretto dall'Italia
a prezzi modici). Prenotate direttamente dalla compagnia aerea e
diffidate di siti web intermediari; questo perchè nel caso accada
qualcosa e incontriate la necessità di cambiare il volo, vedrete
sorci verdi se prenotate con siti web di intermediazione (a me è
successo un casino).
Farete quasi sicuramente
tappa ad Instabul per qualche ora. Non è vero che negli aeroporti
turchi c'è il wi-fi libero. Dovete consumare ai ristoranti supercari
al secondo piano e lì vi daranno la loro password. Al primo piano
c'è la “terrazza”, dove si può fumare....trattasi di gabbia in
vetro dove il fumo ti entra nei polmoni anche senza accendere la
sigaretta. Negli aeroporti di Instabul è pieno di coloni israeliani
e/o rabbini (lo dico per chi come me avrebbe voglia di prenderli a
calci in culo). In Libano gli israeliani non possono entrare e non
entri anche se hai un timbro di israele sul passaporto (idem come
sopra).
Ora....siete arrivati a
Beirut...e avete il primo grosso problema: come lasciare l'aeroporto.
L'aeroporto è su due
piani. Al primo piano (quello degli atterraggi) ci sono fuori i taxi
che aspettano. Attenzione, questo sarà uno dei punti fondamentali
della vostra permanenza in Libano. I taxi in Libano non hanno
tassametro e i prezzi delle corse vengono fatti dai tassisti in base
a molti fattori: siete simpatici o no, siete turisti o no, quante
valigie avete, in quale hotel andate. In ogni caso, cercheranno di
fregarvi i soldi, e non pochi. Non ci sono bus da e per l'aeroporto
(tranne uno che si ferma ad un km di distanza). Se, invece, prendete
la scala mobile e andate al secondo piano, troverete fuori qualche
tassista abusivo. Il discorso di fregarvi i soldi vale uguale, ma
sono comunque più economici. Sappiate comunque che dall'aeroporto a
Beirut il prezzo non dovrebbe superare il 20 mila pound libanesi.
Mille pound libanesi corrispondono a un euro e settanta. Non
prenotate mai il taxi tramite hotel, c'è un ulteriore sovra prezzo.
Poichè non avrete
internet sul telefono, escludete la possibilità dell'app “uber”,
che c'è...ma senza internet...ciaone.
Alloggi:
gli hotel a Beirut sono
carissimi. Consiglio comunque il Rage hotel ad Hamra. E' un vecchio
hotel con vista sugli hotel distrutti e schiacciato da quelli nuovi.
Mi sono trovata benissimo. Prezzi più che accettabili.
Funziona molto bene
airbnb, ma anche qui c'è da fare molta attenzione. Su 3 posti dove
ho alloggiato, uno era una fregatura perchè non era un appartamento,
ma un dormitorio di 8 piani nel porto industriale di Beirut. Stanza
senza finestra, senza aria condizionata e impossibile dormire con la
porta aperta perchè dava direttamente su tutti i traffici nelle
strade del porto. Ho passato lì solo una notte, dopo aver pagato la
settimana intera su airbnb e chiesto il rimborso (mi rimborsano solo
due notti). La zona con meno “sorprese” per airbnb è quella di
Hamra, ed è anche quella dove troverete tutto perchè è la zona
dell'università americana. Molto, ma molto cara.
Armenia streeth, invece,
è la zona di pub e locali. Bella, troppo hipster per miei gusti e
troppo cara. Ma se volete farvi una birra andateci. Qui troverete
anche una scalinata dipinta dove ogni tanto fanno degli eventi a
“birra free”. Non consiglio ristoranti perchè non ne ho provati,
troppo cari. Ho mangiato il classico pane arabo con zaatara o
formaggio sia a pranzo che a cena tutti i giorni. Quasi meglio di
quello in Palestina, ma avendo mangiato solo quello, credo che per un
bel po' non mi mancherà. L'acqua del rubinetto non è potabile e non
ci potete nemmeno cucinare, perchè è quella diretta dal mare.
Questo significa che dovrete comperare bottiglie d'acqua, ma
significa anche che l'acqua per lavarvi è quella che è. Non è solo
salata....purtroppo il mare del Libano ha vissuto il più grande
disastro ambientale del Mar Mediterraneo, nel 2007. israele bombardò
una petroliera per due giorni. Per ben 10 giorni, israele, impedì ai
libanesi di avvicinarsi per fermare la fuoriuscita di petrolio e
spegnere le fiamme. Morirono tutti i pesci e il petrolio arrivò
sulle spiagge e quasi fino in Turchia. Stimarono 10 anni per la
completa riabilitazione del mare, ma se oggi andate su una spiaggia
di Beirut e scavate un po' con le mani, vi uscirà ancora il greggio.
Pertanto noterete subito
i danni di quell'acqua sulla vostra pelle e sui vostri capelli (per
non parlare dell'incremento di tumori in questi dieci anni). Altresì
in tutto il Libano, la corrente elettrica viene interrotta tutti i
giorni per 3 ore. Tutte le case hanno il generatore, le strade
pubbliche, invece, non hanno illuminazione. Internet funziona a colpi
o non funziona proprio.
Beirut rispecchia il
resto del Libano: un piccolo territorio per un'infinità di realtà
completamente diverse. Il quartiere armeno è completamente diverso
da quello di Ashrafieh nonostante siano entrambi quartieri cristiani,
quest'ultimo non ha nulla di interessante e non troverete persone
amichevoli né ospitali. C'è poi il centro di Beirut, vicino alla
grande moschea (ricostruita) e al famoso cinema distrutto. Il centro
di Beirut è il quartiere governativo, chiuso fino a pochi mesi fa
per questioni di sicurezza. E' completamente ricostruito e riaperto
al pubblico, ma totalmente deserto. Per anni i libanesi non potevano
entrarci e quindi non ci vanno nemmeno oggi, non hanno abitudine.
Oltretutto è la zona più a rischio di autobombe. Lì vicino c'è il
suk. Il suk di Beirut è un megacentro commerciale. In tutta Beirut
troverete un paio di negozi da souvenirs in Armenia streeth
(carissimi) e qualche negozio ad Hamra, ma non nella via centrale
(dietro, dove c'è la zona più povera). Qui troverete qualcosa di
artigianato, ma poco del Libano. La maggior parte dell'artigianato
proviene dalla Siria (non arriva quasi più nulla da anni), dalla
Turchia, dall'Iran (tappeti) e dal Marocco. Troverete molti prodotti
dalla Cina e dall'India.
La cosa più interessante
da vedere a Beirut è la “casa gialla” sulla via verde. La via
verde è una strada che durante la guerra civile era piena di
cecchini. Per questo motivo non si transitava sulla via che ha visto
i segni della trascuratezza crescere. Una di queste trascuratezze è
stata la crescita della vegetazione; l'ha resa verde e da qui il
nome.
La casa gialla (che è,
appunto, gialla) era di una famiglia libanese che l'ha abbandonata
con la guerra civile. La casa era diventata la postazione di una
falange cristiana maronita. Le pareti sono piene di fori di
proiettili. 4 piani lasciati intatti dai segni di guerra e
valorizzati da una sapiente ristrutturazione durata 30 anni. Ora è
un museo che da mesi ha aperto e sta ospitando la mostra di
un'artista sulla guerra civile. La casa gialla ha ingresso gratuito
perchè il pensiero che la caratterizza è “non lucrare sulle
vittime”. Ovviamente questo progetto non vede l'appoggio delle
istituzioni (corrotte) né delle varie fondazioni (tipo banca Audi).
Sia la casa che la mostra sono “giuste”, e per questo molto
emozionanti.
Nonostante tutta Beirut
sia sul mare, non è possibile accedervi se non andando verso sud.
Questo perchè lungo tutta la sua costa è zona di porto (militare,
industriale, il faro) o con gettate di cemento.
Proviamo a lasciare
Beirut. Avete tre possibili mezzi di trasporto: il taxi (carissimo),
l'autobus (economico, ma non per tutte le destinazioni) e il
service-minibus (economico e quasi per tutte le destinazioni, ma
molto pericoloso nella guida). Sui service, come nei taxi, il prezzo
viene fatto a simpatia e a gara a chi frega più soldi.
Il sud del Libano merita,
incontrerete palestinesi e siriani soprattutto a Tiro, che è vicina
a Sidone. Entrambe distrutte da israele. A Sidone c'è il suk e la
medina storica , direttamente sul mare.
A nord c'è la tanto
rinomata Biblos (dove è stata inventata la scrittura dai fenici). Se
avete soldi è il posto per voi. I cristiani (che hanno il controllo
qui) hanno trasformato il suk in una zona di locali per happy hour e
negozi di souvenir. Bella la spiaggia di Biblos, forse la più bella
che ho visto in Libano. Da Biblos ci sono i service-minibus per la
montagna del Libano. Paesaggi completamente diversi da quelli che
avrete visto fino ad ora, ma assolutamente inospitali (sotto il
controllo cristiano). Troverete migliaia di chiese, altarini e statue
della Madonna. Ero stufa di vedere sta donna dappertutto....
La città che merita
veramente è Tripoli, a nord. Vi troverete ad un'ora di strada dalla
Siria. E da una delle fermate abusive di Tripoli, partono i
service-minibus che con 10 dollari vi portano in Siria.
Tripoli è sotto il
controllo musulmano, sembra di essere in Palestina. C'è il suk, c'è
la medina, ci sono gli hammam, ci sono le moschee, ci sono i
baracchini che vendono il cibo. Tutto economico ed ottimo cibo.
Il porto di Tripoli è
stato distrutto da israele, ma la zona turistica è stata ricostruita
ed è bellissima. Prima di arrivare, tramite il lungomare, a quella
zona ricostruita..vedrete una moschea con giardino. Se lo
attraversate, dall'altra parte vi si aprirà un mondo di sera. Una
specie di piazza con tantissimi baracchini che fanno qualsiasi tipo
di cibo: sandwich di pesce, pizza, pannocchie, gelato, carne, crepes,
caffè e thè. Tutto molto economico e buonissimo. Tripoli ha anche
un castello (se ci andate di prima mattina è ad ingresso gratuito)
ed è il punto più alto della città per una vista panoramica
mozzafiato.
Dove alloggiare a
Tripoli? Anche qui funziona bene Airbnb. Caratteristico il Levantine
Institute, dove fanno i corsi di lingua araba ed affittano anche
tramite airbnb.
A Tripoli così come a
Sidone troverete gli artigiani del sapone. Entrambe le città fanno
parte della “via del sapone” assieme ad Alepp e Damasco in Siria
e a Nablus in Palestina.
Vi consiglio di comprarlo
a Tripoli da una famiglia che lo fa da 200 anni. Si trovano al piano
superiore di un caravanserraglio di origini egizie che non ha avuto
alcun restauro (purtroppo). Fate attenzione: i negozi nuovi che
vedrete al piano terra non hanno nulla a che vedere con gli artigiani
al secondo piano, anzi..sono lì per portar via un po' di clienti. La
famiglia artigiana che sta nell'antico caravanserraglio vive in
assoluta povertà.
In generale consiglio di
non dimostrarvi da subito simpatizzanti di Palestina e Siria con
chiunque vi capiti. Ricordo quello che ho detto all'inizio: 18
religioni diverse.... Qui i palestinesi e i siriani sono profughi che
vanno ad incrementare il numero dei musulmani. Come avrete capito,
alcune zone, sono in mano ai cristiani, è può essere che vi
troviate a parlare con qualcuno che in passato ha massacrato i
palestinesi.
Altri consigli: quando
contrattate un prezzo (taxi o negozi o hotel) specificate bene se
stanno parlando di dollari o pound libanesi, perchè questo crea
davvero spiacevoli sorprese. Non portatevi e non girate con banconote
troppo usate o rotte perchè non ve le accetteranno e non ve le
cambieranno. Le banche in Libano non possono cambiare soldi. Non
fotografate i carro armati o i soldati; vi faranno cancellare le
foto.
Quando ripartirete
dall'aeroporto di Beirut consiglio di non acquistare nulla, è tutto
davvero carissimo, se non le sigarette, ma dopo aver passato i 3
checkpoint ed essere nel duty free.
Il governo del Libano è
corruttisimo e sta portando il Paese al crack finanziario. Questo ha
molte conseguenze:educazione, sanità, servizi, edilizia.
Poco tempo fa, l'azienda
che raccoglie i rifiuti a Beirut è entrata in sciopero per i mancati
stipendi. Lo sciopero è durato 6 mesi. La produzione di rifiuti a
Beirut è enorme e per 6 mesi sono rimasti lì, dappertutto. Oggi è
in mano ad una ditta privata, che passa in continuazione a
raccogliere i rifiuti (anche 3 volte al giorno e i cassonetti sono
sempre pieni) per portarli su una montagna o su un fiume....poi li
bruciano a cielo aperto. Nonostante questo, le spiagge del Libano
sonno piene di rifiuti per una mancata educazione alla popolazione.
Complessivamente: per chi
ha gli occhi come i miei, che soffrono nel vedere la sofferenza
umana, animale e del pianeta...il Libano è durissimo.
martedì 17 ottobre 2017
ACCORDO HAMAS-FATAH-LEVIATHAN
Buonasera Palestina e resto del mondo occupato dal mostro sionista israeliano. Sono in Italia (con rientro di largo anticipo, ma amen). Inizio a pubblicare il primo di una serie di articoli che preferisco pubblicare da qui....
Interessante la nuova
“pace” fra Hamas e Fatah per avere un unico governo in Palestina;
ed accolta con entusiasmo da tutte le fonti ufficiali (non posso dire
semplicemente da “tutti” perchè per i palestinesi forse non è
così).
Sono certa che il più
entusiasta per l'accordo è la British Oil.
La British Oil possiede
il 60% del pozzo di gas Leviathan. I giacimenti di gas sono due: uno
davanti a Gaza (quello più grande); e l'altro sul confine, o almeno
sulla carta, fra Gaza e i territori occupati del '48. Certo, israele,
se ne infischierà come al solito e cercherà di prendere tutti e due
i giacimenti; ma i punti che mi interessano di più in questo momento
sono altri.
La British Oil aveva
richiesto come punto fondamentale per iniziare le estrazioni, un
unico governo palestinese. Ecco perchè credo che la British Oil sia
entusiasta della “pace” fra Hamas e Fatah.
British Oil ha il 60%, il
fondo per la Palestina ha il 10%...Chi ha il 30%? Il Libano.
Hanno stimato che con
quel 10% di gas, ci sarà energia per Gaza e per la West Bank per
molti anni ed avanzerà per l'esportazione. In questo modo la
Palestina guadagnerà due volte perchè finalmente avrà una fonte
d'energia e risparmierà soldi non comprandola da israele.
Il gas del quali vi sto
parlando, finirà in Puglia.
Ma, notizie a parte,
quello che non mi tornava in questi giorni..è che sono in Libano ed
è CERTO che presto inizierà la guerra contro israele. Questo va
decisamente contro l'ondata di normalizzazione che la politica
palestinese sta portando avanti. Insomma, come mai in un clima di
“pacificazione”, il Libano è pronto ad entrare in guerra contro
israele?
Che una nuova guerra
civile e un'altra guerra contro israele stiano per iniziare, ripeto,
qui è certo. Con una guerra interna ed una contro israele (che
ovviamente riceverà il solito appoggio usa/europa), si creerà una
prolunga di ciò che c'è già in Siria. Ma, in fondo, Hezbollah sta
partendo proprio da lì, dove ha già pronti i nuovi arsenali bellici
e 10 mila uomini.
Quello che ancora non
riesco a prevedere è se Hezbollah verrà lasciato dalla Palestina
con questo nuovo asse Hamas-Fatah (e godrà del solo appoggio di
Iran/Siria/Nord Corea); oppure se questa “pace” fra Hamas e Fatah
è solo uno specchietto per le allodole.
Un piccolo particolare
sulla possibile guerra civile: negli anni passati il Libano ha
accolto i profughi siriani che assieme ai profughi palestinesi già
qui, sono andati a far triplicare il numero dei musulmani in Libano.
I cristiani in Libano odiano i siriani ed i palestinesi, ma sarebbe
meglio dire che li temono soprattutto numericamente. E c'è qualcun
altro qui che teme..
Qualche mese fa la
polizia libanese ha arrestato 4 uomini con l'accusa di essere pronti
a farsi saltare in aria (kamikaze). 3 di loro sono morti nella
prigione libanese sotto tortura. La gente si è incazzata e il
governo libanese ha vietato qualsiasi manifestazione. Il governo
libanese (corruttissimo) sta per portare il Paese vicino al crack
finanziario e questo sicuramente sta preoccupando i principali
collaboratori finanziari. In Europa i maggiori partner finanziari del
Libano sono Italia e Francia.
L'Italia qui è
dappertutto; addirittura nella piazza della zona governativa a Beirut
c'è il palazzo delle Assicurazioni Generali che si impone sulla
piazza. Direi che è più di una simbologia.
Il porto di Tripoli,
distrutto da israele nel 2007, è stato ristrutturato splendidamente
dall'Italia. Forse un modo per chiedere scusa al Libano, per aver
appoggiato israele?
Buona parte dei danni
dell'attacco israeliano del 2007 e della precedente guerra civile
sono ancora lì, visibili e respirabili (ma di questi parlerò in un
altro articolo). Tremo al pensiero dello scenario che si intravede.
mercoledì 11 ottobre 2017
70 MILA DISPERSI
Buongiorno Palestina e resto del mondo occupato dal mostro sionista israeliano.
Come avevo già scritto, c'è una casa distrutta dalla guerra civile a Beirut, che viene chiamata "la casa gialla". E' l'unica che è stata resa museo grazie alla caparbietà di una donna architetto che ha fatto un lavoro enorme. 20 anni per realizzarla causa corruzione esistente nel governo libanese. La donna non ha mollato. Non ha toccato le pareti crivellate dagli spari nè le parti distrutte se non con vernici trasparenti per impedire che si sgretolassero. Ha lasciato tutto com'era; per non dimenticare nè cancellare.
Al suo interno, un'altra donna, ha creato una mostra bellissima. Due piani di questa mostra sono dedicati ai "dispersi" della guerra; l'artista ha installato 70 mila bacchette verdi accompagnate da una poesia con la sua voce e dalle pareti piene di fori dei proiettili.
70 mila come il numero dei "dispersi".
Perchè, questo, oggi? E perchè voglio divulgarlo?
Come avevo già scritto, c'è una casa distrutta dalla guerra civile a Beirut, che viene chiamata "la casa gialla". E' l'unica che è stata resa museo grazie alla caparbietà di una donna architetto che ha fatto un lavoro enorme. 20 anni per realizzarla causa corruzione esistente nel governo libanese. La donna non ha mollato. Non ha toccato le pareti crivellate dagli spari nè le parti distrutte se non con vernici trasparenti per impedire che si sgretolassero. Ha lasciato tutto com'era; per non dimenticare nè cancellare.
Al suo interno, un'altra donna, ha creato una mostra bellissima. Due piani di questa mostra sono dedicati ai "dispersi" della guerra; l'artista ha installato 70 mila bacchette verdi accompagnate da una poesia con la sua voce e dalle pareti piene di fori dei proiettili.
70 mila come il numero dei "dispersi".
Perchè, questo, oggi? E perchè voglio divulgarlo?
Biblos
Oggi ho visto Biblos, dove è stata inventata la scrittura.
Non mi è piaciuta, non è posto per me. Ho sentito la stessa energia negativa di quando ero nella guest house sulla montagna. Quindi ho cercato di capire da dove usciva quest'energia negativa....
Biblos è architettonicamente bella, ma è stata trasformata in suk per ricchi con negozi di souvenir (dove il 90% dei prodotti non è del Libano) e ristoranti con "happy hour". Non vedi in giro l'uomo del caffè con il suono tipico che fanno con le tazzine in mano, nè i carrettini della frutta, nè i chioschetti dei succhi di frutta o similari.
La "comunità cristiana" ha spazzato via tutto per far spazio al Diodenaro.
Vengo da un Paese che è "cristiano" e non faccio discriminazioni di religione..non me ne frega nulla se credi o non credi e in che dio credi...
Ma la realtà cristiana che ho trovato qui in Libano, mi ha veramente rotto i coglioni. Non sono ospitali, pensano solo ai soldi, sono rudi e brutti.
Così come ho sentito l'energia negativa sulla montagna, l'ho sentita anche oggi; sono le persone che la vivono, questa terra, a farla oro o merda.
Quindi, pubblico solo la foto di una porta del suk piena di scritte di chiunque, e il mare, che come qui a Biblos non l'ho visto in altra parte del Libano. Del "perchè" il mare sia così solo qui, lo spiegherò in un video report quando torno.
Non mi è piaciuta, non è posto per me. Ho sentito la stessa energia negativa di quando ero nella guest house sulla montagna. Quindi ho cercato di capire da dove usciva quest'energia negativa....
Biblos è architettonicamente bella, ma è stata trasformata in suk per ricchi con negozi di souvenir (dove il 90% dei prodotti non è del Libano) e ristoranti con "happy hour". Non vedi in giro l'uomo del caffè con il suono tipico che fanno con le tazzine in mano, nè i carrettini della frutta, nè i chioschetti dei succhi di frutta o similari.
La "comunità cristiana" ha spazzato via tutto per far spazio al Diodenaro.
Vengo da un Paese che è "cristiano" e non faccio discriminazioni di religione..non me ne frega nulla se credi o non credi e in che dio credi...
Ma la realtà cristiana che ho trovato qui in Libano, mi ha veramente rotto i coglioni. Non sono ospitali, pensano solo ai soldi, sono rudi e brutti.
Così come ho sentito l'energia negativa sulla montagna, l'ho sentita anche oggi; sono le persone che la vivono, questa terra, a farla oro o merda.
Quindi, pubblico solo la foto di una porta del suk piena di scritte di chiunque, e il mare, che come qui a Biblos non l'ho visto in altra parte del Libano. Del "perchè" il mare sia così solo qui, lo spiegherò in un video report quando torno.
domenica 8 ottobre 2017
UNA PICCOLA ARIA DI RIVOLUZIONE III PARTE: FINE
“Dove eravamo rimasti?”
diceva Enzo Tortora quando riprendeva Portobello.....
Ero nel buco del culo di
una realtà cristiana, imperialista, schiavista, capitalista. Il
penultimo giorno alla guest house (per onestà non la chiamo più
fattoria), mi hanno comunicato che toglievano la stanza perchè nel
week end era pieno di clienti; mi mettevano a dormire nella dispensa,
per terra.
Sinceramente, un po'
perchè non sono riuscita a portare nessuna aria di libertà per
queste persone, un po' perchè anche io ho patito; ho rivoluzionato i
piani di viaggio.
Abbiamo lasciato ieri la
guest house ed ora siamo a Tripoli (sempre in Libano, non in Libia).
Sono venuta qui con
l'idea che la proposta era interessante: aiutare dei poveri contadini
sulle montagne del Libano nei lavori della fattoria. Ho trovato una
guest house fatta da ricchi, per ricchi che sfrutta i migranti e i
volontari come me. Ho trovato una valle (in mano ai cristiani come se
fosse una roccaforte) ostile, non ospitale fino all'ultimo momento.
Per venire via da lì ho
fatto l'autostop....in Libano..Il tipo che si è fermato con l'auto
diceva di fare il cuoco, ma credo fosse dei Mukabarak. Dapprima ha
dimostrato il suo potere mettendo paura con la velocità dell'auto;
poi cambiando strada, prendendone una secondaria non popolata, poi
con i suoi discorsi razzisti e fascisti verso i siriani ed i
palestinesi.
Ah, faccio un passo
indietro: siriani e palestinesi non sono ben visti qui. Un po' per
vicende storiche un po' per il numero dei profughi in continuo
aumento.
Una volta ripresa la
strada principale, dovevamo prendere l'autobus. Per una settimana
nella guest house non ho mai dormito, nonostante la bellissima
stanza, il silenzio ed il buon cibo. Non so perchè, ma l'energia
negativa che emanava la terra e quella casa forse ha provocato il non
dormire.
Torniamo all'autobus....
Felice di essere su un normalissimo autobus verso Tripoli, quando
arrivo a destinazione ci chiedono di pagare per 4 perchè avevamo due
valigie?!!!??
Di pagare per 4 perchè
avevamo due valigie è la prima volta. Che tassisti, bus, baristi,
etc.etc. cerchino di fregarti i soldi, accade dal primo giorno.
La Siria e la Palestina
sono ad un'ora da qui. Un'ora.... che la smettessero con sto cazzo di
nazionalismo e razzismo! Un'ora di strada sulla terra significa che
siete/siamo gli stessi, forse anche parenti. Questa notte a Tripoli,
in una stanza brutta, senza finestre, piena di zanzare e con il bagno
in comune.. ho dormito fino al mattino.
A proposito di
quest'ennesima esperienza nel Medio Oriente, mi viene in mente Frantz
Fanon: “black skin, white mask” (pelle nera, maschera bianca).
Il razzismo ed il
colonialismo non hanno alla base il colore della pelle, ma
l'economia. Cristiani e musulmani che sfruttano i più deboli
venerano solo il Diodenaro, non Cristo o Allah.
Ho abbastanza il morale
sotto ai piedi perchè le aspettative per il ritorno in Medio Oriente
erano altre ed anche perchè questo viaggio sono riuscita a farlo con
i soldi che ho guadagnato pulendo i cessi in Spagna (e vengo qui e mi
fregano i soldi...). Molti di voi mi hanno scritto che vorrebbero
essere qui con me.
Beh, guardate, per me
oggi è meglio non viaggiare e vedere. Forse non è più il tempo per
farlo, forse sono i miei occhi ed il mio cuore che non sopportano
più. Tornerò in anticipo sui tempi per vari motivi e mi ingabbierò
nella mia nuova casa in sasso su in montagna. I lavoratori della
guest house, invece, saranno lì...tutti i giorni ad ingoiare merda;
perchè io confronto a loro sono comunque privilegiata.
Credo che in quanto tale,
mi sia d'obbligo continuare a denunciare i crimini della “white
people”, senza distinzione, come sempre. Sarà sempre un lungo
lavoro anche se non sarò in prima linea.
Al prossimo report dal
Libano. Per ora, alla storiella di aria di rivoluzione, metto la
parola “FINE”.
p.s.:allego una foto
della valle, giusto per rendere l'idea.... 46 chiese in una valle,
migliaia di croci ad altarini. Questa non è quantità di fede, è
quantità di potere. I cani per segnare il territorio pisciano, anche
solo se hanno una goccia. Ecco, uguale.
giovedì 5 ottobre 2017
QUELLA PICCOLA ARIA DI RIVOLUZIONE - II PUNTATA
Quella piccola aria di
rivoluzione che ieri mi era passata sotto al naso, era solo aria del
mio culo molto probabilmente.
Ecco cos'è accaduto
oggi...:
- La ragazza etiope era contenta che il padrone schiavista aveva cazziato la donna vietnamita perchè qualche giorno fa, le due, avevano litigato per un paio di calzini spariti.
- La donna vietnamita ha ricevuto il messaggio della “madam” che quando tornerà dal suo viaggio in Uzbekistan, metterà le cose a posto e ha richiamato alla sua responsabilità di non lasciare la guest house scoperta. Quindi, oggi, era qui a lavorare tutto il giorno di nuovo.
- E' già arrivato un altro ragazzo dalla Siria per sostituire quello che se ne è andato.
- Abbiamo lavorato tutti più di ieri.
- Tutto oggi sembrava come se ieri fosse ieri; nulla era accaduto.
Questa piccola realtà
rispecchia benissimo le battaglie che continuiamo a perdere.
E nessun rivoluzionario
verrà qui a fermare questi schiavisti, perchè oggi, i rivoluzionari
si muovono per motivi economici (Hezbollah compreso).
Ieri notte ho dormito
tutta la notte e senza incubi, era la prima volta da quando sono qui.
C'avevo creduto, cazzo.
Chi nasce sognatore in un
mondo così di merda, vive di merda per tutta la vita e passa tutta
la vita a lottare sognando il lieto fine.
Mi piacerebbe un casino
chiudere questo racconto con un lieto fine come i film sion-americani
fanno.
Ci credo ancora, è per
questo che ho scritto “seconda puntata” e non “fine”.
mercoledì 4 ottobre 2017
UNA PICCOLA ARIA DI RIVOLUZIONE
Vi racconto la storia che
stiamo vivendo, qui, su una montagna del Libano.
Io e G. siamo venute qui
tramite Workaway (in pratica con qualche ora di lavoro al giorno, in
cambio hai vitto ed alloggio). Il luogo veniva decantato come
fattoria, ma in realtà ci siamo subito rese conto che è una guest
house per ricchi; molto new age ed anche shabby. I proprietari sono
degli schiavisti che fanno lavorare il personale per circa 16 ore al
giorno. Ci sono due ragazzi siriani, una ragazza etiope ed una donna
vietnamita. Quest'ultima è qui in Libano da 12 anni, da due anni in
questo posto. E' la cuoca, ma è anche diventata la persona con la
maggiore fiducia da parte della signora ( o come la chiamano loro,
della “madam”).
Ebbene, la madam ed il
figlio forse si aspettavano che anche noi lavorassimo 16 ore al
giorno senza fiatare e soprattutto senza mangiare. Io e G. abbiamo
preso le distanze ed imposto i nostri ritmi.
Non so se questo sia
stato preso dal gruppo di lavoro, come un'aria nuova. Fatto è che
dopo il primo giorno passato con loro a filtrare l'aceto di mele
(quantità industriale) e raccogliere le noci e fare le pulizie....
c'hanno visto come “dei loro” e non come “white people”. Ad
uno dei due ragazzi siriani è arrivata la notizia che il padre era
morto, in Siria. Decide di rientrare subito in Siria, ma quando ha
tutti i documenti ed è all'aeroporto comunica che non tornerà più
qui perchè è stanco del troppo lavoro. Ieri la ragazzina etiope ha
piantato i piedi per avere i suoi giorni di riposo che ha di diritto.
Oggi... l'altro ragazzo siriano ha comunicato al proprietario che
domenica tornerà in Siria e non tonerà più. Dopo però, c'è stata
la goccia che ha fatto traboccare il vaso:
Oggi a pranzo c'erano 25
persone, poi il figlio ne ha aggiunte altre 2 e quando avevano finito
di mangiare, sono arrivate altre 3 persone. La ragazza vietnamita è
da ieri sera che stava attaccata ai fornelli per preparare il pranzo.
Il proprietario oggi ha avuto la brillante idea di far fare anche la
marmellata (oltre ad avere aggiunto, come ho già detto, altri
commensali). Così la poverina, disfatta ed in totale panico perchè
non c'era più cibo, si è dimenticata di servire uno dei due dolci.
Alle 19,00 il
proprietario se ne è andato, io ero ancora attaccata al fuoco a
cucinare la marmellata e la donna vietnamita era già in cucina a
preparare il pranzo per altre 30 persone per domani.
Dopo circa 20 minuti il
proprietario l'ha chiamata al telefono dicendole che se faceva un
altro errore così, non le avrebbe pagato gli ultimi due mesi di
lavoro. Lei ha iniziato a rispondergli che giornate così sono
insostenibili e che lui se ne fregava del personale lavorativo.
Risposta di lui...alla persona di fiducia che lavora 16 ore al
giorno..: “puttana”.
Lei è andata fuori di
testa e gli ha comunicato con un messaggio vocale che domani sarà il
suo ultimo giorno di lavoro qui e che torna in Vietnam.
Non tengo certo le parti
di Hezbollah, ma gentaglia capitalista/colonialista/schiavista così,
meriterebbe che Hezbollah (che oltretutto sta nella vallata qui a
fianco) venisse qui a tagliargli la testa e a consegnare la pseudo
fattoria a questi lavoratori.
Non so se io e G. abbiamo
portato involontariamente aria di rivoluzione o se semplicemente
siamo arrivate quando il gruppo era già pieno di ingiustizie ed è
esploso. Non so nemmeno dove cazzo andremo io e G. domani e la
situazione non è certo delle meglio. Ma, sono certa, di preferir
vivere una rivoluzione che dover accettare ingiustizie senza saper
come cambiarle, solo per avere un letto ed un pasto. Anche se sono su
una montagna in Libano.
Seguiranno aggiornamenti
sulla rivoluzione di Mohammed, Bassel, Uan e Mabel.
Iscriviti a:
Post (Atom)