Con il termine “Muqata”
si raffigurava la seconda intifada. Qualche anno fa questo nome viene
adottato, violentato e stravolto dall'Autorità Nazionale
Palestinese.
Muqata doveva essere la
nuova immagine “civile” della Palestina, secondo l'ANP. Luoghi
dove i Palestinesi potevano incontrare i Paesi esteri, del tutto
simili all'architettura di altri Paesi arabi.
La maggior parte dei
Palestinesi vive in villaggi sprovvisti d'acqua, nella Jordan Valley
non c'è acqua n'è corrente elettrica. Devono fare i conti con
israele che gli toglie la terra e le case....ma Muqata prende
forma...
Queste immagini si
riferiscono al Palazzo Presidenziale di Abu Mazen a Surda, Ramallah.
Costruito dalla PADICO HOLDING, che fa capo al miliardario
palestinese Munib Al-Masri. Costo stimato iniziale 10 milioni di
dollari. Circondato da un muro di cemento..come se di muro qui non ce
ne fosse già a sufficenza.
Ad inizio lavori il
Presidente Mahmoud Abbas ha usato queste parole: “Abbiamo bisogno
di una nuova sede per il presidente dove può incontrare i leader
mondiali e affrontare il mondo in modo moderno e civile “.
Questo palazzo
presidenziale crea l'illusione di avere uno Stato, con i pilastri di
uno Stato, un palazzo di Stato. Nella realtà rappresenta fedelmente
la realtà della Palestina. I soldi delle tasse che i Palestinesi
pagano vanno in “rappresentanza”, o meglio, illusione. Pensate
solo al fatto di quanto sia assurdo pagare le tasse ad uno Stato che
non esiste. Infatti, non vi è alcun ritorno. Ramallah ha un solo
ospedale e sprovvisto di moltissimi servizi.
Di fatto i Palestinesi
dipendono in tutto ad israele. Un sistema economico creato ad arte
per produrre soldi israeliani sul sangue e sulle vite dei
Palestinesi. L'acqua, l'energia elettrica, le strade, i servizi
ospedalieri, qualsiasi tipo di prodotto; tutto israeliano. Gli
spiccioli delle tasse che non vanno ad israele e forse qualche
“donazione” estera và nel palazzo di Abu Mazen ed in altre
Muqata controllato dalla PECDAR, Consiglio palestinese Economico per
lo Sviluppo e la Ricostruzione.
Oggi davanti alla sede
dell'ONU a Ramallah si manifestava per il silenzio della stessa nei
confronti della Jordan Valley.
Chi abita nella Jordan
Valley per me è il “mondo civile”, ma il palazzo non è per
loro, è per i terroristi con i quali ci si siede a bere il tè fatto
con l'acqua rubata ai Palestinesi.
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