In Palestina l'occupazione militare israeliana applica la detenzione amministrativa. Per detenzione amministrativa s'intende la detenzione in prigione di persone senza alcun processo né accusa di reato. Iniziano con 3 mesi che vengono rinnovati ogni tre mesi. In questo modo ci sono Palestinesi che sono in prigione da anni, senza alcuna accusa.
I prigionieri in
detenzione amministrativa si aggiungono agli altri prigionieri
politici, molti in regime d'isolamento, quasi tutti sotto torture
fisiche e psicologiche. Fra di loro 230 bambini.
Per protestare a questa
disumana privazione della libertà, alcuni prigionieri hanno iniziato
23 giorni fa lo sciopero della fame in prigione. Due prigionieri
avevano iniziato più di 45 giorni fa e sono stati ricoverati
all'ospedale di Ramallah in gravi condizioni. Via via, ogni giorno si
stanno aggiungendo altri prigionieri.
Lo sciopero della fame in
prigione si basa su una nutrizione di acqua e sale, ovvero sulla “non
nutrizione”. Potete, quindi, immaginare che già dopo alcuni giorni
sia durissimo sopravvivere. Incontro Raed Amer a Nablus, è il
delegato per la relazioni esterne di Palestinian Prisoners Society. A
Nablus, in piazza, c'è una tenda permanente in solidarietà ai
prigionieri in digiuno che rimarrà lì fino a quando protesteranno.
Partecipiamo ad una fiaccolata in solidarietà e dal microfono parte
un appello: l'Autorità Palestinese dovrebbe digiunare in solidarietà
ai prigionieri per trasmettere un segnale forte al mondo politico
degli altri Paesi.... Concordo, chissà se almeno l'Ambasciatrice
Palestinese in Italia coglierà l'appello.
Mi racconta la storia dei
prigionieri in detenzione amministrativa, non è la prima volta che
protestano. L'anno scorso avevano iniziato a digiunare, poi è
arrivata la promessa di israele di rivedere tutte le loro detenzioni,
del tutto illegali. I prigionieri si fermarono con il digiuno. Quelle
promesse si sono rivelate aria fritta. Anche Raed Amer è stato in
prigione ed anche lui aveva fatto lo sciopero della fame, per qualche
giorno. Mi dice che dopo il quarto giorno lo stomaco si chiude e che
puoi stare solo seduto o sdraiato per terra. Ogni volta che tenti di
alzarti devi farlo molto lentamente...
Incontro l'Avv. Jawad
Boulus a Ramallah, uno dei pochi che sta vedendo i prigionieri in
questo momento. Mi dice che il loro stato fisico e mentale è
pessimo.
Proprio in questi giorni
il Parlamento israeliano ha approvato una legge nella quale il
rilascio dei prigionieri politici è illegale. Chiedo all'avvocato di
come hanno accusato il colpo i prigionieri e chi li sostiene
dall'esterno. E' un uomo totalmente consapevole di dove si trova,
perchè mi risponde che in uno “stato militare” è solo un'altra
legge militare. Mi colpiscono le sue parole “io non vado in
Tribunale per vincere. Vado per essere un onesto testimone della
crudeltà e della disumanità dell'occupazione israeliana. E' uno
stato militare, una corte militare con leggi militari. Cosa vuoi
vincere?”.
Il digiuno cade nel
giorno della Nakba, 15 maggio. Cresce il desiderio di essere davanti
alla prigione di Ofer a Ramallah, per i prigionieri e per non
dimenticare che 66 anni fa ha avuto inizio la Nakba.
In piazza Al Manhara a
Ramallah c'è un evento con carro e persone in bianco e nero, come le
foto che si trovano in internet della Nakba. Ci sono le autorità e
le bande musicali. Una sirena crea il silenzio.
Le urla in questo momento
sono, però, altrove. Arriviamo davanti alla prigione di Ofer alle
12,00.
Ci sono circa 300 shebab,
anche Donne, ma soprattutto per la prima volta non vedo commedie
organizzate, ma shebab di Al Fatah, PFLP, Hamas o senza simboli.
Tutti uniti su quella strada davanti ad Ofer. Sono bellissimi gli
shebab con la kheffia o con la t-shirt che gli copre la faccia. I
loro occhi che guardano lontano... Eppure due shebab, mentre mi copro
la faccia con la kheffia, mi dicono che ho dei begli occhi. Fra
un'ora quei due shebab non li rivedrò più......
I soldati iniziano a
sparare, giusto 4/5 gas e qualche pallottola di gomma..poi partono
subito i proiettili veri. Corrono le ambulanze e i paramedici per i
feriti. Corre un'ambulanza per un ragazzo con t-shirt nera e kheffia
bianco/nera; è stato colpito al petto e allo stomaco dai proiettili
veri. E' a terra. Urlano gli shebab, alcuni di loro non riescono ad
avvicinarsi al loro compagno ferito perchè sono sotto la traiettoria
dei cecchini isreliani.
Il ragazzo ferito viene
caricato sull'ambulanza che corre a Ramallah, all'unico ospedale che
c'è. Gli shebab stanno tirando pietre ai soldati a circa 1 km di
distanza....
Sono in mezzo alla strada
e parte una raffica di spari avanti a me, sulla mia destra. Un
ragazzo che veste la bandiera di Hamas e che è fermo sulla destra
della strada, cade per terra. Gli hanno sparato. Urla fortissime, si
capisce che è grave. Cerco di avvicinarmi per documentare cosa sta
accadendo, ma tutta la gente corre verso quello shebab. Mentre lo
caricano sull'ambulanza, vedo la sua testa e gli occhi..... sono
girati all'indietro. Chi era vicino a lui mi dice che gli hanno
sparato al petto e i proiettili lo hanno trapassato.
Passano solo 5 minuti da
quando l'ambulanza si allontana per andare all'ospedale quando arriva
la notizia che è morto. Credo, che fosse già morto quando l'ho
visto, i suoi occhi sono nei miei occhi. In quel momento non ce
l'avevo fatta e ho spento la telecamera.
Continuano a sparare i
soldati israeliani e fare delle riprese o delle foto è alquanto
difficile perchè non vedi arrivare i proiettili, non è come con i
gas che puoi seguire la traiettoria o stare semplicemente distante.
Sono passate un paio
d'ore da quando è iniziata la manifestazione, gli shebab non sono
più 300, molti sono stati feriti o intossicati, ma quelli che ci
sono continuano là davanti, tirando pietre e bruciando pneumatici.
Arriva un'altra brutta notizia, il primo ragazzo ferito non ce l'ha
fatta, è morto all'ospedale mentre lo stavano operando. Sono due i
martiri, 15 e 17 anni.
E da qui in poi è
difficile trovare le parole giuste per continuare...
E' giovedì e iniziano ad
arrivare notizie confuse sulla possibilità che le manifestazioni del
venerdì vengano annullate per i funerali dei martiri. Dopo un'ora
viene confermata la manifestazione davanti ad Ofer del venerdì.
Mi fermo nel villaggio
vicino ad Ofer a dormire da una famiglia meravigliosa, con una mamma
meravigliosa. Il figlio si toglie il materasso dal letto per darlo a
noi per dormire lì.... Avevamo già mangiato a Ramallah, ma non si
riesce a dire di no a questa famiglia......
La notte la passo tra
imprecazioni perchè ho rotto la videocamera e devo editare il video
non avendo il mio pc e scaricando programmi per convertire file e
montaggio video....e' mezzanotte...
Mi sveglio la mattina di
venerdì 16 ad Ofer e inizio a pensare agli occhi di quello shebab
ucciso il giorno prima. Apro la porta della camera e trovo la mamma
Palestinese che mi mette una sigaretta in una mano e nell'altra il
caffè, poi si accorge che sto camminando a piedi nudi e si toglie le
sue ciabatte e me le da. Lei rimane a piedi nudi anche se insisto che
non ne ho bisogno...
Sul balcone c'è una
bacinella con a mollo nell'acqua una maschera antigas. Il figlio è
tornato a casa qualche giorno prima e la maschera era piena di sangue
così lei ha deciso di lavargliela... ovviamente ora è da buttare,
ma cuore di mamma....quanto mi ha fatto sorridere la maschera
nell'acqua.
Ci prepariamo per la
manifestazione del pomeriggio con una colazione. Volevo lavare i
piatti della sera prima, ma la mamma non me l'ha permesso e quando ho
insistito ho capito che sarebbero partiti i calci. Lei gli shebab li
prende a calci se non fanno i bravi. E' davvero amore puro.
Sono le 12,00, come il
giorno prima, e siamo di nuovo davanti alla prigione di Ofer. La
partecipazione è minore, forse perchè in tantissimi sono al
funerale dei due shebab.
I soldati iniziano a
sparare i gas, tanti. Molti soffocati, le ambulanze iniziano a
correre e ….sparano sulle ambulanze, sparano ai fotoreporter
presenti. Alcuni giornalisti vengono feriti da rubber bullets.
Poi, scoppia qualcosa
simile ad una rissa alle mie spalle.. Corro con la videocamera, ma a
parte il fatto che è rotta e mi muore definitivamente in quel
momento, capisco anche che non è il momento di riprendere. Ecco
cos'è successo: si è presentata alla manifestazione, in mezzo agli
shebab, una troupe stampa sionista. Qualcuno gli chiede con che
coraggio vengano qui...in questo momento e uno stronzo di giornalista
sionista gli risponde “non sono affari tuoi”. Ok, parte la
chiamata...”shebaaaaaab”. Gli shebab arrivano e vogliono
prenderlo a calci, prendono a calci l'auto. Ma, udite, udite....la
troupe viene “salvata” dalla polizia palestinese. Questo la dice
tutta.
Intanto continuano gli
spari di gas e rubber bullet, poi all'improvviso le urla....hanno
sparato proiettili veri e hanno colpito un ragazzo alle gambe. Mentre
lo caricano sull'ambulanza, i soldati sparano sull'ambulanza. Uno
shebab avvolto nella bandiera di Hamas si mette nello stesso punto
del ragazzo ucciso ieri sempre con la bandiera di Hamas. E' un voluto
dejavù.
Siamo sulla strada, ma
all'improvviso qualcuno spara verso di noi dalla collina, dal
villaggio. Il soldati hanno attaccato il villaggio. Così, tutti
coloro che sono ancora lì vanno verso il villaggio. Mentre
camminiamo per la strada principale arrivano i soldati israeliani e
iniziano a sparaci i gas. Stiamo solo camminando.... corriamo su per
la collina, ci corrono dietro sparando. Arriviamo nel centro del
villaggio, parte la sassaiola degli shebab, loro rispondo sparando a
distanza ravvicinata i a gas. Colpiscono un uomo in faccia, forse gli
hanno spaccato il naso. Continua la sassaiola, i soldati iniziano ad
indietreggiare.
Calma....è tornato il
silenzio, forse è finita. E' sera oramai e molti di noi devono
rientrare a casa. La mamma Palestinese mi abbraccia per salutarmi e
mi dice “c'erano i soldati qui davanti alla mia porta, ma io ridevo
perchè gli shebab gli tiravano le pietre”
Mentre ci allontaniamo
con il service, vediamo un soldato dietro ad una casa, non se ne sono
andati. Quando arrivo a casa vedo le foto su facebook dei soldati
israeliani che hanno attaccato da un altro punto il villaggio.
Cristo, ma come si fa a
vivere così? Come fa quella Donna, mamma, a vivere in questo modo?
Quanta forza ha una Donna così che ride davanti ai soldati e mette a
bagno la maschera antigas del figlio al quale hanno sparato centinaia
di volte?
Ho fatto una foto con
lei, è bellissima.
VIDEO PRIGIONE DI OFER GIORNO DELLA NAKBA, DUE MARTIRI:
VIDEO PRIGIONE DI OFER VENERDI', IL GIORNO DOPO I DUE MARTIRI:
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