Sembra un film
dell'orrore o un'altra dimensione lontana dalla vita di un europeo
che si alza, accompagna i figli a scuola, va a lavorare, esce con gli
amici di sera. Invece no, è la realtà di episodi continui che
capitano a chi si alza la mattina, va a scuola, va a lavorare, torna
per cena, esce con gli amici e dorme di notte.
L'occupazione israeliana
compie atti orribili su persone che hanno questa vita, una vita come
la nostra.
Questa storia inizia con
3 bambini di 13 anni, molti anni fa e siamo ad Urif, Nablus,
Palestina. Sulla terra di Urif, israele ha costruito l'insediamento
illegale di Yihtzar utilizzandolo per dare case a pericolosi
criminali ed estremisti. L'insediamento di Yihtzar è lo stesso che
affligge con episodi di violenza altri 5 villaggi, fra i quali Assira
e Burin.
Tornando a quei 3
bambini...e a circa 12 anni fa... I bambini stanno camminando vicino
alla scuola di Urif, sono le 10 del mattino quando arriva un gruppo
di coloni di Yihtzar e li aggredisce. Vengono rapiti e portati in una
casa dentro all'insediamento illegale; verranno liberati alle ore
15,00 del giorno dopo dai soldati israeliani. Durante tutte queste
ore i 3 bambini vengono tenuti in una stanza per terra, piangono e
hanno paura, così i coloni portano i loro figli a guardarli e a
ridergli in faccia perchè i 3 bambini si sono pisciati addosso. Per
i coloni sono animali allo zoo. Non un goccio d'acqua, niente.
Fortunatamente quella
volta qualcuno del villaggio vide i coloni prendere i bambini e
quindi diede l'allarme al villaggio; ma purtroppo non sempre c'è
qualcuno che “vede”.
Oggi, 12 anni dopo, ho
incontrato uno di quei 3 bambini. Sapete perchè l'ho incontrato?
Perchè 4 giorni fa un colono israeliano gli ha sparato.
Nidal e suo cugino escono
con l'auto per andare a Nablus, ma si accorgono che l'auto ha un
problema, forse è la cinghia. Si fermano con l'auto prima del
checkpoint di Huwwara a lato della strada. Sono le 21,30. Mentre
stanno guardando che cos'ha l'auto, dall'altra parte della strada si
ferma un'auto grigia, c'è un solo uomo al volante. Qui in Palestina,
è normale che se si vede qualcuno in difficoltà si fermino più
persone per offrire aiuto. Nidal attraversa la strada per dirgli che
non hanno bisogno di nulla. Il colono, senza dire nulla, mette il
braccio fuori dal finestrino, impugna una piccola pistola, e gli
spara in una gamba a due metri di distanza.
Nidal corre sanguinando
alla sua auto, il cugino mette in moto e corre, pur con i problemi
all'auto non risolti,all'ospedale di Rafidhia a Nablus.
Nidal per qualche
settimana starà a riposo, ma aldilà della ferita gli ho chiesto
come stava psicologicamente, se aveva paura. Mi ha solo risposto “ne
ho avuta in quel momento, ma ora no, siamo in Palestina”.
Provo odio per la
normalizzazione, la normalizzazione è quella che fa alzare voi la
mattina senza la paura dei checkpoint, del muro dell'apartheid, dei
coloni che sparano e rapiscono i bambini; ma è anche quella che fa
sì che Nidal non abbia paura perchè oramai l'orrore è normale in
Palestina. La normalizzazione, normalizza il crimine, l'orrore, la
violenza per permettere agli europei di andare al supermercato e
trovare 45 tipi di yoghurt.
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