lunedì 7 aprile 2014

I COLONI (seconda puntata)

Sembra un film dell'orrore o un'altra dimensione lontana dalla vita di un europeo che si alza, accompagna i figli a scuola, va a lavorare, esce con gli amici di sera. Invece no, è la realtà di episodi continui che capitano a chi si alza la mattina, va a scuola, va a lavorare, torna per cena, esce con gli amici e dorme di notte.
L'occupazione israeliana compie atti orribili su persone che hanno questa vita, una vita come la nostra.
Questa storia inizia con 3 bambini di 13 anni, molti anni fa e siamo ad Urif, Nablus, Palestina. Sulla terra di Urif, israele ha costruito l'insediamento illegale di Yihtzar utilizzandolo per dare case a pericolosi criminali ed estremisti. L'insediamento di Yihtzar è lo stesso che affligge con episodi di violenza altri 5 villaggi, fra i quali Assira e Burin.
Tornando a quei 3 bambini...e a circa 12 anni fa... I bambini stanno camminando vicino alla scuola di Urif, sono le 10 del mattino quando arriva un gruppo di coloni di Yihtzar e li aggredisce. Vengono rapiti e portati in una casa dentro all'insediamento illegale; verranno liberati alle ore 15,00 del giorno dopo dai soldati israeliani. Durante tutte queste ore i 3 bambini vengono tenuti in una stanza per terra, piangono e hanno paura, così i coloni portano i loro figli a guardarli e a ridergli in faccia perchè i 3 bambini si sono pisciati addosso. Per i coloni sono animali allo zoo. Non un goccio d'acqua, niente.
Fortunatamente quella volta qualcuno del villaggio vide i coloni prendere i bambini e quindi diede l'allarme al villaggio; ma purtroppo non sempre c'è qualcuno che “vede”.
Oggi, 12 anni dopo, ho incontrato uno di quei 3 bambini. Sapete perchè l'ho incontrato? Perchè 4 giorni fa un colono israeliano gli ha sparato.
Nidal e suo cugino escono con l'auto per andare a Nablus, ma si accorgono che l'auto ha un problema, forse è la cinghia. Si fermano con l'auto prima del checkpoint di Huwwara a lato della strada. Sono le 21,30. Mentre stanno guardando che cos'ha l'auto, dall'altra parte della strada si ferma un'auto grigia, c'è un solo uomo al volante. Qui in Palestina, è normale che se si vede qualcuno in difficoltà si fermino più persone per offrire aiuto. Nidal attraversa la strada per dirgli che non hanno bisogno di nulla. Il colono, senza dire nulla, mette il braccio fuori dal finestrino, impugna una piccola pistola, e gli spara in una gamba a due metri di distanza.
Nidal corre sanguinando alla sua auto, il cugino mette in moto e corre, pur con i problemi all'auto non risolti,all'ospedale di Rafidhia a Nablus.
Nidal per qualche settimana starà a riposo, ma aldilà della ferita gli ho chiesto come stava psicologicamente, se aveva paura. Mi ha solo risposto “ne ho avuta in quel momento, ma ora no, siamo in Palestina”.

Provo odio per la normalizzazione, la normalizzazione è quella che fa alzare voi la mattina senza la paura dei checkpoint, del muro dell'apartheid, dei coloni che sparano e rapiscono i bambini; ma è anche quella che fa sì che Nidal non abbia paura perchè oramai l'orrore è normale in Palestina. La normalizzazione, normalizza il crimine, l'orrore, la violenza per permettere agli europei di andare al supermercato e trovare 45 tipi di yoghurt.

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