“Per uno scatto hai un
attimo, lo scatto di una foto non aspetta”. Abed Omar Qusini,
attualmente fotoreporter per Reuters, palestinese; da 18 anni
documenta con le fotografie la sofferenza palestinese, i crimini di
israele.
Abed è di Nablus, lo
conosco perchè ci siamo visti tante volte in mezzo agli scontri. E'
spesso nelle notizie perchè viene ferito dai soldati israeliani.
Anni fa gli spararono una sound bomb mentre era ad Al Kahlil, aveva
la maschera antigas sulla spalla. La sound bomb entrò nella maschera
e gli esplose sulla spalla. Ha perso il 40% dell'udito.
Il momento peggiore è
stato quando hanno sparato in testa Nazeh, suo collega ed amico, era
al suo fianco ed è morto all'istante. In quel momento la Reuters
mise a sua disposizione uno psicologo e gli diede la possibilità di
sospendere il lavoro. Non lo fece. Abed ha continuato a scattare foto
ai crimini israeliani.
E' sua la foto della
donna che abbraccia l'ulivo e molti altri scatti famosissimi. Ed è
lui che è stato fotografato mentre porta per mano a casa due bambine
passando in mezzo ai soldati.
Abed è un fotografo
professionista che con le sue foto ha vinto molti premi
internazionali, ma, quello che mi piace di Abed è che dopo tutto
questo orrore è rimasto umano.
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