E' una bella giornata di
sole e i contadini approfittano per lavorare la terra. Andiamo a
Salem, Nablus, dove la terra è stata rubata da israele. Oggi
vorrebbero lavorare quella terra e pregare sul posto. Arrivare su
quella collina non è facile, perchè gli israeliani si sono presi
anche la strada. Quindi dobbiamo correre su quella salita, a fatica
per quanto mi riguarda, ma ci arriviamo senza incontrarli. Il posto è
bellissimo e ci sono già le famiglie che stanno lavorando, con i
bambini, le pecore e i cani. Nell'aria c'è proprio odore di “terra”.
Dopo circa un'ora sulla collina difronte a noi arriva una macchina
di coloni. Sono in 3 e sono armati. In simultanea arriva da noi una
jeep di soldati. Intano alle nostre spalle tutti hanno iniziato a
pregare. Io videoregistro l'arrivo della jeep e poi mi siedo su un
sasso e faccio quattro chiacchere con un paramedico. Ma uno dei
soldati arriva da noi due. Chiede al paramedico cosa fa lì, e lui
gli risponde che fa “primo soccorso” e gli chiedono i documenti.
Io giro le spalle e inizio a camminare lentamente per allontanarmi,
ma il soldato mi urla in ebraico “dammi il tuo passaporto”. Gli
rispondo che non ce l'ho, l'ho dimenticato in hotel, mi rigiro e
continuo a camminare mentre sorrido. Lui continua ad urlarmi in
ebraico, ma sinceramente, io non lo capisco, non so nemmeno se stia
urlando a me. Poi arriva il paramedico e mi dice che gli hanno detto
di dirmi che arriveranno altri soldati e verrò arrestata perchè non
ho il passaporto. Mi metto a ridere primo perchè i soldati non
possono arrestare, possono solo detenere per due ore, secondo perchè
so già che non rischiano di fare un lavorone simile in un momento
dove non ci sono scontri né problemi. Quindi, come al solito,
lavorano sul terrore...essendo terroristi. Dopo circa mezz'ora arriva
un altra jeep di soldati e la border police, c'è anche una donna; il
che rende tutto un po' più a rischio.
La preghiera è finita e
i soldati parlano con il consiglio del villaggio e gli dicono che
abbiamo tempo 10 minuti per andarcene tutti. Quelli del villaggio gli
fanno presente che i contadini devono lavorare la terra..ma loro
rispondono “questa terra è per noi israeliani, dovete andarvene”.
Molti del villaggio iniziano ad allontanarsi con i bambini, restiamo
in pochi. Davanti a noi arrivano due stronzi di coloni israeliani (e
quando dico stronzi capirete il perchè) con le moto. Vengono fino
giù nella valle e uno dei due si ferma. Ma tò, ma guarda...ha una
telecamera sul casco..... Ripartono con le moto passando sulla terra
appena arata e seminata.....
Arriva il momento in cui
dobbiamo andare via anche noi. Gli shebab mi circondano perchè i
soldati sono sulla strada e dobbiamo passare in mezzo a loro per
andar via. Passiamo, la sensazione che ho provato in quel momento non
ve la so descrivere, ma anche ora mentre scrivo, mi torna il sorriso
sulla faccia...come quando camminavo a testa alta, circondata dagli
shebab, in mezzo ai soldati nazisti.
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