Cara sorellina @simonetta
zandiri , lo scrivo a te quest'articolo perchè so che capirai più
di chiunque altro la notizia che sto per dare.
Questa mattina, mentre a
Beta (Nablus) seppellivano Imam di 15 anni ucciso da proiettile
israeliano al cuore, mentre G. andava a piangere davanti a quel
corpicino sul quale io ho pianto ieri; io andavo con un amico ad
Azzoun. Avevamo un incontro e delle idee per vedere se si riesce a
fermare quest'arancia meccanica su quel villaggio, soprattutto a
danno dei bambini.
Mentre stavamo parlando
con Sindaco, ho chiesto se avevano notizie dei 17 rapiti di due
giorni fa e soprattutto dei bambini che ci sono in questo gruppo. Due
sono stati rilasciati, 4 sono a Megiddo, gli altri sono “sotto
interrogatorio” degli israeliani.
Poi mi hanno detto ciò
che Hassan, il nostro amico in comune non mi aveva detto forse perchè
sapeva la mia reazione, nel gruppo dei rapiti e tutt'ora “sotto
interrogatorio” c'è il piccolo Waleed.
(http://www.samanthacomizzoli.blogspot.com/2014/09/waleed-il-bambino-che-sorride-per.html
)
Sì, sorellina, il
piccolo Waleed che avevamo incontrato per i gravi disturbi psichici
per le torture ricevute dai soldati israeliani. Quel bambino che
abbiamo guardato negli occhi e per il quale abbiamo pianto
abbracciate quando abbiamo immaginato cosa fosse per un bambino
correre con una bomba attaccata al collo e i soldati che ti deridono
sperando che esploda.
Non ci sono più speranze
e questo è l'unico pensiero che ho. Questi bambini, queste persone,
sono morti che camminano. Anzi, martiri che camminano.
Tu, puoi capire cosa
voglia dire per me, oggi, essere qui in Palestina a vivere come vivo,
lottando con tutte le forze, affrontando ogni giorno come una
“grazia”; tu puoi capire, oggi, come mi sento? Puoi capire che
mentre gli altri continuavano a discutere su cosa fare per Azzoun, io
mi ero disconnessa e caduta nel buio senza speranza?
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