La foto che allego
all'articolo è stra famosa, ma non so quanti conoscono la storia di
questa foto...cos'era successo, chi è quella Donna..
Oggi sono andata da lei,
a Salem, Nablus. La chiamano “Aja”, qui in Palestina viene usato
per le donne vecchie o per le donne che sono state alla Mecca. Questa
Aja ha 67 anni e alla Mecca c'è stata 3 volte. Quindi è Aja a tutti
gli effetti.
Quando arriviamo ci
mostra la foto che lei ha incorniciato, poi, per parlarci ci porta in
mezzo agli ulivi, lì sul quel terreno dove è successo tutto.
Sono passati 7 anni da
quel giorno. Aja ha sentito la motosega in mezzo agli ulivi e ha
capito. Salem (che significa “pace”) è un villaggio che confina
con l'insediamento illegale di Elon Moreh ed è blindato dal
checkpoint di Beit Furik (ve lo ricorderete in un qualche mio video
di scontri e dove ci sono stati parecchi shebab uccisi dai soldati
israeliani).
Quindi la Aja ha capito
che lì c'erano i coloni di Elon Moreh che gli stavano tagliando gli
ulivi. E' arrivata con suo figlio correndo, piangendo ed urlando
“Allah Akbar”. I coloni sono scappati e a circondare il terreno
sono rimasti i soldati israeliani, che non facevano un cazzo, né per
fermare i coloni né dopo.
Aja, quando ha visto gli
ulivi con i rami tagliati lo ha abbracciato. Mi ha spiegato che gli
ulivi sono la vita, sono la Palestina. Perchè loro lo piantano
piccolino e lo accudiscono anno dopo anno e cresce piano piano..e
quando diventano grandi, questi alberi ricambiano chi li ha allevati
dando le olive. Potete immaginare cosa voglia dire, quindi, tagliare
o bruciare gli ulivi. Da quella foto famosa capisco che Aja ha una
relazione molto forte con la terra e con la natura. Lei semplicemente
mi risponde “io sono gli ulivi, io sono la terra”.
La seconda volta che i
coloni si presentano sul terreno di Aja gli bruciano gli ulivi.
Ed ecco che arriviamo
alla terza volta...quella “inedita”.
Aja vede i coloni e i
soldati in mezzo agli ulivi. Si avvicina, i soldati non si muovono e
non si muove nemmeno un colono israeliano. Aja arriva lì vicino,
senza dire una parola, e prende il colono per la barba (aveva di
quelle barbe lunghe tipiche dei coloni). Aja inizia tirare con tutte
e due le mani fino a quando lo tira per terra, poi gli mette un piede
sulla testa per tenerlo fermo. Prende una pietra e tenendola con la
mano la mostra agli altri coloni e ai soldati. Gli israeliani
indietreggiano e Aja lascia andare il colono.
Ride quando ci racconta
la storia, ha così tanta energia che sebbene sia seduta faccio
fatica a riprenderla perchè si anima... Gli diciamo “non hai paura
dei soldati e dei coloni, vero?”
Lei mi risponde “chi
onora la terra non ha paura”.
Nessun commento:
Posta un commento