venerdì 12 maggio 2017

STUPRO AL BINARIO UNO DI BOLOGNA



Ieri notte un uomo ha stuprato una donna al binario uno della stazione ferroviaria di Bologna. Così dovrebbe esser data, perlomeno, la notizia; ma i media faziosi usano (ristuprando) il fatto per scrivere “un marocchino ha stuprato una donna italiana”. Spostando così il problema.
Ho fatto un film con il titolo “binario uno”, dove ho puntato il dito verso i colpevoli che hanno creato questa situazione borderline per un solo motivo economico.
Mi interessa però mettere la luce su “un uomo ha stuprato una donna”. Ne voglio parlare da donna e da donna che, purtroppo, c'è passata. Sono robe che ti modificano nell'esistenza e dove, nella maggior parte dei casi, inizi un percorso che ti apre gli occhi su una roba ben precisa: il patriarcato e l'essere uomo che è convinto che le donne siano sue, suoi oggetti. Mi spiace, dover ammettere che mentre per altri obbiettivi che ci prefiggiamo di lottare ci può essere la speranza, qui, per questa roba qui, sono assolutamente convinta che non ce la faremo mai.
Forse un giorno ci si potrà liberare del sionismo, forse della mafia, forse delle dittature; ma del patriarcato e del dominio degli uomini sulle donne, non ce la faremo mai. Perchè penso questo? Perchè le stesse donne che sono vittime di questa violenza, sono anche vittime del sionismo o del fascismo o della dittatura nella quale stanno vivendo; quindi già stanno lottando contro mostri enormi ed, altresì, gli stessi uomini stanno lottando contro a quei mostri. Quindi... se tu vai e supporti la lotta per la liberazione della Palestina, come fai poi a dire a quelle donne “guardate che dovete liberarvi anche dai vostri mariti o padri o fratelli?”. Non vi ascolteranno mai. Non è nemmeno un problema generazionale né culturale; impossibile quindi da circoscrivere. Gli uomini così sono dappertutto, sono chiunque.

Il mio solito abbraccio virtuale a quella donna che stanotte ha visto questo mostro. Abbiamo troppi, davvero troppi mostri.

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