Proprio durante le giornate di sciopero della fame dei prigionieri politici palestinesi, il pensiero va inevitabilmente ad una donna morta in prigionia, anni fa, questa notte.
Ad Ulrike Meinhof.
Ad Ulrike Meinhof.
Da una sua lettera dalla prigione:
"....… La sensazione che ti esploda la testa (la sensazione che il cranio possa esserti esportato via, esplodendo),
"....… La sensazione che ti esploda la testa (la sensazione che il cranio possa esserti esportato via, esplodendo),
la sensazione che il midollo spinale ti si comprima tutto nel cervello,
la sensazione che il cervello ti si raggrinzisca,
la sensazione di trovarsi sotto una corrente, continua, impercettibile che ti trascina lontano
la sensazione che ti si spappolino le capacità sociative
la sensazione che l’anima ti pisci via dal corpo, come quando non si riesce a trattenere l’urina
la sensazione che la cella si muova. Ci si sveglia, si aprono gli occhi, la cella viaggia; al pomeriggio quando entra la luce del sole, la cella, di colpo, si immobilizza. Non riesce a respirare la sensazione di movimento, di viaggio.
Non si riesce a capire perché si tremi, si geli.
Riuscire a parlare con un tono di voce normale, fatica come se si dovesse parlare forte, come se si dovesse urlare.
La sensazione di diventare muti.
Non si può identificare il significato delle parole, si riesce solo ad indovinare.
L’uso delle sibilanti – come s, sch, tz, z – è assolutamente insopportabile. Secondini, visite, cortile, sembrano un film
Mal di testa Flashes
Incontrollabile la costruzione delle frasi, la grammatica, la sintassi. Si scrive: due righe.
Alla fine della seconda riga non si ricorda più l’inizio della prima.
La sensazione di andare in cenere dentro.
La sensazione di andare in cenere dentro.
La sensazione che se tu riuscissi a dire cosa sta accadendo, tutto ti verrebbe fuori come un getto di acqua bollente, che bolle per tutta la vita.
Furiosa aggressività che non trova sfogo.
Questa è la prova peggiore.
La chiara coscienza di non avere più alcuna possibilità di sopravvivenza. Totale senso di impotenza nel tentativo di opporsi a questa convinzione: le visite lasciano dietro di se il vuoto.
Un ora dopo una visita riesci solo a ricostruire meccanicamente se la visita è stata oggi o la settimana scorsa.
Una volta la settimana invece il bagno a questo significato: di scioglierti un attimo, di riprenderti – questo anche per un paio d’ore -.
La sensazione che il tempo e lo spazio si incastrino l’uno nell’altro.
La sensazione di trovarsi nello spazio di uno specchio deformato – vacillamento -,
Poi; spaventosa euforia quando si sente qualcosa – la differenza sonora tra il giorno e la notte-.
La sensazione che ora il tempo scorra, che il cervello nuovamente si rilassi, che il midollo torni al suo posto, per settimane.
La sensazione che ti abbiano strappato la pelle."
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