Un anno fa circa mi sono
avvicinata all'ISM tramite il training della Rete Italiana di
supporto. Avevo già intenzione di partire per la Palestina, ma è
grazie a quel training che sono riuscita ad entrare e a non subire
danni sul posto.
A mesi di distanza sono
ancora qui con l'ISM, per i suoi principi e per il metodo di lavoro;
ed ancora, come allora, penso che chi viene qui in Palestina a fare
interposizione non violenta al mostro, sia un eroe, per scelta.
In un mese 5 attivisti
sono stati deportati dopo essere stati arrestati illegalmente e,
novità dell'ultimo periodo, dopo aver subito torture fisiche e
psicologiche nel periodo di detenzione.
Fabio, italiano, è stato
per diversi giorni detenuto all'interno di un centro paragonabile ai
nostri CIE. Dopo ore senz'acqua ha chiesto di bere e gli hanno
risposto “se hai sete puoi bere il mio piscio”. Vincent,
svizzero, è stato preso a calci sulle costole e gli hanno pressato
il viso per terra, in una pozzanghera. Un'altra attivista è stata
presa mentre faceva presenza ad un processo in Tribunale e
schiaffeggiata.
Ora sono qui e vedo la
mia collega, un'altra eroina per scelta. E' una ragazza madre che per
10 anni ha lottato contro la leucemia e ha vinto. Dorme attaccata ad
un respiratore e quando è stata arrestata l'hanno lasciata per 12
ore al freddo appositamente con l'aria condizionata (è inverno). Lei
è qui, che difende i diritti umani e fa interposizione non violenta
ai crimini che israele continua a perpetrare tutti i giorni.
Ora, difronte alla
popolazione palestinese che subisce di peggio da quasi cent'anni, noi
siamo nulla. Quello che subisce il Popolo Palestinese non è nemmeno
paragonabile a quello che succede a noi, ma continuo a reputare tutti
gli attivisti che vengono qui degli eroi perchè noi, non ci siamo
nati qui, questa non è la nostra lotta “per forza”, è per
scelta.
So che la Rete Italiana
di supporto sta per eseguire altri training in Italia, andateci.
Fatelo per questo Popolo che lotta, per tutti i bambini
palestinesi, per la mia collega attaccata ad un respiratore, per
Fabio, perchè i diritti umani sono di tutti e se non si fa tutto il
possibile per difenderli o si è complici o si è colpevoli. E se
proprio non potete recarvi ai training in Italia, venite qui comunque
e sul posto affronterete un altro training di preparazione.
La miglior risposta
all'ondata di stop verso gli attivisti che è arrivata, è che per
ogni attivista deportato ne arrivino altri 3.
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