domenica 25 ottobre 2020

PECHINO E' SEMPRE PIU' GRANDE

 




Non me le ero cagate molto, le proteste nel 2019 ad Hong Kong; anche un po' mea culpa di aver dato affidabilità ai media che ne parlavano. Le immagini dei manifestanti che a volte brandivano la bandiera americana, aveva discostato il mio pensiero. Si aggiunga la reale scarsa conoscenza di quelle zone. Ma ora, quelle zone, ci tocca conoscerle e anche bene.

Per puro caso, vedo un documentario che concorre ad un festival “Hong Kong, Ga Yau”, regista italiano (Marco Di Noia) e prodotto in Germania. L'immagine che allego a quest'articolo è uno screen saver del film.

Scopro che l'ex colonia britannica di Honk Kong vive sotto occupazione cinese. La differenza fra un governo ed un'occupazione è che quando un popolo viene occupato, l'occupante attua un processo di cancellazione di identità di quel popolo. La lingua locale viene vietata, i nomi di luoghi e paesi vengono sostituiti, la moneta locale cambiata, tradizioni cancellate. Al tutto, si deve aggiungere (ovviamente) la forte repressione, leggi oppressive e polizia violenta. Vi consiglio di vedere il documentario che, a parte l'intervista ad un tipo che avrei preso a sberle, aiuta sicuramente a capire.

Fra le tante cose che hanno attirato la mia attenzione, c'è un dettaglio... indossavano tutti la museruola (mascherina). Stiamo parlando della primavera 2019. Eh sì, perchè il modello di vita cinese è con la mascherina in faccia. Stesso dettaglio che ho notato in video di vacanze di alcuni amici in Sud America. Turisti cinesi con la mascherina. Un particolare sul quale avevo sorvolato, ma che esiste da tempo.

Sapete che attaccare la Cina è come attaccare il modello comunista; quindi chi brandisce la bandiera della sinistra in Europa, ti indica come fascista. Ma, continuo a sostenere che il fascismo si riconosce nelle azioni e non nel colore della bandiera, dei vestiti o della pelle. E sono certa, che il modello di vita cinese non è affatto comunismo.

Non apro la parentesi “diritti umani” in Cina, perchè sarebbe come sparare sull'ambulanza.

Ora, che ci frega di tutto questo? Eh beh... i manifestanti ad Honk Kong sventolavano la bandiera americana, è vero; ma perchè? (i sostenitori della Cina senza se e senza ma, vi risponderanno semplicisticamente....perchè sono fascisti).

Sventolavano quella bandiera perchè è un passaggio che accade in tutte le occupazioni: se sei sotto occupazione di un tiranno, invochi ad un altro tiranno di liberarti. O meglio invochi a qualcun altro di occuparti.

Il nostro Paese, così come il resto d'Europa, è coinvolto in questa terza guerra mondiale fra le due potenze economiche che vogliono dominare tutti: Stati Uniti e Cina. E' impossibile starne fuori e la balla della diffusione del virus in tutto il mondo, l'ha già dimostrato coinvolgendo anche il più piccolo pertugio del diavolo. Non essendo una potenza economica che possa competere, possiamo solo scegliere da che parte sederci: se preferiamo essere occupati dagli Stati Uniti o dalla Cina. (Anche se è solo una scelta morale che non può variare nulla nella scacchiera bellica).

Nella scacchiera bellica in atto, ci sono alcune “potenze” che hanno fatto o faranno la loro parte:

  • la chiesa se ne è tirata fuori, celebrando la morte di Cristo il giorno di Pasqua (la messa con la piazza vuota è un messaggio molto chiaro)

  • la Russia, con Putin, non ha ancora una posizione chiara, ma è da inizio 2020 che spinge su territori diventati “indipendenti”.

  • il Medio Oriente, si spartisce i territori contesi (Palestina, Siria, etc.)

Su Russia e Medio Oriente ho, ovviamente, ancora qualche speranza.


Scagliarsi contro il cinese che vi caffè al bar o vende la roba ad un euro non serve ad un cazzo; non sono loro il problema. Non è gestendo un esercizio commerciale che si occupa un Paese (l'ho già spiegato sopra).

Due anni fa chiedevo con un post su fb come mai all'aeroporto Marconi di Bologna, nelle scritte indicative, fosse scomparso l'italiano e vi si trovassero l'inglese (ovviamente) ed il …..cinese. Ecco, oggi, nel 2020, all'alba di tutto quello che sta accadendo, ho avuto la risposta.

Un piano geniale:

  • far passare un virus dagli aeroporti è facilissimo, impensabile un'arma. Ma un virus è un'arma.

  • Creare una zona vittima di tale virus che sia d' esempio, altrettanto facile.

  • Creare il terrore. Con tale esempio, l'hanno fatto consci di totale incapacità di elaborazione da parte di un pubblico vittima di TV e social per decenni.

  • Vietare subito l'arte, la conoscenza, lo spettacolo e tutto ciò che porta a muovere il cervello.

  • Imporre un protocollo di cure errato, così da creare morti.

  • gonfiare il numero dei morti e renderne la veridicità/riscontro impossibile.

  • divulgare video/immagini false per aumentare il terrore ed ottenere popolazioni impaurite, deboli, malate, in solitudine.

  • portare le economie dei Paesi a livello “zero”.

  • portare i popoli ad accettare qualsiasi dittatura occupante purchè ci salvi.


Mi auguro di non entrare mai in un ospedale, nemmeno se ho una costola rotta perchè ho appeso uno striscione o qualche linea di febbre. Ringrazio fin d'ora tutti quei medici che non hanno voluto applicare il protocollo dell'OMS e che non lo faranno in futuro; anche se non si espongono pubblicamente.


Pechino è sempre più grande...


Agli eretici, come me.


sabato 5 settembre 2020

BASTA!

 




Oggi a Roma ci sono molti compagni a manifestare contro la dittatura sanitaria scoppiata da mesi. Sì, inizio così, a scriverne.... Così come i media servi (come sempre) iniziano a scriverne con i peggiori termini “negazionisti”, “fascisti”, “nazisti”.....

Gli stessi termini che i media appioppano in modo infame ogni volta si vada contro il potere. Chissà perchè, per queste manifestazioni, in molti gli credono.

Non partecipo più a manifestazioni o presidi perchè ogni volta torno a casa con la testa storta. Sì, perchè vedete, è difficile, molto difficile, manifestare con centinaia di persone al tuo fianco che la pensino tutti allo stesso modo a 360°. Magari, si scende in piazza per la Palestina, ma alcuni dei partecipanti sono sessisti; oppure si scende in piazza contro il 5G, ma si accetta la privazione della libertà e a tortura del 41 bis.

Quindi, seppur combattuta, anche oggi non parterciperò alla manifestazione a Roma. Questo però non mi fa perdere l'onestà e la lucidità nel constatare che le persone che oggi manifestano non sono assolutamente ciò che i media vogliono vendere.

Così come a Berlino, come a Madrid, anche Roma ha chiamato tutti coloro che non “credono” ai media, all'OMS, al Governo; ma “credono” al proprio cervello. Ovviamente ne nasce una partecipazione trasversale che accomuna identità diverse nella lotta per la Libertà dell'individuo.

E' un po' un assaggio prima della grande manifestazione che ci sarà il 12 settembre; alla quale arriveranno persone da tutta Europa. Coloro che sono stati smanganellati, arrestati, denunciati a Berlino, non hanno avuto la simpatia e la solidarietà dei “compagni”. Eh sì, perchè: se non porti la mascherina, non tieni le distanze di sicurezza, non sventoli la bandiera e vai contro ai media/governo...non sei più un compagno (o almeno questo è quello che sta accadendo).

Beh, mi spiace, ma a me delle opinioni altrui e delle vostre bandiere, davanti alla lotta per la libertà per tutti... non me ne frega un cazzo.

In fondo, questo è un altro aspetto positivo della dittatura sanitaria: ha portato allo scoperto l'ipocrisia nella lotta. Anche se lo si era già visto in tante occasioni per la Palestina (anche ultimamente a Roma).

Oggi a Roma ci saranno anche tante mamme per difendere la libertà dei propri figli. Brave!

Se riuscirò pubblicherò foto/video della manifestazione in corso. Se non mi riuscirà, vorrà dire che il 12 settembre sarò a Roma così da poter sbugiardare (nel mio piccolo) i media di regime che infamano.


In foto i terribili naziskin di Berlino ( :) )

mercoledì 26 agosto 2020

QUANDO PER LA POLIZIA PALESTINESE, L'ARTE DIVENTA VIETATA

 


La famiglia del regista Abdul Rahman Zahir, ha divulgato solo ora del suo rapimento da parte della POLIZIA PALESTINESE.
38 anni, di Nablus. Regista, giornalista, padre di due figli.
Abdul Raham è stato preso dalla polizia palestinese il 19 agosto, ed imprigionato con l'accusa di aver divulgato opinioni e materiale artistico contro la leadership politica palestinese. Il 25 agosto è stata prolungata la sua detenzione. Non gli hanno permesso di parlare nè con il suo avvocato, nè con la moglie. Entrambi l'hanno solamente visto al "tribunale palestinese" proprio il 25 agosto; molto sofferente, provato e forse ammalato.
Della vicenda si sta interessando l'associazione "avvocati per la giustizia". Non si esprime, invece, il sindacato dei giornalisti palestinese e tanto meno l'università Al Najah di Nablus. (ovviamente istituzioni che non vanno contro ad istituzioni). E' incredibile come, di fatto, la Palestina non esista, ma quando si tratta di repressione o porci comodi di alcuni politici....esiste!
A me questa storia fa parecchio schifo, più schifo degli israeliani.
Invito tutti i gruppi pro-pal a prendere posizione su questa vicenda e a chiedere la libertà per il regista. Che sia un simbolo di libertà d'espressione ed artistica.
Chi non si schiera, è schierato con gli oppressori.

lunedì 20 luglio 2020

SOTTO IL GOVERNO DELLA PROTEZIONE CIVILE




Il popolo italiano, con tutto il cucuzzaro governativo, è stato appeso per mesi alle labbra della “protezione civile”; la stessa che ha raccolto fondi per l'emergenza pandemia.
Le conferenze stampa, seguitissime, erano della protezione civile. Il presidente del governo, si limitava a rendere operative le loro indicazioni con i vari decreti.
Mi sono ricordata di quando è nata la protezione civile e, soprattutto, perchè.
Chissà, se qualcuno ricorda il povero Alfredino Rampi.
Erano gli anni '80. Io ero piccolina, ma ho il ricordo dei miei genitori che tornavano dal lavoro e si incollavano alla tv per seguire la diretta RAI che durò giorni.
Il piccolo Alfredo era caduto in pozzo artesiano, molto profondo. Sul posto ogni mezzo di soccorso; arrivarono anche a fare un appello per un volontario esile da calare nel pozzo. Il volontario arrivò: un uomo che disse alla moglie “esco a comprare le sigarette” ed invece si recò a Vermicino, e si fece calare nel pozzo per cercare di afferrare Alfredino. Gli toccò le mani. Il bambino morì nel pozzo, dopo 4 giorni di diretta televisiva.
E' una semplice vicenda di cronaca; ma è da questa vicenda che “decisero” di creare la Protezione Civile. Anni dopo, mi sono chiesta il “perchè”?
Il bambino non si poteva salvare, non cambiava nulla se ci fosse stato un altro organo istituzionale sul posto. E di storie così ne accadono spesso.
Sarebbe invece cambiato altro.
In quei giorni si capirono due cose: il potere mediatico e di conseguenza come sfruttarlo. Se in quelle tante ore di diretta televisiva dove tutto il popolo italiano era incollato alla tv...ci fosse stata una raccolta fondi; TUTTI avrebbero mandato dei soldi.
Quindi fu istituita la Protezione Civile; la stessa che c'era per il terremoto all'Aquila, la stessa che una settimana fa non ha dato l'allarme e si è allagata Palermo; la stessa degli aiuti (raccolti e poi spariti) per il Kosovo.
La stessa protezione civile che nei primi giorni di maggio 2020 (….durante la pandemia...) ha fatto appaltare la costruzione di un'autostrada sul mare a Lampedusa con la motivazione “per la sicurezza durante eventi catastrofici”. Una colata di cemento; un'altra.
Ecco, magari ricordatevelo quando vi chiederanno di nuovo l'eurino per la “salute”.

venerdì 12 giugno 2020

5 MINUTI




Dedico solo 5 minuti della mia vita per ricordare e come giusta testimonianza, che oggi alle ore 11,00 saranno 5 anni che gli israeliani hanno attaccato il taxi in corsa a Nablus sul quale mi trovavo e mi rapivano. Riuscii solo a mandare un tweet col telefono per avvisare. Ne seguirono giorni di prigionia (prima alla prigione Ben Gurion e poi a quella di Givon) torture e la deportazione. Si concludevano così, due anni di vita in Palestina.
Non sono mai stata in “stato d'arresto” a detta proprio degli israeliani e confermato anche al Console italiano quando mi fece visita.
Non stavo manifestando e non ero a Kuffr Qaddum. Ero a Nablus, dove vivevo, su un taxi.
Non ho fatto lo sciopero della fame perchè mi ritenevo una prigioniera politica, bensì per chiedere il rilascio dei 350 bambini palestinesi che israele aveva imprigionato; che mi ritenevo prigioniera politica, questo sì. Se su google scrivete “samantha comizzoli arrestata” vi rendete conto di come lavorano i media.
Nessun avvocato/governo/associazione colse il mio appello/sciopero della fame per chiedere la liberazione dei bambini.
Ora, poiché non permetto al passato di rovinarmi il presente; ho dedicato solo 5 minuti della mia vita, per scrivere sta roba e ricordarlo.
Ho continuato a costruire cose in Palestina e per la Palestina anche dopo la mia deportazione e continuerò a farlo.
Pertanto, l'unico commento che mi viene è “israele, va a fare in culo”.

Fine

giovedì 4 giugno 2020

AGGIORNAMENTO SULLA PALESTINA E SULLA RACCOLTA FONDI/PROIEZIONE FILM


Come ovviamente si sa, le proiezioni del mio ultimo film "l'esperimento" si sono interrotte (prima per fatti personali e dopo per il lockdown). Non so quando riprenderanno, spero presto, ma pare che la cultura/spettacolo/eventi non siano di primaria importanza a fronte di centri capitalistici riaperti già da un pezzo. Nel frattempo, chi volesse il dvd del film e sua volta supportare il progetto in Palestina che lo accompagna; può contattarmi in privato e gli invierò il dvd.
Ora, veniamo al progetto....la libreria ambulante.
Ieri Mahmuod Abbas ha annunciato un prolungamento del lockdown in Palestina fino al 30 giugno. Sono morti ben 2 palestinesi "per coronavirus", un terzo divulgato oggi.
Quindi, per 3 palestinesi deceduti "da coronavirus", la Palestina è in lockdown (per i 300 uccisi annualmente dagli israeliani, invece chi se ne fotte).
Sta di fatto che già la situazione economica era allo stremo, ora è un bagno di sangue. E sta, altresì, di fatto che la libreria ambulante diventa un progetto che forse non funzionerebbe per tutte quelle persone che si sono lasciate suggestionare dal terrorismo sul virus. Quindi, il progetto, varia leggermente. Ci sarà la libreria nel nuovo Retaj Women Center in zona Nablus. Una stanza le verrà dedicata, ma non sarà ambulante. Lo scrivo per correttezza per tutti coloro che sono coinvolti.
Qualche giorno fa, discutendo con i palestinesi su questo cambiamento, mi hanno parlato della pesantezza in cui vivono i bambini palestinesi in questo momento. E' vero, anche i nostri bambini se la sono passate pesante; ma non è nemmeno confrontabile. Vorrebbero organizzare una giornata di giochi e festa per i bambini nei villaggi vicino a Nablus. Supporterò la richiesta come posso e lo scrivo perchè spesso mi chiedete se potete "donare" per qualche cosa. Chi volesse aggiungersi alla mia donazione può contattarmi anche per questo in privato. Io metto 50 euro senza toccare i soldi raccolti per il film, di più non posso.
Ora tocco un tasto dolente, ma doveroso.
Pare che in Palestina per sta storia del virus, siano stati raccolti un bel pò di soldi per aiutare le famiglie in difficoltà e tutti coloro che sono senza lavoro (come qui in Italia). Beh, i soldi non si sa che fine abbiano fatto. Solo chi lavora per l'autorità palestinese ha ricevuto le 600 shekel mensili (...600...stesso copione e stessa fine nostra....). Non lo scrivo per far polemica, bensì perchè per mandare sti soldi che raccogliamo, tocca fare un versamento bancario o con western union a differenza di come ho sempre fatto (farli portare a mano da qualcuno); quindi, l'autorità palestinese si prenderà la percentuale. Mi girano le palle, ma con tutta sta storia di lockdown, non ci sono alternative. Ve lo dico prima perchè nel caso doniate, almeno lo sapete.
Devo fare una spedizione di alcuni dvd settimana prossima, quindi chi lo vuole si faccia sentire al più presto.
Grazie a chi supporterà il tutto e sperando che riprendano presto le proiezioni.


venerdì 15 maggio 2020

72 ANNI DALLA NAKBA





E così oggi, 15 maggio, sono 72 anni dalla Nakba, la cacciata dei palestinesi dalla Terra natia per mano israeliana ed inglese.
Non si può ricordare solo quel momento, poiché in 72 anni gli israeliani c'hanno nutrito con orrori quotidiani. La Nakba non si è mai fermata; 72 anni fa ha solo avuto inizio.
Qualche giorno fa, ho visto il film “The Eichman Show”, sul processo di Eichman a Gerusalemme. Ho trovato un passaggio interessante quando il regista israeliano che doveva seguire il processo facendone uno show (che si discostava dalla realtà), chiedeva ad un'israeliana: “a te piace qui? Israele, ti piace?”. La giovane risponde “è la nostra terra, sono venuta dalla Cecoslovacchia dopo la persecuzione nazista”. Il regista incalza “sì, ma l'idea di creare israele è partita molto prima dello sterminio degli ebrei e questa terra era già abitata dagli arabi”. La risposta sionista della giovane, che con sguardo freddo, tace il regista è “noi la volevamo di più”.
Quel “volere”, per chi conosce la Palestina, sa che non è una questione di desiderio, ma di essere disposti a tutto in nome di israele. Patriottismo, Nazionalismo, razzismo. Il Genocidio del popolo palestinese continua da allora, da quando hanno “voluto” occupare la Palestina. Tutta la storia della Palestina è disumana e ancor più disumano è quando si pensa che i palestinesi non vengono “scacciati”, ma tenuti chiusi in lembi di terra (Gaza), in campi profughi o ghetti. Impossibile entrare o uscire. Insomma, la Palestina è una prigione.
Perchè creare una prigione per un popolo intero?
Ho cercato di spiegarlo con l'ultimo documentario (L'esperimento) uscito ad ottobre 2019 e con il tour di presentazione interrotto dalla “pandemia”. Non starò, pertanto, a ripetere qui ciò che annunciavo nel film e che è poi accaduto.
Credo che a 75 anni dalla Nakba, pianterò un ulivo come si fa in Palestina; ma, qui in Italia. Tanto, sono anni, che anche qui uccidono gli alberi.
Per tutti coloro che hanno sempre e solo pensato alla Palestina, come un problema di “conflitto per una terra” o di sola “apartheid” e, pertanto, limitato a quella terra; forse vi fa comodo pensarlo.
Spero di riprendere presto con il tour del film; nel frattempo sto strutturando il prossimo documentario.


p.s.: e sì, oggi sono anche 5 anni che mi hanno sparato. Lo ricordo con un sorriso.

mercoledì 13 maggio 2020

QUANDO VENGONO BRUCIATI I LIBRI




Apprendo dalle notizie che poche ore fa, la libreria Tribolo di Bologna è stata perquisita dal ROS. Apprendo altresì, che 8 persone sono state arrestate e ad altri 4 obbligo di dimora con firma. Conosco tutti loro, conosco la libreria Tribolo di Bologna (ma questo non cambia nulla).
Vivo a Bologna da qualche anno per scelta. Bologna, la capitale della regione più rossa del nostro Paese, la capitale artistica, filosofica, e culturale; da anni non lo è più. Ho viaggiato e vissuto in molte città, per poter dire che Bologna è diventata la città più fascista in Italia.
La dimostrazione di quello che dico è quest'azione di questa notte: fermare una libreria. I nazisti bruciavano i libri.... (Guarda caso, l'anniversario del rogo dei libri a Berlino, è il 10 maggio).

Ed è un po' un dejavù per Bologna, perchè già era accaduto anni fa con lo spazio Fuoriluogo. Spazio chiuso, tutti arrestati, imprigionati e poi dopo anni di processi....tutti assolti.
Le accuse, anche questa volta, paiono infamanti ed assurde. Queste persone, come tutti, non avevano nemmeno la possibilità di andare al parco visto il lockout; figuriamoci fare altro.
Quindi, ancora una volta, è un attacco agli ideali, ad essere contro lo Stato. E' inaccettabile. Bologna tutta dovrebbe alzarsi davanti a questo. O si è da una parte o si è dall'altra. Il silenzio è ovviamente dalla parte degli oppressori.
Tutta la mia solidarietà a chi ha portato avanti gli ideali di Libertà, di anti-stato, di informazione e di cultura.

venerdì 8 maggio 2020

CIAO PINA, GRANDE COMPAGNA





Torno a scrivere (anche sui social) con le lacrime ed il cuore in mano.
Questa notte la Pina dell'ANPI di Valle Elvo e Serra (Biella) ci ha lasciati. Era ricoverata in oncologia da metà aprile.
La Pina è una grande compagna per me e per tanti. Quando ero stata lì per le proiezioni dei film, avevo dormito da lei. Mi aveva fatto le cotolette e le patatine, come quando ero da mia nonna da piccola. E lì, a casa sua, con la Pina, le cotolette, in quel Piemonte dove mi ha dato le origini, avevo respirato l'aria di casa. Di ciò che stava facendo la Pina avevo parlato in quest'articolo, della ciclofficina Thomas Sankara. ( https://samanthacomizzoli.blogspot.com/2019/11/ ) Persone meravigliose che spendono la propria vita per gli altri.
La morte fa parte della vita e la vita è questo, un incidente. E' così per tutti noi, ma davanti alla perdita di persone come la Pina, mi sento più piccola ed insignificante.
Se ne è andata una gigante.
Condoglianze al figlio, a tutti i parenti ed amici. Un abbraccio ad Oreste.