venerdì 12 giugno 2020

5 MINUTI




Dedico solo 5 minuti della mia vita per ricordare e come giusta testimonianza, che oggi alle ore 11,00 saranno 5 anni che gli israeliani hanno attaccato il taxi in corsa a Nablus sul quale mi trovavo e mi rapivano. Riuscii solo a mandare un tweet col telefono per avvisare. Ne seguirono giorni di prigionia (prima alla prigione Ben Gurion e poi a quella di Givon) torture e la deportazione. Si concludevano così, due anni di vita in Palestina.
Non sono mai stata in “stato d'arresto” a detta proprio degli israeliani e confermato anche al Console italiano quando mi fece visita.
Non stavo manifestando e non ero a Kuffr Qaddum. Ero a Nablus, dove vivevo, su un taxi.
Non ho fatto lo sciopero della fame perchè mi ritenevo una prigioniera politica, bensì per chiedere il rilascio dei 350 bambini palestinesi che israele aveva imprigionato; che mi ritenevo prigioniera politica, questo sì. Se su google scrivete “samantha comizzoli arrestata” vi rendete conto di come lavorano i media.
Nessun avvocato/governo/associazione colse il mio appello/sciopero della fame per chiedere la liberazione dei bambini.
Ora, poiché non permetto al passato di rovinarmi il presente; ho dedicato solo 5 minuti della mia vita, per scrivere sta roba e ricordarlo.
Ho continuato a costruire cose in Palestina e per la Palestina anche dopo la mia deportazione e continuerò a farlo.
Pertanto, l'unico commento che mi viene è “israele, va a fare in culo”.

Fine

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