martedì 17 ottobre 2023

QUANTE PERSONE HO UCCISO OGGI?



Hannah Arendt fu una giornalista e filosofa, americana ebrea. Fu inviata dal New Yorker a seguire il processo di Eichmann a Gerusalemme. Già aveva dubbi sul fatto che gli facessero il processo a Gerusalemme: “perchè a Gerusalemme? dovrebbero processarlo in Germania”. Ma ci andò e si trovò in conflitto con se stessa e con tutti perchè riportò fedelmente ciò che era emerso nel processo. Emerse che i nomi degli ebrei da prendere nei rastrellamenti li diedero altri ebrei e che i soldati rispondevano con “io eseguivo gli ordini, facevo il mio lavoro e volevo farlo bene”. Da qui nacque il suo libro “La banalità del male”. Ma per lei nacque anche il conflitto con tutta la comunità ebraica sostenitrice di israele, sua famiglia compresa. Fu isolata e tacciata di antisemitismo.

Arna Mer Khamis, era una soldatessa israeliana che partecipò alla Nakba. Quando si rese conto di ciò che israele stava facendo, invertì la rotta. Ricostruì il rapporto con i palestinesi creando un teatro in Palestina “Jenin Theatre”. Il figlio di Arna ne fece un bel documentario (potete trovarlo su youtube “Arna's children”). Arna morì di cancro. Suo figlio, che portò avanti il teatro, fu trovato assassinato nella Palestina occupata. Sia Arna che Juliano erano ebrei.

Jean Luc Godard, regista, in “Qui e altrove” affiancò Golda Meier ad Hitler quando parlava di Palestina. Anch'esso fu tacciamo di antisemitismo.

Storia vecchia, non di questi giorni. Eppure il metodo è sempre stato lo stesso; lo fanno sempre. In questi giorni si susseguono le notizie di persone che perdono lavoro e vite prestigiose. Vengono distrutte in un attimo. Ed è anche storia e metodo di qualche anno fa (cito solo alcuni), con Gilad Atzmon, Paolo Barnard, Chef Rubio, Gianluca Costantini.

Tutti coloro che hanno denunciato gli orrori che israele perpetrava sui palestinesi, sono stati messi al rogo. Ora faccio un salto per poi arrivare alla domanda che è il titolo.


La mia migliore amica si è laureata in giornalismo a Cambridge con applauso accademico (e non è inglese). Abbiamo fatto assieme la Palestina ed il Libano. Assieme abbiamo vissuto i traumi, gli orrori, respirato i gas; per anni.

Mi ricordo che quando tentò di vendere parte del suo lavoro (alcune foto fatte in Palestina in mezzo agli scontri), il giornale le ripose che potevano pagarle una foto, due euro e cinquanta centesimi. Si rifiutò e le pubblicò direttamente senza alcun compenso.

Quando tentò di scrivere articoli/report veritieri, le dissero che potevano pubblicarli sono censurati o modificati.

Prese una decisione: smetto di fare la giornalista.

Vive, in povertà, come la sottoscritta.

Ho realizzato tre film dalla Palestina. Gli israeliani mi hanno fatto fuori un ginocchio, mi hanno sparato due proiettili, mi hanno rapita, imprigionata e deportata; non contenti, mi hanno diffamato a livello internazionale e dall'interno dei movimenti di attivisti.

Perchè vi racconto questo? Per farci un monumento? Sì, ma non a me.

Le nostre scelte di vita fanno sì che ogni giorno facciamo morire qualcuno.

Quanti morti fa, al giorno, un avvocato che difende un boia?

Quanti morti fa, al giorno, uno che fabbrica armi?

Quanti morti fa, al giorno, un politico che si schiera dalla parte del boia?

Quanti morti fa, al giorno, un giornalista che racconta menzogne per dar voce al boia?

Quanti morti fa, al giorno, una qualunque che ignora un Genocidio?

Ecco, credo che il grande passo per aiutare le vittime sia proprio limitare il numero dei morti che noi stessi provochiamo ogni giorno. Pagando il prezzo, non vendendo la dignità e restando integri. Questo, credo, dovrebbe essere il primo passo per aiutare/supportare.

Io sono stata fortunata, sono qui a scrivervelo. E ci sono altri che sono stati fortunati come me. Non solo perchè sono qui ancora a scrivere la verità sulla Palestina; ma anche perchè non hanno mai venduto la dignità. Mai accettato un compromesso; hanno, quindi, limitato o annullato la loro possibile conseguenza di fare morti.

Ecco, questo articolo è anche per lui; per aver mantenuto la dignità e per essere ancora dalla parte delle vittime. Grazie, compagno Francesco Giordano.


Chiudo a dimostrazione di ciò che ho accennato sopra e scrivendolo in modo più chiaro: gli israeliani distruggono tutti coloro e tutto ciò che non supporta israele (nulla a che vedere con l'antisemitismo, visto che i pochi che vi ho citato sopra erano ebrei). Ci sono persone alle quali ognuno di noi dovrebbe fare un monumento e che non sono più qui a scrivere perchè israele gli ha tolto la vita:


Raffaele Ciriello, fotoreporter, ucciso dagli israeliani a Ramallah, Palestina.

Rachel Corrie, volontaria per i diritti umani, uccisa a Gaza, Palestina, da un bulldozer israeliano.

Thomas Hurndall, fotografo, ucciso dagli israeliani a Gaza, Palestina.

Vittorio Arrigoni, volontario per i diritti umani e scrittore, ucciso a Gaza da mercenari mandati dagli israeliani.

Simone Camilli, giornalista, ucciso dagli israeliani a Gaza, Palestina.


Per chi non lo sapesse e per non dimenticare mai.







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