sabato 13 aprile 2019

NON DIRE A MIA MADRE CHE SONO CIECO




Il prigioniero politico palestinese, Mohammed Braash, scrive una lettera a suo fratello intitolata "Non dire a mia madre che sono cieco"

Non dire a mia madre che sono diventato cieco, lei mi vede e io non vedo lei.
Quando mi mostra le foto dei miei fratelli e dei miei amici/vicini di casa, sorrido. Non sanno che sono diventato cieco dopo la malattia agli occhi. Dopo che il buio ha invaso tutto il mio corpo.

Ho aspettato per un intervento chirurgico, per il trapianto di cornea anni fa, ma l'amministrazione penitenziaria mi ha messo in stallo ...
Frammenti di proiettili e granate nel mio corpo. Il mio piede sinistro amputato e sostituito con un piede di plastica, mentre il destro è marcito.

Non dire a mia madre del desiderio di liberazione che ho; condannato a vedere ferro e cenere, non c'è bianco che brilla, né cavalli da cavalcare. . Dille che io sono vivo e in buona salute, che vedo e cammino, e corro, e gioco, e salto, e leggo e scrivo.
Vedo mio fratello martire in cielo che ha il potere di lampi, tuoni e nubi.

Non dire a mia madre che non riesco a dormire, che vivo di antidolorifici affinchè intorpidiscono il mio corpo. Che il mio compagno di cella, mi aiuta per raggiungere il bagno.

Non dire a mia madre che quel giorno ho visto polvere da sparo e prima di perdere conoscenza ho visto un bambino vicino a me che gridava “un martire, un martire”...

Dille che il mio sogno è sufficiente, che il nostalgico eroe non tace. La mia faccia sulle pareti nelle foto dei martiri, mi appare ogni volta che la luce si allontana da me.
Dille che seguo la sua preghiera in una nuvola nella mia mano. Il mio corpo stanco, che mi dice che non so se tornerò; ma sono vicino al tuo cuore.

Non dire a mia madre che l'entità sionista nel ventunesimo secolo, ha le prigioni per piantare le malattie, e sciogliere lentamente gli organi, in modo che le prigioni sono diventate campi di esperienze sui vivi che moriranno tra poco.

Non dire a mia madre che conosco tutti i nomi dei farmaci, anche quelli più strani. E che ho visto amici morire prima di me.

Non dire a mia madre di prigionieri malati che si sono ammalati nei modi più folli della guerra: Ahmed Abu Rub, e Khaled Shawish, Ahmed Najjar, Mansour illuminato, Akram Mansour, Ahmed Samara, Rima Daraghmeh, Tarek Assi, Mutasim Radad, Riad Amour, Yasser Nazzal, Ashraf Abu Jihad, Abu Haniyeh. Massacrati dalla prigione e dalle malattie create dai sionisti. I sionisti, bravi ad esportare morte e funerali.

Dille che sono ancora sulla porta di casa.




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