Il prigioniero politico palestinese,
Mohammed Braash, scrive una lettera a suo fratello intitolata "Non
dire a mia madre che sono cieco"
Non dire a mia madre che sono diventato
cieco, lei mi vede e io non vedo lei.
Quando mi mostra le foto dei miei
fratelli e dei miei amici/vicini di casa, sorrido. Non sanno che sono
diventato cieco dopo la malattia agli occhi. Dopo che il buio ha
invaso tutto il mio corpo.
Ho aspettato per un intervento
chirurgico, per il trapianto di cornea anni fa, ma l'amministrazione
penitenziaria mi ha messo in stallo ...
Frammenti di proiettili e granate nel
mio corpo. Il mio piede sinistro amputato e sostituito con un piede
di plastica, mentre il destro è marcito.
Non dire a mia madre del desiderio di
liberazione che ho; condannato
a vedere ferro e cenere, non c'è bianco che brilla, né cavalli da
cavalcare. . Dille che io sono
vivo e in buona salute, che vedo e cammino, e corro, e gioco, e
salto, e leggo e scrivo.
Vedo mio fratello martire in cielo che
ha il potere di lampi, tuoni e nubi.
Non dire a mia madre che non riesco a
dormire, che vivo di antidolorifici affinchè intorpidiscono il mio
corpo. Che il mio compagno di cella, mi aiuta per raggiungere il
bagno.
Non dire a mia madre che quel giorno ho
visto polvere da sparo e prima di perdere conoscenza ho visto un
bambino vicino a me che gridava “un martire, un martire”...
Dille che il mio sogno è sufficiente,
che il nostalgico eroe non tace. La mia faccia sulle pareti nelle
foto dei martiri, mi appare ogni volta che la luce si allontana da
me.
Dille che seguo la sua preghiera in una
nuvola nella mia mano. Il mio corpo stanco, che mi dice che non so se
tornerò; ma sono vicino al tuo cuore.
Non dire a mia madre che l'entità
sionista nel ventunesimo secolo, ha le prigioni per piantare le
malattie, e sciogliere lentamente gli organi, in modo che le
prigioni
sono diventate campi di esperienze sui vivi che moriranno tra poco.
Non
dire a mia madre che conosco tutti i nomi dei farmaci, anche quelli
più strani. E che ho visto amici morire prima di me.
Non dire a mia madre di prigionieri
malati che si sono ammalati nei modi più folli della guerra: Ahmed
Abu Rub, e Khaled Shawish, Ahmed Najjar, Mansour illuminato, Akram
Mansour, Ahmed Samara, Rima Daraghmeh, Tarek Assi, Mutasim Radad,
Riad Amour, Yasser Nazzal, Ashraf Abu Jihad, Abu Haniyeh. Massacrati
dalla prigione e dalle malattie create dai sionisti. I sionisti,
bravi ad esportare morte e funerali.
Dille che sono ancora sulla porta di
casa.
..un pugno nello stomaco...
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