Qualche giorno fa una mia
amica è stata riconosciuta colpevole da un tribunale e condannata.
Senza entrare nel dettaglio e senza riportare il suo nome, voglio
scrivere la storia con una mia riflessione.
Veronica (nome casuale,
ma con significato), parecchi anni fa ha partecipato ad una
manifestazione contro la guerra. Per l'aver partecipato è stata
condannata in via definitiva.
Passano gli anni e la
vita di Veronica cambia dal farle nascere l'esigenza di tornare a
svolgere il lavoro per il quale aveva studiato e per il quale aveva
avuto vocazione. Parliamo di un lavoro inerente alla cura della
persona. Per far questo, deve fare l'iscrizione all'albo dei
professionisti del suo settore. Dopo un mese aver presentato
l'iscrizione scopre (con non poco sgomento) che le viene rifiutata
per quella vecchia condanna presa. Assurdo due volte perchè contro
la guerra, proprio coloro che si occupano di curare le persone,
dovrebbero esserci tutti/e.
Questa è la prima doccia
fredda per Veronica, perchè significa che non potrà più lavorare e
proprio quel lavoro scelto e studiato con laurea.
Ma, ecco l'ulteriore
colpo di scena: alcuni mesi dopo i carabinieri gli notificano la
denuncia. La presidente dell'albo l'ha denunciata per non aver
dichiarato sulla domanda che aveva quella vecchia condanna.
Ok che la legge non
ammette ignoranza... ma, Veronica non solo si era dimenticata di
dichiararlo, ma proprio non aveva pensato che fosse influente; tanto
che aveva presentato domanda di iscrizione all'albo.
Due giorni fa, Veronica è
stata condannata a due mesi di reclusione per falso in atto pubblico.
Fino a qui i fatti. Ora …
scrivo questa storia perchè rimanga scritto il seguito. Perchè
magari un giorno io e Veronica non saremo più amiche (può accadere)
oppure magari, un giorno la legge non sarà più così (questo è un
po' più difficile che accada..).
Voglio scrivere che
questa condanna profuma di onore per Veronica. E' l'onore dell'onestà
verso i diritti umani, verso le persone, verso le vite. Voglio
ringraziarla per la sua immensa onestà che non si è mai ridotta a
sfilare in manifestazione, ma a scegliere eticamente come vivere.
Questo va aldilà della solidarietà nelle lotte e ad essere nelle
piazze; questo è sacrificare la propria vita per la causa. Si
contraddistingue perchè si viene perseguitati, anche (appunto) nella
vita privata. La persecuzione nei confronti di Veronica, in questo
caso, è proprio l'indice dell'ingiustizia applicata a chi vive con
scelta etica.
Per me è un onore essere
tua amica, Veronica. Questo non ti ridarà il tuo lavoro, gli anni di
studio e d'esperienza. E non ti ripagherà dell'ingiustizia subita da
ste merde; ma volevo scriverti, che io ti vedo in vetta. La vetta
dell'umanità. Hai vinto.
Loro sono disumani e
hanno perso, per sempre.
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