Ok, so che ne avete delle
vostre, so che il mondo è pieno di storie di merda; ma vi chiedo una
mano per quello che segue...
Questa notte ho avuto un
incubo che so da dove nasce.. Quando sono stata in prigionia per mano
israeliana, ho avuto conoscenza di una storia che forse è rimasta
irrisolta.
Nella cella 110 della
prigione di Givon c'era una donna in isolamento da anni. Non è
palestinese, è internazionale. Le prigioniere mi avevano raccontato
di lei; fu il mio primo articolo quando rientrai in Italia. E' breve,
vi prego di leggerlo perchè vi chiedo un aiuto in merito:
https://samanthacomizzoli.blogspot.com/2015/06/chi-ce-nella-cella-n-110.html
Sono passati 4 anni e
nessuno, ad oggi, pare si sia occupato di questa donna. Escludiamo
che sia italiana perchè avevo chiesto al Console di verificare e
l'esito era stato negativo. In ogni caso, in qualche parte del mondo
risulterà fra le PERSONE SCOMPARSE. Forse in questo momento è già
morta in quella cella, ma forse no. E' assurdo che sia là, in
quella cella, in isolamento, che qualcuno la stia cercando e che
passi il resto della sua vita lì.
Proviamoci, forse è
tempo perso, ma proviamoci... Vi chiedo di scrivere tutti... ONG,
ONU, Ministeri degli esteri di altri Paesi. Scrivete a chi cazzo
volete e se avete idee a chi scrivere, ditemele. E' l'8 marzo ed è
il giorno giusto; saranno tutti più sensibili.
Di seguito, la mia
lettera mandata all'ONU. Vi prego di scriverne una anche voi.
- All'ONU in Italia
- To International Court of Justice
Egregie ONU e Corte
Internazionale di Giustizia, mi chiamo Samantha Comizzoli (video
reporter). Nell'anno 2015 ho vissuto in prigionia per mano israeliana
nella prigione di Givon. In quei pochi giorni ho appreso e visto con
i miei occhi, che nella cella 110 vi era una donna internazionale in
isolamento da almeno 5 anni. Le prigioniere mi riferirono che al
momento dell'arresto non aveva i documenti d'identità né aveva
risposto all'interrogatorio per l'identificazione. Di seguito, per
aver risposto in malo modo ad una carceriera, fu messa in una gabbia
completamente chiusa per 48 ore (anch'io ho saggiato quel metodo di
tortura). Quando uscì dalla gabbia aveva perso completamente la
lucidità e fu messa in isolamento.
Mi dissero che parlava più
lingue, che la sua identità e Paese di provenienza erano sconosciute
e che , pertanto, non potendo rimpatriarla, avrebbe passato lì il
resto della sua vita.
Forse in qualche Paese la
sua famiglia la sta cercando. Forse la credono morta. Forse in questo
momento è morta. Forse è negli elenchi degli scomparsi.
Vi chiedo, con questa mia,
di intervenire.
Attendo Vs. riscontro.
Samantha Comizzoli
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