martedì 12 febbraio 2019

NON È EMERGENZA


Per non gravare sul costo del biglietto aereo, sono senza bagaglio. Quindi non ho il computer. Potete immaginare, quindi, che scrivere un articolo dal telefono ha le sue conseguenze oltre che rottura di cazzo. Ma ci provo...
Detto più volte che non ho lo spirito della crocerossina e che la soluzione per questa tragedia mondiale, che è il totale controllo da parte dei mostri, è solo sistemica. Guardare negli occhi i profughi siriani e cercare di spiegarglielo...fa male.
Vi faccio un esempio: famiglia siriana qui in Libano che chiede aiuto agli internazionali perché vuole andare in Europa. Accettando anche un barcone.
Vogliono lasciare il Libano perché i profughi siriani degli ultimi anni hanno condizioni diverse da quelli arrivati qui in precedenza. I bambini non sono più ammessi nelle scuole; quindi crescono analfabeti. Non c'è più lavoro e non hanno nessun diritto, neanche una baracca dell'Unrwa. Chiedono aiuto a quest'ultima, ma non vengono riconosciuti come "situazione d'emergenza"; perché è la normalità. Quindi, nessun aiuto.
In Siria diverse zone sono state liberate, ma i profughi non vogliono tornare.
Quindi, cosa gli rimane?
Tentare il viaggio verso l'Europa; o almeno è quello che credono.
Ci credono perché magari ricevono le foto da parenti/amici migrati anni prima e che ora hanno una vita, un lavoro, una casa.
Quando, invece, gli racconti delle navi in mare per mesi, dei CIE, degli HUB... e gli spieghi che finiranno in un centro di detenzione per, poi, essere sbattuti indietro. I loro occhi si riempiono di orrore e perdizione.
E mentre sei lì in silenzio che aspetti la loro decisioni e speri che sarà "torniamo in Siria"... ecco le parole dell'uomo di famiglia "ok, parto solo io verso l'Europa". Eh, certo, cosi la donna da sola con i 3 figli diventerà una "situazione d'emergenza" e almeno riceverà gli aiuti.
E lui in un centro di detenzione forse, o in mare o morto.
Sceglie questa via perché è l'uomo, il capofamiglia, che non riesce a mantenere la sua famiglia. E per lui è una vergogna.
Non sono, ovviamente, per i "aiutiamoli a casa loro"; perché la loro casa è stata bombardata, è senz'acqua e luce. Ma al tempo stesso non ho la possibilità né la volontà di aiutare in questo modo; del barcone dico.
Poi torni a casa e ti metti a cucinare e finisce la bombola del gas... ceni con pane e formaggio e sturando pure il lavandino. E ci ridi sopra perché ancora abbiamo un lavandino da sturare e una bombola da cambiare...loro no.
Credo che sia necessario andare tutti verso il livello economico dei profughi. Azzerare tutto. Sopravvivera' chi è abituato ad essere povero.

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