Viyan Peyman, di Maku in
Kurdistan orientale (Iraq), combattente kurda che alleviava il morale
dei combattenti cantando canzoni con la sua bellissima voce. E' morta
il 6 aprile 2015 durante un combattimento contro l'isis. Martire.
La “giornalista
italiana” Doriana Goracci scrive che è stata uccisa mentre
combatteva contro lo “stato islamico”..... Questa non è
ignoranza, questa è stronzaggine. Ma non voglio scrivere attaccando
la stronzaggine, non mi interessa, voglio scrivere CHI uccide Viyan
Peyman.
Vi sarà capitato sovente
di trovarvi di fronte a fotografie della Palestina prima del 1967,
quelle in bianco e nero. Avete notato le donne? Poche con il velo,
quasi tutte sorridenti, con le gonne, i capelli sciolti, foto anche
di danze arabe. Cos'è successo dal 1967 ad oggi? Perchè oggi le
donne in Palestina non possono danzare, andare in bicicletta, devono
essere coperte, non possono ridere o parlare ad alta voce in
pubblico, non possono camminare mano nella mano con il loro consorte,
e molto altro?
Scusate eh, ma il Corano
è stato scritto prima del 1967 e non è cambiato, e prima dei quella
data qui erano musulmani.
Chi era in Palestina nel
1967 o seguiva le sue vicende quotidiane se lo ricorderà: nel 1967
gli arabi persero la guerra, in quel momento alcuni Sheik (persone
che interpretano le scritture del Corano e le divulgano al popolo)
parlarono tutti concordanti al popolo dicendo che la colpa era delle
donne. Che gli shebab erano distratti dalle donne e quindi
quest'ultime dovevano “coprirsi e che alcuni comportamenti
diventavano vietati”.
Non c'è niente di peggio
dell'incolpare le vittime, ed opprimerle ancora di più. Questa si
chiama repressione su altra repressione e non ha nulla a che vedere
con il credere in Dio, anzi, va contro Dio. Un essere di potere che
reprime la libertà di altri esseri può solo essere contro Dio.
La domanda successiva
potrebbe essere “perchè tutti hanno creduto a quegli Sheik?”.
Forse perchè non hanno fatto solo questo, ma hanno anche: impoverito
l'educazione e l'istruzione censurando ed omettendo, hanno limitato
le arti, lo spettacolo, la cultura, la creatività, inventandosi
interpretazioni del Corano estrapolando solo alcune frasi. Qui in
Palestina non c'è la danza del ventre, che è nella cultura araba,
ma qui è proibita.
Esempio: “il martedì
le donne non possono andare in piscina, è scritto nel Corano “
Beh, però gli Sheik che
hanno creato tutto questo, perchè l'hanno fatto? O meglio, per chi?
Ecco, allora, ritorno su
quello che ho scritto più volte: la Palestina vive sotto più
occupazioni. E questa volta, le scrivo tutte.
- L'occupazione del mostro israele.
- L'occupazione dell'autorità nazionale palestinese.
- L'occupazione del mostro economico creato dai primi due mostri.
- L'occupazione patriarcale creata dai primi due mostri.
- L'occupazione delle ONG, nata dai primi due mostri.
Della quinta occupazione
(ONG) parlerò in un altro articolo, perchè merita spazio. Ma voglio
dire fin d'ora che tutte queste occupazioni sono collegate e
collaborano fra di loro con un unico scopo, non liberare la
Palestina.
La repressione sulla
donna non crea controllo solo sulla donna, ma anche sugli uomini che
vivono di conseguenza “repressi”.
E' bel pacchetto,anzi, un
bel piano: togli la cultura, lo svago, l'istruzione, il lavoro, la
terra, la libertà di “scegliere” e “decidere” e fai sentire
colpevoli chi si ribella a tutto questo davanti a Dio.
Questa situazione qui è
pesante e crea conseguenze sociali pesanti che fanno pagare alla
Resistenza. Vi faccio alcuni esempi: uno shebab ha un rapporto
sessuale con una donna prima del matrimonio. Purtroppo sta succedendo
che in molti casi la donna lavora per israele, sanno benissimo della
situazione repressa degli shebab e della società nel quale si vive,
quindi la sfruttano. Conseguenza: lo shebab è costretto a sposare
quella donna e lavorerà anch'esso come spia per israele.
Altro esempio: dal 1967
ad oggi l'autorità palestinese ha creato “associazioni culturali”
per i giovani dove viene prodotta poca cultura, ma soprattutto
vengono indottrinati con idee allucinanti. Ho sentito con le mie
orecchie uno shebab dire “se quando sarò sposato e mia moglie
dovrà partorire all'ospedale non ci saranno medici donne, nessuno la
toccherà, può morire”. Eppure la famiglia di questo shebab non si
fa di questi problemi. Idee infilategli in testa da questa
associazione.
Altro esempio: nella
maggior parte dei villaggi le donne non partecipano alle
manifestazioni contro israele perchè “non sono adatte e devono
stare chiuse in casa”.
Altro esempio: vicino a
Nablus c'era un appartamento dove per parecchio tempo venivano
portati gli shebab a sfogare la loro repressione sessuale, ebbene....
le ragazze avevano tutte l'aids. L'appartamento era di una persone
dell'autorità nazionale palestinese. C'ha fatto anche parecchi
soldi.
Questo non ha nulla a che
fare con la religione, ripeto, prima del 1967 la percentuale di
musulmani era la stessa. Questo è un piano costruito a braccetto con
l'occupazione israeliana.
Ci sono donne che stanno
lottano contro l'occupazione israeliana, contro l'isis e contro la
società costruita da loro. Come vivono se non vengono ammazzate come
Viyan Peyman? Male, sono viste come puttane, come pazze, malati
mentali, violente, terroriste, che vogliono fare di testa loro.... e
questo ritratto viene usato per ogni persona libera che lotta per la
libertà. Ovviamente il ritratto non cambia se a dirlo è uno Sheik,
o una ONG o l'autorità nazionale palestinese o un “gruppo
estremista creato all'ultimo minuto”.
Fa paura chi è libero e
non ha sete di potere, ma combatte solo per la libertà altrui, vero?
In allegato il video di
Viyan Peyman riportando uno dei commenti, di un compagno:
“Viyan Peyman è
scomparsa oggi. L'ho incontrata in Kobanê lo scorso dicembre. A quel
tempo si stava riprendendo da una ferita. Era stata ferita in un
conflitto con ISIS (DAIS), un mese prima. Lei era uno dei comandanti
del fronte in Kobanê. Viyan ha sempre combattuto coraggiosamente
contro ISIS. Con la sua voce Viyan Peyman dava coraggio e la forza ai
suoi compagni. Era una cantante, ma a causa della guerra nel suo
amato paese non poteva fare altro che proteggere la gente. Ha cantato
elegie, lamentandosi contro l'oppressione, contro la disuguaglianza
sociale e contro la cultura maschilista. Oggi abbiamo perso una
guida, una persona sociale e solidale forte nella guerra contro il
terrorismo. Forza a tutti voi.”
Reber Dosky
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