domenica 22 febbraio 2015

DOTTOR YOUSEF: SITUAZIONE ECONOMICA E POLITICA IN PALESTINA ORA



Pochi giorni fa, come avevo dato notizia ed immagini, il Dottor Yousef Abdallah è stato rilasciato da israele. 6 mesi di detenzione amministrativa (cioè senza accusa di reato né processo) nelle prigioni israeliane; in pratica un ennesimo rapimento.
La prima volta che rapirono il Dottore di economia di Nablus, arrivarono di notte in casa sua i soldati nazisti israeliani. Il Dottore chiese perchè volevano portarlo via e gli risposero che era pericoloso. Lui rispose: “io sono pericoloso? Tu hai tutte queste armi, io invece ho solo la mia mente, la mia matita e il mio quaderno...”.
Ascoltare il Dottore è sempre musica per le orecchie, per come calibra le parole, per come con umiltà e sottile ironia tira le sassate di verità.
Quest'intervista è durata 45 minuti e mi è spiaciuto molto doverla tagliare, ma conosco i tempi di comunicazione di internet...veloci..avete sempre poco tempo per ascoltare... Quindi, mando in video alcune pillole dell'intervista, preziose. Così come per il primo video del Dottore, non ci sono i sottotitoli, perchè comunque è visto a livello internazionale. Ma, riporto qui, il contenuto del video e anche altro che ho tagliato.
Il Dottore inizia con una ricostruzione storica, spiegando per l'ennesima volta che nel genocidio del popolo palestinese non vi è traccia di motivazione religiosa. Questo è l'attacco dell'imperialismo.
Racconta di suo padre..che aveva un terreno e ci portava le pecore e del suo vicino di terreno..un ebreo. Si scambiavano i prodotti e le chiaccherate, erano amici. Perchè era questo il clima qui in Palestina prima che arrivassero i sionisti: cristiani, ebrei e musulmani vivevano in armonia fra loro e con la terra.
Un giorno quell'uomo ebreo disse a suo padre “ho venduto il terreno e me ne vado da qui perchè stanno arrivando i sionisti, il loro scopo è spazzare via i palestinesi e questa diventerà la terra dell'inferno”. E se ne andò dalla Palestina. Era l'anno della Nakba.
Il Dottore parla della situazione economica in Palestina, di come tutto sia sotto il controllo israeliano e di come l'Autorità nazionale Palestinese non abbia autorità. Se devi esportare prodotti devi confrontarti con israele, se vuoi piantare e coltivare devi confrontarti con israele. Ci racconta anche del controllo sull'educazione di israele, attraverso la sua vicenda: “insegnavo all'Al Najah University di Nablus, l'intelligence israeliana è venuta da me e mi hanno chiesto di firmare un foglio dove dichiaravo che io non avevo nessuna relazione con l'OLP. Gli dissi che questa era politica e nelle scuole non c'è spazio per la politica e gli chiesi se facevano firmare lo stesso foglio all'università ebraica. Mi risposero che io non mi trovavo all'università ebraica e che ero palestinese e che loro applicavano lo stesso trattamento in Giordania e in Egitto. E' razzismo puro, è persecuzione. Non firmai e mi deportarono in Giordania per 12 anni. Sono tornato dopo il Trattato di Oslo. In quel trattato Arafat e company hanno firmato il nulla per la Palestina. Israele non ha mai rispettato nessuna delle risoluzioni, hanno scritto tante volte la parola “pace” ma senza metterne il significato. Non c'è mai scritto cos'è l'Autorità, cos'è la Sovranità. Nulla. E Mahmuod Abbas si accorge ora, dopo 25 anni, che è il presidente dell'autorità palestinese, ma che non c'è autorità. E vuole continuare a parlare, a parlare...Abbiamo un problema politico, ora, in Palestina: i due leader tirano in due direzioni. Mahmuod Abbas parla di continuare a parlare, e Hamas chiama per uno stato islamico. Non siamo nemmeno uno stato, prima liberiamo la Palestina e poi ci sarà il tempo per vedere se quello stato può essere socialista o islamico. E per continuare a parlare faccio un esempio: quando il ministro Abu Ein andò a Turmus Ayya...c'erano 40 persone con lui. E' questa la forza di Fatah? No, questo è solo volersi atteggiare che si è contro qualcosa. E' come dire...io sono contro e resisto, non ce la faccio, ma resisto. Fatah, Hamas e il PFLP chiamano tutti per liberare la Palestina.”


Bentornato Dottor Yousef.

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