Riporto questa
testimonianza di Stefano, arrivata sulla mia pagina facebook, per
dare la notizia del B5: “Poi
è da vedere quanto abbiano di ebreo i coloni: verso la fine degli
anni 60 a mio padre, legato alla comunità ebraica milanese per
motivi famigliari risalenti al tempo di guerra, l'allora rabbino capo
propose di emigrare in Israele con la famiglia, mio padre si stupì
"ma noi non siamo ebrei" e il rabbino rispose "se io
dico che siete ebrei, lo siete"... in quel periodo era pratica
comune, soprattutto nelle comunità ebraiche dell'est Europa,
acquistare certificazioni di "ebraicità" in cambio della
donazione di tutti i propri averi; in tal modo le comunità, vessate
dai regimi locali, si garantirono un introito, molti oppositori del
regime la possibilità di espatriare trovando i mezzi per una nuova
vita e Israele una fonte di mano d'opera e forze fresche (e
riconoscenti) per la colonizzazione”.
Non
è una novità che israele sia stato costruito in questo modo, e
continui con questo metodo. La novità è che è stato tutto
ufficializzato e legalizzato.
Dal
1 maggio 2019 è nato il B5, il visto per chi investe in israele
(solo per i cittadini americani!! Che caso!).
Andiamo
a vedere nello specifico di cosa si tratta: “Il visto B-5, lanciato
il 1 maggio 2019, consente ai cittadini statunitensi di investire in
un'attività israeliana e di risiedere in Israele mentre lo
gestiscono. Il visto è stato proposto per la prima volta durante
l'amministrazione Obama, nel 2012. Questo è il primo permesso di
ingresso che consente ai cittadini statunitensi che non
sono né ebrei né collegati a una persona ebrea / israeliana per
sangue o per matrimonio, di ottenere uno status legale permanente in
Terra Santa. L'investitore, i manager stranieri o gli impiegati
qualificati e i membri della loro famiglia possono risiedere in
Israele a tempo indeterminato mentre l'impresa commerciale è
esistente. L'investitore dovrà dimostrare che ogni lavoratore
straniero portato in Israele è cittadino statunitense.
L'investimento aziendale richiesto dovrebbe essere accettato come
"significativo" da un rappresentante del Ministero
dell'Economia e dell'Industria israeliano. Gli investitori dovranno
acquistare almeno il 50% di un'impresa israeliana che sia attualmente
attiva, o che sia presto attiva, che contribuisca all'economia
israeliana e impieghi cittadini israeliani. …. Gli amanti di
Israele che visitano la Terra Santa troppo spesso, pur avendo
ottenuto un visto d'ingresso per ogni entrata e non avendo mai
oltrepassato la sua durata, potrebbero trovarsi sospettati anche al
punto di essere rifiutati di entrare in Israele. In particolare, i
cristiani o gli ebrei messianici possono trovarsi sotto il sospetto
di viaggiare in Israele per intraprendere attività missionaria e
deportati.
Il visto B-5 incorpora un visto per più ingressi, che consente
all'investitore, così come ai dipendenti stranieri e ai familiari
che lo accompagnano, rientri illimitati in Israele durante la durata
del visto. La nuova opportunità di visto sugli investimenti consente
agli amici
americani di Israele
di sostenere direttamente l'economia israeliana e ottenere
l'opportunità di vivere in Terra Santa. “
La
notizia è apparsa qualche giorno fa su israeltoday. Capiamoci bene:
- per investire in israele devi essere cittadino americano e amico di israele
- se sei cristiano e professi la tua religione e NE PARLI, vieni deportato
- a tutto il mondo, israele, ha raccontato che quella terra è solo per gli ebrei (eppure solo il 33% degli ebrei vive e sostiene israele). Ora, si da un po' la zappa sui piedi e fa entrare gli americani in via ufficiale anche se non sono ebrei, basta che investano denaro.
- Hanno la faccia come il culo a chiamarla, ancora, pure nell'articolo, “Terra Santa”
Ci
tengono proprio tanto ai soldini, gli israeliani; eh, in fondo,
servono i soldini per comprare tutto quello che si son presi (e non
parlo della Palestina). E laddove non si voglia vendere, ti sparo in
testa (e qui parlo della Palestina).
Chissà
che prezzo hanno le 220 testate nucleari a Dimona.
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