…. segue l'articolo
precedente.
Siamo dall'altra parte
del muro, “dentro” oppure “fuori” a seconda da dove lo si
guardi.
Alcuni giorni fa c'è
stato un fatto passato in sordina.... : a Tulkarem la polizia
palestinese ha portato via 200 shebab in una botta sola.
Cos'è successo? Ora ve
lo racconto.
Come avevo già scritto,
oramai si respira aria di elezioni in Palestina. Preciso che si
tratta delle elezioni locali, perchè il governo palestinese se ne
guarda bene dal rifare le elezioni in tutto il Paese.
Però, appunto, iniziano
i giochi per elezioni locali. E sono dei gran giochi, come quello di
Tulkarem.
C'è un ministro di
Tulkarem che aspira a diventare Sindaco, parrebbe oltretutto che non
sia affatto un palestinese povero.
Qualche giorno fa a
Tulkarem è scoppiata la protesta, perchè da giorni viene tolta la
corrente elettrica.
In moltissimi sono scesi
in piazza a protestare, davanti al municipio. E qui tutti a pronti a
dire “eh, sarà stato israele a tagliare la corrente”. No. Non
sembra affatto così, ecco perchè tutti protestavano davanti al
municipio palestinese di Tulkarem.
In quella protesta sono
stati, poi, arrestati i 200 shebab dalla polizia palestinese che ha
represso per tutto il giorno fino a poi lasciare il passo ai soldati
israeliani la notte.
Parrebbe, infatti, che
questo ministro abbia fatto togliere la corrente elettrica. Perchè?
Perchè così gli abitanti di Tulkarem voteranno chi gliela promette.
Semplice.
Intanto 200 shebab stanno
nella prigione palestinese...
Lo stesso ministro ha
fatto distruggere una “piazza spontanea” appena sorta. A Tulkarem
c'è un viale molto lungo e proprio perchè così lungo, le auto
sfrecciano ad alta velocità. Situazione pericolosa che ha già visto
numerosi incidenti e soprattutto investimenti di pedoni.
Così gli abitanti hanno
pensato di fare una piazza spontanea, dove ci sono i bambini al
sicuro e dove le auto sono costrette a rallentare.
Però il ministro deve
sfrecciare proprio su quella strada con la sua auto e vuole farlo ad
alta velocità. E quindi ha fatto distruggere la piazza.
Letto il primo articolo
sul business del muro e letto questo secondo, lo so che il morale va
sotto ai coglioni...perchè si perde la speranza.
Eppure dovete pensare che
i palestinesi lì ci vivono ed esistono perchè resistono anche se
sanno tutto questo che io vi scrivo in poche righe.
Questa mattina due shebab
sono saltati su una jeep israeliana che sparava, con l'applauso di
tutti. Gli israeliani hanno sparato in faccia ad uno dei due.....
Bilal Kayed dopo 14 anni
di prigione è arrivato al 51° giorno di sciopero della fame. Molti
prigionieri lo stanno supportando facendolo anch'essi. Anche George
Abdullah dalla prigione in Francia.
Essere palestinesi non
vuol dire nascere in Palestina (come quel ministro di Tulkarem).
Essere palestinesi vuol dire prendersi uno sparo in faccia e dire
“non c'è problema”; essere palestinesi è la frase che allego
in foto e con il sorriso.
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