Ho incontrato tanti ex
prigionieri politici e vittime del nazismo di israele qui in
Palestina. Il 98% di loro non si fa filmare, né fotografare né
registrare la voce. Posso scriverne, ma niente più. Hilal fa parte
di questa percentuale e l'ho incontrato un mese fa, vicino a Nablus.
Perchè ne scrivo oggi? Ma, perchè personalmente oggi questa storia
mi riguarda.
Hilal è uno shebab di 20
anni e quando israele attacca il suo villaggio, lui esce con gli
altri shebab e tira le pietre ai soldati per difenderlo/si.
E' notte quando i soldati
nazisti israeliani circondano la casa di Hilal ed entrano dalla porta
principale. Entrano una quindicina di soldati con i cani e chiedono i
nomi dei maschi della famiglia. Prendono Hilal e altri due fratelli e
li portano in prigione con l'accusa di tirare le pietre.
Hilal inizia il suo
periodo di prigionia nazista in cella con il fratello (l'altro viene
mandato in un'altra prigione). Hilal legge molto e continua a leggere
in prigione. Non viene torturato né picchiato. Passato il primo mese
Hilal smette di leggere, smette di parlare, smette di usufruire
dell'ora d'aria, smette di alzarsi dal letto. Rifiuta tutti, anche il
fratello.
Sto prendendo appunti
mentre racconta la sua storia, perchè sebbene non avrò immagini per
il film che riguarda l'occupazione mentale, il danno psicologico che
il mostro fa; sicuramente mi aiuterà a capire di più.
Hilal inizia a dirmi
quali sono i sintomi che hanno portato ad avere un aiuto psichiatrico
prima e psicologico dopo.
Mi dice che continua a
dormire, che non ha fame, che non gli interessa vedere la tv o
leggere, che non riesce a concentrarsi, che va due o tre volte a
Nablus e poi torna senza motivo e quando è a Nablus non sa perchè è
venuto qui. E in quel momento, non riesco più a prendere appunti e
inizio a guardarlo meglio. Hilal ha un buco sulla fronte perchè gli
hanno sparato in testa, ha dei bellissimi occhi, profondi. E in quel
momento è come se mi guardassi allo specchio, non per l'esperienza
di Hilal, ma per come si sente. Hilal è “steso” dalla realtà.
Capire la verità, conoscerla l'ha distrutto. Gli chiedo se ha paura
dei soldati e mi dice “no, perchè dovrei avere paura di loro?”.
Eh certo..perchè i soldati sono la meno peggio, è capire la verità
la cosa peggiore. Perchè capisci che non hai più punti saldi, non
ci sono più basi, niente sul quale costruire qualcosa anche una
flebile speranza. Allora capisci che puoi anche andare a tirare le
pietre ai soldati per cagare la rabbia, ma servirà solo a te e
nient'altro. Hilal rifiuta gli altri shebab ora, quelli con i quali
è cresciuto. Mi dice che sì, li vede, sta con loro a fumare
l'hashisha, ma tanto sa che non lo capiscono.
Riesco solo a dire ad
Hilal che lui è un eroe per me, che è un “giusto” e che ha
capito che il resto del mondo è sbagliato. Ma ciò non cambia una
virgola, perchè il mondo continua ad essere quello che è, e tu che
hai capito cos'è sei steso, paralizzato dalla verità.
Io oggi, devo uscire con
la videocamera per filmare un paio di eventi. Non ho voglia di farlo,
così come non ho più voglia di fare altre cose nella vita. Ieri, ho
avuto l'ennesima visione di verità nascosta che mi ha stesa. Sono
paralizzata ed è inutile che scriva cos'ho visto/capito perchè ne
pagherei solo io e nessuno capirebbe. Forse oggi quando sarò fuori
con la video camera non saprò dove mi trovo e il perchè. Spero di
incontrare Hilal.