giovedì 1 agosto 2013
IL CUORE IN MANO:STOP THE PRAWER PLAN
Come annunciato nei giorni precedenti, oggi, era la giornata delle manifestazioni contro il Prawer Plan. Un piano razzista e di apartheid che prevede l'eliminazione di 40,000 beduini nel Negev. La pulizia etnica della Palestina.
La manifestazione più grande nella West Bank è a Ramallah.....ma anche no. Arriviamo a Ramallah e troviamo degli autobus pronti per partire, per dove non si sa. Dopo 40 minuti di strada, arriviamo al check point di Hizme, siamo nel Negev. Sorpresa!
Quando scendiamo dagli autobus i soldati e la border police stanno già sparando ai palestinesi presenti. Ma il gioco cambia, perchè è aumentato il numero dei manifestanti e perchè moltissimi sono internazionali. Così, pisciano subito fuori dal vaso arrestando un palestinese. La manifestazione continua nonostante l'accaduto e le sound bomb. Poi, dopo averci circondati, iniziano a stringere il cerchio e a spingere (in nessuna direzione). Colpiscono due colleghe dell'ISM: ad una spingono la faccia contro a qualcosa di metallico (eravamo schiacciati nelle prossimità di un'autofficina), alla seconda invece sferrano un pugno nello stomaco.
Ogni tanto si fanno le solite risate...Ma, ecco, la bellezza che vince all'improvviso. Alle nostre spalle c'è il check point con la sua barriera di rete metallica. Dietro alla rete metallica ci sono dei bambini. Sono di là, aldilà. Iniziano ad intonare lo slogan della manifestazione e catturano l'attenzione di tutti. Ci dimentichiamo dei soldati, della border police e della sua violenza. Qualcuno lancia due bandiere palestinesi a quei bambini e la loro immagine, dietro alla barriera, che urlano gli slogan, cantano, ridono e si arrampicano su quell'orrore per sventolare le bandiere; è di una bellezza sconvolgente. E' la Palestina che ti prende il cuore in mano e lo avvolge di lacrime, sangue e sorrisi.
Questi sono i bambini che il Prawer Plan e il silenzio dell'occidente faranno sparire. Urlatelo a tutti, non siate complici. Loro, oggi, hanno urlato su una barriera dove non ci si può arrampicare. E sono bambini.
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