Due amiche mi offrono un caffè e una sigaretta sulla terrazza del loro hotel a Gerusalemme. E' una buona visuale per la videocamera. Ma ecco che da quel punto si vede con lo zoom che il mostro occupa la città dall'interno.
Gerusalemme è una città occupata, piena di ordini di demolizione per le case palestinesi che lasceranno il posto a nuovi insediamenti israeliani. Ma ad israele questo non basta: i coloni occupano anche i piani superiori delle case.. Come si vede dal video, dove occupano piazzano tantissime bandiere d'israele. Come se avessero conquistato la vetta di una montagna incontaminata. Ma quella casa non era incontaminata, ci viveva una famiglia, magari da generazioni e magari quella casa se l'era sudata.
Adesso ci sono loro, che di notte a volte camminano sui tetti e gettano di sotto pietre o urina o altro sugli arabi che passano.
Il più delle volte vicino ad una casa occupata ci piazzano i soldati, che fermano ogni arabo che passa per controlli vari.
Gerusalemme, la città che era degli arabi, dei cristiani e degli ebrei; è diventata un'altra città dell'apartheid.
Ringrazio le amiche per il caffè, la sigaretta e la vista.
Mi viene da vomitare.
giovedì 29 agosto 2013
giovedì 22 agosto 2013
ULTIMA NOTTE A NABLUS
La vita è fatta di scelte, il più delle volte devi scegliere fra il cuore e il cervello. Se ascoltavo il cuore tre giorni fa sarei rimasta in Palestna, ma, non ero lì per me, ma per la Palestina. così ho dato retta la cervello e sono rientrata in Italia per svolgere tutti quei progetti che potrebbero essere d'aiuto alla Resistenza e a rompere i coglioni all'occupazione israeliana. Questo vuol dire, per me, sofferenza. Ma la volontà di salvarla forse mi aiuterà a superare questo momento.
Lunedì sera è stata la mia ultima notte a Nablus. Non riuscivo a dormire (come in tutta l'ultima settimana) p meglio, dormire qualche ora, avere gli incubi, poi svegliarsi con gli attacchi di panico e poi forse ritornare a dormire.
Sono le 4,20 di lunedì notte e mentre tento di dormire sento dei cani abbaiare. Mi alzo e vado sul balcone per fumarmi una sigaretta. Ad un certo punto dal cimitero di Nablus spunta un cane. Non c'è nessuno ingiro. Il cane si ferma in mezzo alla strada, mi guarda anche se siamo comunque distanti. Ma, ecco la cosa strana: la Moschea si accende e inizia il richiamo alla preghiera. Che strano, avevo pensato che quello della sera sarebbe stato l'ultimo, invece a quell'ora mi abbraccia ancora una volta la voce della Moschea.Ed ecco la cosa più strana: il cane si sdraia al centro della strada, davanti alla Moschea. Ascolto quella voce che mi abbraccia ancora una volta e al suo termine il cane si alza e se ne va per scomparire ancora nel buio del cimitero.
Il cane è una figura dominante nella mia vita. Mi ha dominata più volte e mi rappresenta, non solo nell'oroscopo cinese.
Ho goduto della bellezza della Palestina, correndone i rischi e mettendomi al centro della strada, ma ora, è giunto il momento di avere il coraggio di andare. Andare per loro che aspettando dei risultati e non solo parole su un blog.
Mi preparo per il viaggio di ritorno con lo stomaco sottosopra perchè sono rassegnata che all'aeroporto mi aspettino visto che ho sempre scritto con faccia e nome. Un amico a Kuffr Qaddum mi ha detto "la nostra è una vittoria morale, Allah ti proteggerà".
Insomma, all'aeroporto Ben Gurion (altro carnefice) mi hanno rivoltato la valigia 4 volte per trovare tracce di gas lacrimogeno, ma nulla. Hanno, invece, trovato qualcosa che non sapevo nemmeno di avere: una limetta per unghie che mi ha fatto fare la figura della turista sprovveduta e mi ha fatto saltare ogni interrogatorio..
Ora posso iniziare a lavorare per la Palestina, al documentario e ad altri due progetti per essa. Dopo, poi, ci sarà il tempo del "cuore" e del ritorno a quell'abbraccio quotidiano di umanità che è quel Popolo. Il Popolo Palestinese.
Lunedì sera è stata la mia ultima notte a Nablus. Non riuscivo a dormire (come in tutta l'ultima settimana) p meglio, dormire qualche ora, avere gli incubi, poi svegliarsi con gli attacchi di panico e poi forse ritornare a dormire.
Sono le 4,20 di lunedì notte e mentre tento di dormire sento dei cani abbaiare. Mi alzo e vado sul balcone per fumarmi una sigaretta. Ad un certo punto dal cimitero di Nablus spunta un cane. Non c'è nessuno ingiro. Il cane si ferma in mezzo alla strada, mi guarda anche se siamo comunque distanti. Ma, ecco la cosa strana: la Moschea si accende e inizia il richiamo alla preghiera. Che strano, avevo pensato che quello della sera sarebbe stato l'ultimo, invece a quell'ora mi abbraccia ancora una volta la voce della Moschea.Ed ecco la cosa più strana: il cane si sdraia al centro della strada, davanti alla Moschea. Ascolto quella voce che mi abbraccia ancora una volta e al suo termine il cane si alza e se ne va per scomparire ancora nel buio del cimitero.
Il cane è una figura dominante nella mia vita. Mi ha dominata più volte e mi rappresenta, non solo nell'oroscopo cinese.
Ho goduto della bellezza della Palestina, correndone i rischi e mettendomi al centro della strada, ma ora, è giunto il momento di avere il coraggio di andare. Andare per loro che aspettando dei risultati e non solo parole su un blog.
Mi preparo per il viaggio di ritorno con lo stomaco sottosopra perchè sono rassegnata che all'aeroporto mi aspettino visto che ho sempre scritto con faccia e nome. Un amico a Kuffr Qaddum mi ha detto "la nostra è una vittoria morale, Allah ti proteggerà".
Insomma, all'aeroporto Ben Gurion (altro carnefice) mi hanno rivoltato la valigia 4 volte per trovare tracce di gas lacrimogeno, ma nulla. Hanno, invece, trovato qualcosa che non sapevo nemmeno di avere: una limetta per unghie che mi ha fatto fare la figura della turista sprovveduta e mi ha fatto saltare ogni interrogatorio..
Ora posso iniziare a lavorare per la Palestina, al documentario e ad altri due progetti per essa. Dopo, poi, ci sarà il tempo del "cuore" e del ritorno a quell'abbraccio quotidiano di umanità che è quel Popolo. Il Popolo Palestinese.
martedì 20 agosto 2013
C'ERA UNA VOLTA....
Il 19 giugno ero stata con l'ISM al villaggio beduino di Beit Hanina, Gerusalemme. Avevano trovato per terra un ordine di demolizione. Nel villaggio c'erano 53 persone, delle quali 30 circa bambini. Il più piccolo ha un anno, la più grande ha 17 anni.
Ieri, 19 agosto, alle ore sei del mattino Israele è arrivato. Sono arrivati con 38 jeeps, 200 soldati armati, due cani e due bulldozer. Hanno dapprima circondato il villaggio, poi hanno smollato i due cani per far scappare il bestiame. Poi sono entrati nelle tende e hanno fatto uscire gli abitanti. Sotto la minaccia delle armi li hanno chiusi in tre cerchi: uno per i bambini, uno per le donne e uno per gli uomini. E hanno fatto partire i bulldozer. I bulldozer hanno raso al suolo tutto, tutte le case, tutto quello che contenevano. Fino alle nove del mattino le persone sono state tenute in quei tre cerchi con le armi puntate.
Una volta finita la distruzione, hanno comunicato al capovillaggio che entro mercoledì prossimo devono sgomberare tutte le macerie e se non lo faranno dovranno pagare un amulta di 70,000 shekel più le spese dei bulldozer più le spese per l'intervento dei soldati. Se non pagheranno, lui verrà arrestato.
53 persone che non hanno più nulla, che non hanno un posto dove andare. 53 persone che rappresentano, per me, la parola "pace".
Non hanno più nè acqua, nè elettricità, nè le loro cose. Nulla. Oggi c'hanno offerto del tè... mentre eravamo seduti per terra fra le macerie, c'è caduta addosso una lamiera ch eha rovesciato il tè.... Le loro facce...erano dispiaciute, umiliate. Quei visi pieni di dignità che oggi mi hanno detto "noi resisteremo, ci dovremo dividere.., i bambini li abbiamo mandati lontani e non possono nemmeno andare a scuola, saremo tutti divisi, ma resisteremo, abbiamo sempre vissuto qui.."
Quei visi, oggi, avevano le lacrime..
Ho chiesto al capovillaggio che messaggio volesse mandare al mondo, mi ha detto :" non dimenticatevi di noi".
Ora, lacrime a parte, prego voi tutti che state leggendo di trovare la forza per fare un atto di coraggio: riconoscere che questo fatto, come altri, ma più degli altri è testimonianza che Israele sta perpetrando un genocidio, una pulizia etnica, Che Israele è il nazismo.
Ieri, 19 agosto, alle ore sei del mattino Israele è arrivato. Sono arrivati con 38 jeeps, 200 soldati armati, due cani e due bulldozer. Hanno dapprima circondato il villaggio, poi hanno smollato i due cani per far scappare il bestiame. Poi sono entrati nelle tende e hanno fatto uscire gli abitanti. Sotto la minaccia delle armi li hanno chiusi in tre cerchi: uno per i bambini, uno per le donne e uno per gli uomini. E hanno fatto partire i bulldozer. I bulldozer hanno raso al suolo tutto, tutte le case, tutto quello che contenevano. Fino alle nove del mattino le persone sono state tenute in quei tre cerchi con le armi puntate.
Una volta finita la distruzione, hanno comunicato al capovillaggio che entro mercoledì prossimo devono sgomberare tutte le macerie e se non lo faranno dovranno pagare un amulta di 70,000 shekel più le spese dei bulldozer più le spese per l'intervento dei soldati. Se non pagheranno, lui verrà arrestato.
53 persone che non hanno più nulla, che non hanno un posto dove andare. 53 persone che rappresentano, per me, la parola "pace".
Non hanno più nè acqua, nè elettricità, nè le loro cose. Nulla. Oggi c'hanno offerto del tè... mentre eravamo seduti per terra fra le macerie, c'è caduta addosso una lamiera ch eha rovesciato il tè.... Le loro facce...erano dispiaciute, umiliate. Quei visi pieni di dignità che oggi mi hanno detto "noi resisteremo, ci dovremo dividere.., i bambini li abbiamo mandati lontani e non possono nemmeno andare a scuola, saremo tutti divisi, ma resisteremo, abbiamo sempre vissuto qui.."
Quei visi, oggi, avevano le lacrime..
Ho chiesto al capovillaggio che messaggio volesse mandare al mondo, mi ha detto :" non dimenticatevi di noi".
Ora, lacrime a parte, prego voi tutti che state leggendo di trovare la forza per fare un atto di coraggio: riconoscere che questo fatto, come altri, ma più degli altri è testimonianza che Israele sta perpetrando un genocidio, una pulizia etnica, Che Israele è il nazismo.
lunedì 19 agosto 2013
L'ANP, LA POLIZIA PALESTINESE E IL BAMBINO CHE VENDE IL PREZZEMOLO
PUBBLICATO SU WWW.PALESTINAROSSA.IT
Da mesi sono qui in Palestina (Cisgiordania) come attivista per i diritti umani con l'ISM. Non ho mai voluto intervistare nè incontrare membri dell'ANP nè della Polizia Palestinese perchè non voglio sedermi a tavolino con chi collabora con il mostro. Non voglio dargli spazio e voce perchè ne hanno già. Vi parlo, pertanto, di fatti dei quali sono testimone, traendo le conclusioni.
Da mesi sono qui in Palestina (Cisgiordania) come attivista per i diritti umani con l'ISM. Non ho mai voluto intervistare nè incontrare membri dell'ANP nè della Polizia Palestinese perchè non voglio sedermi a tavolino con chi collabora con il mostro. Non voglio dargli spazio e voce perchè ne hanno già. Vi parlo, pertanto, di fatti dei quali sono testimone, traendo le conclusioni.
E' finito il Ramadam e anche l'Eid e le strade di Nablus ritornano ad essere vive con il mercato. Nablus ha un mercato antico nel suk, ma anche la parte più moderna si riempie ogni giorno di bancarelle con suoni, colori, voci. E' bellissimo, vivace, mai invadente. Si trova di tutto: dagli oggetti usati ad ogni cibaria. Mi trovo nella piazza con una mia collega e stiamo comperando il classico succo di tamarindo quando arriva un poliziotto palestinese. E' bello grosso, ha la pancia che non gli permette di guardarsi i piedi e una mitraglietta vecchia ma che tiene ben spianata...
Noi ci stiamo incamminando per la strada principale, ma vedo che "l'omone" si ferma davanti ad un bambino che non raggiunge il metro d'altezza. Il bimbo ha portato il prezzemolo da vendere e lo ha ben sistemato lì sul marciapiede fra la bancherella dei manghi e una del pane. Avrà più o meno 8 anni. Il poliziotto gli punta la mitraglietta e gli dice di andarsene. Il bimbo lo guarda con gli occhi spalancati e inizia lentamente a raccogliere il suo prezzemolo da terra. Dico alla mia collega che mi è venuta voglia di prezzemolo e mi avvicino. Il poliziotto si allontana e il bimbo, con la stessa lentezza ripone il prezzemolo sul marciapiede.
Più volte ho avuto commenti ai miei articoli di persone che chiedono dove caspita è la Polizia palestinese quando coloni e esercito israeliano commettono crimini. "Perchè non difendono i palestinesi?". E più volte, quando ho posto questa domanda, la risposta è stata che non sono autorizzati da Israele. La polizia palestinese per intervenire deve, infatti, chiedere il permesso ad Israele. Questi sono gli accordi fra ANP ed Israele dopo la seconda intifada. Perchè dopo la seconda intifada? Voci di strada dicono che durante la seconda intifada le armi siano state portate ai palestinesi proprio dalla polizia. Ovviamente su questo ci sono voci discordanti. Certo è che la maggior parte dei palestinesi condanna la presenza delle armi nella seconda intifada e il motivo è molto semplice: questo è un popolo pacifico, che resiste, ma pacifico. Quindi, la polizia palestinese sta agli ordini dell'ANP. I pochi casi di liberi pensanti che hanno tentano di difendere i palestinesi o la propria famiglia hanno pagato a duro prezzo.
Esempio: a Ramallah, durante un incursione dell'esercito israeliano un paio di poliziotti sono accorsi per difendere la gente. Sono stati subito ammazzati dai soldati. Quindi la prassi è che quando Israele sta per commettere un crimine, comunica all'ANP ciò che sta per fare e l'ANP dice alla polizia palestinese di non farsi assolutamente vedere in quel posto a quell'ora. Altro fatto. Sulle case costruite in area "B" poi divenuta "C" fioccano gli ordini di demozione. La diatriba sta nel fatto che l'ANP da il permesso di costruire in area "B", dopo che la casa è stata costruita Israele trasforma quell'area in "C" e gli notifica l'ordine di demolizione. L'ANP davanti a questo cosa dice? Nulla. Altro fatto ancora...
Ieri, nel villaggio di Asira ho appreso, da una testimonianza, di un fatto avvenuto durante il ramadam.. A pregare a Gerusalemme ci possono andare pochissime persone. La maggior parte dei palestinesi che conosco non ha il permesso di entrare a Gerusalemme. Durante il ramadam, chi non ha il divieto, trasmette il nominativo all'ANP tramite le sedi comunali per poter avere il permesso da Israele di entrare a Gerusalemme per pregare. Questo avviene per tutti coloro che sono al di sotto dei 45 anni. Pertanto, anche quest'anno il villaggio di Asira porta l'elenco nella sua sede comunale (ANP) di coloro che hanno necessità del permesso e.... a ramadam già iniziato gli viene comunicato che l'elenco non è stato trasmesso dall'ANP ad Israele perchè non avevano tempo per il troppo lavoro.
Conseguenza: gli abitanti del villaggio di Asira al di sotto dei 45 anni non hanno avuto la possibilità di andare a Gerusalemme per tutto il ramadam. Ora... quell'energumeno che ha spianato il mitra contro il bambino che vendeva il prezzemolo, ha chiesto l'autorizzazione all'ANP e ad Israele per fare quest'operazione? Non che Israele glielo vieterebbe visto che i bambini li arresta e li violenta in carcere, ma se l'operazione fosse stata veramente "un ordine dall'alto" si sarebbe interrotta semplicemente per la presenza di due internazionali? Ed altresì, io davanti al mostro sono piccola come quel bambino davanti al poliziotto; ma, come quel bambino, non c'ho messo molto a capire che il mostro (Israele) ha i suoi collaboratori (ANP e polizia palestinese). Se così non fosse gli abitanti di Asira avrebbero pregato a Gerusalemme (occupata o liberata), il poliziotto avrebbe comperato il prezzemolo dal bambino e, soprattutto, l'ANP non accetterebbe mai di fermare le sue forze dell'ordine su richiesta d'Israele.
Samantha Comizzoli
venerdì 16 agosto 2013
ATTACCO A NABLUS
Mentre tutti festeggiano il ferragosto con i fuochi d'artificio, Israele celebra la festa sparando sulla Palestina. L'incursione del 16 agosto si è conclusa con l'arresto di una attivista palestinese.
"NON HO PAURA DI VOI SOLDATI"
Kuffr Qaddum, Palestina, 16 agosto. E' venerdì e come al solito dopo la preghiera si terrà la manifestazione, ma i soldati si presentano alle ore 11,00 ed attaccano il villaggio. Arrivano in 40 e con due cani dalla strada rubata alla Palestina. Riesco a malapena a filmare il loro arrivo perchè devo correre. Quando si presentano in così gran numero e con i cani hanno in mente una cosa sola: arrestare qualcun altro. Non gli è bastato evidentemente prendere i 3 ragazzi due giorni fa, vogliono fermare la Resistenza.
Sparano gas e sound bomb, ma non sparano verso di noi sulla strada (giusto qualcuno), sparano sulle case. Per fare più danni. Un bambino di due anni rimane soffocato e fuori coscenza per 20 minuti. Avevo giocato con lui proprio due giorni fa.... Mentre scrivo quest'aticolo mi fanno sapere che sta bene. Vedo un uomo durante la manifestazione per ben due volte prendersi il gas addosso, la terza volta che lo rivedo lo stanno caricando sull'ambulanza. Ma, i Palestinesi hanno una forza che nasce dall'Amore. E' infinita. Rivedo l'uomo per la quarta volta, venti minuti dopo, sta riprendendo a manifestare e ha anche una sigaretta in mano....
Oggi a Kuffr Qaddum sembra la giornata più calda dell'anno. E' difficile correre e respirare. I gas bruciano ancora di più con il caldo. Brucia la pelle, bruciano gli occhi e devi correre.
Fino all'ultimo continuiamo a riconquistare la strada. Si resiste, anche per i 3 ragazzi arrestati. I bambini oggi si sono spaventati un pò quando hanno visto i cani. L'esperienza passata per loro ha lasciato un brutto ricordo... Un padre urla ai soldati "quel cane addestrato e reso cattivo da voi vi rappresenta benissimo, chi rappresenta noi sono i nostri bambini".
Vi amo Kuffr Qaddum. La vostra forza non finirà mai perchè nasce dall'amore che avete dentro. E, nonostante sia dura, vinceremo noi perchè sappiamo amare.
Riporto con molto piacere le parole di Murad per la manifestazione di oggi:
"Abbiamo finito la nostra marcia oggi Venerdì 16-8 alle 15,00.
Come al solito quasi 40 soldati attaccano il villaggio alle 11:00 sparando gas lacrimogeni e bombe sonore nelle case e nei confronti delle persone che condividono la marcia.
Molte bombe lacrimogene caddero dentro le case e Tayseer Shtaiwi mi ha detto che sei bombe sono cadute nel cortile di casa sua e hanno causato casi di persone soffocate all'interno della casa.
Yaqub Ashraf Shtaiwi bambino di 2 anni soffocato,cadde privo di sensi dopo che l'odore di gas di una bomba nei pressi della sua casa,lui è ok ora.
I soldati cominciano a cambiare il loro modo di repressione verso di noi cercando di trasferire gli scontri tra le case per aumentare la sofferenza del popolo.
Ma abbiamo un messaggio e il dovere per la nostra terra: che a dispetto della sofferenza noi continueremo la nostra lotta.
grazie
MURAD
Sparano gas e sound bomb, ma non sparano verso di noi sulla strada (giusto qualcuno), sparano sulle case. Per fare più danni. Un bambino di due anni rimane soffocato e fuori coscenza per 20 minuti. Avevo giocato con lui proprio due giorni fa.... Mentre scrivo quest'aticolo mi fanno sapere che sta bene. Vedo un uomo durante la manifestazione per ben due volte prendersi il gas addosso, la terza volta che lo rivedo lo stanno caricando sull'ambulanza. Ma, i Palestinesi hanno una forza che nasce dall'Amore. E' infinita. Rivedo l'uomo per la quarta volta, venti minuti dopo, sta riprendendo a manifestare e ha anche una sigaretta in mano....
Oggi a Kuffr Qaddum sembra la giornata più calda dell'anno. E' difficile correre e respirare. I gas bruciano ancora di più con il caldo. Brucia la pelle, bruciano gli occhi e devi correre.
Fino all'ultimo continuiamo a riconquistare la strada. Si resiste, anche per i 3 ragazzi arrestati. I bambini oggi si sono spaventati un pò quando hanno visto i cani. L'esperienza passata per loro ha lasciato un brutto ricordo... Un padre urla ai soldati "quel cane addestrato e reso cattivo da voi vi rappresenta benissimo, chi rappresenta noi sono i nostri bambini".
Vi amo Kuffr Qaddum. La vostra forza non finirà mai perchè nasce dall'amore che avete dentro. E, nonostante sia dura, vinceremo noi perchè sappiamo amare.
Riporto con molto piacere le parole di Murad per la manifestazione di oggi:
"Abbiamo finito la nostra marcia oggi Venerdì 16-8 alle 15,00.
Come al solito quasi 40 soldati attaccano il villaggio alle 11:00 sparando gas lacrimogeni e bombe sonore nelle case e nei confronti delle persone che condividono la marcia.
Molte bombe lacrimogene caddero dentro le case e Tayseer Shtaiwi mi ha detto che sei bombe sono cadute nel cortile di casa sua e hanno causato casi di persone soffocate all'interno della casa.
Yaqub Ashraf Shtaiwi bambino di 2 anni soffocato,cadde privo di sensi dopo che l'odore di gas di una bomba nei pressi della sua casa,lui è ok ora.
I soldati cominciano a cambiare il loro modo di repressione verso di noi cercando di trasferire gli scontri tra le case per aumentare la sofferenza del popolo.
Ma abbiamo un messaggio e il dovere per la nostra terra: che a dispetto della sofferenza noi continueremo la nostra lotta.
grazie
MURAD
giovedì 15 agosto 2013
GLI ULIVI, SIMBOLO DI PACE
E' la mattina del 14 agosto quando veniamo chiamati per intervenire subito in un terreno vicino a Qualqilya, Palestina.
La telefonata è confusionale e non capiamo esattamente che problema ci sia agli ulivi di questo terreno; riusciamo solo a capire che ci sono i coloni e l'esercito sul posto. Arrivati nella zona, troviamo 3 fratelli. Tutti e tre agricoltori di ulivi. Con questi ulivi ci vivono mantenendo anche le loro famiglie, anche se a fatica.
Quella mattina, come tutti i giorni, si erano alzati presto per andare nel terreno a lavorare, ma arrivati lì hanno trovato i coloni, l'esercito israeliano e i bulldozer. Gli hanno solo detto: "non potete più venire qui, dobbiamo piantarci una colonna per l'elettricità per l'insediamento".
I 3 fratelli hanno tentato di fermare i bulldozer che stavano lavorano sul loro terreno, ma i coloni hanno iniziato a tirargli le pietre e i soldati gli hanno fatto capire che li avrebbero arrestati. Questa è la storia, di 3 fratelli che non hanno più gli ulivi e degli ulivi, simbolo di pace, che vengono distrutti da israele.
La telefonata è confusionale e non capiamo esattamente che problema ci sia agli ulivi di questo terreno; riusciamo solo a capire che ci sono i coloni e l'esercito sul posto. Arrivati nella zona, troviamo 3 fratelli. Tutti e tre agricoltori di ulivi. Con questi ulivi ci vivono mantenendo anche le loro famiglie, anche se a fatica.
Quella mattina, come tutti i giorni, si erano alzati presto per andare nel terreno a lavorare, ma arrivati lì hanno trovato i coloni, l'esercito israeliano e i bulldozer. Gli hanno solo detto: "non potete più venire qui, dobbiamo piantarci una colonna per l'elettricità per l'insediamento".
I 3 fratelli hanno tentato di fermare i bulldozer che stavano lavorano sul loro terreno, ma i coloni hanno iniziato a tirargli le pietre e i soldati gli hanno fatto capire che li avrebbero arrestati. Questa è la storia, di 3 fratelli che non hanno più gli ulivi e degli ulivi, simbolo di pace, che vengono distrutti da israele.
mercoledì 14 agosto 2013
Non fermerete la Resistenza di Kuffr Qaddum
Nella notte del 14 agosto, alle ore 3,00, l'esercito d'Israele ha fatto irruzione in alcune case di Kuffr Qaddum. Ha ispezionato 3 case, non prelevando nulla dal loro interno. Il risultato è che hanno arrestato 3 shebab di 17, 21 e 22 anni. E' stato contestato loro di aver partecipato alle manifestazioni del venerdì.
Nella casa di Bashar sono arrivati in quindici e con due cani. Sono entrati nella casa con i cani, davanti ai bambini che già si erano spaventati. Gli hanno chiesto di andare tutti in una stanza mentre loro perquisivano la casa. In quella casa c'è un anziano infermo a letto, hanno fatto alzare anche lui. Quando hanno finito, hanno arrestato Bashar. Dapprima lo hanno portato a piedi in mezzo agli ulivi, e lì la famiglia ha iniziato ad urlare perchè ha temuto il peggio... Nel 2007, infatti, con le stesse modalità portarono un arrestato in mezzo agli ulivi, al buio, poi gli hanno detto "non vogliamo arrestarti...". Gli hanno sparato un colpo dietro alla nuca, morì sul colpo. Dissero, poi, che aveva tentato di scappare.
Quindi la famiglia di Bashar aveva pensato che stesse accadendo ancora. Poi, invece, l'hanno bendato e legato i polsi e l'hanno condotto sulla jeep. Bashar quando è stato arrestato ha detto "non ho paura di voi...Mamma, di a tutti che venerdì devono manifestare e non farsi spaventare, devono manifestare come se io fossi qui". Questa testimonianza, l'abbiamo raccolta oggi a Kuffr Qaddum, dalla famiglia. Siamo andati anche dalla famiglia di Ohmar, il più giovane arrestato. Stesse modalità, in quindici per prendere un ragazzo. Poi, dovevamo andare dalla terza famiglia, ma sono arrivati i coloni e i soldati.
Kuffr Qaddum, oggi, aveva portato avanti la Resistenza accendendo il solito fuoco sulla strada... e loro sono arrivati e hanno sparato sui bambini. Ci siamo aggiunti al gruppo sulla strada quando abbiamo sentito i primi spari.
Hanno sparato molti gas lacrimogeni oggi, ma Kuffr Qaddum ha resistito e deriso più volte i soldati.
Mentre fotografavo la foto di Bashar la mamma piangeva, spero che la risposta del villaggio sia arrivata al figlio.
Nella casa di Bashar sono arrivati in quindici e con due cani. Sono entrati nella casa con i cani, davanti ai bambini che già si erano spaventati. Gli hanno chiesto di andare tutti in una stanza mentre loro perquisivano la casa. In quella casa c'è un anziano infermo a letto, hanno fatto alzare anche lui. Quando hanno finito, hanno arrestato Bashar. Dapprima lo hanno portato a piedi in mezzo agli ulivi, e lì la famiglia ha iniziato ad urlare perchè ha temuto il peggio... Nel 2007, infatti, con le stesse modalità portarono un arrestato in mezzo agli ulivi, al buio, poi gli hanno detto "non vogliamo arrestarti...". Gli hanno sparato un colpo dietro alla nuca, morì sul colpo. Dissero, poi, che aveva tentato di scappare.
Quindi la famiglia di Bashar aveva pensato che stesse accadendo ancora. Poi, invece, l'hanno bendato e legato i polsi e l'hanno condotto sulla jeep. Bashar quando è stato arrestato ha detto "non ho paura di voi...Mamma, di a tutti che venerdì devono manifestare e non farsi spaventare, devono manifestare come se io fossi qui". Questa testimonianza, l'abbiamo raccolta oggi a Kuffr Qaddum, dalla famiglia. Siamo andati anche dalla famiglia di Ohmar, il più giovane arrestato. Stesse modalità, in quindici per prendere un ragazzo. Poi, dovevamo andare dalla terza famiglia, ma sono arrivati i coloni e i soldati.
Kuffr Qaddum, oggi, aveva portato avanti la Resistenza accendendo il solito fuoco sulla strada... e loro sono arrivati e hanno sparato sui bambini. Ci siamo aggiunti al gruppo sulla strada quando abbiamo sentito i primi spari.
Hanno sparato molti gas lacrimogeni oggi, ma Kuffr Qaddum ha resistito e deriso più volte i soldati.
Mentre fotografavo la foto di Bashar la mamma piangeva, spero che la risposta del villaggio sia arrivata al figlio.
martedì 13 agosto 2013
CREARE L'INFERNO
Jalud, Palestina. Oggi ho visitato per la prima volta il villaggio di Jalud. In particolare un nucleo di case abitate da 4 fratelli con rispettive famiglie. Mi hanno offerto di tutto, com'è solita l'ospitalità palestinese. Ma, non era una visita casuale: ieri, per l'ennesima volta, queste famiglie hanno subito l'attacco dei coloni.
Arrivano incappucciati, a piedi, dall'insediamento illegale a pohi metri che si chiama "Esh Kodesh". Sapete qual'è la traduzione in italiano? "Santo Fuoco". E così è: hanno appiccato il fuoco intorno alle case di queste famiglie, poi, non paghi hanno bruciato anche una decina di ulivi.
Mi raccontano di un pò di episodi.... Una volta sono arrivati di notte e hanno buttato le molotov, un'altra volta sono arrivati assieme all'esercito (un anno fa) e hanno sparato i gas dentro alle case provocando il soffocamento di due bambine. Quelle de bambine, bellissime, sono davanti a me e mi guardano negli occhi...
Mentre sono lì sul posto con l'ISM ci accorgiamo usando lo zoom delle videocamere che sulla collina di fronte ci sono i coloni con qualche soldato, ci guardano.
Vivere in queste case di Jalud significa essere sempre sotto pressione, sempre a rischio d'attacco. Per questo motivo, non stanno mai tutti all'interno della casa in tranquillità. C'è sempre uno a turno che sta fuori a guardare se arrivano gli incappucciati..... Sulle finestre delle case ci sono le reti per essere protetti dalle pietre che i coloni gli tirano, come ad Hebron. Queste reti sono l'unico aiuto che le famiglie hanno ricevuto dall'autorità palestinese. L'odore della vegetazione bruciata, i loro racconti e il nome all'insediamento mi portanto a pensare solo una cosa: è l'inferno. Come ho detto sopra, ci hanno offerto di tutto, anche i loro sorrisi. E' incredibile la forza di queste persone, la loro umanità è ad un tale livello che li porta a sorridere anche se sono all'inferno.
Arrivano incappucciati, a piedi, dall'insediamento illegale a pohi metri che si chiama "Esh Kodesh". Sapete qual'è la traduzione in italiano? "Santo Fuoco". E così è: hanno appiccato il fuoco intorno alle case di queste famiglie, poi, non paghi hanno bruciato anche una decina di ulivi.
Mi raccontano di un pò di episodi.... Una volta sono arrivati di notte e hanno buttato le molotov, un'altra volta sono arrivati assieme all'esercito (un anno fa) e hanno sparato i gas dentro alle case provocando il soffocamento di due bambine. Quelle de bambine, bellissime, sono davanti a me e mi guardano negli occhi...
Mentre sono lì sul posto con l'ISM ci accorgiamo usando lo zoom delle videocamere che sulla collina di fronte ci sono i coloni con qualche soldato, ci guardano.
Vivere in queste case di Jalud significa essere sempre sotto pressione, sempre a rischio d'attacco. Per questo motivo, non stanno mai tutti all'interno della casa in tranquillità. C'è sempre uno a turno che sta fuori a guardare se arrivano gli incappucciati..... Sulle finestre delle case ci sono le reti per essere protetti dalle pietre che i coloni gli tirano, come ad Hebron. Queste reti sono l'unico aiuto che le famiglie hanno ricevuto dall'autorità palestinese. L'odore della vegetazione bruciata, i loro racconti e il nome all'insediamento mi portanto a pensare solo una cosa: è l'inferno. Come ho detto sopra, ci hanno offerto di tutto, anche i loro sorrisi. E' incredibile la forza di queste persone, la loro umanità è ad un tale livello che li porta a sorridere anche se sono all'inferno.
domenica 11 agosto 2013
KUFFR QADDUM NON SI PIEGA AL TERRORE
Oggi alle ore 15,00 i soldati dell'esercito israeliano hanno piazzato 3 jeep sulla strada secondaria (l'unica via d'accesso dopo aver chiuso quella principale) per Kuffr Qaddum. Improvvisando un check point, hanno fermato tutte le auto e posto domande sui partecipanti alle manifestazioni del venerdì. Alcuni dei fermati in auto, sono stati portati sulle jeep per fargli un vero e proprio interrogatorio, intimidendoli con questo metodo.
Dopo circa un'ora e mezza l'esercito è andato via e ha lasciato la strada libera. A quel punto gli shebab hanno deciso di manifestare subito accendendo due fuochi sulla strada rubata oggetto delle manifestazioni.
I soldati sono sopraggiunti e hanno sparato gas lacrimogeni per circa mezz'ora.
Kuffr Qaddum non si è piegata ancora una volta alla strategia della tensione e del terrore. Tutto lascia pensare, però, che non si tratti solo di terrorizzare le persone, ma piuttosto ci sia la volontà di arrestare gli shebab, coloro che resistono all'occupazione violenta di Israele.
Le manifestazioni di Kuffr Qaddum sono le più importanti nella Cisgiordania. Sono anche le manifestazioni dove Israele ha sfoggiato tutta la sua violenza; più volte documentata dagli attivisti e dalla stampa.
Venerdì prossimo sarò pronta a sostenere Kuffr Qaddum come sempre, ma mi preoccupano le notti dove l'esercito può fare irruzione e prendere le persone, bambini compresi. Eppure,quando abbiamo lasciato il villaggio oggi, erano felici perchè eravamo corse lì. Gli ho ripetuto ancora una volta che dalla Palestina abbiamo solo da imparare.
la strada "rubata" da Israele, dove oggi gli shebab hanno acceso i fuochi
punto della strada dove l'esercito ha fermato oggi le auto
Dopo circa un'ora e mezza l'esercito è andato via e ha lasciato la strada libera. A quel punto gli shebab hanno deciso di manifestare subito accendendo due fuochi sulla strada rubata oggetto delle manifestazioni.
I soldati sono sopraggiunti e hanno sparato gas lacrimogeni per circa mezz'ora.
Kuffr Qaddum non si è piegata ancora una volta alla strategia della tensione e del terrore. Tutto lascia pensare, però, che non si tratti solo di terrorizzare le persone, ma piuttosto ci sia la volontà di arrestare gli shebab, coloro che resistono all'occupazione violenta di Israele.
Le manifestazioni di Kuffr Qaddum sono le più importanti nella Cisgiordania. Sono anche le manifestazioni dove Israele ha sfoggiato tutta la sua violenza; più volte documentata dagli attivisti e dalla stampa.
Venerdì prossimo sarò pronta a sostenere Kuffr Qaddum come sempre, ma mi preoccupano le notti dove l'esercito può fare irruzione e prendere le persone, bambini compresi. Eppure,quando abbiamo lasciato il villaggio oggi, erano felici perchè eravamo corse lì. Gli ho ripetuto ancora una volta che dalla Palestina abbiamo solo da imparare.
la strada "rubata" da Israele, dove oggi gli shebab hanno acceso i fuochi
punto della strada dove l'esercito ha fermato oggi le auto
venerdì 9 agosto 2013
SOFFOCARE I BAMBINI DI KUFFR QADDUM
Come tutti i venerdì mattina il villaggio di Kuffr Qaddum si prepara per la manifestazione, ma prima di ogni previsione i soldati entrano nel villaggio ed iniziano a sparare nella piazza piena di bambini.
C'è solo il tempo di correre, qualcuno tira qualche sasso per cercare di fermarli. Ed infatti riescono a contenere il gruppo di soldati per un pò di tempo. Arriva intanto la voce che oltre ai soldati ci sarebbero 8 auto della border Police israeliana. Forse sono lì perchè hanno intenzione di arrestare qualcuno.
Ma, eccoli, che dopo aver sparato i gas lacrimogeni a distanza, ora scendono correndo dalla collina e fanno irruzione nel villaggio. Sparano molti gas dentro alle case a sound bomb. Concludono l'operazione facendo entrare il bulldozer nel villaggio.
Il risultato che hanno ottenuto oggi è stato soffocare 5 bambini ( tra i 4 e i 7 anni) e una nonna di 75 anni, dentro le loro case con i gas. Si sentiranno orgogliosi di questo? Forse per le loro ambizioni lo sono. Per i vostri occhi, come per i miei, gli abitanti di Kuffr Qaddum sono gli eroi. Anche eroi di 4 o 7 anni, che resistono.
C'è solo il tempo di correre, qualcuno tira qualche sasso per cercare di fermarli. Ed infatti riescono a contenere il gruppo di soldati per un pò di tempo. Arriva intanto la voce che oltre ai soldati ci sarebbero 8 auto della border Police israeliana. Forse sono lì perchè hanno intenzione di arrestare qualcuno.
Ma, eccoli, che dopo aver sparato i gas lacrimogeni a distanza, ora scendono correndo dalla collina e fanno irruzione nel villaggio. Sparano molti gas dentro alle case a sound bomb. Concludono l'operazione facendo entrare il bulldozer nel villaggio.
Il risultato che hanno ottenuto oggi è stato soffocare 5 bambini ( tra i 4 e i 7 anni) e una nonna di 75 anni, dentro le loro case con i gas. Si sentiranno orgogliosi di questo? Forse per le loro ambizioni lo sono. Per i vostri occhi, come per i miei, gli abitanti di Kuffr Qaddum sono gli eroi. Anche eroi di 4 o 7 anni, che resistono.
giovedì 8 agosto 2013
domenica 4 agosto 2013
LA VEDETTA
Villaggio di Asira, Nablus, Palestina. Avevo già parlato del villaggio di Asira, del centro per le donne e del problema dell'acqua. In tutti i luoghi dove è stato costruito un insedimento illegale fra le ripercussioni che ci sono nei villaggi, c'è anche quello dell'acqua. Quando nasce l'insediamento, l'acqua cambia e diventa inquinata e non più potabile. Alcuni abitanti di Asira hanno fatto analizzare quell'acqua dopo che moltissimi di loro (soprattutto i bambini) stavano male. Nell'acqua c'è l'ameba. Sono quindi costretti a comperare taniche d'acqua, ovviamente, costa molto. Fortunatamente è partito questo progetto per portare una nuova fonte d'acqua che soddisferà Asira, Burin e Madma. I coloni però non gradiscono, anzi non vogliono che l'acqua arrivi ai villaggi; pertanto gli attacchi da parte loro sono continui. Quasi quotidianamente arrivano ad Asira nel cantiere dell'acqua. A volte lo attaccano di notte (come si vede dalle immagini della telecamera di sicurezza) e appiccano il fuoco. Altre volte vengono di giorno per tentare una manifestazione con annessa violenza. I lavoratori del cantiere vengono presi a sassate dai coloni. Il terreno antistante al cantiere (piantagione di ulivi) è stato bruciato più volte. L'ultima incursione della settimana scorsa è stata durane le prime ore del mattino. I coloni sono arrivati e hanno preso a sassate i lavoratori. Questa volta sono stati fermati dall'esercito, che ha però ben pensato di approfittare e fare incursione nella casa antistante al cantiere. Nessun danneggiamento, ma in quella casa ci vive una famiglia con bambini. Potete immaginare cosa significhi trovarsi i soldati alla mattina presto in casa? E cosa significhi per i bambini che vivono in quella casa?
Per non farsi cogliere impreparati nel cantiere, un lavoratore sta tutto il giorno sul tetto. Di vedetta. Ad Asira ci sono 40° all'ombra in questo momento. Eppure qualcuno è sempre su quel tetto a guardare quel maledetto orizzonte dove sventola impropriamente la bandiera d'Israele.
Tutto questo accade nonostante Asira abbia il permesso per il progetto dell'acqua e questo progetto sia finanziato dagli U.S.A.. Non faccio, purtroppo, conto dell'aspetto umano di un villaggio intero senz'acqua dal 2002; perchè chi sta portando avanti l'occupazione usando tutti i mezzi possibili non ha nulla di umano.
Per non farsi cogliere impreparati nel cantiere, un lavoratore sta tutto il giorno sul tetto. Di vedetta. Ad Asira ci sono 40° all'ombra in questo momento. Eppure qualcuno è sempre su quel tetto a guardare quel maledetto orizzonte dove sventola impropriamente la bandiera d'Israele.
Tutto questo accade nonostante Asira abbia il permesso per il progetto dell'acqua e questo progetto sia finanziato dagli U.S.A.. Non faccio, purtroppo, conto dell'aspetto umano di un villaggio intero senz'acqua dal 2002; perchè chi sta portando avanti l'occupazione usando tutti i mezzi possibili non ha nulla di umano.
sabato 3 agosto 2013
venerdì 2 agosto 2013
Lettera a chi non mi conosce o mi conosce poco
Cara persona,
tu non mi conosci o mi conosci solo perchè ti hanno parlato sommariamente di me. Io sono bella. Io sorrido. Io sono donna. Io esisto e resisto ad anni di menzogne che hanno inventato su di me. Una macchina del fango costruita ad arte per distruggermi. La tua politica e i tuoi mezzi d'informazione mi sta censurando così tu non saprai che io esisto.
Molti amici mi hanno dimenticata ed abbandonata perchè erano stanchi di stare al mio fianco, perchè il prezzo che si paga è molto alto. Ma, sono forte e continuerò a resistere nonostante tutto il male che mi stanno facendo.
Ti invito a leggere le mie parole, ad ascoltare la mia voce. Se mi conoscerai amerai il mio sorriso, la mia forza, il mio carattere pacifico. Io aspetto tutti a braccia aperte. Io non ho mai allontanato nessuno. Io ho sempre avuto rispetto per tutti. Ho visto molto sangue e ho versato molte lacrime, ma resisto. Il tempo mi ha cambiata e mi ha trasformata facendomi diventare sempre più piccola rispetto al mondo che mi circonda, ma io resisto. Qualcuno ha abusato di me, qualcun'altro mi ha usata e in molti mi hanno colpita fisicamente o moralmente. Ma io resisto.Ti hanno parlato di me come se stessi vivendo un conflitto, ma non è la verità. La verità è che io sto subendo dei crimini. Ho subito ogni tipo di crimine. Ho bisogno di giustizia. Vieni fra le mie braccia. Io ti aspetto. Sempre. Capirai che io non sono lontana del cuore. Vieni ad abbracciare le mie lacrime e il mio sorriso.
La Palestina
Letter to those who do not know me or I know little
Dear Person,
You do not know me or know me just because you have spoken briefly about me. I am beautiful. I smile. I am woman. I exist and to resist years of lies they invented on me. A mud machine built on purpose to destroy me. Your politics and your media is censoring me so you will not know that I exist.
Many friends have forgotten and abandoned because they were tired of being at my side, because the price you pay is very high. But, I'm strong and I will continue to resist despite all the evil that I're doing.
I invite you to read my words, listen to my voice. If you know me you will love my smile, my strength, my peaceful character. I expect you all with open arms. I have never turned away anyone. I have always had respect for all. I saw a lot of blood and I shed many tears, but I resist. The time has changed me and I turned and made me more and more small compared to the world around me, but I resist. Someone has abused me, someone used me and struck me in many physically or morally. But I resist.They have talked about me as if I were experiencing a conflict, but it is the truth. The truth is that I'm suffering of the crimes. I suffered every kind of crime. I need justice. Come into my arms. I'll wait. Always. You will understand that I am not far away of the heart. Come to embrace my tears and my smile.
The Palestine
giovedì 1 agosto 2013
IL CUORE IN MANO:STOP THE PRAWER PLAN
Come annunciato nei giorni precedenti, oggi, era la giornata delle manifestazioni contro il Prawer Plan. Un piano razzista e di apartheid che prevede l'eliminazione di 40,000 beduini nel Negev. La pulizia etnica della Palestina.
La manifestazione più grande nella West Bank è a Ramallah.....ma anche no. Arriviamo a Ramallah e troviamo degli autobus pronti per partire, per dove non si sa. Dopo 40 minuti di strada, arriviamo al check point di Hizme, siamo nel Negev. Sorpresa!
Quando scendiamo dagli autobus i soldati e la border police stanno già sparando ai palestinesi presenti. Ma il gioco cambia, perchè è aumentato il numero dei manifestanti e perchè moltissimi sono internazionali. Così, pisciano subito fuori dal vaso arrestando un palestinese. La manifestazione continua nonostante l'accaduto e le sound bomb. Poi, dopo averci circondati, iniziano a stringere il cerchio e a spingere (in nessuna direzione). Colpiscono due colleghe dell'ISM: ad una spingono la faccia contro a qualcosa di metallico (eravamo schiacciati nelle prossimità di un'autofficina), alla seconda invece sferrano un pugno nello stomaco.
Ogni tanto si fanno le solite risate...Ma, ecco, la bellezza che vince all'improvviso. Alle nostre spalle c'è il check point con la sua barriera di rete metallica. Dietro alla rete metallica ci sono dei bambini. Sono di là, aldilà. Iniziano ad intonare lo slogan della manifestazione e catturano l'attenzione di tutti. Ci dimentichiamo dei soldati, della border police e della sua violenza. Qualcuno lancia due bandiere palestinesi a quei bambini e la loro immagine, dietro alla barriera, che urlano gli slogan, cantano, ridono e si arrampicano su quell'orrore per sventolare le bandiere; è di una bellezza sconvolgente. E' la Palestina che ti prende il cuore in mano e lo avvolge di lacrime, sangue e sorrisi.
Questi sono i bambini che il Prawer Plan e il silenzio dell'occidente faranno sparire. Urlatelo a tutti, non siate complici. Loro, oggi, hanno urlato su una barriera dove non ci si può arrampicare. E sono bambini.
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