lunedì 1 luglio 2013

Vivere sotto al muro: villaggi beduini di Anata

Ci sono situazioni nelle quali si pensa sia meglio la morte della vita perchè quello che vedi non è vita. Ieri l'ho pensato, è stato vigliacco pensarlo.
Siamo andati nei vilaggi beduini di Anata, vicino a Gerusalemme. Avevo già visto sltri villaggi beduini, ma qui c'è una realtà assolutamente borderline della Palestina.
Il villaggio è sotto al muro dell'apartheid. Una trentina di persone per agglomerato, la maggior parte bambini. Venerdì scorso hanno subito 6 ore di attacco dell'esercito israeliano ed una giovane e sensibile giornalista italiana che lavora qui ci ha chiamati per segnalarci l'accaduto.
Ci accolgono con l'ospitalità palestinese in una tenda con i buchi dei lacrimogeni. Non c'è pavimento, solo terra ed escrementi degli animali. Vorrebbero costruirlo il pavimento, ma israele non glielo permette. Vorrebbero fare alcuni lavoretti per migliorare la situazione lì, ma israele non glielo permette. Non possono nemmeno stare lì, non hanno alcun diritto umano secondo israele.
Non possono più far girare i loro animali, perchè da un lato c'è il muro, dall'altro lato anche e dall'altro lato c'è l'insedimento israeliano. Quindi gli animali girano fra le tende e dentro le tende. Per loro quegli animali sono la sopravvivenza. Resistono, ma hanno paura per i bambini. Quando arriva l'esercito, non hanno posto dove rifugiarsi, non hanno via per scappare.
Andiamo nel villaggio difronte, un'altra trentina di persone,anche qui la maggior parte bambini. Ci sono tre donne nel villaggio, tutte e tre hanno gli occhi di diverso colore l'uno dall'altro. Una è sordomuta. Mi fa capire, che quando hanno sparato, lei stava dormendo.... Potete immaginare? I bambini l'hanno scossa per svegliarla, sarebbe morta respirando i gas lacrimogeni.
Mi dicono che anche loro hanno resistito all'attacco dell'esercito a fatica, sopportando i gas e le sound bomb. Non c'è acqua, nè luce, si cammina su escrementi animali ed umani.I bambini sono magrissimi e in alcuni di loro intravedo qualche probabile malattia (agli occhi e asma).
Come si fa a sparare su una realtà così?
Dopo, siamo tornati al villaggio di Beit Hanina. Avevo stampato le foto che avevo fatto con i bambini del villaggio. Si erano divertiti a fare le foto ed avevo pensato che averne delle copie gli avrebbe fatto piacere. Ma, non sono riuscita a stamparle a colori, così gli ho comperato i pennarelli affinchè colorassero loro le foto.
Arrivati al villaggio ho trovato una situazione completamente diversa: non c'erano più i bambini, nè le donne, nè i vecchi. Solo due persone, che mi è parso fossero lì per presidio. Mi dicono che non hanno fatto nessuna manifestazione perchè l'avvocato gli ha consigliato di intraprendere la via legale. Poi, però, non avevano più soldi per pagare l'avvocato. "i bulldozer stanno arrivando per distruggere il villaggio".
Hanno sicuramente portato in un posto più tranquillo gli abitanti del villaggio, bene, però credo che non vedrò più quei bambini. Lascio foto e pennarelli all'uomo che c'è nel villaggio e gli chiedo: "cosa farete quando arrivano i bulldozer? Dove andrete?" Mi risponde: "staremo qui, qui siamo nati e qui staremo. Ci distruggeranno le case, ma noi le ricostruiremo".
E' vigliacco desiderare di morire per aver visto tutto questo, quando chi lo vive desidera VIVERE.

Samantha Comizzoli

1 commento:

  1. No, non è vigliacco, è semplicemente umano! E quanta umanità hai nel tuo cuore...

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