Lunedì dovevo rientrare da Novara a Ravenna con tre treni regionali (l'alta velocità quest'anno aveva prezzi davvero proibitivi); quindi pronta a fare un viaggio di 6 ore, ma alla mia portata economica di 26 euro.
Lunedì mattina a Novara nevicava... controllo prima di mettermi in viaggio la situazione treni: tutti puntuali. Ok, parto. Alla stazione di Novara sono arrivata un po' prima e ho scoperto che non c'è nemmeno una sala d'attesa riscaldata, si gela.
Il treno regionale che fa la tratta Torino-Milano è puntuale nonostante la neve (così anche gli altri regionali). Giunta a Milano la scoperta: Trenitalia ha cancellato tutti i treni regionali per “neve”. Strano, avevo appena messaggiato in Emilia Romagna e non nevicava... boh. Ma non si ha tmepo di pensare e quindi si corre subito in biglietteria per capire come si può tornare a casa (e qui sta l'errore). Come me, anche altri sul treno fanno lo stesso.
Arrivata in biglietteria scopri che non ci sono bus sostitutivi, ma solo le frecce rosse. Per poter rientrare a casa pago la differenza di 31 euro per la tratta Milano-Bologna. La prima freccia partirebbe dopo 20 minuti, ma mi dicono che non posso prenderla perchè devo passare i controlli (e già li mi chiedo che tipo di controlli visto che ci sono 20 minuti...boh). Quindi la freccia che posso prendere è un'ora dopo.
Salgo al piano superiore per rientrare in stazione e fare “il controllo”.... E mi trovo davanti ad una situazione che avevo già visto, in Palestina. Percorso obbligato dove compili l'autocertificazione obbligatoriamente e ti metti in fila con un documento d'identità. Circondati dai soldati e alla fine delle due file, la polizia. Arriva il mio turno: uno dei due poliziotti prende la mia certificazione e la impila con le altre, l'altro mi prende la mia patente e mi chiede “dove deve andà signò?”. Rispondo che devo tornare a casa, a Ravenna e che sono stata a Novara da mia madre invalida. Lui inserisce i dati della mia patente sul suo cellulare.... (boh). E lì iniziano i problemi: “non ha la carta d'identità o il passaporto?”... “no”. “Ma lei è cittadina italiana?” … “mah, sì, perchè?”.... “ma signò, lei è israeliana?.... “ohhhh, che coooosa?”... “signò mi dice tutti i luoghi dove ha vissuto prima di venire qui?”... e lì mi sono girati i coglioni perchè non vedo cosa centri con l'autocertificazione del covid. Gli dico che se sono sotto interrogatorio, chiamo il mio avvocato. Al chè lui risponde “ ah non vuole darmi le informazioni che le chiedo, ok venga con noi”. E scortata da due agenti della polizia mi hanno portata alla Questura della stazione centrale.
Loro sono spariti in ufficio per un paio di minuti e quando sono riapparsi, il poliziotto ha ripreso a chiedermi di israele. Al che gli ho risposto che gli israeliani mi avevano rapita, imprigionata e che ero rientrata in Italia con l'opera della Farnesina e che i suoi colleghi mi avevano ricevuta a Fiumicino facendo report alla Farnesina. Aggiungo che se lui mi chiede di israele in quel modo, mi incazzo; soprattutto col fatto che non centra nulla con l'autocertificazione. Quando sono arrivata a Novara sono stata identificata e mi hanno semplicemente detto “buon natale”. Controllano, risulta.
Il poliziotto a quel punto mi dice... “signò abbiamo controllato e risulta, io le credo, la colpa è dei colleghi di Novara che hanno scritto il suo nome senza la H”.... Ok, ora da pure la colpa ai colleghi; ma gli rispondo che “non è una questione di credermi, non è una fede. Ho compilato l'autocertificazione, verificherete e se ho detto il falso verrò sanzionata. Punto.”
Si scusano e mi lasciano andare.
Nel frattempo viene annunciato il ritardo della Freccia che devo prendere; che poi aumenta fino a 130 minuti di ritardo. Lì ad aspettare, sui binari, al gelo (anche perchè se esci ti tocca rivivere il checkpoint). Il treno Freccia Rossa che ho preso andava lentissimo (nonostante non ci fosse neve) ed era pure senza riscaldamento. Sappiate che quando chiederete il rimborso, non vi è modo di scrivere né in Lombardia né in Emilia Romagna (sono le uniche due regioni che non lo permettono).
Ora: pare proprio che Trenitalia abbia bloccato tutti i viaggiatori a Milano con l'unica chance di prendere l'alta velocità che.....non aveva passeggeri se non quelli dei regionali. Quindi, già qui è il primo schifo. Pare proprio che i checkpoint allestiti non siano affatto per verificare lo spostamento da regione a regione per pericolo pandemia, ma bensì per IDENTIFICARE E SCHEDARE le persone. E pare proprio che non stiano “sperimentando” come qualcuno sta pensando, perchè hanno già sperimentato nei primi due mesi di lockdown e soprattutto altrove per tanti anni. Esercizio del potere, militarizzazione, controllo, incutere paura, dominio del territorio e degli spostamenti.
A fronte di questa vicenda do un consiglio a chi viaggia: se vi trovate bloccati in stazione perchè vi hanno cancellato il treno e dovete proseguire il viaggio, evitate di uscire e rientrare. Se siete già sui binari, rifate il biglietto online sul telefono.