Come ho scritto più
volte, la Palestina va dall'Egitto alla Siria. C'è un'area, che
sarebbe palestinese, della quale pochissimi parlano: il Golan.
Parte del Golan è sotto
controllo israeliano dal 1967, oltre a quel confine c'è la Siria. Mi
dicono che ogni giorno da quel confine siriano stanno arrivando
autobus pieni di siriani. Gli autobus sono israeliani. E' una mossa
di israele che “offre” come il pifferaio magico, la possibilità
ai profughi di “diventare israeliani” e lasciare quella parte di
Golan.
E' un film già visto
proprio in quella zona di Golan che è la Palestina.
Una persona a me molto
cara c'è appena passata e mi ha “regalato” le foto che vedete e
la loro storia.... Di alcune di queste foto non dirò dove sono state
fatte; il motivo lo capirete da voi.
In quella foto c'era
l'ultimo avamposto dell'esercito siriano di Assad (padre) quando lo
stesso stava “negoziando” il Golan con israele. I negoziati
fallirono (questa è la versione ufficiale). Gli abitanti del posto,
invece, sostengono che Assad abbia venduto quell'area del Golan ad
israele nonostante proprio in quel periodo la politica di Assad si
fosse discostata dagli altri negoziati con israele che stava tenendo
Arafat.
E qui arriviamo alle
foto... : Assad diede ordine ai combattenti di lasciare la zona, ma
un piccolo gruppo non lo ascoltò e rimase nascosto a difendere la
zona. Ci fu lo scontro con gli israeliani.
I combattenti siriani
furono tutti uccisi e ci furono delle perdite anche fra gli
israeliani.
Ora...: la prima foto è
del monumento alla memoria degli israeliani per i soldati israeliani
morti in quello scontro (notare lo stile europeo del monumento).
Le altre foto, invece,
che non sono in quella zona, ma un po' più distanti... Sono di un
luogo conosciuto solo dagli abitanti palestinesi e siriani. Ci si
arriva tramite tunnel nascosti nel terreno (nella prima foto si vede
l'inizio di uno dei tunnel). Si sbuca in un struttura bassa, in
pietra e cemento.. Lì, i combattenti siriani e palestinesi si erano
nascosti aspettando l'arrivo degli israeliani. E, avendo passato
molto tempo là dentro, hanno scritto i loro nomi sul soffitto di
quel nascondiglio.
Per gli abitanti della
zona è “il nostro monumento, per i nostri combattenti”.
Pensate.. non una colata
di cemento fatta da altri in memoria, ma le firme delle vittime, di
chi ha dato la vita.
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