Ho avuto la notizia
questa notte: ieri è morto “l'uomo dei turmus”. Ed ora vi
racconto questo pezzo di storia dell'Umanità, della Palestina.
Nel suk di Nablus c'era
quest'uomo magro, vecchio, chino su una sedia che vendeva i “turmus”
(i lupini). Io e G. abbiamo iniziato a notarlo, fino a quando abbiamo
iniziato ad andare da lui. Vendeva i turmus migliori di Nablus,
conditi con sale e limone; un sacchettino, uno shekel.
La prima volta che ci
siamo andate ci siamo rese conto che era cieco. Ti metteva il
sacchettino in mano e tu gli mettevi lo schekel in mano. Era
gentilissimo, pieno di dignità e parlava con me e G..
Ho sempre riconosciuto
l'umanità dagli occhi, lui li aveva bianchi e non ti guardava perchè
cieco. Eppure, lui, la sua grande umanità me l'aveva trasmessa fin
dal primo momento.
Riconosceva le nostre
voci e quando capitava che una delle due ci andava da sola, chiedeva
dell'altra, se stava bene.
Quando non lo vedevamo
nel suk chiedevamo in giro e i vicini di mercato ci dicevano che
faceva troppo freddo, o troppo caldo a seconda della stagione, per
lui e che era rimasto a letto.
Non ho mai saputo come si
chiamava, non l'avevo mai chiesto. Per noi, era “l'uomo dei
turmus”.
Ieri si è spento ed oggi
so che si chiamava Hassan, che aveva 89 anni e che era un eroe della
Resistenza.
89 significa che è nato
nella Palestina libera, che ha visto la Nakba e le due Intifade; e
che dopo essere stato un eroe ha vissuto in quello stato di povertà
estrema.
Questa morte mi lascia un
vuoto non piccolo. E' un segnale perchè con lui è morta (per
diversi fatti e motivi) una parte di Nablus.
Ho scritto questa storia
affinchè tutti possano conoscere Hassan, l'uomo dei turmus, eroe
della Resistenza di Nablus. Non dimenticherò mai le sue mani,
segnate dal tempo, nelle mie mentre mi metteva i turmus.
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