giovedì 17 ottobre 2024

IL FAR WEST NELLE NOSTRE CITTA' CREATO DAI SOLITI NOTI

 




E' da un po' che devo scrivere questo articolo; non era mai il momento giusto. Forse non è mai il momento giusto e forse non è un caso che non lo sia. Mi inimicherò un altra bella fetta di gente, ma uno più uno meno, non mi fa differenza.

Premetto chi sono, per chi non mi conosce, perchè può essere che venga letto da chi non sa.

Per circa una decina d'anni sono stata attivista per i diritti umani, dell'ambiente e degli animali. Ne è seguita la mia permanenza per anni in Tunisia, Egitto, Palestina, Libano, Giordania. Dalla Palestina ho fatto tre film. Dalla Giordania un video report. In Palestina facevo workshop con donne e bambini, facevo da scudo umano e ho fatto tutto quello che potevo fare per supportare le vittime. La mia permanenza lì si è conclusa con i proiettili su di me ed un rapimento.

Continuo ad essere vicina al Medio Oriente, sono contro ai confini ed agli “Stati” e ritengo che ogni essere dovrebbe essere libero di muoversi per andare dove vuole.

Questa era la premessa.

In questi ultimi anni, vivo a Novara in Piemonte, dove sono nata; per motivi famigliari. Appena ne ho la possibilità ri-scappo in Emilia Romagna dove ho vissuto per tanti anni.

Le ultime due fughe sono state a Bologna e poi a Ravenna. Prima di andare a Bologna, le amiche mi dicevano che Bologna è diventata uno schifo (io, abitando a Novara, stentavo a crederci).

Sono a Bologna, a cena con due amiche. Una delle due è diventata insegnante di ruolo (non a Bologna, ma in una cittadina di periferia). Seppur fosse un ruolo ambito, è scontenta e preoccupata. Mi dice che insegnare nelle scuole di adolescenti è diventato un problema: sono aggressivi, violenti, senza freni inibitori e che hanno già aggredito una collega. Dovrà aspettare tre anni per poter chiedere il trasferimento e non sa se resisterà.

Terminiamo la cena e decidiamo di andare in una delle piazze più frequentate di Bologna per un gelato. Sono le 21 di sera. La piazza è frequentata da persone come noi che mangiano il gelato, chi suona la chitarra, chi è in gruppo che parla. All'improvviso parte una rissa fra baby gang con lancio di bottiglie.... in centro, a Bologna, alle 21 di sera. Ci allontaniamo.

Nei giorni successivi vado a Ravenna da un amico che credevo felice perchè era tornato a fare l'educatore in una comunità. Invece... mi racconta che quella magnifica comunità dove per anni c'era stato un lavoro enorme sugli ospiti, creando arte, musica, agricoltura.... era implosa. E mi racconta che due settimane prima, il prefetto di una città, decide di “ripulire” la città dalle baby gang di migranti e di mettere tutte e due le baby gang (avversarie) proprio in quella comunità. Nel giro di tre giorni hanno distrutto la comunità, preso le chiavi, rubato tutto, aggredito le operatrici. I direttori della comunità chiamano la prefettura e gli dicono “guardate che qui non riusciamo più a gestire la situazione”, e la risposta della prefettura è stata “ah, ok, in tal caso chiudiamo la comunità ed i lavoratori saranno ri assegnati”.

Torno a Novara abbastanza sconfortata da realtà nelle quali ho vissuto e che vedo cambiare in un batti baleno. E Novara è messa com'è messa, con baby gang costituite da italiani, marocchini e tunisini. Estremamente aggressivi, senza filtri inibitori e desiderosi solo di soldi, figa e droga.

E' un bel salto generazionale. Io sono cresciuta con il mito di Che Guevara, loro con il mito di Scarface.

Conoscendo bene il Medio Oriente, e vedendo che la situazione è comune in tutte le città, mi sono fermata e mi sono chiesta “perchè?”. Certo, il caos è sempre favorevole all'incremento della repressione; e questo sicuramente è un obiettivo. Ma non credo sia l'unico.

La Tunisia è bellissima, il Marocco ancora di più.... non sono sotto ai bombardamenti. Inoltre, queste ultime ondate migratorie di persone così violente e senza alcuna etica, sembrano scelti appositamente. I profughi, invece, i migliaia di Palestina, Siria, Libano, Afghanistan, Yemen..... non ci sono; non sono qui.

E' nei commenti della gggente comune che ho trovato la risposta: “fanno bene a bombardarli gli arabi, guarda come si comportano quando vengono qui” o “che tornino a casa loro”.

Eh sì, perchè la stampa e la politica li vende alla gggente comune come “arabi”. A quella gggente che non ha mai preso in mano una cartina geografica e non ha mai saputo che il Marocco e la Tunisia sono in nord Africa; che non fanno parte del Medio Oriente. Certo, fanno parte dei 22 paesi arabi; ma signori....non stiamo solo parlando di un altro Stato, ma addirittura di un altro continente.

La gggente non sa nemmeno che non parlano la stessa lingua, che hanno cibo differente, usanze diverse, e soprattutto mentalità diversa. E' come se identificassero gli italiani nella Norvegia. Ma aldilà di questo piccolo ed ovvio particolare, possibile che nessuno si sia accorto che non è, appunto per caso, quest'ondata violenta?


Le scelte politiche ed amministrative di una città non sono mai state slegate dal resto del mondo, ma anzi sono sempre state connesse e consequenziali se non motivatrici.

Il mercato della droga cresce sempre di più e la richiesta non arriva dai marocchini o dai tunisini; arriva da vostri figli (dico “vostri” perchè io non ho figliato). Città svuotate di interesse, di cultura e soprattutto di socialità. Luoghi dove si consuma cibo spazzatura e dove viene venduta etica spazzatura; che cosa potranno mai coltivare se non …. spazzatura.


Credo sia la collaborazione a far crescere un individuo e non l'idea darwiniana che sia la competizione. Tanto, in una società così fatta di macerie, vince solo chi resta umano. Questo, mi hanno insegnato i palestinesi.


domenica 18 agosto 2024

RICORDANDO SIMONE CAMILLI E LA VERITA'

 

Qualcuno dice che "la conoscenza e la memoria ci rendono liberi". E' vero, anche se la conoscenza fa, poi, vivere soffrendo.
Il 13 agosto di dieci anni fa, Simone Camilli, fotoreporter e giornalista, muore a Gaza, Palestina. Lo ricordo sempre, come Vittorio Arrigoni, Raffaele Ciriello, Rachel Corrie ed altri.
Per tutti, Simone Camilli, morì fotografando uno bomba israeliana inesplosa.
Volevo aspettare questa domenica per scrivere queste due righe, perchè so che in molti, in vacanza, sotto l'ombrellone, non hanno testa per questi ricordi.... Oggi, un bel pò di gente è rientrata a casa..?
Poi, ieri, ho letto ciò che ha scritto Egidia Beretta per ricordare Simone Camilli; e ho letto il commento della madre di Camilli.
Il suo commento, va a testimoniare, ancora una volta che cosa accade in Palestina, e che nulla ha a che vedere con la creazione di uno Stato o di avere un pezzetto di terra: la Palestina è il più grande campo di concentramento al mondo e nella storia, dove vengono sperimentate armi, tecniche di repressione, tecniche di tortura, sistemi di sicurezza e di attacco, sistemi di controllo economico. Insomma, la Palestina è un esperimento continuo tanto quanto il Genocidio che segue da cent'anni, tutti i giorni.
Nulla di più crudele nella Storia dell'uomo.
Di seguito, le parole della mamma di Simone Camilli, ringraziandola, con stima e solidarietà:
"Carissima Egidia la mia gratitudine per questo post ..sappiamo bene entrambe quanto siamo vicine nel nostro vissuto di mamme di due ragazzi meravigliosi. MI Sento però in dovere..e solo per rispetto di Simone....di cambiare il tuo racconto in una cosa essenziale: Simone non filmava un disinnesco... ..purtroppo sin dall'inizio si è scritto questo.. ma non è così. Simone voleva fare un servizio sulle bombe non esplose.... erano più di 7000. La domanda era - perché i bambini di Gaza continuano a morire a causa delle bombe anche a guerra conclusa? - Le bombe inesplose le trovavano in strada..tra le macerie...
La mancata esplosione era intenzionale per poter continuare lo sterminio ? Non sono casuali 7000 bombe inesplose! Simone voleva verificarne la provenienza...la fabbricazione.. Lì in quel deposito..ce n'erano tante.. una però era diversa dalle altre... qualcuno è stato attratto dalle sue fattezze.. l'ha toccata e....è successo! Perdonami per questo intervento...ma è giusto che si sappia dell'intenzione doppiamente perversa di queste atrocità da parte dell'esercito israeliano. Simone voleva riprendere- sul posto - l'ipotesi che alcuni giornalisti della carta stampata- anche Usa..avevano evidenziato. L'esercito israeliano aveva escogitato un modo per uccidere anche a guerra conclusa?
Che tipo di bombe erano?
Oggi sappiamo purtroppo che su quel popolo si sono testati nuovi ordigni...allora ce n'era solo il sospetto!
Ecco Egidia... solo per Simone ...a te il mio saluto affettuoso".



martedì 11 giugno 2024

12 GIUGNO

 

12 giugno 2024. E' domani. Domani vado a mangiare una pizza con mia mamma.
Nove anni fa, il taxi su cui mi trovavo in Palestina, con la mia telecamera, veniva assaltato dai soldati israeliani. Le prime 24 ore furono quelle decisive, quelle in cui non mi fecero fuori fisicamente. Intanto in Italia, molti mi davano già per morta.
Solo dopo 24 ore mi permisero di comunicare la mia esistenza in vita all'Ambasciata italiana; nonostante tutto. Nonostante il fucile puntato alla testa mentre mi facevano inginocchiare sulla strada deserta, nonostante le torture, nonostante il mio sciopero della fame per chiedere la liberazione dei 350 bambini palestinesi nelle loro mani. E quella frase che continuavano a ripetermi “non sei in stato di arresto”. Intanto in Italia su tutti i giornali usciva che ero stata arrestata (non si ancora oggi per cosa sarebbe stato l'arresto secondo i media). E sempre intanto, in Italia, la Farnesina veniva presa d'assalto da centinaia di persone che gli rompevano i coglioni preoccupati per me.
In quel momento, nel quale mi hanno puntato il fucile alla testa, ho scelto. Ho scelto di non alzarmi e scappare e farmi fucilare; ho scelto di non diventare martire. Ho scelto di restare in sto mondo di merda continuando a pagare per ciò che sono e dico. Ho scelto di stare a fianco alle vittime e di chi lotta.
Le torture per mano israeliana che ho avuto, sono state psicologiche e fisiche, e ancora ne porto il segno. Sono testimone di molte delle atrocità perpetrate dagli israeliani sugli altri esseri umani (palestinesi e non). Alcune delle torture esercitate dagli israeliani sui palestinesi, sono state esportate in Europa per loro stessa mano. Quando arrivai a Fiumicino, un poliziotto che mi scortava mi disse “signò, sono loro che vengono a farci i corsi di aggiornamento e comandano loro. E' stata fortunata che non le hanno sparato”. Ehm...veramente mi hanno anche sparato il mese prima; ma vabbè.
Sono testimone in vita che il diavolo esiste; il paradiso non credo.
Domani, come oggi e ieri, farò a botte con le mie fobie; ma sono ancora qui.
La foto è del momento in cui arrivai a Roma Fiumicino 10 giorni dopo, con i miei amici ad attendermi (ai media era stata vietata la partecipazione). Ecco, domani, io lo farò, ma invito anche voi a farlo: omaggiate con un sorriso o un fiore o un grido...chi non è tornato vivo come me.
Buon 12 giugno.



mercoledì 24 aprile 2024

BUONA LIBERAZIONE

 

Sono fortunata. A cinquant'anni posso dire di essere a buon punto con la mia liberazione. Non dipendo più dall'amore, dal sesso, dal successo, dai soldi, dall'avere persone che ti amano, dalla visibilità, dall'automobile, dallo smartphone, dalla televisione, dal gradimento, dal dover fare qualcosa.
Ho ancora delle dipendenze: le sigarette, la tremenda voglia di vedere bellezza ed il mondo con i suoi mondi in armonia. La dipendenza più facile da eliminare è quella del tabacco; per le altre non so se ce la farò e non voglio nemmeno farlo.
E' un momento anche fortunato; ho un buon lavoro e tra poco sarò nella casa che cercavo. Questa situazione favorevole di base, mi da energia e creatività. Qualche giorno fa, quando abbiamo fatto i provini per i due corti, e sono arrivate circa 250 persone...è stata una bella ricarica di energia. Sì, perchè vedere che ci sono ancora tante persone alle quali non sta bene passare la vita davanti ad uno schermo (tv o computer), ma vogliono fare arte, teatro, cinema..... Questo mi da tanto. Così come mi da tanto il lavoro al supermercato che ho; ci sto da dio con le colleghe, con il tipo di lavoro, con i ritmi.
E così, quando mi sveglio la mattina, mi sveglio con le “idee”; con il desiderio di creare. Non solo i due film corti che girerò a Novara.
Da anni, mi chiedono di scrivere un libro su ciò che è accaduto in Palestina. Non sono mai stata d'accordo. Ero più propensa a realizzare un film, sul filo di violenza che ha accompagnato la mia vita. Da bambina, da ragazza, da adulta; e come donna, in giro per il mondo.
Lucarelli mi ha proposto di scriverne il libro. Forse è arrivato il momento di accettare. Grazie Umberto.
Beh vedete, se mi fermassi qui, sarebbe un dipinto quasi rosa. Invece non lo è, non può esserlo.
La mia pelle, il mio respiro, il mio odore, i miei nervi sono legati a ciò che mi circonda. Sento ancora gli odori delle strade della Palestina, del mercato, dei fiori, e dei morti.
Quelle strade, sono strade come quelle che percorriamo ogni giorno per andare a lavorare o a fare la spesa. Non sono diverse. Respiriamo la stessa aria, ci sono gli stessi profumi ed odori e abbiamo lo stesso destino.
Oggi in Palestina sono continuati i bombardamenti. Così come i raid nelle case. Ci sono tantissimi palestinesi, molti bambini, bloccati in case di altri perchè non riescono a tornare a casa; oggi come tutti i giorni. I soldati sono sempre dappertutto. La foto di questo articolo, è a Beit Lahia, i palestinesi devono lasciare le loro case... la ragazza cammina piangendo, ed il fratello cerca di portare anche l'altro fratello che è sulla sedia a rotelle.
Ecco, allora, domani quando si celebrerà la “liberazione” e sarò a lavorare, celebrerò la liberazione dentro di me; ma non posso, proprio non posso, chiudere gli occhi.






mercoledì 10 aprile 2024

PERCHE' TAGLIANO GLI ALBERI?

 




Non è un fenomeno legato a questa o a quella città. Accade a Novara, così come a Firenze, o come in Puglia. In tutta Italia le amministrazioni comunali tagliano gli alberi nelle città. Alberi secolari, alberi storici, alberi bellissimi. A volte la scusa sono le radici, a volte dicono che stanno per cadere, altre volte che sono malati.

Perchè tagliano gli alberi?

La foto che vedete è del funerale di Giuseppe Verdi a Milano nel 1901. Le persone si erano arrampicate sugli alberi per vedere per l'ultima volta il maestro. Una folla accompagnò il trasferimento del feretro (un mese dopo il primo funerale in forma privata). Trecentomila persone a Milano per salutare Giuseppe Verdi. Oggi non accade più. Oggi, nessuno si arrampica sugli alberi per amore della cultura, e tantomeno si lega agli alberi per impedirne il loro taglio. Quindi, indisturbati, le amministrazioni comunali fanno tutto quello che vogliono senza nemmeno nascondersi. Questo modo di essere non è slegato dal modus operandi e dalle sue motivazioni.

In 80 anni hanno lavorato sul processo del “produci, consuma, crepa” in ogni suo dettaglio. Dal rendere le città tutte uguali (urbanistica, offerta commerciale), all'impoverimento mentale e culturale.

Se si eliminano gli alberi dalle città:

  • aumentano le temperature estive

  • aumentano gli insetti perchè diminuiscono i predatori (pipistrelli ed uccelli)

  • diminuiscono le zone d'ombra

  • aumenta l'inquinamento acustico

  • si riduce il processo di eliminazione della CO2

Tutti questi punti (e forse anche altri) possono essere visti come conseguenze, oppure come OBBIETTIVI.

Proviamo a guardarle come obbiettivi. Se aumentano le temperature estive, inizi a non poter fare a meno dell'aria condizionata in casa; se aumentano zanzare ed altri insetti avrai bisogno delle zanzariere, delle disinfestazioni e dei repellenti; se diminuiscono le zone d'ombra avrai la necessità di recarti in luoghi chiusi e privati, consumando anche solo un caffè per trovare sollievo dal sole; se aumenta l'inquinamento acustico avrai necessità di infissi migliori per avere silenzio nelle abitazioni. Tutto questo dal punto di vista economico. Ma vi è anche un aspetto sociale... Con una situazione sfavorevole a stare all'aperto anche in estate, si passeranno anche quei mesi chiusi in casa con aria condizionata, zanzariere e tutto il cucuzzaro; mancando di socialità. Gli eventi pubblici saranno sempre più deserti. Quanti di voi si ricordano le persone sedute fuori dalle case di sera, con i bambini che giocavano? O anni dopo, le compagnie di ragazze/i seduti sui propri motorini o sulle panchine a passare così le serate...parlando? Non esistono più, vero? Ecco, allora se qualcosa è cambiato, è cambiato per motivi ben precisi che pochi hanno colto.

Chiusi, scambiando due parole sui social, spendendo l'ira di dio per stare in casa e uscendo solo per spendere soldi.

Ho saltato un punto (non a caso) di quelli citati sopra: l'eliminazione della CO2....

Più inquinamento c'è e più saremo malati. Che business.

martedì 9 aprile 2024

PALESTINA E LE BANDIERE DI STA FREGNA

 





Certa che mi inimicherò un'altra fetta di gggente, lo scrivo ugualmente.


Avanzano due correnti in nome della Palestina che nulla hanno a che vedere con la liberazione e con la Libertà.

La prima corrente è nata fra gli israeliani e portata in Europa, ed è la sinistra sionista che incolpa di tutto Netanyahu. Neta non è che il soldatino di turno, oltretutto eletto con voto. Neta è stato preceduto da altri mostri eccellenti come Sharon, Perez, Ben Gurion, etc.etc.. Visto che l'occupazione israeliana della Palestina dura da circa 80 anni. Ma pare, almeno per questa corrente sinistroide, che il Genocidio sia iniziato ora, e che Netanyahu sia il colpevole. Balle, su balle, su balle. Eppure ci sono sedicenti attivisti italiani che portano questa bandiera. Vuoi per minimizzare il tutto, vuoi per dare speranza che scacciando il presidente si risolva tutto, vuoi per interessi personali. Il mostro sarebbe il presidente? Guardate, il primo israeliano che passa per strada è cento volte peggio di Netanyahu.

La seconda corrente è nata invece in Europa e portata anche in Palestina. E' quella che raccoglie firme per “riconoscere lo Stato di Palestina”. Ma porca miseria...ancora???

Ancora con sta solfa della Palestina che va riconosciuta? Davvero? E dove esattamente? Cioè, con quali confini, visto che israele l'ha occupata tutta?

Non ci sono abbastanza “Stati” su questo pianeta? Non è chiaro che il problema sono proprio “gli stati”? Dobbiamo farne un altro di Stato?


Fatemi capire, si salverebbe la Palestina cambiando il presidente israeliano, e facendo riconoscere la Palestina da coloro che la occupano?


Scacciare un potere per prendere il potere; ecco cosa sono queste correnti.


Sabato scorso, alla manifestazione di Milano, sono stata avvicinata da una signora che mi chiedeva di firmare per lo Stato di Palestina. Le ho risposto che io sono per la Palestina libera, non per gli Stati. E lì mi ha reagito con l'aggressività del piede pestato; mi spiace, ma le ho risposto a tono senza fermarmi davanti ai capelli bianchi. Tanto i capelli bianchi li avrà fatti con anni di politica nei movimenti “alternativi”. Poi me ne sono andata dopo aver visto bandiere nere che in passato mi hanno dato dell'antisemita e che sono lì con chi raccoglie le firme, e “attivisti” con la bottiglia di birra in mano (alla faccia del ramadan dei palestinesi).



Un consiglio a chi conosce poco la Palestina: fatevi usare solo in nome della sua liberazione dall'occupazione israeliana, e non da altre bandiere (bandiere di sta fregna).

lunedì 29 gennaio 2024

SIAMO TUTTI PALESTINESI

 

“Siamo tutti/e Palestinesi” si dice, e va detto, per un motivo: oggi succede al popolo palestinese, domani sarà il nostro turno.
Non è un modo di dire, non è solo solidarietà; è piuttosto il riscontro oggettivo del progetto sionista che è nero su bianco da decenni.
Che la Palestina fosse un campo di concentramento a scopo sperimentale, l'avevo già detto nel film “l'esperimento” e non ho scoperto l'acqua calda; ho semplicemente riportato ciò che il sionismo ha messo in atto da fine ottocento ed iniziato a realizzare ufficialmente nel 1917 con la dichiarazione di Balfour.
Il Genocidio che sta avvenendo ora in Palestina è l'inizio di qualcosa di veramente orribile, per il resto del mondo. Se non fosse così, ditemi, cosa deve fare esattamente israele, con le 122 testate nucleari che ha lì dal 1980?
Qualcuno mi ha detto che sono pessimista, che invece è un momento ottimista per la Palestina....
Ecco dove arriva il mio ottimismo: il popolo palestinese non verrà mai cancellato, anzi, saremo tutti palestinesi. Saremo cellule di individui, coppie, gruppi, movimenti in tutto il mondo ad attuare il verbo della Resistenza. Il verbo della Resistenza è cultura, è socialità, è piantare gli alberi, è amare e rispettare l'altro, è ESSERE, è tutto ciò che siamo e saremo e che loro non vogliono.
(foto di libellula su pietra palestinese, anno 2014 in Wadi Qana)