Girando qua e là per le
proiezioni del film, faccio nuove conoscenze e ne ritrovo di vecchie.
Questa volta, a Biella, ho ritrovato il gruppo dell'ANPI Valle Elvo e
Serra che mi avevano ospitato per “israele, il cancro”. Per aver
proiettato quel film, furono processati a Roma dall'ANPI nazionale e
sospesi per un mese...
Mi hanno invitata
nuovamente, questa volta con L'esperimento.
La serata è andata bene,
ma non è di questo che voglio parlare; piuttosto voglio raccontarvi
di un posto pieno di poesia, come le persone che l'hanno animato.
Oreste, 75 anni, con il
suo cane Gas (un volpino affetto da gigantismo), mi ricevono in
questo luogo dove mi ha portato la Pina.
Questa è la storia:
“Avevano messo dei
migranti qui fuori dal paese, isolati. Ci siamo chiesti come
avrebbero fatto a muoversi... così abbiamo pensato di portargli
delle biciclette. Abbiamo fatto un appello ed il paese ha ben
risposto. Raccolte le biciclette, gliele abbiamo portate là e
regalate. Eh, però, dopo un po' le biciclette erano da aggiustare e
così c'ha pensato l'Oreste.”
Oreste ha imparato ad 11
anni, da suo padre, ad aggiustare le biciclette. In quest'epoca qui,
dove le bici che ti vendono sono praticamente non aggiustabili;
Oreste riesce, invece, a trovare tutti i pezzetti e pezzettini, a
ricostruire bici dai pezzi che trova e ad aggiustare qualsiasi
bicicletta. Così, gli venne l'idea di adattare il piano sotto di
casa sua e fare una ciclo-officina.
La ciclo-officina ha
recuperato centinaia di bici per i migranti e per chi non si può
permettere le bici capitaliste. Tutto ciò che si guadagna è per
tenere aperta la ciclo-officina stessa. Prezzi popolari per chi è in
difficoltà e regalo a chi non ha proprio un cazzo. Negli anni,
altresì, la ciclo-officina è diventata un punto di ritrovo e
riferimento (anche per raccogliere vestiti, coperte, problemi
burocratici/legali). Tanti i migranti che son stati aiutati, compresi
chi stava “al confine”.
Oreste mi mostra una
sella, fatta a mano da un migrante, e mi dice... “questa non la
daremo mai, resta qui perchè è un'opera d'arte”.
Oramai la ciclo-officina
è amata da tutti, nonostante qualche razzista sia andato a
lamentarsi dal sindaco con il classico “se li porti a casa sua gli
immigrati”. Eh, infatti, lì è anche casa sua, dell'Oreste.
Ad Oreste, quando mi
parla e fotografo le biciclette che ci sono lì, gli brillano gli
occhi...
Anche a me brillano gli
occhi nel vedere una bellezza così, nel vedere l'umanità di Oreste,
della Pina e di Gas (che è diventato la mascotte della
ciclo-officina).
Questa poesia che mi
hanno fatto vedere, non ha prezzo e non c'è quantità di “grazie”
da poter dare loro.
Per chi volesse andare
alla ciclo-officina, si trova in Via Monte Cucco ad Occhieppo
Inferiore e la loro associazione si chiama “Thomas Sankara”.
Godetevi le immagini..
In questo mondo che fa
pena, vi consiglio di andarci; vi farà bene.
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