domenica 3 novembre 2019

LA POESIA DELLE PERSONE BELLE




Girando qua e là per le proiezioni del film, faccio nuove conoscenze e ne ritrovo di vecchie. Questa volta, a Biella, ho ritrovato il gruppo dell'ANPI Valle Elvo e Serra che mi avevano ospitato per “israele, il cancro”. Per aver proiettato quel film, furono processati a Roma dall'ANPI nazionale e sospesi per un mese...
Mi hanno invitata nuovamente, questa volta con L'esperimento.
La serata è andata bene, ma non è di questo che voglio parlare; piuttosto voglio raccontarvi di un posto pieno di poesia, come le persone che l'hanno animato.
Oreste, 75 anni, con il suo cane Gas (un volpino affetto da gigantismo), mi ricevono in questo luogo dove mi ha portato la Pina.
Questa è la storia:

“Avevano messo dei migranti qui fuori dal paese, isolati. Ci siamo chiesti come avrebbero fatto a muoversi... così abbiamo pensato di portargli delle biciclette. Abbiamo fatto un appello ed il paese ha ben risposto. Raccolte le biciclette, gliele abbiamo portate là e regalate. Eh, però, dopo un po' le biciclette erano da aggiustare e così c'ha pensato l'Oreste.”

Oreste ha imparato ad 11 anni, da suo padre, ad aggiustare le biciclette. In quest'epoca qui, dove le bici che ti vendono sono praticamente non aggiustabili; Oreste riesce, invece, a trovare tutti i pezzetti e pezzettini, a ricostruire bici dai pezzi che trova e ad aggiustare qualsiasi bicicletta. Così, gli venne l'idea di adattare il piano sotto di casa sua e fare una ciclo-officina.
La ciclo-officina ha recuperato centinaia di bici per i migranti e per chi non si può permettere le bici capitaliste. Tutto ciò che si guadagna è per tenere aperta la ciclo-officina stessa. Prezzi popolari per chi è in difficoltà e regalo a chi non ha proprio un cazzo. Negli anni, altresì, la ciclo-officina è diventata un punto di ritrovo e riferimento (anche per raccogliere vestiti, coperte, problemi burocratici/legali). Tanti i migranti che son stati aiutati, compresi chi stava “al confine”.
Oreste mi mostra una sella, fatta a mano da un migrante, e mi dice... “questa non la daremo mai, resta qui perchè è un'opera d'arte”.
Oramai la ciclo-officina è amata da tutti, nonostante qualche razzista sia andato a lamentarsi dal sindaco con il classico “se li porti a casa sua gli immigrati”. Eh, infatti, lì è anche casa sua, dell'Oreste.
Ad Oreste, quando mi parla e fotografo le biciclette che ci sono lì, gli brillano gli occhi...
Anche a me brillano gli occhi nel vedere una bellezza così, nel vedere l'umanità di Oreste, della Pina e di Gas (che è diventato la mascotte della ciclo-officina).
Questa poesia che mi hanno fatto vedere, non ha prezzo e non c'è quantità di “grazie” da poter dare loro.

Per chi volesse andare alla ciclo-officina, si trova in Via Monte Cucco ad Occhieppo Inferiore e la loro associazione si chiama “Thomas Sankara”. Godetevi le immagini..
In questo mondo che fa pena, vi consiglio di andarci; vi farà bene.







Nessun commento:

Posta un commento