Chi ha seguito i miei
anni in Palestina o chi è stato a Nablus, conosce Wael; ma molti di
voi non sanno chi è Wael Alfaqueeh. Non troverete link o video
interviste di Wael, perchè non ama parlare in pubblico. Molte foto,
sì, delle attività che svolgeva con il centro Tanweer; ma, con
questo articolo, vi parlo un po' di lui e lo faccio con le mie
modalità. Quindi, tutto quello che segue sono MIE parole e MIEI
pensieri (lo preciso).
Wael è il coordinatore
del Centro culturale Tanweer a Nablus. E' già stato prigioniero
politico in mano agli israeliani 3 volte (questa è la quarta volta).
E' sempre stato in prima
linea, davanti ai soldati e con il volontariato. Abbiamo preso i
proiettili assieme, fianco a fianco. Wael è conosciuto in tutto il
mondo grazie a com'è, ai rapporti di amicizia/compagno che stringe
con gli internazionali che vanno a Nablus. Essere amico/compagno non
significa bere il caffè assieme, significa “esserci con i fatti”.
Il mio rapporto con Wael
iniziò di merda. Facevamo entrambi parte di un gruppo che buttò
fuori Wael ed un altro palestinese con una storiella montata ad arte.
Io ho contribuito (inconsciamente) a questa cacciata; non sapendo che
quel gruppo era già sotto potere israeliano. Passarono i mesi e le
vicende (nel frattempo Wael continuava a lottare contro l'occupazione
della Palestina) e quel gruppo buttò fuori anche me. Come dissi nel
film. Mi ritrovai assieme a due compagni, per strada con le valigie,
di sera, con Nablus che stava per essere attaccata dai soldati
israeliani, durante il ramadan. In quel momento chiamai Wael.
Nonostante l'ora dell'iftar, Wael si precipitò in nostro aiuto. Ci
portò in un hotel per qualche notte, per tamponare l'emergenza. Poi
ci trovò una sistemazione. Da lì, iniziammo a lavorare assieme.
Vi ho raccontato
quest'episodio per far capire cosa intendo per “compagno/amico”.
Dopo fui deportata e con
lo spirito di continuare a fare qualcosa per la Palestina, ho
collegato Wael a Radio Nuova Resistenza. Ne è nato un bel progetto,
attraverso il quale da Nablus (e più precisamente dal Centro
Tanweer) trasmettono alla radio musica, notizie e voci dalla
Palestina. Poi, Wael, è stato preso una terza volta dai soldati
israeliani. Imprigionato per mesi, era stato rilasciato da poco.
Ed ora.... due notti fa,
i soldati israeliani sono andati a prenderlo in casa. Wael è marito,
padre e nonno. Immaginate...in casa...di notte davanti a tutta la
famiglia.
Non riesco a nascondere
la mia preoccupazione per questo quarto rapimento. Non me l'aspettavo
davvero; ed il commento più sovente è “un'altra volta?”
Ecco, vedete, penso una
cosa.... pensate ai lupi. Un lupo viene cacciato sempre, tutta la
vita. Non è che ogni volta che viene attaccato, pensa “oh,
no..un'altra volta?”. No, appena viene nuovamente attaccato, il
lupo si difende, morde, attacca, lotta. Senza star lì a fare altri
pensieri. Wael è un lottatore, di intelligenza e sensibilità. Suo
figlio mi ha detto più volte di essere orgoglioso di lui e sa che
sta sacrificando la sua vita per la liberazione del Popolo
palestinese.
L'ultima volta che è
uscito dalla prigionia, ha portato la sua famiglia al ristorante a
Rafhidia (è il quartiere dei ristoranti a Nablus). Andavano a cena
in un vecchio e noto ristorante palestinese. Il ristorante era quasi
vuoto. A fianco, c'era la coda sulla strada per entrare a mangiare da
KFC (a Rafhidia hanno aperto KFC, Pizza hut, e altre porcate simili
grazie all'autorità palestinese). La figlia di Wael disse: “vedi
padre, tu rischi e sacrifichi la tua vita per questo....li vedi, cosa
fanno? Vanno a mangiare il pollo americano-israeliano”. Wael gli
rispose: “no, io rischio e sacrifico la mia vita per chi non può
neanche comprare il pane né il pollo”. Questo è Wael Alfaqueeh.
Ripeto, Wael è una
persona intelligente; sa benissimo quando parla, con chi sta
parlando. Non sono certo io a potergli dare consiglio (anzi, è
sempre stato il contrario). Sa benissimo, se al suo fianco ci sono
dei collaboratori di israele. Se ha scelto di continuare a lottare lo
stesso, è per SACRIFICIO e sa il prezzo che si paga. E' palestinese
e non ha molta scelta.
Io però faccio la mia
scelta, perchè sono in Italia e pertanto (questo è per voi che mi
leggete, perchè lo so che mi leggete) il vostro passaporto
israeliano in terra di Nablus, ve lo potete infilare nel culo.
Sto cercando di
organizzare un presidio per chiedere la liberazione di Wael e tutti i
prigionieri politici palestinesi. Non servirà a liberarlo, ma almeno
servirà di supporto morale alla famiglia, alla Palestina e a
noi..per sentirci meno inutili. Vi aggiornerò in merito.