giovedì 8 ottobre 2015

DENTRO ALLA PALESTINA




Ho già pubblicato un primo sunto degli eventi di questi giorni e continuerò a farlo giorno per giorno tutte le volte che riuscirò.
In questi giorni però, in diversi momenti, ho avuto sensazioni strane leggendo le notizie. Infatti, in Palestina non è mai come sembra e quello che si vede è solo la crosta di ciò che c'è dentro.
Io non credo alle casualità, soprattutto in Palestina, soprattutto a Nablus.
Partiamo dal giorno “1” di questi eventi, cioè da quando un gruppo armato palestinese ha sparato sull'auto dei due coloni ad Howwara, Nablus, uccidendone due.
Vi basta guardare le notizie da soli, per vedere che 99,9% delle volte, gli “attentatori” vengono uccisi subito (poi segue l'arresto anche dei famigliari e la demolizione della casa).
Ora.... quel giorno, il gruppo che fece l'azione non solo non venne ucciso, ma non venne nemmeno preso.
Tre giorni dopo i soldati israeliani sono tornati a Nablus ed hanno rapito “una cellula di Hamas” che sarebbe accusata dell'azione.
Può essere, così come può non essere. Tanto in West Bank qualsiasi cosa accada è facile incolpare persone per appartenenza ad Hamas; vengono incolpati anche se non accade nulla, quindi...
Il punto è che tre giorni dopo sono arrivati a questi 5, di Hamas... come?

Ci arriviamo alla fine dell'articolo...

Ieri è stato un altro di quei momenti dove, vedendo le orribili immagini di El Bireh, ho avuto una strana sensazione.
Soldati israeliani vestiti da shebab, con le armi nei pantaloni, che tirano pietre assieme agli shebab. D'improvviso si girano e iniziano a sparare agli shebab e a rapirli con violenza, aiutati dai soldati lì davanti. Immagini terribili, le avete viste tutti, e con quanti video poi..... ecco, appunto...
Nulla è per caso, come dicevo prima.
Un bel teatrino, non c'è che dire. Con vittime, purtroppo, vere, nel quale tutti ci cascano.
Ora vi dico cosa c'ho visto io.
Gli israeliani non hanno bisogno di fare questi numeri per prendere o sparare agli shebab, lo fanno normalmente, tutti i giorni da 80 anni. Ci sono i soldati lì di fronte che lo fanno. E allora? Dov'era lo scopo di tutto questo?
Primo scopo: l'hanno fatto davanti a centinaia di telecamere, il teatro doveva essere divulgato il più possibile; e per due motivi. Il primo motivo è darsi lustro mediatico (ma è il motivo meno importante). Il secondo motivo è quello che è sfuggito a tutti, ed è la motivazione vera di tutto sto orrendo teatro. Mentre c'è l'attacco fisico sui palestinesi lì per terra, ad uno degli infiltrati scende la maschera...e guarda un po'..è palestinese! Non druso, ma proprio con l'id palestinese, che vive a Beersheba.
In un attimo ieri sera parte il tam tam con la sua foto e nome ed additandolo come “traditore” (ovvio, lo è). Poi parte l'altro tam tam di fare attenzione quando si va agli scontri, di guardare bene chi avete a fianco, come si muovono, di non fidarsi etc. etc.
Questa roba l'ho vissuta un anno fa, mentre attaccavano Gaza. Negli scontri in alcuni luoghi non si andava più “perchè c'erano gli infiltrati”, come questi qui di ora. Risultato: gli shebab hanno smesso di andare in quegli scontri.
L'altro risultato, in questo caso, è ancora una volta mediatico per israele perchè il messaggio diventa: “vedete, quelli sono terroristi, criminali, perchè chi non è terrorista è con israele, anche se è palestinese”.
Aldilà del lato mediatico, quello che più mi preoccupa è proprio la sfiducia fra shebab che fa nascere israele con questi metodi. Su questa scia rende impossibile la vita in Palestina, fatta di rapporti diffidenti anche fra fratelli e fra guerre, molto violente, in corso.

Arriviamo alla goccia che fa traboccare il vaso: ieri sera per caso ho visto un articolo che nessuna agenzia di stampa ha divulgato. Ho poi trovato altri articoli su una vicenda che dura da qualche giorno a Nablus e ho chiesto conferme dirette per poterne scriverne.

Qualche giorno fa ci sono stati degli scontri a Beit Furik, Nablus. Uno shebab ferito negli scontri si trova all'ospedale quando, di notte, fanno irruzione i soldati israeliani e lo portano via.
L'ospedale è a Nablus, sotto il controllo palestinese. All'ingresso dell'ospedale c'è la polizia palestinese e quando arrivi per essere soccorso le generalità le dai a loro (io diedi come nome “Sofia Loren”, tanto che mi fidavo).
Ecco cos'è successo...: che la gente ha fatto 2 + 2 e ha realizzato che ad informare i soldati israeliani della presenza di quel ragazzo nell'ospedale, fosse stato l'ospedale.
Conseguenza: l'infermiere si è andato a consegnare al checkpoint di Howwara perchè era in pericolo dai palestinesi.
Altra conseguenza: la famiglia fa un comunicato dicendo che non si è consegnato, ma che è stato preso dai soldati e che quella notte, lui fu picchiato dai soldati.
Altra conseguenza: a Nablus in questi giorni è guerra pura fra shebab e polizia palestinese ed il governatore di Nablus, Rajoub, ha dovuto fare un comunicato dicendo che “l'autorità palestinese si coordina con gli ospedali”. Grazie al cazzo... il problema è che l'autorità palestinese non sta difendendo i palestinesi, anzi...

Detto tutto questo, torno al primo punto... “come hanno fatto a prendere 5 persone di Hamas 3 giorni dopo e dire che sono loro i colpevoli”. Avete letto tutto delle altre due storie che vi ho parlato. Voi capite, pertanto, che la guerra è sotto alle news. E' una guerra quotidiana fra palestinesi, creata dal mostro israeliano e che verrà venduta come “israele è pulito, si sono ammazzati fra di loro”. Voi, altresì, capite che quell'attentato proprio quando Mahmuod Abbas issa la bandiera all'ONU e si eclissa subito dopo quando scoppia il casino in Palestina..voi capite, vero, che a me lascia una strana sensazione..
Questi sono gli aspetti che mi preoccupano. Per quanto riguarda le reazioni dei palestinesi verso israele, fatte di accoltellamenti e altro..... Sono “REAZIONI” alla propria casa demolita, al proprio padre ucciso, al fratellino violentato, a 80 anni di torture ed ingiustizie. Sono REAZIONI che forse, noi europei, avremmo prima dei palestinesi perchè non avremmo sopportato tanto.

Quest'articolo per la gioia dell'autorità palestinese lo firmo
“Sofia Loren”

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