Ho già pubblicato un
primo sunto degli eventi di questi giorni e continuerò a farlo
giorno per giorno tutte le volte che riuscirò.
In questi giorni però,
in diversi momenti, ho avuto sensazioni strane leggendo le notizie.
Infatti, in Palestina non è mai come sembra e quello che si vede è
solo la crosta di ciò che c'è dentro.
Io non credo alle
casualità, soprattutto in Palestina, soprattutto a Nablus.
Partiamo dal giorno “1”
di questi eventi, cioè da quando un gruppo armato palestinese ha
sparato sull'auto dei due coloni ad Howwara, Nablus, uccidendone due.
Vi basta guardare le
notizie da soli, per vedere che 99,9% delle volte, gli “attentatori”
vengono uccisi subito (poi segue l'arresto anche dei famigliari e la
demolizione della casa).
Ora.... quel giorno, il
gruppo che fece l'azione non solo non venne ucciso, ma non venne
nemmeno preso.
Tre giorni dopo i soldati
israeliani sono tornati a Nablus ed hanno rapito “una cellula di
Hamas” che sarebbe accusata dell'azione.
Può essere, così come
può non essere. Tanto in West Bank qualsiasi cosa accada è facile
incolpare persone per appartenenza ad Hamas; vengono incolpati anche
se non accade nulla, quindi...
Il punto è che tre
giorni dopo sono arrivati a questi 5, di Hamas... come?
Ci arriviamo alla fine
dell'articolo...
Ieri è stato un altro di
quei momenti dove, vedendo le orribili immagini di El Bireh, ho avuto
una strana sensazione.
Soldati israeliani
vestiti da shebab, con le armi nei pantaloni, che tirano pietre
assieme agli shebab. D'improvviso si girano e iniziano a sparare agli
shebab e a rapirli con violenza, aiutati dai soldati lì davanti.
Immagini terribili, le avete viste tutti, e con quanti video poi.....
ecco, appunto...
Nulla è per caso, come
dicevo prima.
Un bel teatrino, non c'è
che dire. Con vittime, purtroppo, vere, nel quale tutti ci cascano.
Ora vi dico cosa c'ho
visto io.
Gli israeliani non hanno
bisogno di fare questi numeri per prendere o sparare agli shebab, lo
fanno normalmente, tutti i giorni da 80 anni. Ci sono i soldati lì
di fronte che lo fanno. E allora? Dov'era lo scopo di tutto questo?
Primo scopo: l'hanno
fatto davanti a centinaia di telecamere, il teatro doveva essere
divulgato il più possibile; e per due motivi. Il primo motivo è
darsi lustro mediatico (ma è il motivo meno importante). Il secondo
motivo è quello che è sfuggito a tutti, ed è la motivazione vera
di tutto sto orrendo teatro. Mentre c'è l'attacco fisico sui
palestinesi lì per terra, ad uno degli infiltrati scende la
maschera...e guarda un po'..è palestinese! Non druso, ma proprio con
l'id palestinese, che vive a Beersheba.
In un attimo ieri sera
parte il tam tam con la sua foto e nome ed additandolo come
“traditore” (ovvio, lo è). Poi parte l'altro tam tam di fare
attenzione quando si va agli scontri, di guardare bene chi avete a
fianco, come si muovono, di non fidarsi etc. etc.
Questa roba l'ho vissuta
un anno fa, mentre attaccavano Gaza. Negli scontri in alcuni luoghi
non si andava più “perchè c'erano gli infiltrati”, come questi
qui di ora. Risultato: gli shebab hanno smesso di andare in quegli
scontri.
L'altro risultato, in
questo caso, è ancora una volta mediatico per israele perchè il
messaggio diventa: “vedete, quelli sono terroristi, criminali,
perchè chi non è terrorista è con israele, anche se è
palestinese”.
Aldilà del lato
mediatico, quello che più mi preoccupa è proprio la sfiducia fra
shebab che fa nascere israele con questi metodi. Su questa scia rende
impossibile la vita in Palestina, fatta di rapporti diffidenti anche
fra fratelli e fra guerre, molto violente, in corso.
Arriviamo alla goccia che
fa traboccare il vaso: ieri sera per caso ho visto un articolo che
nessuna agenzia di stampa ha divulgato. Ho poi trovato altri articoli
su una vicenda che dura da qualche giorno a Nablus e ho chiesto
conferme dirette per poterne scriverne.
Qualche giorno fa ci sono
stati degli scontri a Beit Furik, Nablus. Uno shebab ferito negli
scontri si trova all'ospedale quando, di notte, fanno irruzione i
soldati israeliani e lo portano via.
L'ospedale è a Nablus,
sotto il controllo palestinese. All'ingresso dell'ospedale c'è la
polizia palestinese e quando arrivi per essere soccorso le generalità
le dai a loro (io diedi come nome “Sofia Loren”, tanto che mi
fidavo).
Ecco cos'è successo...:
che la gente ha fatto 2 + 2 e ha realizzato che ad informare i
soldati israeliani della presenza di quel ragazzo nell'ospedale,
fosse stato l'ospedale.
Conseguenza: l'infermiere
si è andato a consegnare al checkpoint di Howwara perchè era in
pericolo dai palestinesi.
Altra conseguenza: la
famiglia fa un comunicato dicendo che non si è consegnato, ma che è
stato preso dai soldati e che quella notte, lui fu picchiato dai
soldati.
Altra conseguenza: a
Nablus in questi giorni è guerra pura fra shebab e polizia
palestinese ed il governatore di Nablus, Rajoub, ha dovuto fare un
comunicato dicendo che “l'autorità palestinese si coordina con gli
ospedali”. Grazie al cazzo... il problema è che l'autorità
palestinese non sta difendendo i palestinesi, anzi...
Detto tutto questo, torno
al primo punto... “come hanno fatto a prendere 5 persone di Hamas 3
giorni dopo e dire che sono loro i colpevoli”. Avete letto tutto
delle altre due storie che vi ho parlato. Voi capite, pertanto, che
la guerra è sotto alle news. E' una guerra quotidiana fra
palestinesi, creata dal mostro israeliano e che verrà venduta come
“israele è pulito, si sono ammazzati fra di loro”. Voi, altresì,
capite che quell'attentato proprio quando Mahmuod Abbas issa la
bandiera all'ONU e si eclissa subito dopo quando scoppia il casino in
Palestina..voi capite, vero, che a me lascia una strana sensazione..
Questi sono gli aspetti
che mi preoccupano. Per quanto riguarda le reazioni dei palestinesi
verso israele, fatte di accoltellamenti e altro..... Sono “REAZIONI”
alla propria casa demolita, al proprio padre ucciso, al fratellino
violentato, a 80 anni di torture ed ingiustizie. Sono REAZIONI che
forse, noi europei, avremmo prima dei palestinesi perchè non avremmo
sopportato tanto.
Quest'articolo per la
gioia dell'autorità palestinese lo firmo
“Sofia Loren”