Prima di partire per la Palestina mi ero fatta una moltitudine di domande sui “perchè”....
- Perchè israele vuole una pietraia come la terra di Palestina?
- Perchè israele se vuole la Palestina non manda semplicemente via tutto il popolo palestinese?
- Perchè il mondo non ferma israele?
- Perchè il muro?
- Perchè nonostante tutta la solidarietà internazionale e la Resistenza dei palestinesi, dopo 70 anni, la situazione continua a peggiorare?
Vivere lì, con gli stessi mezzi dei palestinesi e con la stessa merda quotidiana, ed aver provato sulla mia pelle la deportazione mi ha fatto chiudere il cerchio alle risposte, che già avevo/avevamo capito sul posto, ma che erano difficili da accettare.
Per onestà, scrivo questa mia conclusione, senza aver pretese che venga condivisa, ma solo per mia onestà verso un Popolo vittima del Genocidio.
Storicamente i sionisti non pretendevano proprio quella terra, avevano altre opzioni cancellate, poi, dagli inglesi. Decisero di costruire il “progetto israele” in Palestina.
Tutt balle, ovviamente, che quella terra è per loro per ragioni religiose; oltretutto i sionisti non sono religiosi e sono la più gradne presa per il culo alle vittime dell’olocausto.
Quando costruirono il muro dissero nel sito ufficiale della difesa che il muro era per difendersi dai “terroristi palestinesi”. Questa motivazione, però, la scrissero solo in una versione del sito, quella in lingua inglese. La versione in ebraico non riportava questa motivazione ed una giornalista ebrea se ne accorse facendo questa riflessione:
“com’è possibile che venga costruito per difendersi dai palestinesi, creando l’apartheid, e pertanto con l’intento di non farli venire da questa parte, se, invece, da questa parte i palestinesi ci sono (palestinesi nelle terre del ’48)?”.
Altresì, stride il fatto che israele non voglia deportare tutto il popolo palesinese, infatti la maggior parte dei palestinesi non può uscire dalla Palestina.
La verità ti stende, ti rende inerme, ti toglie le forze. L’ho visto molte volte nei palestinesi. Conoscere la verità ti manda in depressione, non sai più dove metterti e cosa fare; perchè hai perso la speranza. La speranza, negli anni, è stata riversata in Allah....
So già che in molti mi daranno della pazza, ma non mi frega, mi interessa di più che sia scritto:
“perchè israele è un progetto, una grande base militare e la Palestina è un LABORATORIO. Questo laboratorio serve a tutti gli altri Paesi per i risultati degli esperimenti che vengono, poi, applicati su altri popoli. I Palestinesi sono cavie da laboratorio. Da questo laboratorio, ovviamente non si può uscire. In questo laboratorio si sperimentano la repressione, la tortura, il controllo, le armi, il limite della sofferenza. Il muro è il bordo del laboratorio e siccome per sperimentare bisogna entrarci dentro e mettere le mani sulle cavie, israele non sta aldilà del muro. Moltissimi palestinesi questo l’hanno capito. E sta proprio qui la loro forza, incredibile. Nonostante non ci sia speranza, si continuare a resistere”.
Tutto questo è disumano e, realmente, ti stende. Mi stende perchè li conosco. Conosco i bambini, conosco i ragazzini, conosco gli shebab, conosco le donne. Sono persone, miei amici, che soffrono e soffriranno per tutta la vita, tutti i giorni. Credetemi, mi uccide. “siamo nati qui e moriremo qui”, sapete quante volte l’ho sentito dire da persone che amo?
E qui, allora, si pone la domanda sulla solidarietà e sulla Resistenza: è stata sbagliata per 70 anni? E cosa possiamo fare?
E’ vero, in parecchi solidali stanno girando un film che non ha nulla a che vedere con la verità, e anche questo i palestinesi lo sanno.
Un palestinese un giorno mi ha detto “in Palestina ci lavora tutto il mondo”. Ecco, appunto....
Ma, ripeto, sta proprio qui la loro forza: resistere ugualmente e continuare a resistere e a supportare la Resistenza.
Io, non sono religiosa, ma se devo con una parola definire israele; è per me l’anticristo e tutti i martiri che sono stati uccisi da questo mostro, sono per me, Dio.
Onore ai palestinesi,
onore a tutti i martiri palestinesi,
a tutti i prigionieri,
a tutti coloro che resistono consapevolmente.
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