giovedì 17 ottobre 2024

IL FAR WEST NELLE NOSTRE CITTA' CREATO DAI SOLITI NOTI

 




E' da un po' che devo scrivere questo articolo; non era mai il momento giusto. Forse non è mai il momento giusto e forse non è un caso che non lo sia. Mi inimicherò un altra bella fetta di gente, ma uno più uno meno, non mi fa differenza.

Premetto chi sono, per chi non mi conosce, perchè può essere che venga letto da chi non sa.

Per circa una decina d'anni sono stata attivista per i diritti umani, dell'ambiente e degli animali. Ne è seguita la mia permanenza per anni in Tunisia, Egitto, Palestina, Libano, Giordania. Dalla Palestina ho fatto tre film. Dalla Giordania un video report. In Palestina facevo workshop con donne e bambini, facevo da scudo umano e ho fatto tutto quello che potevo fare per supportare le vittime. La mia permanenza lì si è conclusa con i proiettili su di me ed un rapimento.

Continuo ad essere vicina al Medio Oriente, sono contro ai confini ed agli “Stati” e ritengo che ogni essere dovrebbe essere libero di muoversi per andare dove vuole.

Questa era la premessa.

In questi ultimi anni, vivo a Novara in Piemonte, dove sono nata; per motivi famigliari. Appena ne ho la possibilità ri-scappo in Emilia Romagna dove ho vissuto per tanti anni.

Le ultime due fughe sono state a Bologna e poi a Ravenna. Prima di andare a Bologna, le amiche mi dicevano che Bologna è diventata uno schifo (io, abitando a Novara, stentavo a crederci).

Sono a Bologna, a cena con due amiche. Una delle due è diventata insegnante di ruolo (non a Bologna, ma in una cittadina di periferia). Seppur fosse un ruolo ambito, è scontenta e preoccupata. Mi dice che insegnare nelle scuole di adolescenti è diventato un problema: sono aggressivi, violenti, senza freni inibitori e che hanno già aggredito una collega. Dovrà aspettare tre anni per poter chiedere il trasferimento e non sa se resisterà.

Terminiamo la cena e decidiamo di andare in una delle piazze più frequentate di Bologna per un gelato. Sono le 21 di sera. La piazza è frequentata da persone come noi che mangiano il gelato, chi suona la chitarra, chi è in gruppo che parla. All'improvviso parte una rissa fra baby gang con lancio di bottiglie.... in centro, a Bologna, alle 21 di sera. Ci allontaniamo.

Nei giorni successivi vado a Ravenna da un amico che credevo felice perchè era tornato a fare l'educatore in una comunità. Invece... mi racconta che quella magnifica comunità dove per anni c'era stato un lavoro enorme sugli ospiti, creando arte, musica, agricoltura.... era implosa. E mi racconta che due settimane prima, il prefetto di una città, decide di “ripulire” la città dalle baby gang di migranti e di mettere tutte e due le baby gang (avversarie) proprio in quella comunità. Nel giro di tre giorni hanno distrutto la comunità, preso le chiavi, rubato tutto, aggredito le operatrici. I direttori della comunità chiamano la prefettura e gli dicono “guardate che qui non riusciamo più a gestire la situazione”, e la risposta della prefettura è stata “ah, ok, in tal caso chiudiamo la comunità ed i lavoratori saranno ri assegnati”.

Torno a Novara abbastanza sconfortata da realtà nelle quali ho vissuto e che vedo cambiare in un batti baleno. E Novara è messa com'è messa, con baby gang costituite da italiani, marocchini e tunisini. Estremamente aggressivi, senza filtri inibitori e desiderosi solo di soldi, figa e droga.

E' un bel salto generazionale. Io sono cresciuta con il mito di Che Guevara, loro con il mito di Scarface.

Conoscendo bene il Medio Oriente, e vedendo che la situazione è comune in tutte le città, mi sono fermata e mi sono chiesta “perchè?”. Certo, il caos è sempre favorevole all'incremento della repressione; e questo sicuramente è un obiettivo. Ma non credo sia l'unico.

La Tunisia è bellissima, il Marocco ancora di più.... non sono sotto ai bombardamenti. Inoltre, queste ultime ondate migratorie di persone così violente e senza alcuna etica, sembrano scelti appositamente. I profughi, invece, i migliaia di Palestina, Siria, Libano, Afghanistan, Yemen..... non ci sono; non sono qui.

E' nei commenti della gggente comune che ho trovato la risposta: “fanno bene a bombardarli gli arabi, guarda come si comportano quando vengono qui” o “che tornino a casa loro”.

Eh sì, perchè la stampa e la politica li vende alla gggente comune come “arabi”. A quella gggente che non ha mai preso in mano una cartina geografica e non ha mai saputo che il Marocco e la Tunisia sono in nord Africa; che non fanno parte del Medio Oriente. Certo, fanno parte dei 22 paesi arabi; ma signori....non stiamo solo parlando di un altro Stato, ma addirittura di un altro continente.

La gggente non sa nemmeno che non parlano la stessa lingua, che hanno cibo differente, usanze diverse, e soprattutto mentalità diversa. E' come se identificassero gli italiani nella Norvegia. Ma aldilà di questo piccolo ed ovvio particolare, possibile che nessuno si sia accorto che non è, appunto per caso, quest'ondata violenta?


Le scelte politiche ed amministrative di una città non sono mai state slegate dal resto del mondo, ma anzi sono sempre state connesse e consequenziali se non motivatrici.

Il mercato della droga cresce sempre di più e la richiesta non arriva dai marocchini o dai tunisini; arriva da vostri figli (dico “vostri” perchè io non ho figliato). Città svuotate di interesse, di cultura e soprattutto di socialità. Luoghi dove si consuma cibo spazzatura e dove viene venduta etica spazzatura; che cosa potranno mai coltivare se non …. spazzatura.


Credo sia la collaborazione a far crescere un individuo e non l'idea darwiniana che sia la competizione. Tanto, in una società così fatta di macerie, vince solo chi resta umano. Questo, mi hanno insegnato i palestinesi.


domenica 18 agosto 2024

RICORDANDO SIMONE CAMILLI E LA VERITA'

 

Qualcuno dice che "la conoscenza e la memoria ci rendono liberi". E' vero, anche se la conoscenza fa, poi, vivere soffrendo.
Il 13 agosto di dieci anni fa, Simone Camilli, fotoreporter e giornalista, muore a Gaza, Palestina. Lo ricordo sempre, come Vittorio Arrigoni, Raffaele Ciriello, Rachel Corrie ed altri.
Per tutti, Simone Camilli, morì fotografando uno bomba israeliana inesplosa.
Volevo aspettare questa domenica per scrivere queste due righe, perchè so che in molti, in vacanza, sotto l'ombrellone, non hanno testa per questi ricordi.... Oggi, un bel pò di gente è rientrata a casa..?
Poi, ieri, ho letto ciò che ha scritto Egidia Beretta per ricordare Simone Camilli; e ho letto il commento della madre di Camilli.
Il suo commento, va a testimoniare, ancora una volta che cosa accade in Palestina, e che nulla ha a che vedere con la creazione di uno Stato o di avere un pezzetto di terra: la Palestina è il più grande campo di concentramento al mondo e nella storia, dove vengono sperimentate armi, tecniche di repressione, tecniche di tortura, sistemi di sicurezza e di attacco, sistemi di controllo economico. Insomma, la Palestina è un esperimento continuo tanto quanto il Genocidio che segue da cent'anni, tutti i giorni.
Nulla di più crudele nella Storia dell'uomo.
Di seguito, le parole della mamma di Simone Camilli, ringraziandola, con stima e solidarietà:
"Carissima Egidia la mia gratitudine per questo post ..sappiamo bene entrambe quanto siamo vicine nel nostro vissuto di mamme di due ragazzi meravigliosi. MI Sento però in dovere..e solo per rispetto di Simone....di cambiare il tuo racconto in una cosa essenziale: Simone non filmava un disinnesco... ..purtroppo sin dall'inizio si è scritto questo.. ma non è così. Simone voleva fare un servizio sulle bombe non esplose.... erano più di 7000. La domanda era - perché i bambini di Gaza continuano a morire a causa delle bombe anche a guerra conclusa? - Le bombe inesplose le trovavano in strada..tra le macerie...
La mancata esplosione era intenzionale per poter continuare lo sterminio ? Non sono casuali 7000 bombe inesplose! Simone voleva verificarne la provenienza...la fabbricazione.. Lì in quel deposito..ce n'erano tante.. una però era diversa dalle altre... qualcuno è stato attratto dalle sue fattezze.. l'ha toccata e....è successo! Perdonami per questo intervento...ma è giusto che si sappia dell'intenzione doppiamente perversa di queste atrocità da parte dell'esercito israeliano. Simone voleva riprendere- sul posto - l'ipotesi che alcuni giornalisti della carta stampata- anche Usa..avevano evidenziato. L'esercito israeliano aveva escogitato un modo per uccidere anche a guerra conclusa?
Che tipo di bombe erano?
Oggi sappiamo purtroppo che su quel popolo si sono testati nuovi ordigni...allora ce n'era solo il sospetto!
Ecco Egidia... solo per Simone ...a te il mio saluto affettuoso".



martedì 11 giugno 2024

12 GIUGNO

 

12 giugno 2024. E' domani. Domani vado a mangiare una pizza con mia mamma.
Nove anni fa, il taxi su cui mi trovavo in Palestina, con la mia telecamera, veniva assaltato dai soldati israeliani. Le prime 24 ore furono quelle decisive, quelle in cui non mi fecero fuori fisicamente. Intanto in Italia, molti mi davano già per morta.
Solo dopo 24 ore mi permisero di comunicare la mia esistenza in vita all'Ambasciata italiana; nonostante tutto. Nonostante il fucile puntato alla testa mentre mi facevano inginocchiare sulla strada deserta, nonostante le torture, nonostante il mio sciopero della fame per chiedere la liberazione dei 350 bambini palestinesi nelle loro mani. E quella frase che continuavano a ripetermi “non sei in stato di arresto”. Intanto in Italia su tutti i giornali usciva che ero stata arrestata (non si ancora oggi per cosa sarebbe stato l'arresto secondo i media). E sempre intanto, in Italia, la Farnesina veniva presa d'assalto da centinaia di persone che gli rompevano i coglioni preoccupati per me.
In quel momento, nel quale mi hanno puntato il fucile alla testa, ho scelto. Ho scelto di non alzarmi e scappare e farmi fucilare; ho scelto di non diventare martire. Ho scelto di restare in sto mondo di merda continuando a pagare per ciò che sono e dico. Ho scelto di stare a fianco alle vittime e di chi lotta.
Le torture per mano israeliana che ho avuto, sono state psicologiche e fisiche, e ancora ne porto il segno. Sono testimone di molte delle atrocità perpetrate dagli israeliani sugli altri esseri umani (palestinesi e non). Alcune delle torture esercitate dagli israeliani sui palestinesi, sono state esportate in Europa per loro stessa mano. Quando arrivai a Fiumicino, un poliziotto che mi scortava mi disse “signò, sono loro che vengono a farci i corsi di aggiornamento e comandano loro. E' stata fortunata che non le hanno sparato”. Ehm...veramente mi hanno anche sparato il mese prima; ma vabbè.
Sono testimone in vita che il diavolo esiste; il paradiso non credo.
Domani, come oggi e ieri, farò a botte con le mie fobie; ma sono ancora qui.
La foto è del momento in cui arrivai a Roma Fiumicino 10 giorni dopo, con i miei amici ad attendermi (ai media era stata vietata la partecipazione). Ecco, domani, io lo farò, ma invito anche voi a farlo: omaggiate con un sorriso o un fiore o un grido...chi non è tornato vivo come me.
Buon 12 giugno.



mercoledì 24 aprile 2024

BUONA LIBERAZIONE

 

Sono fortunata. A cinquant'anni posso dire di essere a buon punto con la mia liberazione. Non dipendo più dall'amore, dal sesso, dal successo, dai soldi, dall'avere persone che ti amano, dalla visibilità, dall'automobile, dallo smartphone, dalla televisione, dal gradimento, dal dover fare qualcosa.
Ho ancora delle dipendenze: le sigarette, la tremenda voglia di vedere bellezza ed il mondo con i suoi mondi in armonia. La dipendenza più facile da eliminare è quella del tabacco; per le altre non so se ce la farò e non voglio nemmeno farlo.
E' un momento anche fortunato; ho un buon lavoro e tra poco sarò nella casa che cercavo. Questa situazione favorevole di base, mi da energia e creatività. Qualche giorno fa, quando abbiamo fatto i provini per i due corti, e sono arrivate circa 250 persone...è stata una bella ricarica di energia. Sì, perchè vedere che ci sono ancora tante persone alle quali non sta bene passare la vita davanti ad uno schermo (tv o computer), ma vogliono fare arte, teatro, cinema..... Questo mi da tanto. Così come mi da tanto il lavoro al supermercato che ho; ci sto da dio con le colleghe, con il tipo di lavoro, con i ritmi.
E così, quando mi sveglio la mattina, mi sveglio con le “idee”; con il desiderio di creare. Non solo i due film corti che girerò a Novara.
Da anni, mi chiedono di scrivere un libro su ciò che è accaduto in Palestina. Non sono mai stata d'accordo. Ero più propensa a realizzare un film, sul filo di violenza che ha accompagnato la mia vita. Da bambina, da ragazza, da adulta; e come donna, in giro per il mondo.
Lucarelli mi ha proposto di scriverne il libro. Forse è arrivato il momento di accettare. Grazie Umberto.
Beh vedete, se mi fermassi qui, sarebbe un dipinto quasi rosa. Invece non lo è, non può esserlo.
La mia pelle, il mio respiro, il mio odore, i miei nervi sono legati a ciò che mi circonda. Sento ancora gli odori delle strade della Palestina, del mercato, dei fiori, e dei morti.
Quelle strade, sono strade come quelle che percorriamo ogni giorno per andare a lavorare o a fare la spesa. Non sono diverse. Respiriamo la stessa aria, ci sono gli stessi profumi ed odori e abbiamo lo stesso destino.
Oggi in Palestina sono continuati i bombardamenti. Così come i raid nelle case. Ci sono tantissimi palestinesi, molti bambini, bloccati in case di altri perchè non riescono a tornare a casa; oggi come tutti i giorni. I soldati sono sempre dappertutto. La foto di questo articolo, è a Beit Lahia, i palestinesi devono lasciare le loro case... la ragazza cammina piangendo, ed il fratello cerca di portare anche l'altro fratello che è sulla sedia a rotelle.
Ecco, allora, domani quando si celebrerà la “liberazione” e sarò a lavorare, celebrerò la liberazione dentro di me; ma non posso, proprio non posso, chiudere gli occhi.






mercoledì 10 aprile 2024

PERCHE' TAGLIANO GLI ALBERI?

 




Non è un fenomeno legato a questa o a quella città. Accade a Novara, così come a Firenze, o come in Puglia. In tutta Italia le amministrazioni comunali tagliano gli alberi nelle città. Alberi secolari, alberi storici, alberi bellissimi. A volte la scusa sono le radici, a volte dicono che stanno per cadere, altre volte che sono malati.

Perchè tagliano gli alberi?

La foto che vedete è del funerale di Giuseppe Verdi a Milano nel 1901. Le persone si erano arrampicate sugli alberi per vedere per l'ultima volta il maestro. Una folla accompagnò il trasferimento del feretro (un mese dopo il primo funerale in forma privata). Trecentomila persone a Milano per salutare Giuseppe Verdi. Oggi non accade più. Oggi, nessuno si arrampica sugli alberi per amore della cultura, e tantomeno si lega agli alberi per impedirne il loro taglio. Quindi, indisturbati, le amministrazioni comunali fanno tutto quello che vogliono senza nemmeno nascondersi. Questo modo di essere non è slegato dal modus operandi e dalle sue motivazioni.

In 80 anni hanno lavorato sul processo del “produci, consuma, crepa” in ogni suo dettaglio. Dal rendere le città tutte uguali (urbanistica, offerta commerciale), all'impoverimento mentale e culturale.

Se si eliminano gli alberi dalle città:

  • aumentano le temperature estive

  • aumentano gli insetti perchè diminuiscono i predatori (pipistrelli ed uccelli)

  • diminuiscono le zone d'ombra

  • aumenta l'inquinamento acustico

  • si riduce il processo di eliminazione della CO2

Tutti questi punti (e forse anche altri) possono essere visti come conseguenze, oppure come OBBIETTIVI.

Proviamo a guardarle come obbiettivi. Se aumentano le temperature estive, inizi a non poter fare a meno dell'aria condizionata in casa; se aumentano zanzare ed altri insetti avrai bisogno delle zanzariere, delle disinfestazioni e dei repellenti; se diminuiscono le zone d'ombra avrai la necessità di recarti in luoghi chiusi e privati, consumando anche solo un caffè per trovare sollievo dal sole; se aumenta l'inquinamento acustico avrai necessità di infissi migliori per avere silenzio nelle abitazioni. Tutto questo dal punto di vista economico. Ma vi è anche un aspetto sociale... Con una situazione sfavorevole a stare all'aperto anche in estate, si passeranno anche quei mesi chiusi in casa con aria condizionata, zanzariere e tutto il cucuzzaro; mancando di socialità. Gli eventi pubblici saranno sempre più deserti. Quanti di voi si ricordano le persone sedute fuori dalle case di sera, con i bambini che giocavano? O anni dopo, le compagnie di ragazze/i seduti sui propri motorini o sulle panchine a passare così le serate...parlando? Non esistono più, vero? Ecco, allora se qualcosa è cambiato, è cambiato per motivi ben precisi che pochi hanno colto.

Chiusi, scambiando due parole sui social, spendendo l'ira di dio per stare in casa e uscendo solo per spendere soldi.

Ho saltato un punto (non a caso) di quelli citati sopra: l'eliminazione della CO2....

Più inquinamento c'è e più saremo malati. Che business.

martedì 9 aprile 2024

PALESTINA E LE BANDIERE DI STA FREGNA

 





Certa che mi inimicherò un'altra fetta di gggente, lo scrivo ugualmente.


Avanzano due correnti in nome della Palestina che nulla hanno a che vedere con la liberazione e con la Libertà.

La prima corrente è nata fra gli israeliani e portata in Europa, ed è la sinistra sionista che incolpa di tutto Netanyahu. Neta non è che il soldatino di turno, oltretutto eletto con voto. Neta è stato preceduto da altri mostri eccellenti come Sharon, Perez, Ben Gurion, etc.etc.. Visto che l'occupazione israeliana della Palestina dura da circa 80 anni. Ma pare, almeno per questa corrente sinistroide, che il Genocidio sia iniziato ora, e che Netanyahu sia il colpevole. Balle, su balle, su balle. Eppure ci sono sedicenti attivisti italiani che portano questa bandiera. Vuoi per minimizzare il tutto, vuoi per dare speranza che scacciando il presidente si risolva tutto, vuoi per interessi personali. Il mostro sarebbe il presidente? Guardate, il primo israeliano che passa per strada è cento volte peggio di Netanyahu.

La seconda corrente è nata invece in Europa e portata anche in Palestina. E' quella che raccoglie firme per “riconoscere lo Stato di Palestina”. Ma porca miseria...ancora???

Ancora con sta solfa della Palestina che va riconosciuta? Davvero? E dove esattamente? Cioè, con quali confini, visto che israele l'ha occupata tutta?

Non ci sono abbastanza “Stati” su questo pianeta? Non è chiaro che il problema sono proprio “gli stati”? Dobbiamo farne un altro di Stato?


Fatemi capire, si salverebbe la Palestina cambiando il presidente israeliano, e facendo riconoscere la Palestina da coloro che la occupano?


Scacciare un potere per prendere il potere; ecco cosa sono queste correnti.


Sabato scorso, alla manifestazione di Milano, sono stata avvicinata da una signora che mi chiedeva di firmare per lo Stato di Palestina. Le ho risposto che io sono per la Palestina libera, non per gli Stati. E lì mi ha reagito con l'aggressività del piede pestato; mi spiace, ma le ho risposto a tono senza fermarmi davanti ai capelli bianchi. Tanto i capelli bianchi li avrà fatti con anni di politica nei movimenti “alternativi”. Poi me ne sono andata dopo aver visto bandiere nere che in passato mi hanno dato dell'antisemita e che sono lì con chi raccoglie le firme, e “attivisti” con la bottiglia di birra in mano (alla faccia del ramadan dei palestinesi).



Un consiglio a chi conosce poco la Palestina: fatevi usare solo in nome della sua liberazione dall'occupazione israeliana, e non da altre bandiere (bandiere di sta fregna).

lunedì 29 gennaio 2024

SIAMO TUTTI PALESTINESI

 

“Siamo tutti/e Palestinesi” si dice, e va detto, per un motivo: oggi succede al popolo palestinese, domani sarà il nostro turno.
Non è un modo di dire, non è solo solidarietà; è piuttosto il riscontro oggettivo del progetto sionista che è nero su bianco da decenni.
Che la Palestina fosse un campo di concentramento a scopo sperimentale, l'avevo già detto nel film “l'esperimento” e non ho scoperto l'acqua calda; ho semplicemente riportato ciò che il sionismo ha messo in atto da fine ottocento ed iniziato a realizzare ufficialmente nel 1917 con la dichiarazione di Balfour.
Il Genocidio che sta avvenendo ora in Palestina è l'inizio di qualcosa di veramente orribile, per il resto del mondo. Se non fosse così, ditemi, cosa deve fare esattamente israele, con le 122 testate nucleari che ha lì dal 1980?
Qualcuno mi ha detto che sono pessimista, che invece è un momento ottimista per la Palestina....
Ecco dove arriva il mio ottimismo: il popolo palestinese non verrà mai cancellato, anzi, saremo tutti palestinesi. Saremo cellule di individui, coppie, gruppi, movimenti in tutto il mondo ad attuare il verbo della Resistenza. Il verbo della Resistenza è cultura, è socialità, è piantare gli alberi, è amare e rispettare l'altro, è ESSERE, è tutto ciò che siamo e saremo e che loro non vogliono.
(foto di libellula su pietra palestinese, anno 2014 in Wadi Qana)



domenica 31 dicembre 2023

LA GRANDE BALLA GENERA ALTRE BALLE (7 OTTOBRE)

 E' da quei giorni che voglio scrivere questo articolo; mi sono più volte trattenuta perchè l'unico motivo per scriverlo era svuotarmi di ciò che volevo dire. Motivazione strettamente personale, quindi e con brutte conseguenze. La motivazione non era sufficiente per sopportare le conseguenze.

Ieri, però, ho visto quel vergognoso servizio del New York Times sul 7 ottobre. Nel servizio si parla di stupri da parte dei palestinesi sulle donne israeliane che erano al rave in mezzo al deserto. Si parla di orrori sui loro corpi, di mutilazioni, di traumi...

Ecco la motivazione per scrivere ciò che segue: una balla, genera altre balle. Ecco perchè è importante scrivere sempre la verità, anche se fa male a chi sta con la Resistenza.


Premesso che la Palestina è occupata da 80 anni e ha visto ogni orrore possibile ed immaginabile, torniamo a quel 7 ottobre.

Abbiamo visto le immagini e c'hanno raccontato che:

  1. il 7 ottobre, un gruppo si palestinesi ha varcato il muro/confine fra Gaza e ciò che viene chiamato “israele”, preso il controllo di una base militare israeliana (che poi è semplicemente un insediamento israeliano), preso le armi, preso degli ostaggi, ucciso diversi israeliani e iniziato ad avanzare verso la Cisgiordania (Palestina occupata).

  2. uomini della Resistenza palestinese si sono calati dal cielo con parapendii e paracaduti sul rave israeliano “Nova”, nel deserto e hanno rapito coloni israeliani.

Questo è quello che c'hanno raccontato e fatto vedere nei video/foto. Andiamo a verificare prima il secondo punto, il rave. Quando ho visto il video, il giorno stesso, dei combattenti che arrivavano con i parapendii ed i paracaduti, ho avuto la sensazione che non fossero palestinesi. Poche ore dopo, in rete, iniziano ad uscire i video delle israeliane che vengono prese dal rave, caricate su delle motociclette e portate via.... noto che in almeno due video, le ragazze si filmano da sole con i loro cellulari e che stanno “ridendo”. E, ancora, vedo persone che non mi sembrano palestinesi (anche dall'audio). Non scrivo nulla, non dico nulla. Una settimana dopo, su un sito web che uso per verificare la fonte di video e foto, trovo la sbugiardata: il video dei paracadutisti è antecedente (è del 27 settembre) e si tratta di soldati egiziani in una manifestazione celebrativa (tipo le frecce tricolori). E' lo stesso video. Sempre in quei giorni (quindi una settimana dopo) esce il riscontro di una di queste “donne rapite” e che figura nei secondi video; viene identificata all'estero e sta bene (questo da altra fonte, non dallo stesso sito web).

Ora torniamo all'evasione da Gaza e presa delle armi.

Per giorni ho aspettato (e anche voi) che il gruppo della Resistenza palestinese arrivasse al confine con la Cisgiordania o che arrivasse a qualche prigione israeliana per liberare i prigionieri palestinesi. Dal confine di Gaza a Jenin, in auto, ci si arriva in poche ore. A piedi magari ci vuole qualche giorno.....ma non sono mai arrivati. Dopo due settimane è circolata la notizia che sarebbero “tornati indietro” ??!!?

Allora: 1° dal confine fra Gaza e israele non passa uno spillo che gli israeliani non lo sappiano, 2° anche se riesce a passare una persona, viene fucilata all'istante da una torretta israeliana 3° anche se in quella torretta, quel giorno, ci fosse stata una spia, chi ha varcato il confine verrebbe ucciso entro pochi metri. Non esiste, ripeto, non esiste che passino una quarantina di palestinesi e che riescano a scorrazzare in un insediamento israeliano, armati. Ed i fatti confermano che non quadra perchè non ha alcun senso che una volta entrati...spariscano o tornino a Gaza. Ma anche qui, torniamo alle prove visive: i video. Sono girati video dove i palestinesi uccidevano gli israeliani sulle strade, fermando le auto. Anche qui, quando li ho visti, ho visto che chi sparava non erano palestinesi (e oltretutto non avrebbe avuto alcun senso ucciderli, ma farli prigionieri). Nel frattempo nelle “notizie ufficiali” sale in numero delle vittime israeliane e nelle notizie “non ufficiali ed in sordina” esce la prova che a sparare nei kibbutz ed uccidere gli israeliani, sono stati gli stessi soldati israeliani.

Intanto è bene ricordare che tutti e tutte gli israeliani sono SOLDATI, non esistono israeliani “civili”; israele è basato sull'essere soldato. E', pertanto, ovvio che ci siano dei morti anche fra gli israeliani...ma mentre stavano combattendo però, come sempre.

Se tutto questo, tutto quello che è accaduto il 7 ottobre, è stata una balla creata in tre dimensioni per arrivare allo scopo finale e già deciso da tempo, deve essere tenuta in piedi con ogni mezzo (soprattutto se i numeri delle vittime parlano da sole). Ed ecco qui che ci tirano fuori la storiella degli stupri sulle israeliane....

“Le donne israeliane stuprate”.... Intanto da quello che ho scritto prima, è dubbio che ci siano state delle donne fatte ostaggio a quel rave; perchè è una balla, come ho spiegato sopra.

Per come conosco io la Palestina, posso dire di aver assistito a botte sulle donne in famiglia, a “commenti schifosi” verso le donne per strada, a tentativi di palpeggiamento; ma non ho mai, mai sentito di una donna stuprata in Palestina. Non è la mia, volontà nel difendere i palestinesi su ogni cosa. E' oggettivo e vi spiego il perchè (anche se darà fastidio) agli uomini palestinesi.

La repressione sessuale in Palestina ha un livello altissimo, dalla seconda intifada in poi. Le donne non possono ballare, non possono girare con le braccia scoperte, non possono fumare in pubblico, non possono andare in bicicletta, non possono nemmeno andare in giro mano nella mano con il proprio marito, e non si può stare in una stanza da sola con un uomo. E' stata l'Arabia Saudita a portare queste modalità. E mi preme precisare che le donne palestinesi lo SCELGONO. Puoi vivere così, o puoi scegliere di non vivere così; di non portare l'hijab, di vivere a Ramallah, di fumare...etc.etc.. Sono le stesse donne che quando vengono a vivere qui in Europa, scelgono di vivere con l'hijab oppure no.

In Palestina la pelle è sacra. Chi ti sfiora la pelle ha varcato il confine. Questa pesante repressione non ricade solo sulle donne, ma anche sugli uomini. Un uomo palestinese vive la repressione sessuale a tal punto, che se succede che ti abbraccia o ti sfiora la pelle....può raggiungere l'orgasmo. La sessualità fra due coniugi (perchè solo così se ne può parlare) viene vissuta in segreto e solo fra due coniugi.

Se un uomo palestinese tocca una donna in pubblico, arriva il “processo sociale”. Viene escluso dalla comunità e se è in un villaggio viene buttato fuori dal villaggio. Non è un fatto di “leggi” è convinzione sociale e di fede.

Un amico mi raccontava che una volta lo misero nella cella assieme ad un gruppo della Jihad islamica. Fortunatamente lo trasferirono subito...ma quando era in cella con loro, mi raccontava che quando in tv c'erano delle donne, quelli della Jihad islamica coprivano la tv con un telo.

Ora portate quello che vi ho detto nel contesto di quei giorni a Gaza, dove (se appunto sono palestinesi di Hamas o Jihad islamica) i combattenti palestinesi si sarebbero trovati davanti le soldatesse israeliane. Scusate eh...ma le soldatesse israeliane, per quei combattenti, sono “nemici” di guerra; e null'altro. Mi spiace dirlo papale papale, ma per un combattente palestinese, una soldatessa israeliana non è una donna; ma una macchina che uccide bambini senza scrupolo.

Tutte queste soldatesse israeliane che ora stanno denunciando via i media, gli stupri e le mutilazioni stanno eseguendo gli ordini di israele. Fa tutto parte della novella che si sono inventati per...... essere autorizzati socialmente a distruggere Gaza, compiere il Genocidio e poi...riconoscere lo “Stato di Palestina” in quel francobollo di terra che è Ramallah più Rawabi. Dove vi abiteranno Mahmuod Abbas e il resto della cricca delle autorità.

Che molto probabilmente non ci sono stati gli stupri, va denunciato in nome della verità e soprattutto per non inficiare tutte quelle volte che uno stupro c'è veramente. E va denunciato per tutte quelle bandiere cavalcate per creare consensi ad hoc: i diritti delle donne, di omosessuali e lesbiche, degli animali, dell'ambiente, dell'essere vegani. Tutte bandiere che israele ha sponsorizzato mentre uccideva i palestinesi.

Mi spiace, per chi ha sognato con i paracadutisti che liberavano la Palestina o con i combattenti che varcavano il confine di Gaza. C'ho sognato anch'io e continuo a sognarci. La Resistenza palestinese esiste e sta combattendo ogni giorno, come sempre, da 80 anni, sulla terra centimetro per centimetro, martire dopo martire.


La foto è del riscontro video dei soldati con parapendio.




sabato 23 dicembre 2023

LA FOTO DEL MONDO

 


Anno 2019, Colorado. Elijah sta camminando per strada, ha 23 anni. Un passante chiama la polizia sostenendo che il ragazzo ha "un fare sospetto". La polizia lo assalta, lo butta per terra, lo picchia. Elijah è per terra, non riesce a respirare, si vomita nella sciarpa, si piscia addosso e chiede "aiuto". Non ha fatto nulla, non è sospettato di nulla, stava solo andando a piedi alla lezione di violino.
Intervengono i medici che lo vedono in "stato d'agitazione". Gli iniettano 500 mg di Ketamina per sedarlo.
Elijah, non regge e muore.
Nella prima parte del processo è stato condannato uno dei tre poliziotti, omicidio colposo.
In questi giorni c'è stata la terza parte del processo che ha visto condannati due dei paramedici per omicidio colposo.
L'omicidio colposo prevede, in Colorado, una condanna di tre anni.
E' una delle tante storie di ingiustizia negli Stati Uniti, ma ci vedo la foto del mondo attuale:
- una vittima innocente e che viene ucciso
- un "passante" che come il resto della gggente non sa più distinguere il bene dal male, nè il buono dal cattivo, nè il bello dal brutto e incurante dell'altro passante (la vittima) è complice nel farlo uccidere
- polizia e medici che si prendono ogni potere e uccidono sentendosi Dio e senza conseguenze
- il male che uccide il bene
Dobbiamo essere forti, potrebbe succedere ad ognuno di noi o ad un un nostro famigliare. Succede in Palestina, tutti i giorni, succede negli Stati Uniti a giorni alterni, succede in Europa spesso.

domenica 17 dicembre 2023

CHE "IDEA" IL CARRO AMATO DI MODENA!!!

 Alcuni giorni fa ho pubblicato la foto con relative critiche del carro "amato" di Modena. Nella maggior parte dei commenti c'è l'idea unanime che l'idea dell'autore sia o dubbia o una merda. Anch'io ho avuto dei dubbi iniziali, che mi sono passati subito quando ho sentito la sua intervista e dire "i pacchi dono sul carro portano pace"; eh, il pacco più grande ha la bandiera israeliana.... che esempio di portare di pace con 75 anni di Genocidio!

Però ora non sto scrivendo per riaprire questa discussione; bensì per altro in merito.
Qualcuno mi ha scritto che Lunati è anche un compagno.....
Poi, mi ha scritto qualcun altro.... Parrebbe, infatti, che l'autore (Lunati il compagno), non abbia nemmeno avuto l'idea del carro amato.
La canzone il "IL CARRO AMATO" parla proprio di questo, di un carro armato che non vuole andare in guerra. Testi e musica di Andrea Lucisano per il cartone animato "La volpe Sophia". Scopo educativo e di pace e direi obiettivo raggiunto con la canzone.
Ancora una volta, i personaggi della "sinistra" (così come ha fatto il sionista Saviano), fanno parlare di sè, creano seguito e realizzano opere usando, parrebbe, creatività altrui; stuprando la creazione.
Ringrazio Andrea Lucisano per il suo lavoro.