E' da un po' che devo
scrivere questo articolo; non era mai il momento giusto. Forse non è
mai il momento giusto e forse non è un caso che non lo sia. Mi
inimicherò un altra bella fetta di gente, ma uno più uno meno, non
mi fa differenza.
Premetto chi sono, per
chi non mi conosce, perchè può essere che venga letto da chi non
sa.
Per circa una decina
d'anni sono stata attivista per i diritti umani, dell'ambiente e
degli animali. Ne è seguita la mia permanenza per anni in Tunisia,
Egitto, Palestina, Libano, Giordania. Dalla Palestina ho fatto tre
film. Dalla Giordania un video report. In Palestina facevo workshop
con donne e bambini, facevo da scudo umano e ho fatto tutto quello
che potevo fare per supportare le vittime. La mia permanenza lì si è
conclusa con i proiettili su di me ed un rapimento.
Continuo ad essere vicina
al Medio Oriente, sono contro ai confini ed agli “Stati” e
ritengo che ogni essere dovrebbe essere libero di muoversi per andare
dove vuole.
Questa era la premessa.
In questi ultimi anni,
vivo a Novara in Piemonte, dove sono nata; per motivi famigliari.
Appena ne ho la possibilità ri-scappo in Emilia Romagna dove ho
vissuto per tanti anni.
Le ultime due fughe sono
state a Bologna e poi a Ravenna. Prima di andare a Bologna, le amiche
mi dicevano che Bologna è diventata uno schifo (io, abitando a
Novara, stentavo a crederci).
Sono a Bologna, a cena
con due amiche. Una delle due è diventata insegnante di ruolo (non a
Bologna, ma in una cittadina di periferia). Seppur fosse un ruolo
ambito, è scontenta e preoccupata. Mi dice che insegnare nelle
scuole di adolescenti è diventato un problema: sono aggressivi,
violenti, senza freni inibitori e che hanno già aggredito una
collega. Dovrà aspettare tre anni per poter chiedere il
trasferimento e non sa se resisterà.
Terminiamo la cena e
decidiamo di andare in una delle piazze più frequentate di Bologna
per un gelato. Sono le 21 di sera. La piazza è frequentata da
persone come noi che mangiano il gelato, chi suona la chitarra, chi è
in gruppo che parla. All'improvviso parte una rissa fra baby gang con
lancio di bottiglie.... in centro, a Bologna, alle 21 di sera. Ci
allontaniamo.
Nei giorni successivi
vado a Ravenna da un amico che credevo felice perchè era tornato a
fare l'educatore in una comunità. Invece... mi racconta che quella
magnifica comunità dove per anni c'era stato un lavoro enorme sugli
ospiti, creando arte, musica, agricoltura.... era implosa. E mi
racconta che due settimane prima, il prefetto di una città, decide
di “ripulire” la città dalle baby gang di migranti e di mettere
tutte e due le baby gang (avversarie) proprio in quella comunità.
Nel giro di tre giorni hanno distrutto la comunità, preso le chiavi,
rubato tutto, aggredito le operatrici. I direttori della comunità
chiamano la prefettura e gli dicono “guardate che qui non riusciamo
più a gestire la situazione”, e la risposta della prefettura è
stata “ah, ok, in tal caso chiudiamo la comunità ed i lavoratori
saranno ri assegnati”.
Torno a Novara abbastanza
sconfortata da realtà nelle quali ho vissuto e che vedo cambiare in
un batti baleno. E Novara è messa com'è messa, con baby gang
costituite da italiani, marocchini e tunisini. Estremamente
aggressivi, senza filtri inibitori e desiderosi solo di soldi, figa e
droga.
E' un bel salto
generazionale. Io sono cresciuta con il mito di Che Guevara, loro con
il mito di Scarface.
Conoscendo bene il Medio
Oriente, e vedendo che la situazione è comune in tutte le città, mi
sono fermata e mi sono chiesta “perchè?”. Certo, il caos è
sempre favorevole all'incremento della repressione; e questo
sicuramente è un obiettivo. Ma non credo sia l'unico.
La Tunisia è bellissima,
il Marocco ancora di più.... non sono sotto ai bombardamenti.
Inoltre, queste ultime ondate migratorie di persone così violente e
senza alcuna etica, sembrano scelti appositamente. I profughi,
invece, i migliaia di Palestina, Siria, Libano, Afghanistan,
Yemen..... non ci sono; non sono qui.
E' nei commenti della
gggente comune che ho trovato la risposta: “fanno bene a
bombardarli gli arabi, guarda come si comportano quando vengono qui”
o “che tornino a casa loro”.
Eh sì, perchè la stampa
e la politica li vende alla gggente comune come “arabi”. A quella
gggente che non ha mai preso in mano una cartina geografica e non ha
mai saputo che il Marocco e la Tunisia sono in nord Africa; che non
fanno parte del Medio Oriente. Certo, fanno parte dei 22 paesi arabi;
ma signori....non stiamo solo parlando di un altro Stato, ma
addirittura di un altro continente.
La gggente non sa nemmeno
che non parlano la stessa lingua, che hanno cibo differente, usanze
diverse, e soprattutto mentalità diversa. E' come se identificassero
gli italiani nella Norvegia. Ma aldilà di questo piccolo ed ovvio
particolare, possibile che nessuno si sia accorto che non è, appunto
per caso, quest'ondata violenta?
Le scelte politiche ed
amministrative di una città non sono mai state slegate dal resto del
mondo, ma anzi sono sempre state connesse e consequenziali se non
motivatrici.
Il mercato della droga
cresce sempre di più e la richiesta non arriva dai marocchini o dai
tunisini; arriva da vostri figli (dico “vostri” perchè io non ho
figliato). Città svuotate di interesse, di cultura e soprattutto di
socialità. Luoghi dove si consuma cibo spazzatura e dove viene
venduta etica spazzatura; che cosa potranno mai coltivare se non ….
spazzatura.
Credo sia la
collaborazione a far crescere un individuo e non l'idea darwiniana
che sia la competizione. Tanto, in una società così fatta di
macerie, vince solo chi resta umano. Questo, mi hanno insegnato i
palestinesi.