sabato 31 maggio 2025

LE FINZIONI SOCIALI, LA PALESTINA

 




E' tutta la vita che lotto contro le finzioni sociali. Qualcuno pensa sia solo una questione di mentalità o riduce il tutto alla classe sociale borghese. Invece c'ho sempre trovato qualcosa di più profondo.

Le finzioni sociali sono sicuramente a vari livelli e coinvolgono tutti, chi più chi meno. Iniziano dal modo di salutare una persona, da cosa si dice, da che lavoro si fa e da come lo si svolge, ma anche dalle attività sociali che si fanno.

Sicuramente è più mentalità del nord avere un abito elegante, una bella auto, un lavoro di prestigio; insomma il “mostrare”, ma nel contempo non essere eleganti dentro. Anzi, non c'è un dentro. Nei sud del mondo, l'eleganza è un'altra cosa; appartiene di più al contenuto/azione stessa.

La stessa mancanza di eleganza, l'ho potuta trovare negli anni di lotta per la Palestina.

Il “mostrare” di fare qualcosa per etichetta o slogan, ma senza alcun contenuto e azione diretta.

In questa finzione sociale ho visto veramente troppo e oggi, oggi che abbiamo l'Olocausto in diretta, è giusto che almeno questo castellino venga tirato giù perchè dannoso per la lotta stessa. Non mi frega nulla se vengo odiata da altre persone. Cosa volete che mi freghi di essere odiata o diffamata, davanti ad un Olocausto?

Mesi fa ho ricevuto un invito per la proiezione di uno dei miei documentari sulla Palestina, all'Isola d'Elba. Fin dall'inizio ho pensato che la proiezione alla fine non ci sarebbe stata, come tutte le volte che fra gli organizzatori c'è il nome Dell'Anpi. E infatti la proiezione all'Elba non ci sarà. E' con dispiacere constatare che Anpi non prende la posizione giusta con la Resistenza palestinese, da anni. E' una finzione sociale, di quelle che mette la parolina a favore della Palestina, ma senza rompersi un'unghia.

E di robe così, purtroppo siamo pieni, ma veramente pieni. Non stiamo a guardare i governi... la cybersecurity del mondo è in mano ad israele, che cosa volete che dicano i governi? Per non parlare della “stretta creditizia” creata da israele verso gli altri Stati. I governi sono al loro soldo, non ci si può aspettare nulla di buono. Ecco, guardiamoci noi, noi che scendiamo in strada, noi che sventoliamo la bandiera palestinese, noi che partecipiamo alle varie attività per la Palestina...

Fra le tante partecipazioni in questi ultimi due anni “a favore della Palestina”, quanti di questi ha sacrificato la propria vita rimettendoci il lavoro, la faccia, e tutto quello che aveva?

Non è una domanda provocatoria, giuro; è per capire bene che cosa è finzione sociale e cosa è reale. Perchè vedete, chi è reale, c'ha rimesso tutto, non può più entrare in Palestina, è ricattato dalla stretta creditizia in forma legale dei tribunali in mano ad israele, perde il lavoro, viene diffamato dai media o è in prigione. Questa è la realtà. La realtà dove il nazismo ha vinto e distrugge chi lo combatte realmente, ad ogni livello. Lo scrivo io, povera stronza, così come altri poveri stronzi, come Chef Rubio, come il ragazzo che si è arrampicato sull'Elizabeth Tower e come altri; non è una questione di coraggio, bensì di essere veri.

In questo momento il nazismo ha vinto e governa buona parte del mondo, è vero; ma anche nel ventennio il nazismo aveva vinto, poi è finita però.

Ecco, allora se si vuole fermare il nazismo si può avere solo una posizione (e senza doversi arrampicare su una torre): “israele sta compiendo un olocausto in diretta e sta occupando la Palestina da 80 anni; il nazismo sta governando buona parte del pianeta. Gli israeliani andrebbero appesi a testa in giù in piazzale Loreto”. Punto. Tutto il resto è finzione sociale.

domenica 11 maggio 2025

NON TI PICCHIO

 Non voglio scrivere per sfogo, ma, ho pensato.....quante persone passano dal pronto soccorso di Novara? Migliaia. Quante persone possono scrivere un report che documenti ciò che accade? Non lo so, ma io lo posso fare e lo faccio.

La scorsa domenica, Pasqua, io e la mamma siamo andate in gita alla Reggia di Venaria. Ho notato da subito che dopo tre passi, la mamma non riusciva più respirare (ma lei continuava a dire che è l'età anche se fino alla settimana prima non era così).
Due giorni dopo, mercoledì mattina, la mamma mi telefona con il fiato corto. Mi dice che è stata presso la farmacia a provare la pressione ed era risultata altissima. Le propongo di andare in pronto soccorso, ma lei preferisce aspettare il suo medico di base che ci sarà nel pomeriggio.
Avviso al lavoro che ci sarò nel pomeriggio, ma con la possibilità di dover scappare per portarla al p.s..
Alle 16,30 ricevo la telefonata di una cara parente che mi dice che stanno portando la mamma al p.s. Di Novara su indicazione medica.
Mi fiondo al p.s. Di Novara. Preciso che mia mamma è invalida mentale al 100%; quindi io ci devo essere.
Trovo una sedia a rotelle e la faccio sedere. Fa fatica a respirare, ha la pressione alta, battito cardiaco alle stelle, labbra viola.
Al triage ci fanno presente che è un momento particolarmente disastroso perchè non funzionano i computer e che prendono solo i codici rossi e arancioni. Agli altri codici viene consigliato di andare al p.s. Di Magenta.
Al triage fanno l'accettazione cartacea, le provano la pressione, la saturazione, e le fanno subito l'elettro cardiogramma. Sono le ore 17,00. Ci danno codice arancione.
La sala p.s. È strapiena, stanno visitando le persone arrivate lì in mattinata.
Alle ore 17,40 ci portano il foglio dell'accettazione triage e braccialetto dicendo “siamo riuscite a fare l'inserimento con il computer). Peccato che il nostro ingresso è stato alle 16,50 ed il foglio riporti come orario 17,40. Già qui un'ora di attesa che non conta. Vabbè...
Passano le ore.... Mentre aspettiamo nel caos totale, una donna si ribalta con la sedia a rotelle in avanti. Un'ora dopo sarà il turno di un altro. Ci sono pazienti che chiamano aiuto, chiamano infermieri, chiamano per il pappagallo, chiamano per un goccio d'acqua. Degli infermieri presenti c'è solo un infermiera che corre e da “lo sguardo” ai pazienti. Gli altri infermieri sono incazzati e non disponibili.
C'è un bagno solo per tutti, uomini e donne; lo sciacquone è rotto e non scarica.
Alle ore 22,17 veniamo chiamate anche noi per la visita (arrivate alle 16.50). La dottoressa Alice P. senza dire nemmeno “salve” chiede che cos'è successo. Le faccio presente che entro con mia mamma perchè è invalida mentale al 100%. Inizio a raccontarle i precedenti e la giornata stessa, ma lei mi ferma nel racconto dicendo “sua mamma non può esprimersi' Perchè parla lei?”. Ok, la mamma le dice un paio di cose della data odierna. La fanno stendere sul lettino per farle prelievo sanguigno e arterioso. Le riprovano la pressione che è ancora alta.
Poi la dottoressa P. dice “infermiere ho bisogno che facciate un Rocefin alla signora. Quindi, chiedo “dottoressa cos'è il Rocefin?”. Non mi risponde, forse non ha sentito. Mi avvicino di più alla scrivania e richiedo... “mi perdoni dottoressa, che cos'è il Rocefin?”. Lei si gira e inizia a parlare con un collega di programmi software...!
Ok, mi piantono davanti alla brandina di mia mamma a presidio e tengo d'occhio l'infermiera; che alla fine non le fa sto Rocefin.
La mamma rimane lì, dimenticata sul lettino per circa mezz'ora senza che nessuno la degni di uno sguardo. Dopo mezz'ora la dottoressa mi dice “signora può aspettare fuori, facciamo uscire in sala d'aspetto anche sua mamma ora”. Esco, controllo su google cos'è il Rocefin ….antibiotico per infezione batterica... perchè? Mi escono le zanne dalla rabbia, ma non faccio casino perchè sono lì a domandarmi se quando mi hanno fatto uscire era per fare sto farmaco alla mamma. Se è così, entro e reagisco; poi chiamino pure gli sbirri, non mi interessa.
Esce la mamma, e mi dice che non le hanno fatto nessuna iniezione/farmaco. Ci portano a fare un rx al torace anche se faccio presente che l'ultimo l'ha fatto 20 giorni fa. Ma, nulla...
Dopo l'rx passano le ore. Durante queste ore, un uomo è sul lettino davanti a noi e tenta di scendere. Si vede che non è in grado di ragionare e fatica a deambulare. Fuori c'è la moglie che chiede di entrare per stargli vicino, la faranno entrare solo dopo che ho avvisato l'oss che l'uomo sta cadendo per terra dal lettino. La moglie fa presente che erano ore che chiedeva di entrare perchè lui non può stare da solo e l'ultima volta è uscito dal ps (scappando) senza che loro se ne accorgessero e lei l'ha trovato solo casa, scalzo. Ma le oss, anziché dargli almeno uno sguardo di conforto rispondono con un “non c'eravamo noi, non lo so”.
A fianco a me c'è seduta una donna simpaticissima, un'insegnante. Ha un'infezione al rene con dolori fortissimi. E' entrata in ps alle 11 del mattino. Le faranno la flebo antidolorifica solo a mezzanotte. Si alza varie volte dicendo che non ce la fa più.
Poi c'è una ragazza, molto bella. E' entrata anche lei al mattino presto con dolore al petto e al braccio sinistro; le hanno dato codice verde e consigliato di andare altrove. Starà lì tutto il giorno senza mangiare e senza acqua.
Alle 01,40 veniamo chiamate per la dimissione: la dottoressa P ci dice che nonostante la pressione alta, la saturazione che non va bene, il respiro.... dimette mia mamma rimandandola dal suo medico di base e facendole un'impegnativa per un cardiologo; questo perchè lei non ha alcuna diagnosi urgente. Così scrive.
Non ho voluto agitare ulteriormente la mamma, ma ci sarebbero state due domande: 1) scusi, ma siamo in un ospedale, non c'è un cardiologo? Perchè mi fa l'impegnativa e non ci manda in cardiologia direttamente? 2) scusi, ma dopo tutti gli esami che ha fatto, non ha capito i risultati degli esami? Ma lei è un medico?
Usciamo, la mamma non ce la fa ad arrivare al cancello a piedi perchè non riesce a respirare. La porto al cancello con la sedia a rotelle e vado a prendere la macchina per portarla a casa.
Sono le 2,30 di notte. Sono stanca, preoccupata e provata per tutta la disperazione che ho visto lì dentro. Persone che aspettando 10/16 ore per essere visitate, senza nemmeno uno sguardo di conforto per poi non avere una diagnosi.
Mesi fa, eravamo state al ps di Novara per la frattura delle costole; non ho avuto lamentele in merito. Perchè scrivo questo? Perchè sono stanca di leggere commenti che dicono che la sanità fa schifo. No, scusate, sono le persone che fanno i luoghi di lavoro. Ecco perchè non ho scritto il cognome della dottoressa; perchè credo che chi sia lì in questo modo, debba rispondere legalmente della sua incompetenza. Non le metto le mani addosso (così come chiedono i cartelli affissi ai muri della sala d'aspetto), no, no. Le mie mani le metto sulla carta, e scrivo agli uffici competenti.
Oggi la mamma ha ancora la stessa situazione di ieri. Nelle prossime ore avrà delle visite private di cardiologia con epg e di un altro medico che stimo molto (un medico competente ed umano).
Se andate al pronto soccorso di Novara, siate consapevoli di cosa vi aspetta.

13 MAGGIO A NOVARA