E' tutta la vita che lotto contro le finzioni sociali. Qualcuno pensa sia solo una questione di mentalità o riduce il tutto alla classe sociale borghese. Invece c'ho sempre trovato qualcosa di più profondo.
Le finzioni sociali sono sicuramente a vari livelli e coinvolgono tutti, chi più chi meno. Iniziano dal modo di salutare una persona, da cosa si dice, da che lavoro si fa e da come lo si svolge, ma anche dalle attività sociali che si fanno.
Sicuramente è più mentalità del nord avere un abito elegante, una bella auto, un lavoro di prestigio; insomma il “mostrare”, ma nel contempo non essere eleganti dentro. Anzi, non c'è un dentro. Nei sud del mondo, l'eleganza è un'altra cosa; appartiene di più al contenuto/azione stessa.
La stessa mancanza di eleganza, l'ho potuta trovare negli anni di lotta per la Palestina.
Il “mostrare” di fare qualcosa per etichetta o slogan, ma senza alcun contenuto e azione diretta.
In questa finzione sociale ho visto veramente troppo e oggi, oggi che abbiamo l'Olocausto in diretta, è giusto che almeno questo castellino venga tirato giù perchè dannoso per la lotta stessa. Non mi frega nulla se vengo odiata da altre persone. Cosa volete che mi freghi di essere odiata o diffamata, davanti ad un Olocausto?
Mesi fa ho ricevuto un invito per la proiezione di uno dei miei documentari sulla Palestina, all'Isola d'Elba. Fin dall'inizio ho pensato che la proiezione alla fine non ci sarebbe stata, come tutte le volte che fra gli organizzatori c'è il nome Dell'Anpi. E infatti la proiezione all'Elba non ci sarà. E' con dispiacere constatare che Anpi non prende la posizione giusta con la Resistenza palestinese, da anni. E' una finzione sociale, di quelle che mette la parolina a favore della Palestina, ma senza rompersi un'unghia.
E di robe così, purtroppo siamo pieni, ma veramente pieni. Non stiamo a guardare i governi... la cybersecurity del mondo è in mano ad israele, che cosa volete che dicano i governi? Per non parlare della “stretta creditizia” creata da israele verso gli altri Stati. I governi sono al loro soldo, non ci si può aspettare nulla di buono. Ecco, guardiamoci noi, noi che scendiamo in strada, noi che sventoliamo la bandiera palestinese, noi che partecipiamo alle varie attività per la Palestina...
Fra le tante partecipazioni in questi ultimi due anni “a favore della Palestina”, quanti di questi ha sacrificato la propria vita rimettendoci il lavoro, la faccia, e tutto quello che aveva?
Non è una domanda provocatoria, giuro; è per capire bene che cosa è finzione sociale e cosa è reale. Perchè vedete, chi è reale, c'ha rimesso tutto, non può più entrare in Palestina, è ricattato dalla stretta creditizia in forma legale dei tribunali in mano ad israele, perde il lavoro, viene diffamato dai media o è in prigione. Questa è la realtà. La realtà dove il nazismo ha vinto e distrugge chi lo combatte realmente, ad ogni livello. Lo scrivo io, povera stronza, così come altri poveri stronzi, come Chef Rubio, come il ragazzo che si è arrampicato sull'Elizabeth Tower e come altri; non è una questione di coraggio, bensì di essere veri.
In questo momento il nazismo ha vinto e governa buona parte del mondo, è vero; ma anche nel ventennio il nazismo aveva vinto, poi è finita però.
Ecco, allora se si vuole fermare il nazismo si può avere solo una posizione (e senza doversi arrampicare su una torre): “israele sta compiendo un olocausto in diretta e sta occupando la Palestina da 80 anni; il nazismo sta governando buona parte del pianeta. Gli israeliani andrebbero appesi a testa in giù in piazzale Loreto”. Punto. Tutto il resto è finzione sociale.