Carissimi tutti che mi
avete seguito in questi anni, sono giorni che medito su questa scelta
e forse quando pubblicherò quest'articolo saranno passati giorni da
quando l'ho scritto... per averci riflettuto ulteriormente...
Da quando sono rientrata
forzatamente in Italia e ho iniziato a fare le presentazioni del film
e le conferenze, stavo facendo un percorso a senso unico. Ho voluto
credere che con le informazioni e le conoscenze che avevo acquisito
si potesse arrivare ad elevare il dialogo sulla liberazione (e non
solo della Palestina). Ho voluto credere che si potesse fare un
percorso intellettuale e di lotta tale da arrivare a conoscere la
verità a 360° e, poi, di affrontare nuovi metodi. Ho voluto credere
che si potesse scalare la montagna di merda che il mostro ha creato.
Invece la pesantezza che
mi trovo addosso mi fa capire che siamo sotto quella montagna di
merda e non ci si vuole elevare. Che dopo anni ad “essermi data”,
si è ancora qui ai “free Palestine” e a concentrarsi sulla
sottoscritta; ed io a dovermi difendere dalle stronzate.
Non mi avete minimamente
sfruttata nello sapere, nella conoscenza; pertanto a quel livello di
dialogo non ci si è arrivati.
Questo livello qui, al
quale ci si è voluti fermare non aiuta la lotta per la liberazione e
frutta solo danno alla sottoscritta. Il danno non è nelle offese, ma
nella nullità della lotta. E la Palestina intanto scompare....
“La verità a 360°”....
la conosciamo in pochissimi ( 4/5 persone) e ci ha stesi. Sono felice
almeno di questo, di non avervi stesi, perchè, vi assicuro, è
terribile.
Con questa motivazione,
da oggi non sono più disponibile a presenziare alle proiezioni del
film, non sono più disponibile a conferenze né a continuare a
pubblicare notizie e/o articoli. Tutto quello che posso dare
pubblicamente (e che serve per elevare il dialogo) è sul mio sito (
www.samanthacomizzoli.blogspot.com).
Per quanto riguarda il
film “Bologna – binario uno”, sarà l'unica presenza che farò
alla sua prima presentazione presso il Circolo Iqbal Masih a Maggio;
e la faccio con molta gioia di farla lì. Per tutte le altre
proiezioni non ci sarò, se lo vorranno ci saranno alcuni degli
interpreti.
Vorrei fosse chiaro che
non smetto di lottare, anzi.... con molta umiltà riconosco che è il
momento di dare una svolta, riconoscere gli errori e CAMBIARE METODO.
Insomma, semplicemente, sparisco. Ho avuto più volte la volontà di
entrare in un bosco e non tornare più; quello che mi impediva di
farlo era la volontà dei palestinesi di portare la loro voce e,
soprattutto, la speranza della quale vi ho parlato all'inizio di
questo articolo.
Ma, sono certa, che i
palestinesi capiranno questo cambiamento. Vivo con i tatuaggi e le
cicatrici che mi mangiano di notte e mi ricordano tutto, ma proprio
tutto. Non posso dimenticare né perdonare nulla, di quello che è ed
è stato. Questa “svolta” nella mia vita va soprattutto ad occhi
che ho negli occhi quasi ogni minuto della mia vita.... Agli occhi di
Imam, 15 anni, che ho visto su un tavolo d'acciaio dell'obitorio di
Nablus; ed agli occhi di suo padre, Jamil, che mesi dopo piangevano,
con l'I-phone in mano perchè dentro c'era registrata la voce di
Imam....tutto quello che gli restava di suo figlio ucciso dai soldati
israeliani su una collina (gli spararono alle spalle e presero il
cuore).
Forse questa decisione
sarà per un po', forse sarà per sempre; ma questa, ora, è.